Progettare la giornata educativa per bambini da 0 a 6 anni

Documento sulla progettazione della giornata educativa nello 0-6. Il Pdf esplora la cornice pedagogica, le routine e le discontinuità esperienziali, il valore del riposo e del sonno per lo sviluppo infantile, per la formazione professionale.

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46 pagine

PROGETTARE LA GIORNATA EDUCATIVA NELLO 0-6
Capitolo 2: La giornata educativa. Dalle routine, alla casualità, transizionie attese
1.La cornice pedagogica: la giornata educativa
La giornata educativa è la dimensione spazio-temporale nella quale il bambino vive la sua
esperienza di crescita e formazione, processi relazionali, simbolici, cognitivi, sociali e
culturali e ruota attorno alle esperienze del corpo-mente, ritmi biologici, regolarità
esperienziali interiorizzate, ma anche delle discontinuità, delle eccezionalità, degli
imprevisti.La valenza pedagogica del quotidiano è data dall’impatto che il tempo ha sui
processi di formazione e crescita, sulla Co-costruzione, ma soprattutto sul consolidamento
della rappresentazione di sé, dell’altro e del mondo. Nella giornata educativa sono costanti
la Stabilità e cambiamento sono i poli entro cui si sviluppa il quotidiano: ci sono le
regolarità che determinano le abitudini e che formano la sicurezza e la stabilità essenziale
per la formazione dell’identità individuale, c’è la discontinuità che determina la spinta al
cambiamento e alla crescita.Lo studio della giornata educativa osserva da un lato
l’esperienza quotidiana come l’insieme dei processi e fenomeni che si realizzano nel tempo
formativo, dall’altro le esperienze di cura, educazione, apprendimento (CEA) e quelle di
lucidità-progettualità del bambino (L), che favoriscono la regolazione dei bisogni del bambino
e lo sviluppo delle competenze. La giornata educativa diventa così il punto di partenza della
progettazione educativa.
2.La giornata educativa tra continuità e discontinuità esprienziale
Il tempo del bambino nella quotidianità educativa può essere osservato all’interno di quattro
tipologie di eventi:
i momenti strutturati formati da un tempo progettato, coordinato e diretto dall’adulto
rivolto all’esperienza di cura, educazione e apprendimento (CEA), ci sono schemi di
azioni, ritmi, regolarità, routine;
i momenti non strutturati costituiti dal tempo autogestito dal bambino rivolto
all’esperienza di ludici e progettualità (L) intese come esperienze di espressività,
esplorazione, realizzazione e autodeterminazione. Sono momenti FreeTime
caratterizzati dall’assenza di direttività dell’adulto. L’adulto svolge la progettazione del
contenitore esperienziale che garantisce la qualità dello spazio-tempo e dell’insieme
Alfa (materiali, oggetti);
i momenti casuali che rappresentano delle variazioni nella giornata educativa in
funzione di una novità, un’eccezionalità, un imprevisto che determina una
discontinuità esperienziale;
transizioni che rappresentano le strutture spazio-temporali che facilitano gli
spostamenti e attraversamenti del bambino o del gruppo da un’esperienza ad
un’altra.
Nella giornata educativa il bambino vive la continuità esperienziale determinata dalla
relazione tra i diversi momenti che promuovono la sicurezza e stabilità e che sono garantiti
dei momenti strutturati e non strutturati, ma sperimenta anche le discontinuità esperienziali
che attivano il cambiamento e spingono verso l’adattamento attraverso la casualità. La
giornata educativa e la temporalità educativa svolgono una progettazione euristica che
osserva la formazione dell’esperienza del bambino che avviene attraverso la temporalità
nella sua espressione di regolarità, eccezionalità, di continuità e discontinuità. La temporalità
in educazione osserva la relazione tra lo sviluppo del tempo nelle dimensioni del presente in
stato nel passato e nel futuro, l’esperienza del bambino nella dinamica di sviluppo tra bisogni
e competenze e il vissuto del suo crescere come persona in formazione e in trasformazione.
3.Le routine e le Unità esperienziali CEAL
Nella giornata educativa ogni esperienza che si presenta in modo regolare costituisce una
routine che garantisce al bambino la prevedibilità del quotidiano fornendogli sicurezza
e stabilità, è necessario quindi un processo di abitualizzazione.
Non sono routine i momenti casuali che creano discontinuità e cambiamento e che
modificano la struttura della giornata e le finalità. Le finalità della routine fanno riferimento
a due aree: ai bisogni di cura e di relazione in funzione dei processi di regolazione legati a
ritmo biologico e ai bisogni educativi, socio-culturali e cognitivi collegati all’esperienze
socio-educative e ludico-progettuali. Le routine permettono al bambino di:
vivere, sperimentare il processo di regolazione dei bisogni attraverso la regolazione
di addica, sociale e l’autoregolazione;
Interiorizzare significati delle relazioni;
Classificare le esperienze della giornata prevedendo le proprie e altrui azioni;
Orientarsi nelle relazioni e negli affetti esprimendo le proprie emozioni, intenzioni e
motivazioni;
Comprendere le funzioni dello spazio;
conoscere il tempo e le azioni, i ruoli dei bambini degli adulti nella giornata;
condividere l’esperienza in gruppo;
sperimentare le proprie autonomie nelle diverse esperienze.
Questi obiettivi possono essere riferiti a tutte le esperienze CEAL e non solo all’area
dell’accudimento: nell’quotidianità rientrano nei momenti strutturati (accoglienza, circle time,
laboratori) e non strutturati (Free time). Ognuno di questi momenti è una routine ovvero una
struttura spazio-temporale con azioni che si ripetono e che la definiscono in funzione del
significato primario e che il bambino impara a riconoscere; è una progettazione legata alla
dimensione soggettiva e personale di sviluppo del bambino e alla dimensione sociale del
gruppo.Le routine sono da un lato la struttura portante nella giornata educativa che
garantisce l’organizzazione del tempo attorno ad una finalità CEAL, dall’altro sono un
contenitore di esperienze progettate nell’ambito delle unità esperienziali in funzione dei
bisogni del bambino, dei processi di crescita e maturazione. Ad esempio: la progettazione
della routine di cura del riposo-sonno definisce la struttura spazio-temporale e quindi i tempi,
lo spazio e l’insieme alfa di riferimento e il ruolo dell’educatrice. La progettazione ad hoc
delle unità esperienziali Definisce i diversi progetti calibrati ai bisogni del bambino e del
gruppo, alla loro storia, alla proposta educativa del servizio finalizzato alla regolazione del
ritmo psico-fisiologico. le unità esperienziali sono molteplici e si trasformano durante l’anno
educativo in funzione dello sviluppo del bambino e del gruppo.
4.La casualità: novità,imprevisti, eccezioni
I bambini sono molto sensibili ai cambiamenti, non amano le novità, gli imprevisti e le
eccezioni poiché il presupposto della crescita è la sicurezza data dalla stabilità della
relazione e dei contesti. La casualità come esperienza implica aprirsi al valore del
cambiamento che promuove la flessibilità, l’adattabilità, la capacità di adeguarsi alle
nuove sollecitazioni: sul piano delle competenze dell’educatore significa affinare le
capacità di cogliere l’eccezionalità che si presenta nella giornata e che attiva la possibilità di
costruire con i bambini le traiettorie esperienziali. I momenti casuali possono essere tre:

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Anteprima

La giornata educativa: routine, casualità, transizioni e attese

La cornice pedagogica: la giornata educativa

La giornata educativa è la dimensione spazio-temporale nella quale il bambino vive la sua esperienza di crescita e formazione, processi relazionali, simbolici, cognitivi, sociali e culturali e ruota attorno alle esperienze del corpo-mente, ritmi biologici, regolarità esperienziali interiorizzate, ma anche delle discontinuità, delle eccezionalità, degli imprevisti.La valenza pedagogica del quotidiano è data dall'impatto che il tempo ha sui processi di formazione e crescita, sulla Co-costruzione, ma soprattutto sul consolidamento della rappresentazione di sé, dell'altro e del mondo. Nella giornata educativa sono costanti la Stabilità e cambiamento sono i poli entro cui si sviluppa il quotidiano: ci sono le regolarità che determinano le abitudini e che formano la sicurezza e la stabilità essenziale per la formazione dell'identità individuale, c'è la discontinuità che determina la spinta al cambiamento e alla crescita.Lo studio della giornata educativa osserva da un lato l'esperienza quotidiana come l'insieme dei processi e fenomeni che si realizzano nel tempo formativo, dall'altro le esperienze di cura, educazione, apprendimento (CEA) e quelle di lucidità-progettualità del bambino (L), che favoriscono la regolazione dei bisogni del bambino e lo sviluppo delle competenze. La giornata educativa diventa così il punto di partenza della progettazione educativa.

La giornata educativa tra continuità e discontinuità esperienziale

Il tempo del bambino nella quotidianità educativa può essere osservato all'interno di quattro tipologie di eventi:

  • i momenti strutturati formati da un tempo progettato, coordinato e diretto dall'adulto rivolto all'esperienza di cura, educazione e apprendimento (CEA), ci sono schemi di azioni, ritmi, regolarità, routine;
  • i momenti non strutturati costituiti dal tempo autogestito dal bambino rivolto all'esperienza di ludici e progettualità (L) intese come esperienze di espressività, esplorazione, realizzazione e autodeterminazione. Sono momenti Free Time caratterizzati dall'assenza di direttività dell'adulto. L'adulto svolge la progettazione del contenitore esperienziale che garantisce la qualità dello spazio-tempo e dell'insieme Alfa (materiali, oggetti);
  • i momenti casuali che rappresentano delle variazioni nella giornata educativa in funzione di una novità, un'eccezionalità, un imprevisto che determina una discontinuità esperienziale;
  • transizioni che rappresentano le strutture spazio-temporali che facilitano gli spostamenti e attraversamenti del bambino o del gruppo da un'esperienza ad un'altra.

Nella giornata educativa il bambino vive la continuità esperienziale determinata dalla relazione tra i diversi momenti che promuovono la sicurezza e stabilità e che sono garantiti dei momenti strutturati e non strutturati, ma sperimenta anche le discontinuità esperienziali che attivano il cambiamento e spingono verso l'adattamento attraverso la casualità. La giornata educativa e la temporalità educativa svolgono una progettazione euristica che osserva la formazione dell'esperienza del bambino che avviene attraverso la temporalità nella sua espressione di regolarità, eccezionalità, di continuità e discontinuità. La temporalità in educazione osserva la relazione tra lo sviluppo del tempo nelle dimensioni del presente instato nel passato e nel futuro, l'esperienza del bambino nella dinamica di sviluppo tra bisogni e competenze e il vissuto del suo crescere come persona in formazione e in trasformazione.

Le routine e le Unità esperienziali CEAL

Nella giornata educativa ogni esperienza che si presenta in modo regolare costituisce una routine che garantisce al bambino la prevedibilità del quotidiano fornendogli sicurezza e stabilità, è necessario quindi un processo di abitualizzazione. Non sono routine i momenti casuali che creano discontinuità e cambiamento e che modificano la struttura della giornata e le finalità. Le finalità della routine fanno riferimento a due aree: ai bisogni di cura e di relazione in funzione dei processi di regolazione legati a ritmo biologico e ai bisogni educativi, socio-culturali e cognitivi collegati all'esperienze socio-educative e ludico-progettuali. Le routine permettono al bambino di:

  • vivere, sperimentare il processo di regolazione dei bisogni attraverso la regolazione di addica, sociale e l'autoregolazione;
  • Interiorizzare significati delle relazioni;
  • Classificare le esperienze della giornata prevedendo le proprie e altrui azioni;
  • Orientarsi nelle relazioni e negli affetti esprimendo le proprie emozioni, intenzioni e motivazioni;
  • Comprendere le funzioni dello spazio;
  • conoscere il tempo e le azioni, i ruoli dei bambini degli adulti nella giornata;
  • condividere l'esperienza in gruppo;
  • sperimentare le proprie autonomie nelle diverse esperienze.

Questi obiettivi possono essere riferiti a tutte le esperienze CEAL e non solo all'area dell'accudimento: nell'quotidianità rientrano nei momenti strutturati (accoglienza, circle time, laboratori) e non strutturati (Free time). Ognuno di questi momenti è una routine ovvero una struttura spazio-temporale con azioni che si ripetono e che la definiscono in funzione del significato primario e che il bambino impara a riconoscere; è una progettazione legata alla dimensione soggettiva e personale di sviluppo del bambino e alla dimensione sociale del gruppo.Le routine sono da un lato la struttura portante nella giornata educativa che garantisce l'organizzazione del tempo attorno ad una finalità CEAL, dall'altro sono un contenitore di esperienze progettate nell'ambito delle unità esperienziali in funzione dei bisogni del bambino, dei processi di crescita e maturazione. Ad esempio: la progettazione della routine di cura del riposo-sonno definisce la struttura spazio-temporale e quindi i tempi, lo spazio e l'insieme alfa di riferimento e il ruolo dell'educatrice. La progettazione ad hoc delle unità esperienziali Definisce i diversi progetti calibrati ai bisogni del bambino e del gruppo, alla loro storia, alla proposta educativa del servizio finalizzato alla regolazione del ritmo psico-fisiologico. le unità esperienziali sono molteplici e si trasformano durante l'anno educativo in funzione dello sviluppo del bambino e del gruppo.

La casualità: novità, imprevisti, eccezioni

I bambini sono molto sensibili ai cambiamenti, non amano le novità, gli imprevisti e le eccezioni poiché il presupposto della crescita è la sicurezza data dalla stabilità della relazione e dei contesti. La casualità come esperienza implica aprirsi al valore del cambiamento che promuove la flessibilità, l'adattabilità, la capacità di adeguarsi alle nuove sollecitazioni: sul piano delle competenze dell'educatore significa affinare le capacità di cogliere l'eccezionalità che si presenta nella giornata e che attiva la possibilità di costruire con i bambini le traiettorie esperienziali. I momenti casuali possono essere tre:

  • Le novità proposte dall'adulto o scoperte dal bambino che sollecitano un orientamento progettuale, sono occasioni per scoprire nuove elementi, materiali, fenomeni, ma anche relazioni con incontri particolari. Soltanto la flessibilità dell'adulto di accogliere l'imprevisto e affiancarlo alla precedente progettazione permette di avviare una nuova traiettoria esperienziale;
  • gli imprevisti sono eventi che modificano l'organizzazione della giornata come progettata in funzione di problemi o situazioni che possono avere un risvolto positivo, e quindi che aprono nuovi itinerari e scoperte, o negativo, che suscitano emozioni di paura, ansia. In entrambi i casi l'educatore ri-orienta la progettazione educativa: è il momento del ricongiungimento e il genitore di un bambino non arriva nell'orario della chiusura, il bambino è in ansia e, mentre la collega telefona ai familiari, l'insegnante offre supporto al bambino e lavora sulla gestione dell'attesa oppure sul supporto emotivo se il bambino è preoccupato dell'assenza dei genitori;
  • le eccezioni nascono sempre da un imprevisto: l'educatore permette al bambino di vivere il cambio momentaneo di una regola o di una caratteristica dell'ambiente che diventa una fonte di sorpresa, stupore, gioia: inaspettatamente un giorno arrivano nel carrello del pranzo non le pentole e i piatti ma tantissimi sacchetti, l'insegnante chiama i bambini intorno al carrello e inizia un dialogo sul significato di quegli oggetti, ecco che il giorno dello sciopero della mensa si trasforma in un'opportunità per vivere l'esperienza del picnic in sezione.

Le transizioni e le attese

le transizioni sono strutture spaziotemporali dedicate ai passaggi e attraversamenti del bambino da una proposta educativa ad un'altra, da una relazione ad un'altra. Consentono al bambino di interiorizzare i processi cognitivi e emotivi collegati agli attraversamenti nella quotidianità, di gestire le proprie mozioni in funzione della durata, di tollerare le situazioni di attesa verso un'altra attività.grazie alle transizioni il bambino impara a vivere in una dimensione di tranquillità emotiva e di compliance i cambiamenti di relazione o di contesto.

Le temporalità e le competenze di gestione del tempo

I servizi per l'infanzia compiono un importante lavoro sullo sviluppo delle competenze di gestione del tempo, ogni evento temporale corrisponde ad un vissuto soggettivo: l'attesa richiede equilibrio e può attivare ansia, pazienza, intolleranza, la novità attiva comportamenti di gioia e sorpresa.

Tempo strutturato e tempo vissuto

Viene fatta una distinzione tra tempo vissuto rappresenta l'insieme delle rappresentazioni ed emozioni legate a uno specifico momento in termini di malessere e benessere, tempo strutturato descrive la dimensione cronologica e si distingue nella spazializzazione (definisce il tempo in una logica lineare come sequenza di minuti, ore, giorni, mesi) e nella durata (definisce l'organizzazione del tempo in una logica temporale definita che ha un inizio e una fine e permette al bambino di sviluppare le competenze di gestione del tempo come rispetto della puntualità, dei turni).

Progettare la giornata educativa

Il modello pedagogico della giornata educativa è un sistema integrato di traiettorie esperienziali che si attivano dalla progettazione delle unità esperienziali e comprende:

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