Economics and Business Plan: ammortamento, costi totali e break-even point

Slide da Its Academy Leading Generation su Economics and Business Plan. Il Pdf, utile per studenti universitari di Economia, illustra i concetti di ammortamento, costi totali e break-even point, con spiegazioni e grafici chiari.

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33 pagine

Economics and Business Plan
DIGITAL CONTENT CREATOR 3 Febbraio 2025
Ammortamento: alcune precisazioni
La quota di ammortamento può essere determinata secondo diverse modalità.
Abbiamo visto l’ammortamento a quote costanti, nel quale il costo storico del
bene viene suddiviso in modo uniforme tra tutti gli esercizi per cui ne è previsto
l’utilizzo. Esistono anche altre modalità, che per semplicità non trattiamo: ad es.
l’ammortamento accelerato, in cui le quote di ammortamento non sono uniformi
ma decrescenti
Abbiamo visto esempi in cui il bene strumentale viene acquistato all’inizio
dell’anno. Ma se fosse invece acquistato durante il corso dell’anno, vale sempre il
principio di competenza economica secondo cui il primo anno prenderò una
quota ammortamento per i mesi di competenza

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Anteprima

Ammortamento: alcune precisazioni

· La quota di ammortamento può essere determinata secondo diverse modalità. Abbiamo visto l'ammortamento a quote costanti, nel quale il costo storico del bene viene suddiviso in modo uniforme tra tutti gli esercizi per cui ne è previsto l'utilizzo. Esistono anche altre modalità, che per semplicità non trattiamo: ad es. l'ammortamento accelerato, in cui le quote di ammortamento non sono uniformi ma decrescenti · Abbiamo visto esempi in cui il bene strumentale viene acquistato all'inizio dell'anno. Ma se fosse invece acquistato durante il corso dell'anno, vale sempre il principio di competenza economica secondo cui il primo anno prenderò una quota ammortamento per i mesi di competenza

Costi fissi e variabili

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Costi fissi vs costi variabili

V'S Costi fissi Costi variabili COST 1500 QUANTITY PRODUCED QUANTITY PRODUCED FIXED COSTS STAY THE SAME VARIABLE COSTS RISE AS YOU MAKE MORE Sono definiti costi fissi quei fattori produttivi il cui valore complessivo rimane costante al variare delle quantità prodotte o vendute (volume di attività) Esempi tipici sono l'affitto di un locale, la parcella del commercialista, il canone di un software I costi variabili hanno invece un valore complessivo che varia al variare delle quantità prodotte o vendute L'esempio tipico è quello delle materie prime utilizzate per la produzione (es. il pomodoro e la mozzarella per una pizzeria o il legno per una fabbrica di mobili) ITS ACADEMY LEADING GENERATION

Costi variabili

  • Possiamo avere costi variabili lineari, dove i costi variabili unitari rimangono costanti
  • In alcuni casi i costi variabili sono degressivi, cioè il costo unitario diminuisce all'aumentare delle quantità. Una situazione che determina la degressività è data, ad esempio, dall'aumento della forza contrattuale che consente di spuntare prezzi di acquisto più favorevoli

costi costi variabili lineari volume di attività costi costi variabili degressivi volume di attività ITS ACADEMY LEADING GENERATION

Esempio di costi variabili

  • Facciamo l'esempio di una birreria che decide di concentrarsi su un unico fornitore per ottenere prezzi migliori. LITRI DI BIRRA COSTO UNITARIO € COSTO VARIABILE COMPLESSIVO € 100 2 200 1.000 1,8 1.800 10.000 1,6 16.000 100.000 1,4 140.000

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La «variabilità» dei costi

  • Nella pratica si tende a far coincidere la nozione di costo variabile con quella di costo proporzionale al volume produttivo. Tuttavia questa accezione del termine costo variabile, che deriva da motivazioni di carattere storico, è limitativa e non rispecchia il reale comportamento dei costi in un numero crescente di imprese
  • Il volume produttivo non sempre è l'indicatore più rappresentativo del livello di attività: spesso infatti la «variabilità» dei costi è legata a parametri differenti, come l'ampiezza della gamma o la qualità del prodotto

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Costi fissi impegnati

  • Sono relativi a fattori produttivi necessari a garantire una produzione seppur minima. La caratteristica principale dei costi fissi impegnati è la difficoltà (spesso impossibilità) di una loro riduzione in un arco di tempo breve, come i dodici mesi di durata di un esercizio. Esempi di costi fissi impegnati sono: l'ammortamento e i leasing sui macchinari, il costo dello spazio produttivo, il commercialista, ...

Costi fissi discrezionali

  • Sono quei costi che, in occasione del budget, possono essere definiti con una certa elasticità in base a decisioni che hanno appunto un carattere discrezionale. Sono relativi a iniziative di spesa stabilite sulla base di bisogni aziendali, di priorità, ma anche in relazione alla sostenibilità economica e finanziaria del periodo. L'esempio tipico di costi fissi discrezionali sono i costi di marketing e comunicazione, i costi di formazione e team building e, in parte, anche i progetti di ricerca & sviluppo.
  • I costi fissi discrezionali possono variare il loro importo da un anno all'altro, ma sono comunque da classificare tra i costi fissi perché la variabilità non dipende dalle quantità prodotte o vendute.

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Costi fissi e capacità produttiva

La capacità produttiva di un'azienda è in qualche modo rapportata alla sua struttura di costi fissi. In presenza di opportunità di crescita i costi fissi possono aumentare · Quando, ad esempio, si raggiunge la capacità produttiva massima di un macchinario, per aumentare il livello produttivo è necessario acquistare un secondo macchinario · La stessa logica può essere applicata al costo del personale, che rimane costante fino a quando si raggiunge il limite di capacità produttiva, ma poi aumenta quando si rende necessario assumere nuovo personale per supportare la maggiore produzione costi max capacità produttiva Q2 max capacità produttiva Q1 Q1 Q2 Q3 volume di attività In questi casi l'andamento dei costi fissi assume una forma a gradini ITS ACADEMY LEADING GENERATION

Costi totali

COSTI TOTALI = costi fissi + costi variabili C CT= CF + CV CV CF 0 q ITS ACADEMY LEADING GENERATION

Break even point

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Break Even point

  • Il punto di pareggio (o BEP) rappresenta la quantità venduta per cui i ricavi sono uguali ai costi totali
  • Rappresenta la quantità minima di prodotto venduto necessaria a coprire i costi:
  • A destra abbiamo l'area di profitto perché i ricavi sono maggiori dei costi totali
  • A sinistra abbiamo l'area di perdita, in cui i ricavi sono inferiori ai costi totali

COSTI E RICAVI RICAVI AREA DI PROFITTO COSTI TOTALI BREAK EVEN POINT COSTI VARIABILI AREA DI PERDITA COSTI FISSI QUANTITÀ VENDUTE ITS ACADEMY LEADING GENERATION

Come si calcola il Break Even Point

RT = CT p x q = CF + Cv x q CF = p x q - Cv x q CF = q x (p-Cv) q = CF (p - Cv) ITS ACADEMY LEADING GENERATION

Esempio pratico

Giorgio vuole aprire una pizzeria d'asporto. Dopo aver trovato il locale, vuole sapere quante pizze deve vendere per coprire le spese. Ovvero vuole calcolare il punto di pareggio (break even point) Come prima cosa raccoglie tutti i dati relativi ai costi fissi. Ovvero quei costi che dovrà sostenere a prescindere dal numero di pizze che riuscirà a vendere: · affitto del locale · utenze (energia, gas e acqua) · costo lavoro del pizzaiolo · legna per il forno · altri costi generali (commercialista, ecc.) PIZZA 3.000 € al mese di costi fissi Facendo una somma di tutte le voci, totalizza dei costi fissi annui pari a 36.000 €, ovvero 3.000 € al mese. ITS ACADEMY LEADING GENERATION Fonte: farenumeri.it

Esempio: calcolo costi variabili

A questo punto Giorgio fa il calcolo del costo degli ingredienti per preparare la pizza: · farina · sugo di pomodoro · mozzarella · vari ingredienti Costo ingredienti = 2€ (costo variabile unitario) In questo caso si tratta di costi variabili, ovvero quella tipologia di costi che si hanno in proporzione al numero di pizze vendute. ITS ACADEMY LEADING GENERATION In base alla sua esperienza e alla concorrenza presente nella stessa zona Giorgio decide un prezzo di vendita di 5€. Prezzo di vendita = 5€ (ricavo unitario) Fonte: farenumeri.it

Esempio: calcolo del Break Even Point

CF (Costi fissi) = 3.000€ /mese Cv unitari = 2€ / pizza P unitario = 5€ /pizza ? Q di break even 5 x Q = 3.000 + 2 x Q Q x (5-2) = 3.000 Q ×3 = 3.000 Q = 3.000 / 3 = 1.000 pizze al mese ITS ACADEMY LEADING GENERATION Fonte: farenumeri.it

Margine di contribuzione unitario

q = CF (p - Cv) Margine di Contribuzione Indica quanto ogni unità di prodotto o servizio contribuisce a coprire i costi fissi dell'azienda e, successivamente, a generare profitto ITS ACADEMY LEADING GENERATION

Contabilità

Inquadramento e obiettivi

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Contabilità generale e analitica

  • La CONTABILITA' GENERALE è finalizzata a produrre il bilancio di esercizio, che ogni azienda deve predisporre annualmente e rendere accessibile
  • Il bilancio ha una rilevanza esterna: costituisce una fonte informativa accessibile anche a chi, dall'esterno, voglia avere informazioni sull'andamento gestionale di un'impresa
  • Proprio per questa sua valenza esterna, le informazioni riportate nel bilancio di esercizio sono in generale molto aggregate e non costituiscono un supporto adeguato per singole decisioni aziendali, per le quali è necessario disporre di indicazioni molto più puntuali
  • Per rispondere a questa esigenza, molte aziende hanno introdotto un sistema di CONTABILITA' ANALITICA, in cui le diverse voci di ricavo e costo vengono associate «analiticamente» alle unità organizzative e ai prodotti/servizi che ne sono responsabili.
  • Il sistema di contabilità analitica ha una valenza esclusivamente interna (le informazioni da esso prodotte non devono cioè obbligatoriamente essere rivolte all'esterno) e volontaria (non è obbligatorio disporne)

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Il Bilancio di esercizio

  • Il Bilancio di esercizio è costituito da due prospetti, articolati secondo un formato previsto dal codice civile: V Lo STATO PATRIMONIALE (SP), che descrive la situazione patrimoniale dell'impresa in un determinato momento (normalmente, al 31/12) V Il CONTO ECONOMICO (CE), che riassume i flussi di ricavi e costi avvenuti in un esercizio
  • Le regole, le ipotesi e le convenzioni utilizzate dall'impresa per redigere SP e CE sono esplicitate in un terzo documento, la nota integrativa
  • Oggi molte imprese tendono a produrre un altro documento, rivolto ad evidenziare la situazione finanziaria dell'azienda, lo schema di cash flow

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Principi per la redazione del bilancio

  • Le normative che regolano il bilancio specificano quali sono i principi che devono essere osservati nella redazione del bilancio: V Completezza dell'informazioni v Neutralità (non devo distorcere le informazioni per favorire uno dei soggetti a cui è destinato) V Periodicità della misurazione (il bilancio deve avere durata annuale) v Prudenza (i ricavi vanno scritti solo se assolutamente certi) V Competenza economica

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Il Conto Economico

Come si determina un utile o una perdita

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