Psicologia del Lavoro: risposte su burnout, stress e condotte anomale

Documento di Appunti sulla Psicologia del Lavoro - Risposte. Il Pdf, utile per lo studio universitario di Psicologia, approfondisce la natura scientifica e applicativa della disciplina, analizzando dinamiche individuali e organizzative, con focus su burnout, stress e condotte lavorative anomale.

See more

50 Pages

PSICOLOGIA DEL LAVORO - RISPOSTE
Indice:
Sarchielli, G. & Fraccaroli, F. (2023). Introduzione alla psicologia del lavoro. Bologna: Il Mulino
da pag 1
Guglielmi, D. & Chiesa, R. (2021). Orientamento scolastico e professionale. Bologna: Il Mulino
p. 31
Toderi, S. & Sarchielli, G. (2013). SVILUPPARE LA CARRIERA LAVORATIVA. P.43
CAPITOLO 1 - Lo studio psicologico del lavoro
1 - La psicologia del lavoro può essere descritta anche come disciplina scientifica: approfondisci
perché.
La psicologia del lavoro è una disciplina scientifica che si interessa dell'interazione tra la persona e il lavoro.
È considerata tale perché le conoscenze prodotte si basano sul metodo scientifico (parte dalla costruzione di
modelli teorici, definizione di ipotesi, formulazione di interrogativi di ricerca e giunge alla verifica di tali assunti
attraverso il ricorso a dati empirici) e nel tempo ha assunto una logica evidence based: attraverso una
sistematica conoscenza dei dati e della realtà si possono costruire modelli interpretativi ed effettuare
interventi affidabili, bisogna però saper usare diverse forme di conoscenza per programmare azioni efficaci e
sostenibili.
La psicologia del lavoro opera in stretto contatto con ambienti organizzativi e con persone che
concretamente incontrano problemi o cercano opportunità di sviluppo. Uno psicologo del lavoro usa spesso
un approccio costruttivista che si pone l'obiettivo di generare teorie attraverso l’analisi clinica di casi singoli, il
resoconto etnografico, lo studio di documenti, il metodo narrativo. Questa disciplina condivide metodi e
strumenti di alcuni settori della sociologia e dell’etnografia..
I metodi di ricerca sono uno degli aspetti fondamentali della disciplina:
Osservazione sistematica
Sperimentazione
Studio di casi
Indagini campionarie.
Questi sono gli strumenti più utilizzati per la validazione di teorie e modelli interpretativi, ma anche
l’accuratezza di misura, la validità dei disegni di ricerca e la solidità condotte costituiscono i processi
fondamentali per dare validità ai risultati di ricerca.
Il percorso può anche avvenire a ritroso, dal dato empirico alla costruzione di modelli (grounded theory).
Allo stesso modo non è inusuale trovare elementi di serendipità: modalità conoscitiva che presuppone
intuizione, flessibilità e apertura all’esperienza. Dunque la scoperta scientifica può anche essere un prodotto
accidentale, accompagnato da coraggio, curiosità e immaginazione.
2 - Qual è la valenza applicativa della psicologia del lavoro?
La psicologia del lavoro è una disciplina con una forte valenza applicativa, perché è in grado di produrre
soluzioni ai problemi concreti e utili contributi allo sviluppo delle politiche del lavoro.
Fin da subito la psicologia del lavoro è stata contraddistinta da una forte vocazione applicativa, basti
pensare ai processi di selezione dell’esercito americano durante la prima guerra mondiale, alla creazione e
diffusione dei test di intelligenza per orientare le persone a scuole o professioni, allo studio dettagliato di
tempi e modi di esecuzione dei compiti per definire diversi livelli salariali,.. pericolo delle discipline
psicologiche applicate: essere troppo orientate alla soluzione dei problemi dell’industria, del capitalismo.
Evoluzione della psicologia del lavoro: oggi può essere considerata come una disciplina, applicativa, ma
non certo sussidiaria ai soli interessi di razionalizzazione produttiva o di normalizzazione sociale. Gli
psicologi del lavoro possono contribuire a garantire la costante spinta all’efficienza che caratterizza le
organizzazioni del lavoro (efficienza intesa come qualità della vita interna all’organizzazione), a migliorare la
qualità della vita lavorativa e il benessere degli individui nell'organizzazione, e aiutano ad affrontare la
gestione delle diversità nei luoghi di lavoro. Infine si occupano della gestione della progressiva
dissoluzione dell’unità lavorativa nel tempo e nello spazio (come affrontare i cambiamenti che stanno
trasformando il mondo del lavoro). In sintesi lavorano per garantire il benessere dei lavoratori, affinché il
lavoro venga svolto al meglio da un punto di vista produttivo ma anche psicologico e personale. La specificità
della disciplina quindi deriva dal suo contesto di applicazione e non tanto dai contenuti e dal sapere prodotto.
La psicologia del lavoro costituisce un elemento di mediazione tra conoscenza scientifica e problemi pratici
del contesto sociale e organizzativo.
1
3 - Descrivi brevemente i diversi livelli di analisi della psicologia del lavoro
La psicologia del lavoro studia il comportamento umano nelle sue varie manifestazioni che concernono il
lavoro. Rientrano nell’ambito di interesse della psicologia del lavoro anche gli aspetti preparatori all’azione,
come processi percettivi, cognitivi e attentivi, i processi motivazionali, gli stati emotivi,…
Si possono definire almeno cinque livelli di analisi.
Essi indicano che uno stesso tema può essere visto da angolature differenti.
1. Livello di analisi intrasoggettivo: riguarda processi intrapsichici del soggetto, mettendo in relazione
le diverse sfere dell'esperienza psicologica. Processi interni, consapevoli alla persona, che
conducono il comportamento (es. la gestione dello stress, fronteggiamento delle situazioni
problematiche, reazioni emotive,..).
2. Livello di analisi soggetto-compito: Il focus è costituito dall’interazione tra persona e compito
lavorativo. È il livello più diffuso nella psicologia del lavoro. Per esempio, gli studi di psicologia
cognitiva che si interessano di come persone costruiscono script, mappe cognitive e modelli mentali
della situazione di lavoro sono forme internalizzate di conoscenza che guidano l’azione e sono
fondamentali per un'efficace esecuzione del compito, per garantire la sicurezza e minimizzare gli
errori. Il rapporto soggetto-compito è anche al centro dei modelli e metodi di analisi del lavoro che
mettono in relazione le condizioni di esecuzione di un compito e le caratteristiche dell’operatore per
definire il grado e la tipologia di attività.
3. Livello di analisi di gruppo: L’attenzione dello studioso si pone a livello di piccolo aggregato sociale
(gruppo di lavoro, team, task force). In molti casi appare più fruttuoso considerare i gruppi di lavoro
come unità di analisi complessiva, piuttosto che come somma di tanti individui. Un livello di analisi di
gruppo è incoraggiato anche per studiare i processi di apprendimento durante le esperienze di
formazione e l’efficienza dei gruppi di lavoro o la gestione dei conflitti tra reparti o unità lavorative.
4. Livello di analisi organizzativo: L’organizzazione come ampio aggregato sociale e come entità di
analisi è una prerogativa della psicologia delle organizzazioni. Un esempio sono gli studi che hanno
esaminato le culture organizzative intese come insieme di assunti impliciti e valori generali che
regolano la vita di una organizzazione.
5. Livello di analisi sociale: La disciplina si avvicina a temi e interessi tipici della sociologia del lavoro e
dell’economia del lavoro. In questo caso vengono considerati i macroprocessi socioeconomici e
culturali che regolano una società e caratterizzano una determinata fase storica.
4 - All’interno della psicologia del lavoro e delle organizzazioni si distinguono tre subdiscipline:
descrivile e commentale.
La psicologia del lavoro si occupa oggi di una vasta gamma di temi che spaziano dallo studio di processi
psicologici individuali, all’analisi organizzativa, all’esame di dinamiche sociali di più ampia portata.
Si è cercato di distinguere tre diverse subdiscipline all’interno dell’area scientifica denominata psicologia del
lavoro e delle organizzazioni. Dai vari studi esistenti si può riassumere che le aree in cui si articola la
psicologia del lavoro e delle organizzazioni sono tre:
1. Psicologia del lavoro Si occupa del lavoratore che persegue scopi, apprende, prova una serie di
esperienze psicologiche di fronte al proprio compito, nell’interpretazione del proprio ruolo, nel
rapporto con l’ambiente e il sistema socioetnico;
2. Psicologia delle risorse umane Affronta una serie di problematiche individuali e organizzative
relative al migliore adattamento possibile tra caratteristiche dell’individuo e richieste organizzative.
3. Psicologia dell’organizzazione Riguarda lo studio di entità sovraindividuali aggregate (gruppi e
organizzazioni nel suo insieme) e ha lo scopo di generare e guidare il cambiamento organizzativo.
Questa suddivisione ha uno scopo puramente didattico perchè poi nella progettazione si fa uso di
tutte le discipline per riuscire ad avere quadri il più completi possibili.
5 - Chi è Taylor e in che modo ha contribuito nell’ambito della psicologia del lavoro?
Taylor è considerato il padre dello scientific management, cioè il modello razionale di selezione del
personale, di analisi dei tempi e dei movimenti di esecuzione dei compiti e di un sistema retributivo premiale
e a cottimo, il modello di gestione del personale che rispondeva a una serie di esigenze emergenti
dall'industrializzazione. L'impostazione di tale modello può essere definita ‘prepsicologica’, nel senso che
sono state condotte una serie di esperienze per comprendere come organizzare al meglio il lavoro secondo
una logica puramente economica e di risparmio energetico e di tempi. Un modello che mira a semplificare i
compiti, a ridurre i tempi di esecuzione, a motivare le persone in base al principio esclusivamente estrinseco
del premio di produzione. Il modello di organizzazione del lavoro rispondeva, quindi, alle esigenze di
economicità, produttività in relazione a un'ordinata gestione della forza lavoro, modello fondamentale
2

Unlock the full PDF for free

Sign up to get full access to the document and start transforming it with AI.

Preview

Indice

  • Sarchielli, G. & Fraccaroli, F. (2023). Introduzione alla psicologia del lavoro. Bologna: Il Mulino da pag 1
  • Guglielmi, D. & Chiesa, R. (2021). Orientamento scolastico e professionale. Bologna: Il Mulino p. 31
  • Toderi, S. & Sarchielli, G. (2013). SVILUPPARE LA CARRIERA LAVORATIVA. P.43

CAPITOLO 1 - Lo studio psicologico del lavoro

La psicologia del lavoro come disciplina scientifica

1 - La psicologia del lavoro può essere descritta anche come disciplina scientifica: approfondisci perché. La psicologia del lavoro è una disciplina scientifica che si interessa dell'interazione tra la persona e il lavoro. È considerata tale perché le conoscenze prodotte si basano sul metodo scientifico (parte dalla costruzione di modelli teorici, definizione di ipotesi, formulazione di interrogativi di ricerca e giunge alla verifica di tali assunti attraverso il ricorso a dati empirici) e nel tempo ha assunto una logica evidence based: attraverso una sistematica conoscenza dei dati e della realtà si possono costruire modelli interpretativi ed effettuare interventi affidabili, bisogna però saper usare diverse forme di conoscenza per programmare azioni efficaci e sostenibili. La psicologia del lavoro opera in stretto contatto con ambienti organizzativi e con persone che concretamente incontrano problemi o cercano opportunità di sviluppo. Uno psicologo del lavoro usa spesso un approccio costruttivista che si pone l'obiettivo di generare teorie attraverso l'analisi clinica di casi singoli, il resoconto etnografico, lo studio di documenti, il metodo narrativo. Questa disciplina condivide metodi e strumenti di alcuni settori della sociologia e dell'etnografia ..

Metodi di ricerca nella psicologia del lavoro

I metodi di ricerca sono uno degli aspetti fondamentali della disciplina:

  • Osservazione sistematica
  • Sperimentazione
  • Studio di casi
  • Indagini campionarie.

Questi sono gli strumenti più utilizzati per la validazione di teorie e modelli interpretativi, ma anche l'accuratezza di misura, la validità dei disegni di ricerca e la solidità condotte costituiscono i processi fondamentali per dare validità ai risultati di ricerca. Il percorso può anche avvenire a ritroso, dal dato empirico alla costruzione di modelli (grounded theory). Allo stesso modo non è inusuale trovare elementi di serendipità: modalità conoscitiva che presuppone intuizione, flessibilità e apertura all'esperienza. Dunque la scoperta scientifica può anche essere un prodotto accidentale, accompagnato da coraggio, curiosità e immaginazione.

Valenza applicativa della psicologia del lavoro

2 - Qual è la valenza applicativa della psicologia del lavoro? La psicologia del lavoro è una disciplina con una forte valenza applicativa, perché è in grado di produrre soluzioni ai problemi concreti e utili contributi allo sviluppo delle politiche del lavoro. Fin da subito la psicologia del lavoro è stata contraddistinta da una forte vocazione applicativa, basti pensare ai processi di selezione dell'esercito americano durante la prima guerra mondiale, alla creazione e diffusione dei test di intelligenza per orientare le persone a scuole o professioni, allo studio dettagliato di tempi e modi di esecuzione dei compiti per definire diversi livelli salariali, .. pericolo delle discipline psicologiche applicate: essere troppo orientate alla soluzione dei problemi dell'industria, del capitalismo. Evoluzione della psicologia del lavoro: oggi può essere considerata come una disciplina, sì applicativa, ma non certo sussidiaria ai soli interessi di razionalizzazione produttiva o di normalizzazione sociale. Gli psicologi del lavoro possono contribuire a garantire la costante spinta all'efficienza che caratterizza le organizzazioni del lavoro (efficienza intesa come qualità della vita interna all'organizzazione), a migliorare la qualità della vita lavorativa e il benessere degli individui nell'organizzazione, e aiutano ad affrontare la gestione delle diversità nei luoghi di lavoro. Infine si occupano della gestione della progressiva dissoluzione dell'unità lavorativa nel tempo e nello spazio (come affrontare i cambiamenti che stanno trasformando il mondo del lavoro). In sintesi lavorano per garantire il benessere dei lavoratori, affinché il lavoro venga svolto al meglio da un punto di vista produttivo ma anche psicologico e personale. La specificità della disciplina quindi deriva dal suo contesto di applicazione e non tanto dai contenuti e dal sapere prodotto. La psicologia del lavoro costituisce un elemento di mediazione tra conoscenza scientifica e problemi pratici del contesto sociale e organizzativo.

Livelli di analisi della psicologia del lavoro

13 - Descrivi brevemente i diversi livelli di analisi della psicologia del lavoro La psicologia del lavoro studia il comportamento umano nelle sue varie manifestazioni che concernono il lavoro. Rientrano nell'ambito di interesse della psicologia del lavoro anche gli aspetti preparatori all'azione, come processi percettivi, cognitivi e attentivi, i processi motivazionali, gli stati emotivi, ... Si possono definire almeno cinque livelli di analisi. Essi indicano che uno stesso tema può essere visto da angolature differenti.

  1. Livello di analisi intrasoggettivo: riguarda processi intrapsichici del soggetto, mettendo in relazione le diverse sfere dell'esperienza psicologica. Processi interni, consapevoli alla persona, che conducono il comportamento (es. la gestione dello stress, fronteggiamento delle situazioni problematiche, reazioni emotive, .. ).
  2. Livello di analisi soggetto-compito: Il focus è costituito dall'interazione tra persona e compito lavorativo. È il livello più diffuso nella psicologia del lavoro. Per esempio, gli studi di psicologia cognitiva che si interessano di come persone costruiscono script, mappe cognitive e modelli mentali della situazione di lavoro sono forme internalizzate di conoscenza che guidano l'azione e sono fondamentali per un'efficace esecuzione del compito, per garantire la sicurezza e minimizzare gli errori. Il rapporto soggetto-compito è anche al centro dei modelli e metodi di analisi del lavoro che mettono in relazione le condizioni di esecuzione di un compito e le caratteristiche dell'operatore per definire il grado e la tipologia di attività.
  3. Livello di analisi di gruppo: L'attenzione dello studioso si pone a livello di piccolo aggregato sociale (gruppo di lavoro, team, task force). In molti casi appare più fruttuoso considerare i gruppi di lavoro come unità di analisi complessiva, piuttosto che come somma di tanti individui. Un livello di analisi di gruppo è incoraggiato anche per studiare i processi di apprendimento durante le esperienze di formazione e l'efficienza dei gruppi di lavoro o la gestione dei conflitti tra reparti o unità lavorative.
  4. Livello di analisi organizzativo: L'organizzazione come ampio aggregato sociale e come entità di analisi è una prerogativa della psicologia delle organizzazioni. Un esempio sono gli studi che hanno esaminato le culture organizzative intese come insieme di assunti impliciti e valori generali che regolano la vita di una organizzazione.
  5. Livello di analisi sociale: La disciplina si avvicina a temi e interessi tipici della sociologia del lavoro e dell'economia del lavoro. In questo caso vengono considerati i macroprocessi socioeconomici e culturali che regolano una società e caratterizzano una determinata fase storica.

Subdiscipline della psicologia del lavoro e delle organizzazioni

4 - All'interno della psicologia del lavoro e delle organizzazioni si distinguono tre subdiscipline: descrivile e commentale. La psicologia del lavoro si occupa oggi di una vasta gamma di temi che spaziano dallo studio di processi psicologici individuali, all'analisi organizzativa, all'esame di dinamiche sociali di più ampia portata. Si è cercato di distinguere tre diverse subdiscipline all'interno dell'area scientifica denominata psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Dai vari studi esistenti si può riassumere che le aree in cui si articola la psicologia del lavoro e delle organizzazioni sono tre:

  1. Psicologia del lavoro Si occupa del lavoratore che persegue scopi, apprende, prova una serie di esperienze psicologiche di fronte al proprio compito, nell'interpretazione del proprio ruolo, nel rapporto con l'ambiente e il sistema socioetnico;
  2. Psicologia delle risorse umane Affronta una serie di problematiche individuali e organizzative relative al migliore adattamento possibile tra caratteristiche dell'individuo e richieste organizzative.
  3. Psicologia dell'organizzazione Riguarda lo studio di entità sovraindividuali aggregate (gruppi e organizzazioni nel suo insieme) e ha lo scopo di generare e guidare il cambiamento organizzativo.

Questa suddivisione ha uno scopo puramente didattico perchè poi nella progettazione si fa uso di tutte le discipline per riuscire ad avere quadri il più completi possibili.

Contributo di Taylor alla psicologia del lavoro

5 - Chi è Taylor e in che modo ha contribuito nell'ambito della psicologia del lavoro? Taylor è considerato il padre dello scientific management, cioè il modello razionale di selezione del personale, di analisi dei tempi e dei movimenti di esecuzione dei compiti e di un sistema retributivo premiale e a cottimo, il modello di gestione del personale che rispondeva a una serie di esigenze emergenti dall'industrializzazione. L'impostazione di tale modello può essere definita 'prepsicologica', nel senso che sono state condotte una serie di esperienze per comprendere come organizzare al meglio il lavoro secondo una logica puramente economica e di risparmio energetico e di tempi. Un modello che mira a semplificare i compiti, a ridurre i tempi di esecuzione, a motivare le persone in base al principio esclusivamente estrinseco del premio di produzione. Il modello di organizzazione del lavoro rispondeva, quindi, alle esigenze di economicità, produttività in relazione a un'ordinata gestione della forza lavoro, modello fondamentale 2per l'industrializzazione e lo sviluppo della catena di montaggio, che però venne messo in discussione perché Taylor aveva messo al centro dei sistemi produttivi il fattore umano senza però avere gli strumenti per capirne la complessità. Questa fu una critica importante insieme a quelle arrivate dai lavoratori e sindacati che denunciavano l'aumento dei ritmi di lavoro, lo sfruttamento basato sul sistema premiale e la semplificazione/impoverimento dei compiti nonché l'aumento dei rischi. I modelli tayloristi e fordisti di organizzazione del lavoro rispondono ad esigenze di economicità. produttività e ordinata gestione delle forze di lavoro. All'epoca i problemi psicologici erano diversi:

  • mancanza di significato di un compito estremamente parcellizzato,
  • ripetitività di movimenti,
  • ritmi regolati dalla macchina,
  • tempi forzati,
  • mancanza di autonomia esecutiva,
  • struttura gerarchica autoritaria, riduzione della rete di relazioni cooperative.

Il movimento delle relazioni umane

6 - Descrivi il movimento delle relazioni umane Il modello di Taylor venne denunciato per l'aumento dei ritmi di lavoro, lo sfruttamento basato sul sistema premiale che forzava i lavoratori alla massima produttività, la semplificazione e l'impoverimento degli incarichi e i rischi legati alla sicurezza. Elton Mayo si impegno nelle ricerche di intervento per la realizzazione del lavoro in relazione alla persona. L'obiettivo era orientato ad individuare alcune condizioni che potessero accrescere la produzione, ma considerando i diritti della persona. Taylor pensa alla produzione delle persone come se fossero una macchina, Mayo riconosce che le persone al lavoro sono guidate da bisogni sociali, il rapporto con gli altri favorisce la costruzione di un'identità sociale e personale, le relazioni sociali sono quindi essenziali per le persone. Quindi vengono posti al centro anche gli atteggiamenti, i desideri e le emozioni dei lavoratori, viene considerata quella che ora chiamiamo la soddisfazione al lavoro. Inoltre i lavoratori esprimono un bisogno di essere accettati e di ricevere riconoscimenti dagli altri. Viene quindi riconosciuto come il fondatore del movimento delle relazioni umane. Le ricerche di Mayo sono state messe in discussione per la loro debolezza metodologica (numero basso di soggetti) e i metodi basati sul colloquio non direttivo.

La psicotecnica

7 - Descrivi la psicotecnica La psicotecnica è un ramo della psicologia applicata che si occupa dello studio e dell'applicazione di tecniche e metodi psicologici in ambito lavorativo, educativo e sociale, con l'obiettivo di ottimizzare le performance degli individui in vari contesti. Essa venne applicata a partire dai primi anni del secolo scorso e utilizzata molto negli anni del ventennio fascista come strumento per lo sviluppo sociale; venne applicata in numerosi contesti istituzionali, come settore pubblico, esercito e scuola. In questo periodo varie università e enti di ricerca si dedicano alla ricerca sulla psicotecnica che si estendeva in varie direzioni: dalla selezione del personale, allo studio dei ritmi di lavoro, dall'orientamento professionale all'indagine sulle capacità lavorative residue delle persone con disabilità ... La psicotecnica in quegli anni costituiva un tentativo di controllo e di razionalizzazione della vita produttiva e della società civile. Ora, invece, mira a migliorare il benessere e l'efficienza dell'individuo, utilizzando conoscenze psicologiche per risolvere problemi pratici e ottimizzare l'interazione tra persona e ambiente

Ruolo dello psicologo del lavoro

8 - Di cosa si occupa uno psicologo del lavoro? Fai alcuni esempi Ci sono almeno due modi di fare psicologia del lavoro ai quali corrispondono due profili professionali che hanno caratteristiche sempre più specifiche, anche se da un lato vi possono essere margini di sovrapposizione tra i due tipi ideali.

  • Fare ricerca -> Produrre nuove conoscenze, elaborare teorie sul funzionamento umano, verificare ipotesi, costruire strumenti di misura affidabili sono le principali attività che caratterizzano questa area operativa. Gli input principali provengono da problemi teorici, da risultati di precedenti ricerche, da nuovi fenomeni sociali e organizzativi. A questo lavoro si dedicano soprattutto ricercatori.
  • Professione -> Conoscenze, strumenti e regole deontologiche codificate. Gruppo di professionisti che opera con l'intento di risolvere problematiche che emergono dal mondo del lavoro, delle organizzazioni produttive, dalle dinamiche socioeconomiche e del mercato del lavoro. Gli input principali arrivano da clienti e committenti che chiedono la soluzione di un problema, programmano di introdurre elementi di cambiamento organizzativo, vogliono avviare pratiche valutative o processi formativi. 3

Can’t find what you’re looking for?

Explore more topics in the Algor library or create your own materials with AI.