Documento dall'Università degli Studi Internazionali di Roma su Amministrazione - Riassunto Modelli di amministrazioni pubbliche. Il Pdf esplora i modelli istituzionali delle amministrazioni pubbliche, trattando concetti come politicizzazione funzionale, gabinetti, esperti e spoils system, utile per studenti universitari di Diritto.
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Cap. 2
Le amministrazioni pubbliche sono istituzioni, quindi rappresentano un caposaldo della vita
politica, economica e sociale, essendo un riferimento che ne organizza la vita.
Istituzioni = punto fermo che non viene messo in discussione. Comprendono elementi
regolativi, normativi e culturali, che associati con risorse e attività, forniscono significato e
stabilità alla vita sociale.
-> le pubbliche amministrazioni conferiscono senso e valore alla realtà sociale contribuendo
a definire modalità e forme mediante le regole ed i servizi.
Amministrazione pubblica = istituzione -> è il modo in cui viene vista fino agli anni sessanta
del Novecento.
Modello istituzionale = approccio che abbraccia contemporaneamente una lettura teorica
mirata a descrivere le istituzioni amministrative (istituzionalismo classico) e una che ne
osserva l'interazione con la società (neo-istituzionalismo).
Istituzionalismo classico -> i risultati dell'azione amministrativa sono congiuntamente effetto
di due influenze tipiche di un'istituzione: da una parte il ruolo del disegno istituzionale nel suo
insieme e della tradizione amministrativa nazionale che dà un imprinting a quel sistema
amministrativo, dall'altra la capacità delle istituzioni di plasmare la forma mentis di operatori
e cittadini trasmettendo, attraverso il loro esistere e il loro agire, schemi mentali che
conducono a comportamenti collettivo omogeneo.
Neo-istituzionalismo -> ha approfondito come i modelli amministrativi durano nel tempo con
minimo adattamenti e si consolidano costituendo nella memoria collettiva strutture di
riferimento cognitivo, politico ed economico.
Conformismo e morale comune rendono le amministrazioni delle istituzioni.
Il modello istituzionale ci insegna come le istituzioni plasmano la società e la politica, e come
esse siano radicate in questa, risultandone un'espressione.
Le amministrazioni pubbliche sono cornici di senso che contribuiscono a farci pensare e
agire in una certa maniera e non in un'altra.
Ma le amministrazioni pubbliche non nascono nella storia fin da subito come istituzioni, lo
diventano nel corso del tempo grazie e attraverso il processo di costruzione dello stato
moderno.
L'idea di amministrazione statale di sviluppa per gradi e in modo disomogeneo.
Non si parla di amministrazione fino al 16 secolo, quando il soprano assume funzioni e
poteri mai visti prima, centralizza su di sé lo stato e si arroga compiti da eseguire.
Le dimensioni dilatate dei nuovi regni posero le condizioni per creare intorno al sovrano
feudale una cerchia di intendenti che supportavano, in una posizione di manifesta
subordinazione, la volontà del soprano.
Sotto l'assolutismo di Luigi XIV in Francia questi ministri, cioè servitori selezionati di
estrazione borghese, erano scelti per fedeltà e per competenza. Essi si distinguevano
perché detenevano un sapere che permetteva loro di dare al sovrano un potere competitivo
nei confronti dell'aristocrazia.
La nascita dell'amministrazione rende il soprano una sorta di tutore della società. Egli
governa il nome proprio facendo e ordinando il bene comune. Per fare questo, la monarchia
assoluta, si valse di apparati amministrativi denominati police.
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Scaricato da Monia Cattabriga (monia.cattabriga@icloud.com)Questa "polizia" era un esercito di servitori dello stato assolutistico a disposizione del
sovrano che essa sosteneva nell'esercizio della sua autorità in quelle materie nelle quali se
ne riscontravano la necessità.
La parola amministrazione acquista autonomia semantica e viene impiegata per connotare
alcune attività specifiche del potere politico.
-l'amministrazione è l'espressione del contenzioso tra monarchia amministrativa e
aristocrazia feudale nella costruzione dello stato attraverso l'accentramento del potere.
Durante l'anziano regime, alla metà del XVII secolo, il termine amministrazione diviene
finalmente connotativo delle attività esecutive del potere centrale dello stato, sinonimo degli
strumenti con cui lo stato gestisce le sue attività con un corpo di regole e di funzionari e
delicati.
Successivamente, durante la rivoluzione francese e poi con la fase napoleonica, venne data
unità all'amministrazione, poiché, da un lato durante la rivoluzione francese emerse con
forza l'idea di una istituzione separata e autonoma a garanzia dei diritti dei cittadini; dall'altra,
la transizione definitiva verso questo status incideva comunque in modo un ondivago.
Napoleone attribuì all'amministrazione un significato maggiormente distinto, indirizzandola
chiaramente verso i tratti della burocrazia.
Questa fu la svolta che conferì all'amministrazione pubblica lo status di istituzione:
L'amministrazione pubblica godeva finalmente di legittimità, identità, funzioni regolate dalla
legge e chiaramente alle dipendenze del potere politico.
Questo processo di omologazione e identificazione unitaria coinvolse anche gli altri stati,
oltre la Francia: l'amministrazione era adesso regolata da un codice giuridico specifico
(diritto amministrativo) che andava a formare uno speciale regime amministrativo.
-inizia la stagione in cui l'amministrazione pubblica diventa finalmente un'istituzione
omnicomprensiva.
Lo stato liberale inserì l'amministrazione pubblica nelle prime costituzioni Borghesi, ne
completò la natura organizzativa, la dotò di risorse materiali e reclusò un ceto professionale
in gran commis. In poche parole conferì all'amministrazione pubblica uno status specifico e
indipendente, in funzione dello stato monarchico costituzionale e in assedio a funzione di
regolazione della società con compiti e specifici.
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La burocrazia veberiana si manifesta pienamente in questa fase andando a costruire un
imprinting istituzionale e reversibile.
La conseguente riduzione ai minimi termini della discrezionalità amministrativa sui riflessi
delle esigenze di imparzialità nei confronti dei cittadini postulata dalla nozione stessa di stato
di diritto.
Lo stato liberale concepì dunque l'amministrazione come una macchina amministrativa di
tipo esecutivo al servizio della politica e invasiva nei confronti della società. E il braccio
impersonale di uno stato arbitro che necessita di un esercito civile volto a mantenere
garantire sovranità territoriale e monopolio della forza.
Dagli anni venti del Novecento la dilatazione delle funzioni, la proliferazione degli apparati e
la crescita dei dipendenti fecero perdere rapidamente alle burocrazie statali quei tratti
organici di autosufficienza e meccanicità che lo stato liberale aveva impresso.
Scaricato da Monia Cattabriga (monia.cattabriga@icloud.com)La stagione successiva fu interamente orientata all'espansione dei compiti, responsabilità,
risorse e personale in un processo di allargamento che rasentò il gigantismo.
->in questa evoluzione ebbe rintracciare un ruolo diverso dello stato. Uno stato che non era
più solamente regolatore, ma anche gestore punto e, non era soltanto orientato a regolare e
disciplinare l'azione economica e sociale, ma ne prendeva in carico dal basso i bisogni per
soddisfarli= welfare state.
In questo quadro, l'amministrazione non aveva più solo compiti di presidio e controllo, ma si
assumeva la responsabilità di edificare infrastrutture, erogare servizi e garantire diritti sociali.
Si accumularono una varietà di compiti nuovi e ne derivò un costo sociale imponente per
mezzo del drenaggio fiscale necessario per sostenere tutto ciò. L'amministrazione divenne
una istituzione factotum, con molte ramificazioni.
↓
Lo stato gestore entrò progressivamente in crisi quando la capacità di drenaggio fiscale non
riuscì a sostenere il costo di un apparato.
La difficile sostenibilità finanziaria esplose negli anni settanta.
Per quello e altri fattori vennero svuotati gli strumenti del governo dell'Economia e poi messo
in discussione ruolo e capacità dello stato ponendo un'ipoteca su quel modello di
amministrazione pubblica.
La crisi dell'amministrazione fu il riflesso della crisi dello stato gestore e il ritorno di un'idea di
stato regolatore. Questo ultimo cessa di essere l'interlocutore privilegiato di tutte le attività:
riduce il suo ruolo produttivo e lo shade all'esterno, si limita a supervisionare e indirizzare
l'azione delegandola a terzi.L'amministrazione ha così una sua trasformazione .
Ne risultano apparati ridimensionati, ma ancora dotati di molti compiti: le amministrazioni
pubbliche si sono moltiplicate, ridotte nelle dimensioni, ulteriormente specializzate e ibridate
con nuovi valori e meccanismi = la burocrazia ha perduto quei tratti di compattezza propri di
un apparato coerente, per diventare un sistema disomogeneo.
Ci sono stati i cinque modelli storici che si sono avvicendati per organizzare
l'intermediazione amministrativa.