Estetica Elementare Giovanni Ferrario: estetica e politica, dall'antichità al Romanticismo

Documento dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE) su Estetica Elementare Giovanni Ferrario. Il Pdf esplora il concetto di estetica e il suo legame con la politica, analizzando l'evoluzione dell'arte e i contributi di filosofi come Platone e Aristotele. Utile per lo studio della Filosofia a livello universitario.

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32 pagine

ESTETICA ELEMENTARE Giovanni
Ferrario
Estetica
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE)
31 pag.
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1. Si può educare all’estetica?
1. ARTE/TECNICA
Questione etimologica: il termine “arte” deriva dalla parola “ars” (latino), che a sua volta traduce la
parola “techne” (greca).
1) ANTICHITÀ
Nell’antichità arte e tecnica erano un tutt’uno. L’arte era la capacità di produrre qualcosa in base a
regole generali (ciò che noi chiamiamo abilità o appunto tecnica) e l’artista doveva quindi sottostare
alle leggi della natura, considerata perfetta.
Sul piano della fruizione: arte ha un valore formativo e riesce ad avvicinare alla bellezza
dell’anima e delle idee. Ecco quindi che vediamo uno stretto legame tra bello e buono (la
bellezza dell’uomo si vede anche nei suoi comportamenti morali) e ciò significa che il fine
dell’educazione è quello di formare la perfetta personalità umana.
Sul piano della produzione: esistono due tipologie diverse di arti, 1) arti plastiche
(considerate inferiori perché imitazione dell’imitazione), 2) mousikè (poesia, musica,
danza). L’educazione a questa seconda tipologia di arti è necessaria per formare dei buoni
cittadini.
2) MEDIOEVO
Durante il medioevo è stata ripresa la distinzione tra arti già fatta dai romani:
Arti liberali (necessarie per la formazione culturale e per arrivare alla verità divina)
Arti meccaniche (architettura, navigazione, medicina) che prevedevano uno sforzo fisico
ma vennero rivalutate. Anche la pittura e la scultura ne facevano parte anche se non
avevano un’utilità affettiva.
3) RINASCIMENTO
Durante il rinascimento l’artista si è separato sempre di più dall’artigiano, rivendicando l’aspetto
intellettuale del suo lavoro.
4) SETTECENTO
Fu il periodo del divorzio tra arte e tecnica:
con Baumgarten è nata l’estetica
con Batteaux è nato il sistema moderno di belle arti (musica, scultura, poesia, scultura
imitano la bellezza della natura, non hanno un fine pratico come le arti meccaniche)
Kant ha fatto una distinzione tra arte meccanica (che esegue operazioni per realizzare un
oggetto) e arte estetica (che ha come intento immediato il sentimento del piacere).
5) ROMANTICISMO
Schiller ha guardato alla condizione dell’uomo nella società borghese, nella quale il “selvaggio”
(uomo che riconosce la natura come assoluta sovrana) è stato sostituito dal “barbaro” (uomo che
deride la natura). Era quindi necessaria una rivoluzione che portasse l’uomo ad una via di mezzo tra
le due tipologie, questo soprattutto perché nel nuovo mondo industriale l’uomo si forma solo in
parte (a causa della parcellizzazione del lavoro) e non sviluppa l’armonia del suo essere.
Ecco lo scopo dell’educazione: formare l’uomo estetico (uomo perfetto).
La rivoluzione di cui parlava Schiller puntava anche all’eliminazione del divorzio tra
arte/tecnica, gioia/lavoro, individuo/società.
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Si può educare all'estetica?

ARTE/TECNICA

Questione etimologica: il termine "arte" deriva dalla parola "ars" (latino), che a sua volta traduce la parola "techne" (greca).

ANTICHITÀ

Nell'antichità arte e tecnica erano un tutt'uno. L'arte era la capacità di produrre qualcosa in base a regole generali (ciò che noi chiamiamo abilità o appunto tecnica) e l'artista doveva quindi sottostare alle leggi della natura, considerata perfetta.

  • Sul piano della fruizione: arte ha un valore formativo e riesce ad avvicinare alla bellezza dell'anima e delle idee. Ecco quindi che vediamo uno stretto legame tra bello e buono (la bellezza dell'uomo si vede anche nei suoi comportamenti morali) e ciò significa che il fine dell'educazione è quello di formare la perfetta personalità umana.
  • Sul piano della produzione: esistono due tipologie diverse di arti, 1) arti plastiche (considerate inferiori perché imitazione dell'imitazione), 2) mousikè (poesia, musica, danza). L'educazione a questa seconda tipologia di arti è necessaria per formare dei buoni cittadini.

MEDIOEVO

Durante il medioevo è stata ripresa la distinzione tra arti già fatta dai romani:

  • Arti liberali (necessarie per la formazione culturale e per arrivare alla verità divina)
  • Arti meccaniche (architettura, navigazione, medicina) che prevedevano uno sforzo fisico ma vennero rivalutate. Anche la pittura e la scultura ne facevano parte anche se non avevano un'utilità affettiva.

RINASCIMENTO

Durante il rinascimento l'artista si è separato sempre di più dall'artigiano, rivendicando l'aspetto intellettuale del suo lavoro.

SETTECENTO

Fu il periodo del divorzio tra arte e tecnica:

  • con Baumgarten è nata l'estetica
  • con Batteaux è nato il sistema moderno di belle arti (musica, scultura, poesia, scultura imitano la bellezza della natura, non hanno un fine pratico come le arti meccaniche)
  • Kant ha fatto una distinzione tra arte meccanica (che esegue operazioni per realizzare un oggetto) e arte estetica (che ha come intento immediato il sentimento del piacere).

ROMANTICISMO

Schiller ha guardato alla condizione dell'uomo nella società borghese, nella quale il "selvaggio" (uomo che riconosce la natura come assoluta sovrana) è stato sostituito dal "barbaro" (uomo che deride la natura). Era quindi necessaria una rivoluzione che portasse l'uomo ad una via di mezzo tra le due tipologie, questo soprattutto perché nel nuovo mondo industriale l'uomo si forma solo in parte (a causa della parcellizzazione del lavoro) e non sviluppa l'armonia del suo essere. Ecco lo scopo dell'educazione: formare l'uomo estetico (uomo perfetto). La rivoluzione di cui parlava Schiller puntava anche all'eliminazione del divorzio tra arte/tecnica, gioia/lavoro, individuo/società.

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NOVECENTO

  • Dewey: per lui l'estetica non è separata dalla vita ed è un'interazione dell'uomo con la natura e la società. La relazione tra arte e tecnica ha valenze diverse: 1) arte come correttivo della tecnica: è un'esperienza riuscita in cui la libertà si armonizza con la necessità; 2) l'arte necessita dell'abilità tecnica.
  • Walter Benjamin: la riproducibilità tecnica sta modificando lo statuto dell'arte in modo positivo. Infatti nonostante abbia perso il suo valore culturale (magico-religioso) ha ottenuto un valore espositivo, perdendo il suo vecchio carattere elitario. Secondo lui la tecnica libera quindi l'arte da ogni tipo di rituale, coinvolge le masse, favorendo lo sviluppo di un atteggiamento critico.
    • Avanguardie: la tecnologia è vista sia come ispirazione che come qualcosa su cui ironizzare
    • Bauhaus: elimina la separazione tra arte e industria. Il ricorso alla tecnica può supportare la sperimentazione di nuovi modelli artistici.
    • Dino Formaggio: dice che la tecnica è ricca di significati simbolici perché risponde al bisogno umano di trasformare la natura in cultura. La tecnica artistica è il culmine, la piena realizzazione della tecnica generale e ci permette di sganciarci dalla condizione alienante.
  • Media-art: anche questa è una declinazione rilevante del rapporto tra arte e tecnica. L'arte è sia creata che fruita attraverso le nuove tecnologie digitali Quest'ultimo punto permette di toccare la QUESTIONE CENTRALE DELL'ESTETICA ODIERNA, ovvero il nostro rapporto con il mondo in un'epoca nella quale ogni aspetto della vita è mediato dai dispositivi multimediali. Si stanno dissolvendo i confini tra finzione e realtà e questo ci rende consapevoli dell'esigenza di un'educazione tecno-estetica che valorizzi l'interattività. Non esiste alcuna evidenza che dice che l'esposizione ai media impoverisca le capacità creative delle nuove generazioni, ma è necessario che i media vengano caricati di linguaggi artistici ed espressivi. Grazie all'utilizzo della tecnologia (mescolato chiaramente ad altri linguaggi) i bambini riescono a sperimentare un utilizzo critico e attivo dei nuovi media e questa prospettiva spegne l'idea diffusa di tecnologia anestetizzante. È stato fatto questo uso intelligente della tecnologia anche nelle scuole dell'infanzia comunali di Reggio Emilia.

PRATICHE ARTISTICHE/EDUCAZIONE ESTETICA

SETTECENTO: tema fondamentale della SENSIBILITA'

Du Bos, Batteux, Hume, Burke cercano di 1) rispondere ai problemi del bello e delle arti, 2) chiarire il ruolo delle passioni e dei sentimenti nella formazione del giudizio (quindi intreccio tra educazione estetica ed educazione generale).

  • Du Bos: La sua teoria estetica è basata sul sentimento e sulla produzione dell'opera strettamente legata alla sua stessa fruizione. Per lui la vita è un'oscillazione tra dolore e noia, ma questa oscillazione può essere interrotta attraverso passioni che colmino il senso di vuoti senza ricadute negative: E' PROPRIO QUESTO IL RUOLO PEDAGOGICO DELL'ARTE, che attraverso oggetti illusori crea passioni artificiali. ARTE SI RIVOLGE QUINDI ALLA SFERA EMOTIVA DELL'UOMO. Ma se il giudizio estetico spetta al sentimento, il gusto ha qualche forma di oggettività e universalità?
  • Hume: Dice che la bellezza non è una qualità delle cose, quindi ogni persona la percepisce a modo proprio. Nonostante questo, ESISTE UNA REGOLA DEL GUSTO, ovvero un potere critico-valutativo che soltanto l'educazione ci può dare. Quindi è attraverso di essa che si può diventare maggiormente predisposti alla percezione del bello.
  • Burke: Valutazione immediata e spontanea è diversa dalla valutazione mediata e riflessiva. Il gusto per lui non è una semplice reazione emotiva, si basa sia sui sentimenti che su un giudizio condiviso da una certa comunità.
  • Kant: Per lui il giudizio di gusto non si basa su un fondamento oggettivo, ma esise comunque un SENSO COMUNE ESTETICO.

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OTTOCENTO (ROMANTICISMO)

Alla fine del settecento il problema del gusto si incontra con quello dell'IMMAGINAZIONE, facoltà che media tra sensi e intelletto e capacità artistica e produttiva tipica del genio. Inizia così una svolta in direzione romantica.

  • da estetica della ricezione (modo in cui l'opera viene percepita) si passa a ESTETICA DELLA PRODUZIONE (rapporto opera-autore)
  • genio (produzione) e gusto (fruizione) non sono più facoltà separate, ma lo stesso osservatore diventa artista per capire l'opera d'arte
  • la conseguenza è che la RICEZIONE È ATTIVA e non passiva
  • a partire dal romanticismo la CREATIVITA' diventa il tratto distintivo dell'arte e designa sia l'atto del creare che l'atto dell'osservare. Per i romantici l'artista non ubbidisce a rigidi canoni, ma esprime liberamente la propria soggettività, anzi, i sistemi normativi ostacolano la libertà dell'artista. Il genio ha quindi in sé una forza istintiva e innata (Kant credeva invece che il genio fosse il mezzo attraverso il quale la natura dà la regola all'arte). Per i romantici la creatività non si può insegnare e il genio non si può educare. Anzi, le tecniche e gli interventi didattici rischiano di compromettere la creatività.

NOVECENTO

Originalità dell'opera sorpassa la sua bellezza/perfezione. Nonostante vengano contestati i canoni assoluti, però, l'estetica novecentesca rivaluta la progettualità che sta nelle regole che l'artista si da nel suo operare. Per molti artisti infatti LE REGOLE FAVORISCONO LA PRODUZIONE artistica e non la ostacolano, perché sono il mezzo attraverso il quale l'immaginazione ordina i dati empirici. Luciano Anceschi parla di POETICA, ovvero la riflessione che gli artisti esercitano sul loro fare indicandone i sistemi tecnici, le norme operative ecc; viene sottolineata quindi la componente metodico-razionale dell'attività artistica. Quindi esistono dei sistemi normativi, chiamati ISTITUZIONI (ad esempio: idea di analogia, i generi, le categorie, idea di tragico, comico ecc) che si trasmetto di generazione in generazione e fanno cogliere la forte VALENZA INTERSOGGETTIVA DELL'ARTE. Sono quindi delle norme che servono per insegnare gli aspetti delle opere artistiche che possono essere appresi. Il punto di vista di Anceschi mette chiaramente in discussione l'estetica di Benedetto Croce, secondo il quale l'arte è conoscenza intuitiva, individuale, diversa sia dalla conoscenza concettuale che dall'attività pratica; oltretutto è indipendente da ogni dato tecnico e da ogni realtà sociale e culturale. L'arte per Croce è così intuitiva ed individuale che non è possibile ridurla ad uno schema, a delle norme, è irripetibile. Nel secondo dopoguerra la PROSPETTIVA CROCIANA VIENE CONTESTATA sotto due punti di vista:

  • da una parte ci sono le critiche filosofiche in chiave fenomenologica e problematicista degli allievi di Antonio Banfi, come Anceschi e Giovanni Maria Bertin.
  • dall'altra ci sono le critiche dei pedagogisti che vanno contro la "pedagogia implicita" di croce, che aveva portato ad una contrapposizione tra cultura artistico-letteraria e cultura tecnico-scientifica (con la svalutazione di quest'ultima) e anche alla scarsa rilevanza attribuita alle applicazioni pratiche. Un esempio è il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE) che punta ad un rinnovamento della scuola in chiave attivista (rifacendosi alla pedagogia di Dewey), quindi contro alla scuola puramente nozionistica, verso invece uno sguardo attento agli interessi degli studenti, all'integrazione tra diverse discipline e al recupero del valore formativo delle attività artistico-espressive. Rodari è uno di coloro che si colloca in un contesto di sperimentazione pedagogica dove appare possibile EDUCARE ALLA CREATIVITA', unendo logica e fantasia, regole ed originalità.

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