Stress negli ambienti di lavoro: modificazioni biologiche e comportamentali

Documento di Università sullo stress negli ambienti di lavoro. Il Pdf di Psicologia esplora le modificazioni biologiche e comportamentali nelle tre fasi dello stress, con focus sui livelli neurotrasmettitoriale, neuroendocrino, cognitivo e comportamentale, e include strumenti di valutazione e gestione.

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ARGOMENTO
Stress negli ambienti di lavoro
PROF
Di Giampaolo
DATA
8/04/2024
Stress negli ambien di lavoro
Lo stress è denito come una condizione nella quale l’organismo si trova quando deve adaarsi ad un
cambiamento o ad una situazione che gli viene imposta, soprauo quelle ripetute o prolungate nel tempo.
È una risposta integrata dell’organismo alle richieste dell’ambiente, può diventare dannosa se le richieste
sono troppo intense.
Si ha una prima risposta: l’evento stressogeno comporta una smolazione del sistema nervoso
ortosimpaco con smolo sulla midollare del surrene con produzione di adrenalina, la quale determina la
comparsa di sintomi come tachicardia, ipertensione, tachipnea.
La seconda riposta parte dall’ipotalamo che agisce sull’iposi determinando la produzione di ACTH, che
smola la corcale del surrene a produrre corsolo. Il corsolo è denito “ormone dello stress”, in quanto
viene prodoo quando l’organismo è sooposto a condizioni stressan.
Lo stress consta di tre fasi:
- Fase di allarme
- Fase di resistenza
- Fase di esaurimento.
In ognuna di queste tre fasi si possono avere delle modicazioni a livello neurotrasmetoriale,
neuroendocrino, cognivo e comportamentale.
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I sistemi maggiormente coinvol nelle reazioni da stress sono il sistema cardiovascolare, endocrino,
gastrointesnale e immunitario (ci può essere un crollo delle difese immunitarie quando si è
parcolarmente stressa).
Spesso il cambiamento porta a stress perché non si è pron ad arontare una situazione nuova.
Le manifestazioni siologiche sono svariate: tachicardia, tensione muscolare, insonnia, ipertensione.
Tra le manifestazioni emovo-cognive ci possono essere irritabilità, ridoa concentrazione, disturbi
mnemonici, ansia, autocrica, pessimismo, cavo umore.
Le manifestazioni comportamentali invece comprendono indecisione, insicurezza, ridoa capacità di
giudizio, aumento degli errori, calo dell’aenzione, isolamento e dicoltà di relazione, abuso di fumo/alcol,
bulimia/anoressia.

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Anteprima

ARGOMENTO

Stress negli ambienti di lavoro

PROF

Di Giampaolo

DATA

8/04/2024

Stress negli ambienti di lavoro

Lo stress è definito come una condizione nella quale l'organismo si trova quando deve adattarsi ad un cambiamento o ad una situazione che gli viene imposta, soprattutto quelle ripetute o prolungate nel tempo. È una risposta integrata dell'organismo alle richieste dell'ambiente, può diventare dannosa se le richieste sono troppo intense.

Risposte dell'organismo allo stress

Prima risposta

Evento stressogeno Sistema nervoso ortosimpatico Midollare surrenale Adrenalina Tachicardia, ipertensione, tachipnea

Seconda risposta

Ipotalamo Ipofisi ACTH Corticale surrenale cortisolo

Si ha una prima risposta: l'evento stressogeno comporta una stimolazione del sistema nervoso ortosimpatico con stimolo sulla midollare del surrene con produzione di adrenalina, la quale determina la comparsa di sintomi come tachicardia, ipertensione, tachipnea. La seconda riposta parte dall'ipotalamo che agisce sull'ipofisi determinando la produzione di ACTH, che stimola la corticale del surrene a produrre cortisolo. Il cortisolo è definito "ormone dello stress", in quanto viene prodotto quando l'organismo è sottoposto a condizioni stressanti.

Fasi dello stress

Lo stress consta di tre fasi:

  • Fase di allarme
  • Fase di resistenza
  • Fase di esaurimento.

In ognuna di queste tre fasi si possono avere delle modificazioni a livello neurotrasmettitoriale, neuroendocrino, cognitivo e comportamentale.

Modificazioni biologiche e comportamentali nelle tre fasi dello stress (Biondi, Pancheri)

Fase di allarme

Modificazioni acute, reversibili ed adattative

Fase di resistenza

Organizzazione stabile, ma ancora reversibile. Limite delle riserve funzionali.

Fase di esaurimento

Crollo delle difese, impossibilità di ulteriore adattamento agli stressors.

LIVELLO NEUROTRASMETTITORIALE

Sollecitazione acuta di sistemi NA, 5-HT, Ach, con modificazione transitoria del loro reciproco equilibrio funzionale (riduzione del rapporto catecolamine/Ach?) Sollecitazione cronica dei sistemi neurotrasmettitoriali con riduzione del margine di resistenza funzionale. Iperattività recettoriale reversibile. Insufficienza funzionale non reversibile dei sistemi neurotrasmettitoriali. Iperattività non reversibile recettoriale.

LIVELLO NEUROENDOCRINO

Attivazione acuta del sistema ipotalamo-ipofiso corticosurrenale. Attivazione cronica ma reversibile del sistema ipotalamo-ipofiso- corticosurrenale. Iperattivazione stabile, non reversibile, del sistema ipotalamo- ipofiso-corticosurrenale. Alterazioni stabili a livello di altri sistemi.

LIVELLO COGNITIVO

Elaborazione cognitiva dell'evento perdita; disagio soggettivo (depressione transitoria); motivazione alla ricerca di soluzioni. Elaborazione cognitiva secondaria all'evento perdita; organizzazione dei meccanismi di coping; disagio soggettivo (depressione stabile ma reversibile). Fallimento dei meccanismi di coping; lutto cronico; perdita della motivazione alla soluzione; depressione grave non reversibile.

LIVELLO COMPORTAMENTALE

Comportamenti attivi di compenso; ricerca attiva di soluzioni all'evento perdita (nuovi legami di adattamento). Organizzazione comportamentale di tipo depressivo ma reversibile. Riduzione dell'attività; organizzazione stabile di tipo depressivo.

Sistemi coinvolti nelle reazioni da stress

I sistemi maggiormente coinvolti nelle reazioni da stress sono il sistema cardiovascolare, endocrino, gastrointestinale e immunitario (ci può essere un crollo delle difese immunitarie quando si è particolarmente stressati). Spesso il cambiamento porta a stress perché non si è pronti ad affrontare una situazione nuova.

Manifestazioni fisiologiche, emotive e comportamentali

Le manifestazioni fisiologiche sono svariate: tachicardia, tensione muscolare, insonnia, ipertensione. Tra le manifestazioni emotivo-cognitive ci possono essere irritabilità, ridotta concentrazione, disturbi mnemonici, ansia, autocritica, pessimismo, cattivo umore. Le manifestazioni comportamentali invece comprendono indecisione, insicurezza, ridotta capacità di giudizio, aumento degli errori, calo dell'attenzione, isolamento e difficoltà di relazione, abuso di fumo/alcol, bulimia/anoressia.

Manifestazioni comportamentali

  • Indecisione e insicurezza
  • Irrequietezza motoria
  • Crescente impulsività
  • Diffidenza e suscettibilità
  • Capacità di giudizio ridotta
  • Aumento errori
  • Impazienza
  • Isolamento , difficoltà di relazione
  • Fumo/alcool
  • Bulimia-anoressia

Eustress e Distress secondo Hans Selye

Hans Selye, un famoso studioso dello stress, distinse lo stress in:

  • Eustress (equilibrio);
  • Distress (stress cronico).

Il professore fa un esempio per far capire la differenza tra eustress e distress: quando dobbiamo fare un esame ci troviamo in una situazione stressante, questo stress però è utile e ci deve essere perché altrimenti non avremmo una sufficiente attenzione per rispondere alle domande che ci pone il professore. Questa situazione di stress e ansia comporta sintomi come tachipnea e tachicardia, la quale aumenta l'afflusso di sangue e quindi di ossigeno al cervello rendendoci più lucidi e attenti, tutto questo contribuisce ad aumentare la performance. Una volta finito l'esame si è più tranquilli e si ritorna ad una situazione di normalità. Se invece questa condizione di stress si ripete per più giorni e più volte al giorno, l'organismo non riesce più a ritornare ad una situazione di equilibrio e quindi rimane in uno stato di allerta continuo (distress).

Approccio interazionale e situazionale di Karasek e Theorell

Karasek e Theorell

Job Demand-Control:

  1. Job demand
  2. decision latitude decision authority skill discretion

Karasek e Theorell sono due studiosi che hanno ideato un approccio interazionale e situazionale, basato cioè sulle interazioni tra le persone e sulle situazioni che si creano. Puntano l'attenzione sul rapporto tra domanda di lavoro (job demand) e la capacità del lavoratore di fronteggiare quello che gli viene richiesto di fare (decision latitude). Quest'ultima può essere suddivisa in decision authority (autorità decisionale) e skill discretion (discrezionalità nello svolgere un compito). Questi sono gli elementi sui quali si basa la valutazione dello stress lavoro-correlato secondo Karasek e Theorell.

Relazione Stress-Strain

la relazione STRESS - STRAIN

  • peso = sollecitazione di carico (STRESS) k AL+ Z=0 m
  • Allungamento = deformazione molla (STRAIN) se il peso supera la capacità di elasticità o il carico di rottura della molla la deformazione diventa irreversibile.

Non solo l'eccesso delle stimolazioni ambientali provoca stress, ma anche la loro carenza. Bisogna poi stabilire che cos'è la relazione stress-strain. Quando si parla di stress bisogna pensare allo stress come un peso attaccato ad una molla, se per esempio oggi metto un carico di lavoro pari a 5 kg, il giorno dopo il carico aumenterà e diventerà 10, 15, 20 kg e così via. Aumentando sempre il peso, la molla si allungherà sempre di più e ad un certo punto supererà la sua soglia di elasticità fino ad arrivare a rottura. La deformazione della molla (strain) diventa irreversibile, anche rimuovendo il peso questa non ritorna alla condizione iniziale (distress cronico).

Tipologie di lavoro in base alla relazione stress-strain

In base alla relazione stress-strain si può distinguere il lavoro in quattro tipologie:

  • Lavoro ad alto strain > alte richieste e basso controllo (il lavoratore ha poca capacità di controllare la situazione);
  • Lavoro attivo > alte richieste ma alta capacità di controllare la situazione;
  • Lavoro a basso strain -> basse richieste con alta capacità di controllo;
  • Lavoro passivo > basse richieste e basse capacità di controllo.

Le tipologie di lavoro più stressanti tra queste sono il lavoro ad alto strain e il lavoro a basso strain. I fattori stressanti o stressogeni non lo sono a priori ma siamo noi a definirli così (per esempio lavorare in un ambiente rumoroso per alcuni può essere un fattore stressante, mentre per altri no).

Valutazione bifasica dello stress sul lavoro

Quando si parla di stress sul lavoro bisogna sempre fare una valutazione bifasica:

  • primaria > la situazione che si sta vivendo sul posto di lavoro è dannosa?
  • secondaria > quanto siamo capaci di gestire la situazione?

Più ci sentiremo inadeguati e più sarà per noi stressante svolgere l'attività. Spesso ci predisponiamo negativamente verso una situazione (ci stressiamo prima ancora di affrontarla), poi molte volte in realtà vediamo che la situazione è migliore di quello che pensavamo. Ponendoci diversamente la situazione sarà meno stressante.

Strategie di coping

Strategie di COPING

  • sul problema
  • sulle emozioni

Blocco produzione cortisolo Cortisolo ippocampo riduzione memoria e abilità cognitive

Il coping può essere definito come un aggiustamento o un adattamento ad una situazione dannosa. Lo si può applicare direttamente sul problema oppure sulle emozioni che la situazione genera. Per esempio, se si sta lavorando in un ambiente rumoroso non si può risolvere il problema di base, ma si cerca piuttosto di lavorare sulle emozioni che provoca in noi il rumore, facendo in modo di isolarci per lavorare meglio. Se non si interviene sul problema o sulle emozioni non si riesce a bloccare la produzione di cortisolo e di conseguenza si avrà un'azione a feedback sull'ippocampo che determina una riduzione della memoria e delle abilità cognitive. È importante ricordare che lo stress non è una malattia, ma l'esposizione prolungata allo stress può determinare problemi di salute.

Rischi psicosociali

Quando si parla di stress lavoro-correlato bisogna tenere conto anche dei cosiddetti rischi psico-sociali (correlati alla vita di società).

Rischi psicosociali

famiglia lavoro Prossimità (stimoli intensi e continui) Cambiamenti

A questo punto il professore fa un esempio: durante la pandemia molte persone si sono separate o hanno divorziato, questo perché il rapporto stretto e prolungato sempre con la stessa persona può creare stress. Anche situazioni come un trasloco, un lutto, l'arrivo di un figlio, cambio di colleghi o di procedure causano stress perché richiedono di adattarsi ad una nuova situazione.

Resilienza

La resilienza la potremmo definire come l'albero che si piega ma non si spezza. Dopo la pandemia molte persone hanno sviluppato ansia e vari disturbi psichiatrici; chi invece non l'ha fatto, può Resilienza essere definito una persona resiliente. La resilienza è favorita da qualità come l'insight (cioè la capacità

  • Insight di introspezione), l'indipendenza, l'interazione con
  • Indipendenza gli altri, lo spirito di iniziativa, la creatività, l'essere
  • Interazione allegri e il senso della morale. Si può imparare ad
  • Iniziativa essere resilienti, tant'è che sono nati dei corsi di
  • Creatività resilienza. Però chiaramente ci sono persone che
  • Allegria nascono già resilienti.
  • Morale

Altri rischi psico-sociali che vanno attenzionati sono per esempio lo stalking, il mobbing, il bullismo, il burn-out e i traumi psicologici. Tuttavia, non possiamo definirli come fattori stress lavoro correlati, infatti il mobbing è una violenza, così come il bullismo.

Valutazione del rischio stress lavoro correlato

VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO Il famoso decreto legislativo 81 del 2008 all'articolo 28 comma 1 dice che la valutazione dei rischi che fa il datore di lavoro deve comprendere anche lo stress lavoro correlato.

La normativa ...

Art.28, comma1 DLgs 81/08: La valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli collegati allo stress lavoro correlato La valutazione dello stress lavoro correlato deve prendere in considerazione delle macroaree: la comunicazione, il ruolo che si ricopre, la relazione con gli altri, l'ambiente di lavoro e l'ecologia personale. Ciascuno di questi fattori potenzialmente stressanti deve essere considerato come neutro perché c'è sempre la componente soggettiva.

Comunicazione

1. COMUNICAZIONE Comunicare male vuol dire non trascrivere, essere assertivi, usare un linguaggio inappropriato. Ci sono vari tipi di comunicazione nei luoghi di lavoro:

  • Comunicazione tra capo e collaboratori;
  • Comunicazione tra colleghi;
  • Comunicazione con l'esterno (farmacia ospedaliera, parenti);

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