Documento universitario sull'introduzione all'evoluzione delle città e delle strutture insediative. Il Pdf analizza i criteri di classificazione e le dinamiche urbane dal Medioevo all'età moderna, con un focus sull'urbanistica medievale, utile per lo studio della Storia a livello universitario.
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14/01/20 Le trasformazioni fisiche del territorio e delle città sono spesso intimamente connesse all'evoluzione della società e dell'economia. In particolare è importante sottolineare come le forme delle città siano dovute in gran parte, quantomeno in epoca premoderna, alla modalità d'uso del territorio che le circonda.
Che cos'è una città? Non è una domanda facile. Gli storici fin dalla fine dell'Ottocento si sono interrogati sulla possibilità che possa esistere una classificazione oggettiva delle strutture insediative, definendo cosa è "città" e cosa non lo è.
Lo hanno fatto guardando il problema da punti di vista diversi:
PIUTTOSTO CHE PARLARE DI CITTÀ CHE PER ESSERLO HANNO BISOGNO Allora piuttosto che parlare di città aspirando ad una classificazione che definisca cosa è città e DI cosa non lo è, si dovrebbe parlare di "strutture insediative", benché ciascuna struttura DETERMI- insediativa posso risultare molto differente rispetto alle altre e presentare una scala di NATE riferimento diversa:
CONDIZIONI, PARLIAMO DI STRUTTURE INSEDIATIVE : ANCHE QUI PERÒ NON SI PUÒ GENE 2 RAUZZARE, PERCHÉ SONO TUTTE MOLTO DIVERSE TRA LORO
Nonostante ciò, tutte le strutture insediative sono accomunate dalla presenza di elementi che strutturano un ambiente: strade, case e spazi aperti, nei quali si addensano funzioni.
Il rapporto tra struttura insediativa e territorio è un rapporto fondamentale: un insediamento rurale ed un insediamento in cui, al contrario, il territorio è completamente subordinato, sono due entità molto diverse.Durante il corso verranno trattate la struttura fisica e la forma di questi insediamenti e delle strutture territoriali in riferimento al Medioevo e all'età moderna.
La scelta di non trattare approfonditamente la città antica è dovuta al fatto che il passaggio dall'età antica all'età medievale ha segnato una frattura profonda: vengono meno molte funzioni della città antica, alcuni caratteri del rapporto tra città e territorio, si modificano le condizioni dei siti.
Un fattore di questa cesura è costituito ad esempio dall'innalzamento della quota dei suoli: a Roma questo innalzamento è stato causato principalmente dalle piene del Tevere (ci sono studi che dimostrano come in alcune parti della città tra la fine dell'età antica e i secoli centrali del Medioevo il livello del suolo si sia alzato di 6-8 metri).
Queste fratture si riducono progressivamente con il consolidarsi della città medievale, con la tendenza al mantenimento di certi capisaldi delle strutture insediative. Si può dunque parlare, a partire dagli inizi del Medioevo, di una certa continuità della città.
Nel Medioevo, dopo la frattura con il mondo antico, si assiste infatti ad una grande fase di strutturazione della città. Con l'età moderna vengono a definirsi una serie di funzioni che avranno poi spesso una continuità nella città contemporanea: i nostri centri storici, formatisi in larga misura in epoca medievale, hanno poi assunto un loro assetto stabile e spesso "definitivo" nel corso dell'età moderna.
Ma perché non si dovrebbe parlare di un assetto "definitivo" per la città? Perché la città è sostanzialmente un organismo vivo, che muta continuamente, anche se non nella sua struttura fisica, quantomeno nel modo in cui questa struttura è utilizzata: basti pensare all'impatto dei mezzi di locomozione meccanica sulla città, non solo per l'aspetto fisico, dell'immagine, ma proprio per il modo in cui si usa la città.
Questi fenomeni vanno osservati con lo scopo non tanto di avere una conoscenza teorica, quanto una capacità operativa di lettura e comprensione della città, di comprenderne le dinamiche e le stratificazioni nel tempo, di leggere i segni di queste trasformazioni.
Questo perché quando si interviene su un edificio, bisogna avere la consapevolezza della sua storia, delle sue trasformazioni, delle sue vicende.
Una lettura di questo tipo non può essere quindi di carattere eminentemente morfologico, non sarebbe sufficiente: ciò che interessa è il rapporto tra la struttura fisica della città e l'evoluzione di ciò che avviene nello spazio della città e del suo intorno.
Isidoro di Siviglia, uno dei più grandi eruditi dell'Alto Medioevo, affermava che: "Civitas". è fatta dai cittadini, da coloro che abitano la città, e comprende le istituzioni, le attività economiche, produttive e sociali "Urbs". è la città fatta di pietra, specificando che "ipsa moenia sunt" ("le città sono le loro stesse mura").Se è possibile distinguere queste due polarità all'interno di una struttura insediativa, è altrettanto vero che queste due polarità sono fortemente interrelate tra di loro, stanno in rapporto dialettico continuo: quando si modifica una è perché si è modificata anche l'altra.
Le modifiche dei sistemi di produzione, ad esempio, determinano le trasformazioni fisiche dei luoghi, dei rapporti tra città e intorno. La civitas e l'urbs vanno pertanto lette in maniera strettamente connessa.
RIONE SAN MARTINO FIUME ( XII Sec ) Gubbio è una città in gran parte medievale che apparentemente potrebbe sembrare un insieme caotico di strade ed edifici, in cui non è facile riconoscere le componenti tipiche delle strutture insediative.
.... - CHIESA AREД XIII SEC. In realtà si possono individuare una serie di componenti che ne consentono una lettura: un addensamento poco regolare di edifici residenziali intorno ad un edificio ecclesiastico (la Chiesa di San Giovanni Battista); nello stesso nucleo si riconosce la Piazza della Signoria (iniziata negli anni '30 del Trecento); si riconosce un altro nucleo, al di là del fiume, cioè il rione di San Martino, attestato dalle fonti al XII secolo; a sud-est vi è invece un'area dai caratteri molto più regolari, con assi rettilinei, ed è un'addizione risalente al XIII secolo, avvenuta per mezzo di una lottizzazione di terreni di proprietà dell'Abbazia di San Pietro, ma in cui si notano ancora i segni di strutture preesistenti, cioè alcune strade che innervavano il territorio prima che vi si impiantasse la nuova orditura regolare.
Questo a dimostrazione del fatto che è realmente possibile mettere a rapporto le forme del tessuto con le vicende storiche dell'abitato, facendo così la "storia della città". E lo stesso può essere fatto con il territorio.
Abbiamo visto come a Gubbio vi siano stati, nel corso della storia, sia ampliamenti della struttura urbana, ma anche trasformazioni del tessuto già consolidato, a causa di fattori che inducono a modifiche della struttura.
PALAT16 COMUNE DEA CONSOLAÈ il caso della Piazza della Signoria, la cui apertura si colloca in un momento in cui le istituzioni comunali erano particolarmente forti e cominciavano a voler esprimere la consapevolezza della loro importanza, anche a costo dell'acquisizione di aree privare e la modifica del tessuto consolidato.
Al tempo stesso vi sono state trasformazioni di città medievali anche in età moderna: è il caso di Viterbo, città che conserva in grandissima parte il suo tessuto medievale, ma nella quale possiamo riconoscere piuttosto facilmente alcuni segni, risultato di trasformazioni avvenute tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento: lo "Stradone Farnese", così come la "Strada di San Francesco", due grandi strade rettilinee che tagliano il tessuto medievale anche attraverso espropri e demolizioni, per esempio di chiese.
(?) Si tratta di interventi che coniugano esigenze funzionali e di rappresentanza.
A Roma si possono riconoscere numerose trasformazioni avvenute nel corso dei secoli dell'Alto Medioevo. Esemplare è l'area compresa tra i rioni Ponte e Parione, il cui fulcro è ovviamente Piazza Navona, la quale riprende la forma dell'antico circo, cioè lo Stadio di Domiziano. In direzione del Tevere si apre la Via dei Coronari, che si struttura approssimativamente sulla base di un asse preesistente, e che anticamente si chiamava "via recta". Al centro invece si possono notare una serie di strade curvilinee di origine medievale.
ETVIA DEI CORONARA (VIA REGTAM) Il rapporto con l'antico e l'organicità del tessuto sono dunque due connotati tipici della città medievale.
LE STRADE CURVILINEE LA VIA "RECTA"All'inizio dell'età moderna questi connotati iniziano però ad essere superati, sia per quanto riguarda le trasformazioni del tessuto esistente che le realizzazioni ex-novo.
È il caso questo di Borgo Pio, intervento situato accanto al Borgo Vaticano, strutturato a partire dal IX secolo, che si organizza poco dopo la metà del Cinquecento secondo una logica totalmente differente.
Il primo connotato caratteristico è l'orditura viaria regolare ma non perfettamente omogenea, composta da assi rettilinei che si intersecano ad angoli retti: gli assi viari sono differenziati secondo una scala gerarchica.
orta Angelica 495 G O RU BORGO 26ZT INGELICO 1307 1900. 1301 "BORGO S.ANGELO 1313 286 1308 BORGO NOVO 1258 Inoltre, nonostante vi sia un preciso piano urbanistico, il tessuto edilizio si è organizzato secondo delle modalità articolate, derivanti dal fatto che una volta definita l'orditura d'impianto, i singoli lotti venivano affidati a privati che poi vi costruivano le loro singole case in maniera disomogenea. Il connotato regolare quindi non ci dice quasi niente sulla datazione della struttura insediativa, ma ci fa capire che l'impianto è ascrivibile ad una precisa pianificazione.
Non distante da Borgo Pio sorge Piazza dei Quiriti, ascrivibile invece ad una pianificazione tardo-ottocentesca in un'area chiamata ancora oggi "Prati", dato che all'epoca della sua urbanizzazione era una porzione di territorio priva di edifici e principalmente incolta.
Il modello è simile, ma cambia il rapporto tra strade (in particolare per la loro dimensione e sezione) ed il tessuto edilizio, caratterizzato da grandi condomini con appartamenti.
Il tessuto sociale è infatti molto diverso, perché questa è una "città borghese": una evoluzione della società che determina quindi un cambiamento dell'uso della città.
Le funzioni sono diverse: nella città medievale si addensavano funzioni produttive, di mercato e di consumo, mentre la città ottocentesca è priva di funzioni produttive, ma al contrario presenta molte funzioni commerciali, tipiche della società borghese. La città ottocentesca borghese possiede grandi mercati, mentre prima la città era un grande "mercato diffuso".
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