Il senso delle cose: materialità ed estetica nell'arte mesoamericana

Documento dall'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna (unibo) sul senso delle cose: materialità ed estetica nell'arte mesoamericana. Il Pdf analizza i canoni estetici occidentali e propone una nozione transculturale di estetica, basata sulla socializzazione dei sensi e l'importanza della materialità degli oggetti d'arte, utile per studenti universitari di antropologia culturale.

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Il senso delle cose: materialità ed
estetica nell'arte mesoamericana
Antropologia Culturale
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (UNIBO)
37 pag.
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Il senso delle cose, Davide Domenici:
Introduzione
guardare a produzioni arsche non occidentali è sempre un problema, non tanto
per il fao che non si possiedono le competenze storico culturali necessarie, che si possono
acquisire con il tempo, bensì perché è dicile indagare la dimensione propriamente esteca di
quelle opere.
Bisognerebbe abbandonare quella retorica del “senre esteco universale” che supererebbe ogni
barriera culturale e cronologica.
Termini “arte” e “esteca”, quando si guarda in prospe%va antropologica a produzioni non
occidentali, sono messi seriamente in dubbio.
Nozione di esteca è 'glia di una ri(essione occidentale e etnocentrica che istuisce una
disnzione tra arte e funzionalità, del tuo inapplicabile a contes non occidentali. Bisognerebbe
quindi spogliare queste categorie da tale componente etnocentrica e neo – coloniale.
Nel XX secolo alcuni studiosi cominciarono a meere in dubbio la legi%mità di analisi che si
fondavano si canoni esteci picamente occidentali. Es. O’Gorman, Toscano, Fernandez
soolinearono l’importanza di una valutazione esteca che si fondasse su canoni propri del mondo
indigeno scrollandosi di dosso la nozione di bellezza formulata sul modello dell’arte classica.
È però innegabile che non si sia giun a un’analisi preamente esteca dell’arte mesoamericana.
Come formulare una nozione di esteca che non sia necessariamente fondata sul conceo di
bello”? Morphy propose di fondare una nozione transculturale di esteca tornando in qualche
modo alla radice emologica del termine, ovvero su come determinate percezioni sensoriali
vengano fae oggeo di processi di signicazione e di aribuzione valoriale che sono
culturalmente specici e dichiaratamente non universali, essendo un complesso insieme di
relazioni sociali e poliche => ESTETICA: PERCEZIONE + SIGNIFICAZIONE, quindi un processo di
socializzazione dei sensi.
Si parla di una dimensione materiale dell’oggeo d’arte e con il termine materialità si può
intendere la nostra partecipazione 'sica al mondo, il mezzo con cui ci inseriamo nel tessuto del
mondo e il nostro modo di dare forma alla cultura in senso incorporato ed esterno. Una tale
nozione di materialità dovrebbe permeere di indagare fenomeni culturali altri senza cadere in
uno sterile culturalismo “mentalista”, di ridurre cioè la cultura a un processo primariamente
conceuale che solo successivamente viene imposto su un mondo materiale e di non perdere il
contao con quel tessuto di relazioni sociali, economiche e poliche. Permee anche di non ridurre
l’analisi a una storia sociale dell’arte per la quale la dimensione esteca sia tuo sommato
secondaria, sovrastruurale.
Perché il tolo? Percezione del mondo materiale avviene araverso i sensi e in virtù della
socializzazione di questa esperienza sensibile costruisce un sistema di valori che danno senso al
mondo. Mondo sociale e materiale sono co – partecipi in un processo di costante co-costruzione.
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Il senso delle cose: materialità ed estetica nell'arte mesoamericana

Antropologia Culturale
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna (UNIBO)
37 pag.
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Introduzione al senso delle cose nell'arte mesoamericana

Il senso delle cose, Davide Domenici:
Introduzione > guardare a produzioni artistiche non occidentali è sempre un problema, non tanto
per il fatto che non si possiedono le competenze storico - culturali necessarie, che si possono
acquisire con il tempo, bensì perché è difficile indagare la dimensione propriamente estetica di
quelle opere.
Bisognerebbe abbandonare quella retorica del "sentire estetico universale" che supererebbe ogni
barriera culturale e cronologica.
Termini "arte" e "estetica", quando si guarda in prospettiva antropologica a produzioni non
occidentali, sono messi seriamente in dubbio.
Nozione di estetica è figlia di una riflessione occidentale e etnocentrica che istituisce una
distinzione tra arte e funzionalità, del tutto inapplicabile a contesti non occidentali. Bisognerebbe
quindi spogliare queste categorie da tale componente etnocentrica e neo - coloniale.
Nel XX secolo alcuni studiosi cominciarono a mettere in dubbio la legittimità di analisi che si
fondavano si canoni estetici tipicamente occidentali. Es. O'Gorman, Toscano, Fernandez
sottolinearono l'importanza di una valutazione estetica che si fondasse su canoni propri del mondo
indigeno scrollandosi di dosso la nozione di bellezza formulata sul modello dell'arte classica.
È però innegabile che non si sia giunti a un'analisi prettamente estetica dell'arte mesoamericana.
Come formulare una nozione di estetica che non sia necessariamente fondata sul concetto di
"bello"? Morphy propose di fondare una nozione transculturale di estetica tornando in qualche
modo alla radice etimologica del termine, ovvero su come determinate percezioni sensoriali
vengano fatte oggetto di processi di significazione e di attribuzione valoriale che sono
culturalmente specifici e dichiaratamente non universali, essendo un complesso insieme di
relazioni sociali e politiche => ESTETICA: PERCEZIONE + SIGNIFICAZIONE, quindi un processo di
socializzazione dei sensi.
Si parla di una dimensione materiale dell'oggetto d'arte e con il termine materialità si può
intendere la nostra partecipazione fisica al mondo, il mezzo con cui ci inseriamo nel tessuto del
mondo e il nostro modo di dare forma alla cultura in senso incorporato ed esterno. Una tale
nozione di materialità dovrebbe permettere di indagare fenomeni culturali altri senza cadere in
uno sterile culturalismo "mentalista", di ridurre cioè la cultura a un processo primariamente
concettuale che solo successivamente viene imposto su un mondo materiale e di non perdere il
contatto con quel tessuto di relazioni sociali, economiche e politiche. Permette anche di non ridurre
l'analisi a una storia sociale dell'arte per la quale la dimensione estetica sia tutto sommato
secondaria, sovrastrutturale.
Perché il titolo? Percezione del mondo materiale avviene attraverso i sensi e in virtù della
socializzazione di questa esperienza sensibile costruisce un sistema di valori che danno senso al
mondo. Mondo sociale e materiale sono co - partecipi in un processo di costante co-costruzione.
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La pratica artistica nel Mesoamerica precoloniale

Si cercherà di fare riferimento alla partecipazione, che vuole descrivere la relazione di co-
costruzione che intercorre tra uomini e cose, tra mondo sociale e mondo materiale. Interagendo
con materie prime e manufatti gli uomini danno vita a concezioni che esprimono a parole e che
spesso cristallizzano in testi. I testi, che a loro volta non sono solo il prodotto di singoli individui, ma
di complesse interazioni sociali, sono per nostra fortuna durevoli nel tempo.

Le cose nel mondo: pratica artistica in mesoamerica precoloniale

se l'estetica> intesa come processo di socializzazione dei sensi e se indaghiamo la
dimensione estetica di alcune produzioni materiali del Mesoamerica, allora si farà
riferimento ai contesti socioeconomici nei quali il suddetto processo ebbe luogo.
In ambito di reti sociali, economiche e politiche, gli artisti trovavano le condizioni
materiali adatte allo sviluppo delle loro attività, apprendendo saperi e tecnologie,
ottenendo materie prime etc .. Inoltre, era nell'ambito delle stesse reti sociali, economiche
e politiche che si formavano e si trasformavano le specifiche concezioni culturali
mediante le quali il loro lavoro veniva fruito.
Mondo maya classico e nahua postclassico, fonti archeologiche di informazioni più ricche
e variegate
Anche se si tratta di contesti molto diversi, i dati disponibili permettono comunque di
individuare una serie di tratti comuni, di elementi di lunga durata che testimoniamo la
persistenza di concezioni relative al fare artistico di carattere pan - mesoamericano.
Gran parte delle produzioni artistiche erano destinate al consumo santuario da parte di
élite politiche ed erano spesso prodotte da artisti che erano essi stessi membri delle classi
nobiliari. Essi agivano nell'interesse di elite politiche religiose.
> Il fare artistico rispondeva principalmente alle esigenze dei gruppi che detenevano il
potere politico e religioso.
3 grandi periodi: preclassico, classico (300 - 900 d.C.) e postclassico

I periodi preclassico e classico nel sud - est: olmechi e maya

  • Più antiche manifestazioni artistiche mesoamericane coincidono con la fase di sviluppo delle prime
    società gerarchizzate, collocabile verso la fine del periodo preclassico antico (1600 a.C.).
  • Produzioni artistiche non erano destinate alla contemplazione, ma piuttosto ad essere impiegate
    nell'ambito di occasioni cerimoniali caratterizzate dal consumo suntuario di alimenti e da una
    intensa circolazione di doni.
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  • Tali eventi, vengono detti "feast" >"banchetto", "festino": complesso sistema di doni, contro - doni
    teso a creare relazioni di tipo clientelare che via via si cristallizzavano in disuguaglianze di ordine
    politico.
  • Rilievo politico di tali occasioni di consumo suntuario innesco una rete di interscambio a lunga
    distanza lungo la quale circolavano sia le materie prime che i manufatti con esse realizzati.
    Grazie a tali reti, le nascenti elite mesoamericane potevano supportare artisti sempre più
    specializzati che le rifornivano di beni suntuari a consolidare posizioni di predominio politico a
    livello locale.
    Tale necessita di interazione a livello macroregionale tra gruppi linguisticamente e culturalmente
    eterogenei, fecero sì che i valori di carattere economico, religioso e politico attribuiti ai beni
    suntuari acquisissero un carattere transculturale, varcando i limiti delle specifiche aree linguistico -
    culturali.
    > Fu in quest'ambito che presero forma alcuni dei principali valori estetici condivisi da diversi
    popoli.

Gli Olmechi e la loro influenza

OLMECHI:
Il loro effetto si fece sentire a livello macro - regionale
Sviluppatisi a cavallo tra preclassico antico e medio (1600 - 400 a.C.) sulla costa del Golfo del
Messico, in centri come La Venta, Tres Zapotes etc.
" Sovrani e nobili olmechi riuscirono a controllare reti di interscambio di livello pan -
mesoamericano, lungo le quali circolavano materie prime come minerali ferrosi, altro materiale era
l'ossidiana usata nella produzione di strumenti di beni suntuari.
Tutte queste materie prime, come basalto e altre rocce, vennero usate per produrre un'enorme
varietà di manufatti per uso cerimoniale, spesso caratterizzati da iconografie che mettevano in
relazione l'ordine politico con quello cosmologico.
" Differenza, che sarebbe rimasta una delle caratteristiche del mesoamerica, tra artigiani: part - time, no specializzati; artisti: tempo pieno, specializzati

  • Tra i prodotti artistici olmechi spiccano manufatti di pietra verde, specchi di pirite e ossidiana e le
    grandi sculture monumentali in basalto. Queste ultime, ++ teste colossali e troni monumentali,
    raffiguravano i sovrani nella loro qualità di mediatori tra il mondo degli uomini e quell'ambito
    sotterraneo, che costituiva lo spazio cosmologico concepito come fonte di vita e regalità.
    > Produzione artistica dominata da un discorso politico - ideologico incentrato sul nesso tra
    regalità, ciclo vegetativo del mais e ciclo vitale umano. Il ciclico sbocciare del mais, oggetto di
    numerosissime rappresentazioni, pare essere stato concepito come un atto ontologicamente
    analogo ad eventi come la creazione, l'ordinamento spazio - temporale del cosmo e
    l'istituzione della regalità e dell'ordine politico, anch'essi concepiti in termini ciclici.
    Fenomeni molto simili a questo mondo si riscontrano anche in ambiti linguistici e culturali diversi, come nel
    caso dei regni zapotechi di Oaxaca, di quelli otomiani del Messico centrale, dei maya delle regioni sud -
    orientali del Mesoamerica.
    In questo periodo, si svilupparono diversi sistemi di scrittura nelle stesse regioni. La scrittura non venne
    solamente usata per esplicitare discorsi politici - ideologici, che erano l'oggetto primario dell'espressione
    artistica, ma anche perché le iscrizioni vennero tracciate proprio sulla superficie delle stesse opere d'arte.
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I Maya: scrittura, iconografia e organizzazione sociale

MAYA:

  • Ampio uso di scrittura e complesse composizioni iconografiche
  • A partire dal 600 a.C., nell'area maya si affermarono numerose entità dinastiche che dettero vita a
    un panorama politico policentrico e altamente competitivo che raggiunse il suo culmine nel corso
    del periodo classico (300-900 d.C.) e in particolare nella sua fase tarda (600 - 900 d.C.), quando
    decine di regni indipendenti si contesero spazi e privilegi nelle selve tropicali del sudest.
  • A capo di ogni regno, vi era un sovrano che regnava su una raffinata corte che costituiva il cuore
    fisico e concettuale delle capitali maya classiche.
  • Le attività che avevano ruolo nelle corti richiedevano l'uso e l'esibizione di beni suntuari e rituali
    prodotti da artisti al servizio di sovrani - mecenati. Opere prodotte nelle corti > no per uso
    commerciale, ma rituale, per cerimonie commemorative etc. Altri beni però, che possiamo definire
    artigianali, prodotti da individui non nobili, venivano scambiati attraverso il commercio
  • Il lavoro degli artisti costituiva l'espressione dell'eleganza, magnificenza del sovrano, le cui imprese
    venivano immortalate in complessi programmi urbanistico - architettonici caratterizzati da apparati
    monumentali con iconografie e iscrizioni che registravano la storia del regno iscrivendola in più
    ampi contesti cosmologici - calendariali.
  • Rispetto agli olmechi del preclassico medio, le espressioni artistiche del mondo maya preclassico e
    classico sono caratterizzate da un evidente aumento della componente narrativa, come frutto della
    crescente competizione tra regni rivali i cui sovrani volevano immortalare le proprie imprese
    narrandole nei minimi dettagli. Infatti, grande era il numero di bassorilievi usati per supportare
    iscrizioni e iconografie complesse, a scapito della scultura a tutto tondo.

Artisti del mondo maya classico

Artisti del mondo maya classico

  • Diversi termini per denominare gli artisti:
    "colui che scrive/dipinge", il più comune

V
"sapiente", vasta conoscenza
Entrambi i termini ricorrono nella sequenza primaria standard, un'iscrizione che durante il
periodo classico era comunemente dipinta sul bordo di bicchieri destinati a contenere
bevande a base di cacao, utilizzate in contesti di consumo suntuario
In alcuni casi, si usa l'espressione "la sua scrittura/pittura" seguita dal nome proprio e dal
termine "sapiente", artista > una vera e propria firma apposta su oggetti che dovettero
essere percepiti come opere tra le più prestigiose.
Diciture più rare: primo pennello, associate a nomi propri, sembrano far riferimento a una
gerarchia degli artisti di corte, con titoli che distinguevano il maestro principale.
"la sua scultura", spesso iscritta su monumenti litici e seguita dal nome proprio dell'artista.

V Alcuni sovrani maya classici inclusero riferimenti all'attività artistica nelle loro titolature:
"sapiente", (nell'area Naranjo) "bianca scimmia", in virtù della stretta associazione tra
scimmie e il fare artistico.

  • (Si menziona anche il titolo di taaj (ossidiana) nel sito Xultun.: complesso residenziale, los sabios, le cui pareti sono
    decorate con pitture che raffigurano diversi taajob che affiancano il sovrano locale mentre impersona una divinità
    durante una cerimonia legata all'inizio del nuovo anno. Sembra riferirsi ai novizi seduti alle spalle del taaj anziano a cui
    sono sottoposti. Le stesse pitture murali contengono micro - iscrizioni, più volte dipinte sopra micro - iscrizioni, con
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