Documento da Sapienza - Università di Roma su psicologia sociale esonero. Il Pdf, utile per l'Università in Psicologia, copre la natura e gli obiettivi della disciplina, le teorie storiche, la percezione sociale e la costruzione del Sé, con un focus su atteggiamenti e rappresentazioni sociali.
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Gli psicologi sociali considerano la loro disciplina come un tentativo di comprendere e spiegare in che modo pensieri degli individui, sentimenti e azioni sono influenzati dalla presenza di altre persone. Si tratta di una definizione individualistica (individuo come punto centrale) esaminando le conseguenze delle relazioni sociali sul suo pensiero e sul suo modo di essere e agire. Questa definizione si è confrontata con una che considera la dimensione sociale come dimensione costitutiva della mente: non esiste una vita mentale che possa essere studiata prescindendo dalla dimensione sociale. In relazione a tale contesa si è ritenuto opportuno distinguere tra due forme di PS:
Nel 1908 vennero pubblicati due volumi che per la prima volta contenevano "psicologia sociale" nel titolo, considerati come l'inizio ufficiale della disciplina. McDougall imposta la disciplina su un punto di vista individuale concentrandosi sugli istinti, emozioni ecc .. mentre Ross esplora il versante dell'agire della folla, dell'opinione pubblica ecc .. Il funzionamento della mente e il comportamento umano si possono interpretare alla luce di caratteristiche individuali o di dinamiche sociali? In ogni caso la PS si trova subordinata alla psicologia o alla sociologia. Possiamo pensare alla PS come allo studio delle dimensioni sociali della mente umana: in questo modo può essere impostata la relazione tra le due discipline. Ciò che distingue la PS dalla psicologia è l'attenzione per l'origine sociale di buona parte dei contenuti mentali. Recentemente si sono affermate, in quest'ambito, due tematiche:
Al fine di comprendere il contributo della PS alle scienze sociali, bisogna far riferimento ad alcuni modelli teorici sviluppati nel corso del 900.
- La base biologica del comportamento. Caratteristiche e dotazioni biologiche che indirizzano il comportamento. Alla base ci sono le scoperte di Darwin sull'evoluzione umana e l'assunto fondamentale è che anche i tratti comportamentali sono soggetti allo stesso processo di selezione per adattamento che caratterizzano i tratti morfologici degli esseri umani. Da qui nascono la corrente funzionalista e quella evoluzionista. La critica mossa a questo approccio è la riduzione dell'evoluzione dei comportamenti a motivazioni incentrate intorno al tema della sopravvivenza.
-> Il ruolo delle dinamiche inconsce. Ruolo della psicoanalisi freudiana. Questo orientamento tende a spiegare tanto l'individuo, con le sue caratteristiche, disposizioni e motivazioni, quanto le relazioni interpersonali e la società con riferimento a dinamiche inconsce. Questo approccio si è largamente diffuso dando vita ad altri filoni come la psicoanalisi culturalista e quella interpersonale.
-> Il comportamento come reazione a stimoli. Il comportamentismo. Secondo questo approccio, la psicologia doveva qualificarsi come scienza naturale, abbandonando il riferimento a costrutti di tipo mentalistico e riferendosi a dati direttamente osservabili e rilevabili: i comportamenti. Il comportamento può essere spiegato come reazione agli stimoli ambientali (S-R, Stimolo-Risposta). Gli stimoli possono essere distinti in: antecedenti all'azione, che definiscono l'oggetto rispetto al quale l'organismo agisce; conseguenti all'azione, le reazioni che l'individuo ottiene dall'ambiente in risposta alle sue azioni, definite This document is available free of charge on studocu Scaricato da Leonardo Angelucci (leonardo1092002@gmail.com)rinforzi. A seconda del valore positivo o negativo del rinforzo, aumenta o diminuisce la probabilità di ripetizione di un comportamento, realizzandosi, cosi, l'apprendimento. Il comportamentismo ha una storia che va dal Manifesto Fondativo di Watson (1913), agli sviluppi di Skinner il quale riteneva la mente come una "scatola nera" (Skinner box) dentro la quale non possiamo e non ci interessa guardare dal momento in cui è possibile prevedere e controllare un comportamento osservando le sue manifestazioni esterne. Questa corrente è stata rivisitata da varie proposte come quella che considera che tra lo stimolo e la risposta si frappongono delle "variabili intervenienti", introdotto da Tolman, relative all'organismo O che agisce. Il modello diventa S-O-R. Tre concetti fondamentali del comportamentismo:
-> La prospettiva cognitiva. S-R mediato da "mappe cognitive" - Tolman. Il punto di partenza è I'dea che il comportamento umano possa essere interpretato solo partendo dalla comprensione dei processi di funzionamento della mente umana. Gli stimoli provenienti dal mondo sono "informazioni" finalizzate a rendere efficace il sistema cognitivo: ci si rapporta agli elementi del mondo esterno in relazione al modo in cui le loro caratteristiche sono percepite, memorizzate, assimilate fra loro per una rappresentazione del mondo che costruisce l'ambiente in cui si svolge l'azione. Sul versante della PS questo approccio si traduce nel settore della social cognition, che si occupa delle modalità con le quali si realizza la conoscenza degli altri e del mondo sociale. Hanno assunto importanza alcune tematiche: la percezione di persone; gli stereotipi, insiemi di aspettative e credenze nei confronti delle persone in funzione del gruppo sociale al quale appartengono; le attribuzioni causali, che ci orientano nel giudicare gli eventi come dovuti a cause interne o esterne; gli schemi, forme di strutturazione della conoscenza; le euristiche di giudizio, scorciatoie di ragionamento. Alcuni problemi ... Si tratta di un approccio individualista in quanto il processo conoscitivo è visto come un rapporto tra il soggetto e il mondo esterno, considerato nelle sue caratteristiche oggettive. L'essere umano non si rapporta mai al mondo esterno in modo diretto, ma sempre con la mediazione delle relazioni sociali.
› La prospettiva gestaltista. All'adesione dell'approccio biologico-evolutivo e comportamentista all'idea che la conoscenza della realtà esterna e interna possa avvenire solo scomponendo le realtà complesse in unità semplici, con la convinzione che le caratteristiche delle entità che si studiano derivino da una sommatoria delle caratteristiche e delle modalità di funzionamento dei loro elementi costitutivi, si oppone il movimento gestaltista con l'idea che la conoscenza avviene come percezione di un tutto unitario. Il nostro sforzo di conoscenza deve partire dal modo in cui il mondo ci appare e da come ne facciamo esperienza (non a comprenderne l'essenza).
L'idea che per la comprensione dei processi mentali sia necessario far riferimento all'integrazione tra l'individuo e l'insieme delle sue relazioni sociali si manifesta già in Wundt (1832-1920). Scaricato da Leonardo Angelucci (leonardo1092002@gmail.com)-> Il mondo come costruzione condivisa e negoziata. Nel corso del 900 si è acceso un dibattito che ha portato alla consapevolezza del carattere costruttivo e storicamente definito della conoscenza. A tale convinzione va aggiunta l'idea che il processo di assegnazione di significato non avviene individualmente, ma come impresa collettiva che l'individuo attua in contatto con i suoi simili, nei rapporti faccia a faccia e nelle relazioni di gruppo e fra gruppi. In questo senso la dimensione sociale può essere considerata come elemento costitutivo della mente umana, che risulta strutturata in funzione del confronto sociale. Autore chiave è sicuramente Mead.
-> Mente, comunicazione e cultura. Posto ciò e posto che quella che definiamo "mente" è il risultato dello scambio incessante di simboli con i nostri simili, ne discende l'assoluta centralità della comunicazione per la comprensione sia di processi psicologici quanto dei comportamenti. Fra i precursori di tale interesse troviamo sicuramente Mead, Tarde e Cattaneo ma soprattutto Vygotskij che pone l'accento sulla comunicazione e sul linguaggio che mediano i rapporti sociali. Sulla base di queste considerazioni, negli anni 80 si consolidava la psicologia culturale. Tale approccio si distingue per due aspetti:
Tutte le funzionalità della mente sono considerate come il prodotto del rapporto con gli altri.
L'insieme di questi spunti ha avviato un percorso di "rifondazione" a partire dagli anni 70. Come esito è andato crescendo l'interesse per la comunicazione, della costruzione sociale della conoscenza e della caratterizzazione culturale e sociale dei processi psicologici. Questo spostamento ha portato ad analizzare anche i modi attraverso i quali si strutturano i processi psicologici: linguaggio, conversazione, discorso, identità sociale ecc.
Risulta fondamentale la distinzione tra:
La Gestalttheorie viene elaborata nel primo 900 dalla Scuola di Berlino da Wertheimer, Kohler e Koffka. Seguendo Kanizsa possiamo definire Gestalt: < ' struttura organizzata' in contrapposizione ad 'aggregato', 'mucchio', 'somma'. Si tratta di un insieme ordinato, regolato da leggi, non casuale.> In questa definizione ritroviamo due idee fondamentali: