Documento di Università sulla sensibilità. Il Pdf esplora la classificazione della sensibilità, distinguendo tra generale e speciale, e analizzando i propriocettori come i fusi neuromuscolari e l'organo muscolo-tendineo del Golgi, con un focus sui fasci sensitivi della sostanza bianca, utile per lo studio della Biologia.
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La sensibilità innanzitutto si può dividere in due grossi macrosettori:
La sensibilità generale non è legata ad organi di senso particolari e viene suddivisa in base al comparto di raccolta:
Quest'ultima può provenire da due comparti molto diversi:
La sensibilità esterocettiva può essere raccolta con due vie molto diverse:
Se le vie di entrambe le sensibilità sono integre, noi non ci rendiamo conto di avere la sensibilità protopatica.
Sono state scoperte le vie della sensibilità grossolana quando, studiando un individuo che presentava lesioni delle vie della sensibilità epicritica, si è visto che sentiva in maniera grossolana il caldo e il freddo, oppure sentiva una pressione forte o una pressione nulla. In seguito a questo si è capito che ci sono anche delle vie della sensibilità protopatica, ma non ce ne rendiamo conto finché quelle della sensibilità epicritica funzionano.
La sensibilità speciale è la sensibilità ottica, acustica, vestibolare, olfattiva e gustativa. È stata paragonata alle tipologie di sensibilità già dette: la sensibilità ottica e acustica sono state paragonate alla sensibilità esterocettiva somatica, quella vestibolare - relativa alla posizione e al movimento - è stata paragonata alla sensibilità propriocettiva, infine quella olfattiva e gustativa sono state paragonate alla sensibilità viscerale speciale.
La sensibilità viene percepita da dei recettori e raccolta da dei neuroni sensitivi; ci sono diversi tipi di recettori (la prof non si concentra su di essi poiché già sono stati fatti in parte in istologia e verranno rifatti in fisiologia):
Sono i recettori che consentono di percepire la sensibilità propriocettiva, cioè dell'apparato locomotore. Possono essere:
Questi non sono propriocettori generici, ma sono peculiari.
Facciamo un paragone rispetto alla motricità: la contrazione muscolare può essere più o meno sofisticata a seconda del numero di unità motorie del muscolo; più unità motorie ha un muscolo, più precisa e sofisticata è la sua regolazione. Per la sensibilità il discorso è simile: ci sono zone più sensibili e zone meno sensibili, cambia non solo la densità dei recettori ma anche il numero delle unità sensitive stesse, ovvero il neurone che fa capo ad un certo numero di recettori in un territorio -> più unità sensitive sono presenti in una sede, più la sede è sensibile.
Quando poi entrano nel midollo e seguono i neuroni dell'apparato d'integrazione che va in alto vengono portate nella circonvoluzione somestesica (la strisciolina azzurra in alto) dove viene proiettato tutto il territorio periferico.
Se si fa una sezione frontale della circonvoluzione, si nota che quella è la prima circonvoluzione del lobo parietale. Nei lobi si trova infatti un solco chiamato solco di Rolando che separa il lobo frontale dal lobo parietale - dietro al solco di Rolando si trova la circonvoluzione somestesica, la strisciolina azzurra citata.
Come già accennato in precedenza ci sono due propriocettori specializzati:
Questi propriocettori hanno finalità e modi di funzionare molto diversi, oltre a generare riflessi diversi.
I fusi neuromuscolari sono formazioni fusate tra due fibre muscolari del ventre e sono delimitati da due capsule - una interna e una esterna - con un piccolo spazio endocapsulare. All'interno dei fusi si trovano delle piccole fibre muscolari, chiamate fibre intrafusali, che si differenziano dalle fibre extrafusali presenti invece nei muscoli.
Le fibre intrafusali non sono tutte uguali:
Inoltre, le fibre intrafusali non hanno dappertutto i sarcomeri disposti a registro: in realtà nella parte equatoriale i sarcomeri sono tutti disgregati -> di conseguenza la parte equatoriale NON può essere contrattile.
Al contrario gli apici delle fibre si possono contrarre e di conseguenza la parte equatoriale si stira. Queste fibre intrafusali sono raggiunte solo a livello equatoriale da terminazioni sensitive:
Quindi se la fibra intrafusale viene allungata, a livello equatoriale viene percepito questa variazione di stiramento. Bisogna ricordare che lo stimolo attivante dei fusi è la variazione di stiramento. In generale il fuso stesso è sempre modicamente stirato, ma quando avviene una piccola variazione di stiramento questa viene captata dalle fibre equatoriali e lo stimolo viene portato al centro.Inoltre la soglia di attivazione dei fusi è bassissima: persino una variazione infinitesimale può attivarli. Così come a livello equatoriale le fibre intrafusali sono raggiunte da fibre sensitive che percepiscono anche modiche variazioni di movimento; invece, gli apici delle fibre sono raggiunti da motoneuroni y, grazie a questi il midollo spinale può esercitare un comando sui fusi neuromuscolari facendoli stirare.
DOMANDA: "Come si saggia la funzionalità del fuso?" RISPOSTA: " Coi riflessi"
In particolare con l'unico riflesso monosinaptico che abbiamo, ossia il riflesso rotuleo. Il medico percuote leggermente con un martelletto il tendine del quadricipite femorale che si inserisce sulla tibia - in questo modo si ha un riflesso, ossia la contrazione del quadricipite femorale; se c'è un iporiflessia o un'ariflessia vuol dire che c'è un problema.
Quello che succede è che col martelletto si comprime il tendine provocando un minuscolo stiramento, ma essendo i fusi molto sensibili e avendo una soglia di attivazione bassissima: la fibra sensitiva va nel midollo spinale e viene a contattato con il motoneurone alfa , che a sua volta contatta il quadricipite provocandone la contrazione.
I fusi si possono attivare in due modi: in maniera attiva o in maniera passiva.
Ricapitolando: ci sono due modi per attivare i fusi, una passiva se avviene in un muscolo attivato da qualcos'altro, una attiva in cui il nevrasse attiva il motoneurone y e quindi la contrazione delle fibre, per far sì che lo stiramento della parte equatoriale faccia contrarre qualche unità motoria del muscolo - ripristina il tono muscolare.