Slide sull'Arte Minoica, Micenea e Greca. Il Pdf esplora le origini dell'arte greca, concentrandosi sull'arte minoica e micenea, con esempi di affreschi come il Principe dei gigli e la Taurocatapsia, utile per studenti di scuola superiore che studiano Arte.
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La civiltà cretese (o minoica) e quella micenea prendono il nome dai principali centri di sviluppo: l'isola di Creta (situata nel mar Egeo, fra la Gre- cia e la Turchia) e la città di Micene, posta nella regione greca dell'Argolide, nel Peloponneso. Agli inizi del II millennio l'isola di Creta si impo- ne in tutta l'area mediterranea circostante dando vita alla civiltà minoica (dal nome del mitico re Minosse) che il breve tempo raggiunse un alto livello culturale e artistico.
40 000 10 000 4000 3000 2000 1000 0 Paleolitico Neolitico Età dei metalli Civiltà nuragica Civiltà villanoviana Civiltà mesopotamica Civiltà egizia Civiltà cretese Civiltà micenea Linea del tempo: cronologia delle civiltà antiche
I principali centri micenei · centri minoico-micenei . centri micenei ·Troia Tessaglia lolco M a Orcomeno Beozia Tebe Attica Corinto E Micene Atene Mileto ArgoOOTirinto 00 Peloponneso e Pilo · Sparta 0 Rodi Mare Mediterraneo Cnosso Creta YLesbo Larissa Sciro 0 Tebe Eubea Chio Itaca Maratona Cefalonia Corinto D Andro [ Atene Micene Micono Nauplia Samo D Zante (Zacinto) Tirinto Eğina P Delo Alicarnasso 0 Nasso 0 di Còo Cnido Lindos Citera Rodi Scarpanto Creta Cidonia Iràklion Mallia Eliros Kamares Cnosso Haghia Gortina Triada Festo limite dell'espansione della civiltà micenea Mar Mediterraneo
Quasi contemporaneamente gli Achei, un po- polo guerriero di origine indoeuropea, fonda- no alcune città fortificate, con palazzi e se- polture monumentali. Questa civiltà è detta micenea perché ha come centro principale la città di Micene. Nonostante alcune piccole differenze, l'arte minoica e quella micenea sono molto simili perché fra Creta e le città micenee vengono stretti solidi legami commerciali. Creta, in- fatti, grazie alla sua particolare collocazione geografica, rappresenta un ponte di collega- mento tra le civiltà mediterranea, egizia e me- sopotamica. A partire dal 1400 a.C. la civiltà minoica viene "assorbita" da quella micenea: è la premessa per la fioritura dell'arte della Grecia antica e classica. Civiltà minoica e micenea: aree di influenza ed espansione Leucade Delfi Sardi Mar Egeo Efeso PELOPONNESO Isole Cicladi la Nicaria Pílo D Amicle Milo palazzi e centri minoici insediamenti micenei Gurnià
Intorno al 2000-1900 a.C. (periodo protopala- ziale) sorsero, sull'isola di Creta, tre palazzi: a Cnosso, a Festo e a Mallia. Si tratta di residen- ze molto complesse, quasi delle città, distrutte da un terremoto nel 1700 a.C. e ricostruite in di- mensioni ancora maggiori (neopalaziale). I nuovi palazzi furono distrutti da un altro sisma intorno al 1450 a.C. e mai più ricostruiti. Il più vasto era il palazzo di Cnosso che copri- va un'area di 20.000 mq. La sua planimetria era molto articolata e, forse, da questo è nata la leg- genda del labirinto costruito da Dédalo per vo- lontà del re Minosse. Il mito vuole che vi stesse rinchiuso il minotauro, mostro con corpo di uomo e testa di toro che si ci- bava di carne umana e che sarebbe stato ucciso dall'eroe ateniese Teseo con l'aiuto di Arianna, figlia di Minosse. Le rovine del palazzo di Cnosso e la sua ipotetica ricostruzione
Il palazzo non era difeso da mura (elemento che rivela l'assenza di guerre) ed era realizzato con grandi blocchi di pietra. Gli ambienti si articolavano intorno ad un grande cortile centrale senza rispettare assialità o simmetrie. Frequenti erano i portici con colonne colorate rastre- mate verso il basso. Costruzioni del palazzo 14 Magazzini e depositi Sale e ambienti principali Corridoi di passaggio = 1. Cortile occidentale 2. Cortile centrale 3. Ingresso sud 4. Sala a pilastri 5. Corridoio delle processioni 6. Portico meridionale 7. Scalinata al primo piano 8. Sala del trono 9. Santuario tripartito 10. Scala per gli appartamenti reali 11. Sala della doppia ascia 12. Mégaron della regina 13. Bagno della regina 14. Area teatrale 15. Case esterne 15 3 · 15 1 Portico del palazzo di Cnosso con le colonne rastremate verso il basso Planimetria del palazzo di Cnosso 12 7 13 Z 6 5 15 2 9 10
Nel blocco degli appartamenti di stato è stata individuata la sala del trono, aperta sul cortile che aveva probabilmente funzioni cerimoniali e cultuali. Esternamente al palazzo sorgeva il cosiddetto "teatro", uno spazio aperto con vaste scalinate per gli spettatori che assistevano a cerimonie religiose e giochi con i tori. Sala del trono Cortile-teatroo
Le pareti del palazzo erano decorate con pitture dai colori vivaci, prive di chiaroscuro, bidimensionali, con una netta linea di contorno. Le figure umane presentano volto e gambe di profilo mentre occhio e spalle sono frontali (come nell'arte egizia). Accanto, affresco del Principe dei gigli (1550-1450). Sopra, tre fanciulle danzanti.
Sono frequenti anche soggetti naturali (piante, fiori e animali) dipinti con dinamismo ed ele- ganza cogliendo le caratteristiche essenziali del soggetto. Delfini dipinti nel megaron della regina Grifone dipinto nella sala del trono
La Taurocatapsia è un pittura parietale che rappresenta il salto del toro. Si trovava presso il "corridoio delle pro- cessioni" del palazzo di Cnosso e mostra con grande eleganza e dinamismo le tre fasi dell'azione: l'atleta che prende il toro per le cor- na, un altro (un indivi- duo di sesso maschile) che volteggia sopra l'a- nimale, e una terza figu- ra che è appena balzata giù dopo il salto. Scena del salto del toro (o taurocatapsia) incorniciata da motivi decorativi geometrici. È stata dipinta su stucco fresco, una tecnica simile all'affresco.
L'antica taurocatapsia a Creta e quella contemporanea in Spagna video salto del toro
Un altro interessante esempio di arte minoica è costituito dalla pittura vascolare (cioè su vaso). Il periodo protopalaziale è definito stile di Kamares (dal nome di una grotta dove ne sono stati rinvenuti un certo numero). Nei vasi di quest'epoca sono presenti motivi tratti dal mondo natu- rale fortemente geometrizzati secondo linee curve che seguono l'andamento del vaso. I colori utilizzati sono il rosso, il giallo e il bianco su fondo scuro. Vasi in stile di Kamares (XXI-XVIII sec.)
Nel periodo neopalaziale prevalgono, inve- ce, i soggetti naturali e l'artista si dimostra in genere più libero nei confronti della forma del vaso (stile naturalistico). Nella famosa brocchetta di Gurnià, ad esem- pio, si può osservare un polpo immerso nel suo elemento naturale, fra alghe, coralli e pic- coli animali che danno il senso della profondi- tà spaziale e del continuo movimento. Qui non si segue la forma del vaso: anzi, il polpo, agitando i tentacoli, abbraccia l'intera superficie disponendosi liberamente rispetto all'asse verticale. I colori sono ridotti solo al nero su fondo chiaro ma il naturalismo così accentuato, non solo rivlea la capacità di osservazione degli artisti cretesi, ma anche la loro capacità di sintesi tale da giungere con pochi tratti a risultati stra- ordinari. Brocchetta di Gurnià (XVII sec. a.C.)
Un manufatto ancora misterioso è il cosiddetto Disco di Festo, un piccolo tondo di terracotta incisa, di 2 cm di spessore e 16 di diame- tro. Su entrambi i lati sono impressi 45 simboli diversi ripetuti 242 volte all'interno di un disegno a spirale. Lungo la spirale alcune linee ver- ticali dividono i segni in gruppi che vanno da 2 a 7 simboli. Gli studiosi pensano che ogni simbolo rappre- senti in alcuni casi una sillaba, in altri un'intera parola e che il disco possa contenere un inno alle dee della Terra, o un elenco di siti reli- giosi, o una lettera di saluto o an- che delle note musicali. Probabilmente si tratta del lin- guaggio cretese in uso tra il 1850 e il 1550 a.C., periodo a cui il disco dovrebbe risalire. lato A lato B