Capitolo 1: Concetti chiave della comunicazione e della memoria

Documento di Università sulla comunicazione e la memoria. Il Pdf esplora i concetti chiave della comunicazione, dai modelli matematici e semiotici agli atti linguistici e alle massime conversazionali, analizzando i diversi tipi di memoria e i modelli di memoria semantica. Il documento è utile per lo studio della Psicologia.

Ver más

25 páginas

Capitolo 1
COMUNICARE è interagire con altri, non necessariamente per trasmettere un messaggio
specifico. Ogni gesto comunica, anche involontariamente.!
La comunicazione implica un osservatore o un ascoltatore.!
La comunicazione è un processo interpersonale e sociale che consente lo scambio di
informazioni e la creazione di significati condivisi. Avviene in un ambiente sociale e implica la
condivisione tra partecipanti.
Sistemi di comunicazione:!
1. Suoni significativi
2. Segni e significati (es. cinese)
3. Regole e convenzioni (es. grammatica)
DISTINZIONE TRA COMUNICAZIONE E COMPORTAMENTO:
- Comportamento: qualsiasi azione motoria percepibile.
- Comunicazione: scambio interattivo osservabile con intenzionalità e consapevolezza, che
condivide significati attraverso sistemi simbolici e convenzionali.
CONCETTI DI BASE DELLA COMUNICAZIONE
(APPROCCIO MATEMATICO):
- Modello basilare definito nel 1949.
-
Considera la comunicazione come una semplice
trasmissione di informazioni da un mittente a un ricevente.
-
La fonte crea e trasmette un messaggio codificato, che
passa attraverso un canale.
- Il ricevente decodifica il messaggio per il destinatario
Limiti del modello:!
- MODELLO LINEARE UNIDIREZIONALE.
Creato per spiegare sistemi di comunicazione come radio, telegrafo e telefono, il modello
originale non includeva il feedback e non era adatto alla comunicazione faccia a faccia. Il
modello contenitore si concentra sul messaggio come unità di comunicazione,
trascurando intenzionalità e contesto.
L’APPROCCIO SEMIOTICO:
Studia come i significati vengono creati e interpretati attraverso segni come linguaggio, immagini
e gesti.!
La comunicazione avviene tramite la significazione, ovvero la capacità di generare significati
attraverso codici e sistemi. L’approccio semiotico si concentra sulla creazione di significati
attraverso i simboli, piuttosto che sulla semplice trasmissione del messaggio. Il triangolo
semiotico illustra la relazione tra segno, significato e referenza. Il simbolo rappresenta un concetto
o un’idea, la referenza è l’elemento reale a cui si riferisce il simbolo e il significato è la relazione tra
segno e referenza. L’intenzionalità, ovvero l’azione compiuta in modo deliberato, è fondamentale
nella costruzione del significato nella comunicazione interpersonale.!
Per raggiungere un obiettivo, la comunicazione è lo scambio intenzionale di un messaggio,
mentre l’informazione è la trasmissione involontaria di un segnale. !
Esistono due livelli di intenzionalità: informativa (condividere informazioni) e comunicativa
(coinvolgere il destinatario). Il contesto influenza l’interpretazione, riducendo l’ambiguità e
permettendo di dedurre informazioni implicite. Gli indizi contestuali, come la deissi (spaziale,
temporale, personale), forniscono riferimenti diretti alla situazione. !
Capitolo 1
COMUNICARE è
interagire con altri,
non
necessariamente
per trasmettere un
messaggio
specifico. Ogni
gesto comunica,
anche
involontariamente.
La comunicazione
implica un
osservatore o un
ascoltatore.
La comunicazione è
un processo
interpersonale e
sociale che
consente lo
scambio di
informazioni e la
creazione di
significati condivisi.
Avviene in un
ambiente sociale e
implica la
condivisione tra
partecipanti.
Sistemi di
comunicazione:
1. Suoni significativi
2. Segni e significati
(es. cinese)
3. Regole e
convenzioni (es.
grammatica)
DISTINZIONE TRA
COMUNICAZIONE
E
COMPORTAMENT
O:
-
Comportamento:
qualsiasi azione
motoria percepibile.
-
Comunicazione:
scambio interattivo
osservabile con
intenzionalità e
consapevolezza,
che
condivide significati
attraverso sistemi
simbolici e
convenzionali.
CONCETTI DI
BASE DELLA
COMUNICAZIONE
-
(APPROCCIO
MATEMATICO):
Modello basilare
definito nel 1949.
- Considera la
comunicazione
come una semplice
trasmissione di
informazioni da un
mittente a un
ricevente.
- La fonte crea e
trasmette un
messaggio
codificato, che
passa attraverso un
canale.
-
Il ricevente
decodifica il
messaggio per il
destinatario
Limiti del modello:
-
MODELLO
LINEARE
UNIDIREZIONALE.
Creato per
spiegare sistemi di
comunicazione
come radio,
telegrafo e telefono,
il modello
originale non
includeva il
feedback e non era
adatto alla
comunicazione
faccia a faccia. Il
modello contenitore
si concentra sul
messaggio come
unità di
comunicazione,
trascurando
intenzionalità e
contesto.
LAPPROCCIO
SEMIOTICO:
Studia come i
significati vengono
creati e interpretati
attraverso segni
come linguaggio,
immagini
e gesti.
La comunicazione
avviene tramite la
significazione,
ovvero la capacità
di generare
significati
attraverso codici e
sistemi. Lapproccio
semiotico si
concentra sulla
creazione di
significati
attraverso i simboli,
piuttosto che sulla
semplice
trasmissione del
messaggio. Il
triangolo
semiotico illustra la
relazione tra segno,
significato e
referenza. Il
simbolo
rappresenta un
concetto
o un’idea, la
referenza è
lelemento reale a
cui si riferisce il
simbolo e il
significato è la
relazione tra
segno e referenza.
Lintenzionalità,
ovvero lazione
compiuta in modo
deliberato, è
fondamentale
nella costruzione
del significato nella
comunicazione
interpersonale.
Per raggiungere un
obiettivo, la
comunicazione è lo
scambio
intenzionale di un
messaggio,
mentre
linformazione è la
trasmissione
involontaria di un
segnale.
Esistono due livelli
di intenzionalità:
informativa
(condividere
informazioni) e
comunicativa
(coinvolgere il
destinatario). Il
contesto influenza
linterpretazione,
riducendo
lambiguità e
permettendo di
dedurre
informazioni
implicite. Gli indizi
contestuali, come la
deissi (spaziale,
temporale,
personale),
forniscono
riferimenti diretti alla
situazione.
Le presupposizioni
sono informazioni
implicite, condivise
e date per scontate.
Le implicature
conversazionali si
riferiscono alla
dierenza tra ciò
che viene detto e
ciò che
viene inteso,
richiedendo
conoscenze
pregresse e
condivise. La
relazione tra gli
interlocutori è
fondamentale per
comprendere i
messaggi impliciti.
LAPPROCCIO
PRAGMATICO:
studia la
comunicazione
umana in tre settori:
sintassi (relazioni
tra segni),
semantica
(significato dei
segni) e pragmatica
(uso dei significati).
LA
PRAGMATICA :si
concentra
sullinfluenza del
contesto
sullinterpretazione
del significato e
sulluso pratico del
linguaggio come
azione.
Importanza di
relazione tra segni
e chi li interpreta: si
parla di soggetti che
comunicano.
Processi impliciti
della
comunicazione:
trovare il significato
al di là del
messaggio.
LA TEORIA DEGLI
ATTI LINGUISTICI
DI AUSTIN:
“COMUNICARE
EQUIVALE AD
AGIRE”.
3 tipi di atti
linguistici:
1. Atti locutori: atti di
dire qualcosa (ciò
che il parlante dice,
azioni che si
compiono per il
solo fatto di
parlare).
2. Atti illocutori: atti
nel dire qualcosa
(intenzioni
comunicative del
parlante).
3. Atti perlocutori:
atti con il dire
qualcosa (gli eetti
che la
comunicazione
produce
sullinterlocutore).
Forza degli atti
linguistici: ogni atto
linguistico può
essere modulato,
sul piano
pragmatico, con
più o meno forza.
-
Atti locutori: ciò che
si dice può essere
rinforzato con il
tono.
-
-
Atti illocutori: ciò
che si fa nel dire
può essere
modulato con la
scelta delle parole
(devi/
potresti).
Atti perlocutori:
possono ottenere
diversi eetti
sullinterlocutore (a
seconda del
contesto/
credenze/stato
danimo di
entrambi/
motivazioni).
MASSIME
CONVERSAZIONA
LI DI GRICE:
principio di
cooperazione:
accordo di base tra
i
partecipanti,
implicito, di
cooperazione per
dare il proprio
contributo allo
scambio
comunicativo.
-
Stabilisce le regole
implicite che
guidano la
comunicazione
ecace,
sottolineando
limportanza della
cooperazione
reciproca.
- “Dai il tuo
contributo al
momento
opportuno, co
com’è richiesto
dagli scopi e
dallorientamento
della conversazione
in cui si è
impegnati”.
4 MASSIME
CONVERSAZIONA
LI DI GRICE:
1. Qualità.
2. Quantità.
3. Relazione.
4. Modo.
Massima di
quantità: dà un
contributo tanto
informativo quanto
richiesto.
- Il messaggio deve
soddisfare la
richiesta di info in
modo adeguato agli
scopi della
conversazione.
- Non dare un
contributo meno o
più informativo del
necessario.
Massima di qualità:
non dire ciò che
credi falso; non dire
ciò per cui non hai
prove adeguate.
Massima di
relazione:
Dare informazioni
pertinenti con la
comunicazione in
corso. Il messaggio
deve essere chiaro,
conciso e ordinato,
evitando
espressioni oscure
e ambiguità.
WATZLAWICK
AFFERMA che tutto
è comunicazione,
con il linguaggio
che influenza
comportamenti e
relazioni.
LA PRAGMATICA
DELLA
COMUNICAZIONE,
BASATA SU 5
ASSIOMI, sintetizza
le regole della
comunicazione in 2:
1) 2) tutto è
comunicazione,
verbale o non
verbale;
ogni
comportamento è
comunicazione e
ogni atto
comunicativo è un
comportamento.
Lassioma 1:
aerma che non si
può non
comunicare, poiché
ogni
comportamento in
presenza di
altri è
comunicazione,
indipendentemente
dalla
consapevolezza o
intenzionalità.
Lassioma 2 :
aerma che ogni
comunicazione
veicola sia
contenuto che
relazione, con il
contenuto
interpretato nella
relazione.
La relazione
fornisce una chiave
di lettura del
contenuto.
Lassioma 3:
aerma che la
natura di una
relazione dipende
dalla punteggiatura
delle sequenze
di comunicazione
tra i comunicanti.
La punteggiatura
rappresenta
linterpretazione
della realtà o il
punto di vista.
Comprendere la
relazione tra i
partecipanti e il
punto di vista di un
interlocutore è
fondamentale
per interpretare la
comunicazione.
La stessa realtà
comunicativa può
essere letta in modi
diversi a seconda
della punteggiatura
adottata.
Gli esseri umani
comunicano con il
modulo digitale
(verbale,
dettagliato,
contenuto) e il
modulo
analogico (non
verbale, immediato,
relazione). A volte
non combaciano,
ma il canale non
verbale è
spesso più veritiero.
Gli scambi
comunicativi sono
simmetrici (paritari)
o complementari
(riconoscimento di
posizioni
e interdipendenza).
Alcune relazioni
sono definite dal
contesto socio-
culturale, positive o
negative
a seconda della
situazione.
La competenza
comunicativa
implica la
padronanza di
regole formali,
sintassi, pragmatica
e
semantica per
produrre enunciati
adeguati. Richiede
la conoscenza dei
segni e delle regole
del linguaggio. È
anche la capacità di
capire e percepire
di aver soddisfatto
gli scopi in una
situazione
sociale.
Intenzionalità,
consapevolezza ed
ecacia sono
correlate alla
competenza
comunicativa. La
valutazione di e
degli altri influenza
la percezione della
propria capacità
comunicativa.
Competenza
sintattica: capacità
di produrre e
comprendere frasi
corrette secondo le
regole
grammaticali.
Competenza
semantica: capacità
di associare parole
a oggetti, eventi o
situazioni.
Competenza
pragmatica:
capacità di usare il
linguaggio in modo
ecace in contesti
sociali.
Capacità di
comunicare
tenendo conto del
contesto.
CAPITOLO 2: IL
LINGUAGGIO
VERBALE
Il linguaggio verbale
utilizza il linguaggio
scritto e parlato, il
principale sistema
di scambio tra
esseri umani. È una
funzione cognitiva
che consente di
acquisire e
utilizzare una o più
lingue.
Il linguaggio si
riflette come
funzione cognitiva
distribuita in
specifiche aree del
cervello:
- Area di Broca:
articolazione e
produzione del
linguaggio.
- Area di Wernicke:
comprensione del
linguaggio e
attribuzione di
significato.
Corteccia visiva:
elaborazione delle
lettere e delle
parole scritte.
Corteccia motoria:
articolazione.
Lapproccio
psicolinguistico
studia i meccanismi
di produzione e
comprensione del
linguaggio.
-
-
-
-
-
-
-
-
LA LINGUA È un
sistema di simboli
combinabili
secondo precise
regole, che genera
un numero
infinito di possibili
messaggi.
Fonologia: sistema
dei suoni che
costituiscono i
linguaggi.
Semantica:
significato delle
parole.
Sintassi: struttura
delle frasi.
Pragmatica: uso del
linguaggio in
contesto.
La lingua è
strutturata come
una piramide:
Fonemi e grafemi
(base).
Morfemi.
-
Parole.
-
-
Sintagmi.
Frasi.
-
Testi e discorsi
(punta).
I fonemi sono i
suoni più piccoli di
una lingua parlata.
La corrispondenza
tra fonemi e grafemi
(unità grafica
minima) varia da
lingua a lingua.
- Lingue trasparenti:
buona
corrispondenza (es.
italiano, tedesco).
- Lingue opache:
bassa
corrispondenza (es.
inglese, francese).
Due suoni linguistici
sono fonemi diversi
se sostituendo luno
con laltro cambia il
significato delle
parole. Ogni lingua
ha un numero finito
di fonemi,
pronunciati con
variazioni regionali,
individuali o
contestuali
(allofoni).
Morfemi e parole si
formano
combinando
fonemi, ma non
tutte le
combinazioni sono
valide.
I morfemi sono le
unità più piccole
con significato.
I sintagmi sono
unità minime di una
catena sintattica,
composti da una
parte fondamentale
e da
modificatori.
Le frasi combinano
parole e sintagmi
seguendo regole
sintattiche, che
permettono di
combinare
simboli per produrre
significati
complessi.
CHOMSKY
SOSTIENE che la
sintassi proietta il
finito (parole,
regole) nellinfinito
(numero di
frasi), rendendo il
linguaggio uno
strumento di
comunicazione
unico. Le lingue
dieriscono,
ma condividono
elementi in comune
chiamati universali
linguistici:
1. Numero finito di
fonemi
2. Possibilità di
costruire un numero
infinito di parole da
fonemi finiti
3. Numero finito di
parole in una lingua
4. Relazione
arbitraria tra parole
e significati
5. Possibilità di
produrre un numero
infinito di frasi in
qualsiasi lingua
(produttività
linguistica)
LO SVILUPPO DEL
LINGUAGGIO:
lacquisizione della
lingua madre.
Il linguaggio è
un’abilità
complessa, ma si
impara facilmente. I
bambini imparano a
parlare
velocemente, senza
istruzione formale.
Acquisire i suoni: i
neonati sono
predisposti ad
imparare qualsiasi
lingua, rispondendo
a tutte le
distinzioni sonore.
Dopo un anno, si
specializzano nei
suoni della loro
lingua.
Acquisire le regole
grammaticali:
sorprendentemente,
i bambini
padroneggiano il
linguaggio
velocemente. Prima
dei due anni,
conoscono già
molte parole. I
bambini in età
prescolare non
imparano
esplicitamente le
regole grammaticali
e non vengono
corretti per frasi
scorrette. Gli
adulti correggono
gli errori semantici,
non grammaticali
(gli insegnanti
correggono la parte
semantica). Di
solito non facciamo
caso alla struttura
semantica ma non
a quella
grammaticale.
TEORIA
INNATISTA DI
NOAM CHOMSKY:
i bambini
acquisiscono
inconsciamente le
strutture
grammaticali con
poco
addestramento.
Chomsky immagina
un meccanismo
innato di
acquisizione del
linguaggio (LAD):
un meccanismo
biologico che
fornisce le regole
generali della
grammatica comuni
a tutte le lingue
(TEORIA
GENERATIVISTA).
TEORIE
INTEGRAZIONIST
E: lacquisizione del
linguaggio dipende
anche
dallambiente.
Stimolare sempre
lacquisizione di
nuove parole.
Grammatica
generativo-
trasformazionale.
CHOMSKY
DESCRIVE come
utilizziamo regole
grammaticali per
creare messaggi.
Le regole di
riscrittura indicano
come riscrivere le
frasi in termini
sintattici, mentre le
regole
trasformazionali le
trasformano in altre
con lo stesso
significato.
Esistono strutture
superficiali (forma
sintattica) e
strutture profonde
(significato).
Le regole
trasformazionali
modificano la
struttura semplice
per creare frasi con
la stessa struttura
profonda (es.
trasformare una
frase attiva in una
passiva).
La stessa struttura
profonda può avere
diverse strutture
superficiali.
Chomsky sostiene
che le frasi
dichiarative attive
sono le più semplici
e che ogni
trasformazione
richiede più sforzo
cognitivo e tempi di
comprensione più
lunghi.
Più le frasi sono
complesse,
maggiore è lo
sforzo cognitivo. Più
trasformazioni si
compiono su
una frase, maggiore
è il tempo
necessario per
lelaborazione.
LESPERIMENTO
DI
SLOBIN :evidenzia
il ruolo del
significato nella
comprensione di
frasi
con la stessa
struttura profonda
ma diversa struttura
superficiale (es.
frasi attive e
passive).
I partecipanti
hanno dovuto
verificare se i
disegni
corrispondevano al
significato delle
frasi. I
risultati hanno
mostrato che le
frasi passive
richiedono più
tempo per essere
comprese rispetto
alle frasi attive.
Le informazioni
semantiche sono
rilevanti per
lelaborazione della
frase. La
grammatica
generativo-
trasformazionale
assume che le frasi
attive e passive
abbiano lo stesso
significato.
Tuttavia, le frasi
attive e passive non
sono parafrasi e la
frase negativa non
nega la frase
aermativa.
Il bambino non
mangia la mela.
Il significato di una
frase dovrebbe
essere chiaro.
I partecipanti
giudicano un
candidato politico
ipotetico dopo aver
letto titoli fittizi su di
lui. I titoli
sono di quattro tipi:
aermativi,
interrogativi,
negativi e neutri.
I partecipanti
hanno usato scale a
7 punti per
giudicare i candidati
(intelligente-stupido,
buono-
cattivo, onesto-
disonesto).
- Punteggi più alti
indicano giudizi più
negativi.
- I candidati oggetto
di insinuazioni (titoli
interrogativi) sono
stati percepiti
negativamente
quanto
quelli accusati
esplicitamente.
Linsinuazione si
basa sui principi di
cooperazione: chi
riceve il messaggio
presume che le
informazioni siano
vere.
Tendiamo ad
accettare le
asserzioni come
vere solo perché
sono state fatte.
Le domande
implicano
asserzioni vere.
Esistono tre tipi di
elaborazione della
frase:
1. Fonologica/
ortografica:
identificazione e
riconoscimento di
fonemi o grafemi.
2. Sintattica:
assegnazione di
ruoli sintattici agli
elementi della frase.
3. Semantica:
recupero del
significato di
ciascuna parola.
Semantica e
sintassi
interagiscono
sempre.
Comprendere una
frase significa
elaborare una
rappresentazione
mentale del suo
significato.
- Attribuire ruoli
grammaticali a
ciascun elemento.
ESISTONO
MODELLI
INTERATTIVI E
MODELLI SERIALI
1. Modelli interattivi:
interdipendenza tra
sintassi e
semantica.
Comprensione di
una frase: i processi
semantici e sintattici
lavorano insieme.
2. Modelli seriali:
autonomia tra le
componenti e i livelli
di elaborazione.
-
-
-
Il linguaggio è
ambiguo: dobbiamo
rimuovere
lambiguità a tutti i
livelli.
Livello fonologico: il
parlato è un flusso
continuo (es. “di
amanti/
“diamanti”).
Livello semantico:
parole polisemiche
(“Bello quel merlo”).
Livello sintattico:
ambiguità strutturali
(“Il poliziotto
insegue il ladro con
la pistola”).
ANALISI DELLE
FRASI: I RISULTATI
DI FRAZIER (1978)
dimostrano che
esiste
uninterpretazione
più frequente nelle
frasi ambigue.
Quando questa
interpretazione è
sbagliata, è
necessario ri-
analizzare la frase.
Lelaboratore
sintattico inizia
lanalisi della frase:
-
- Cerca di costruire
strutture sintattiche
semplici per
uninterpretazione
semplice (strategia
dellattaccamento
minimale).
- Cognitivamente, è
meno dispendioso
ridurre il materiale
nella memoria di
lavoro.
Man mano che le
parole vengono
percepite, fornisce
una descrizione
iniziale della
struttura della
frase, che può
essere confermata
o meno dalle parti
successive.
Più tempo si
impiega a leggere
una frase, più è
percepita come
dicile (tempi di
lettura e
movimenti oculari).
Strategia della
chiusura dierita: in
frasi con più
interpretazioni ma
ugualmente
complesse,
lelaboratore
sintattico attacca il
materiale in arrivo
al costituente
aperto.
La comprensione
migliore nasce
dallintegrazione dei
due codici, anche
se il contenuto del
messaggio può
essere
indipendente dal
linguaggio.
CODICE VISIVO:
-
Semantica:
risponde in modo
diverso rispetto al
codice verbale.
-
Comunicazione:
favorisce la
comunicazione di
concetti e rapporti
spaziali.
-
Universalità:
comprensibile
anche da chi non
parla la stessa
lingua, se c’è
somiglianza
strutturale/
percettiva.
Regole di
configurazione
spaziale:
- La percezione è
un processo
cognitivo
complesso,
influenzato sia dallo
stimolo che
dallindividuo.
-
PRINCIPI INNATI
(PSICOLOGIA
DELLA GESTALT):
il sistema nervoso
organizza
automaticamente la
percezione,
strutturando ciò che
vediamo.
Ascolta pezzo:
- Articolazione
figura-sfondo:
capacità di isolare
configurazioni nel
campo visivo.
- Figure: immagini
chiuse.
Dipende da:
- Tipo di margine.
- Grandezza
relativa (la zona più
piccola è la figura).
- Rapporti topologici
(la zona inclusa è la
figura).
Larea con i margini
convessi diventa
figura, percepita
come davanti o
sopra lo sfondo. Le
figure
reversibili invertono
sistematicamente
figura e sfondo.
Linstabilità
percettiva
impedisce di
percepire entrambe
le figure
contemporaneamen
te.
PRINCIPI DI
ORGANIZZAZIONE
PERCETTIVA:
-
- Gli elementi nel
campo visivo
tendono a essere
percepiti in unità
percettive,
raggruppati in base
a leggi di
unificazione.
Principio della
vicinanza: tendenza
a percepire come
ununica
configurazione
elementi vicini.
Principio della
somiglianza:
tendenza a
percepire come
ununica
configurazione
elementi
simili.
-
Principio della
buona
continuazione:
tendenza a
percepire come
ununica
configurazione
elementi coerenti
nella forma e
direzione.
-
- Principio della
chiusura: tendenza
a percepire come
ununica
configurazione
elementi che
formano o tendono
a formare una
figura chiusa.
- Principio
dellesperienza
passata: tendenza
a percepire come
ununica
configurazione le
forme familiari.
Lesperienza
passata agisce
quando altri fattori
non sono presenti e
richiede
unesperienza
precedente con le
forme per
riconoscerle.
Contrastando alcuni
principi automatici,
come la pareidolia,
che ci porta a
vedere volti in
oggetti
casuali, il principio
della pertinenza ci
spinge a percepire
come ununica
configurazione le
forme
coerenti e
armoniche.
Diverse culture
influenzano la
percezione: gli
americani tendono
a focalizzarsi sugli
stimoli
salienti, mentre i
giapponesi
descrivono prima lo
sfondo. Nonostante
le somiglianze
percettive,
queste dierenze
dimostrano
linfluenza culturale
sulla percezione.
Lorganizzazione
della conoscenza si
basa sui sistemi di
memoria:
LA MEMORIA
SENSORIALE,
velocissima e di
breve durata, e la
memoria a breve
termine,
dove
immagazziniamo
informazioni utili.
“Pesca
informazioni dalla
memoria a lungo
termine e le mette a
disposizione per
luso
immediato.
LA MEMORIA A
LUNGO TERMINE
è la nostra vasta
libreria di ricordi
duraturi, con
capacità di
archiviazione
illimitata e
potenzialmente a
vita.
Si divide in:
1. Memoria
dichiarativa:
-
Conoscenze
esplicite di fatti,
significati di parole,
simboli ed episodi.
-
Forma di
conoscenza
esplicita.
-
Conserva il
significato delle
parole.
2. Memoria
procedurale:
-
Conoscenze
implicite su come
fare le cose
(andare in bicicletta,
leggere, preparare
la moka).
-
Non richiede
spiegazioni o
consapevolezza.
3.Memoria
episodica e
autobiografica:
-
Riguarda eventi ed
episodi con
informazioni spazio-
temporali (“dovee
“quando”).
-
Esempio: “A Roma
ho visitato il
Colosseo con mia
mamma e ho
pagato tanto il
biglietto”.
4.Memoria
semantica e
memoria episodica:
-
Parte della memoria
dichiarativa.
5.Memoria
semantica:
- Rappresentazioni
mentali a lungo
termine di
conoscenze su
parole, concetti,
simboli, proprietà e
relazioni.
-
Conoscenze extra-
linguistiche sul
mondo fisico (es.
“Roma è la capitale
dItalia”).
-
Conoscenze
implicite.
Due modelli di
memoria
semantica:
1. MODELLO DEL
DOPPIO CODICE:
- Due
rappresentazioni
parallele,
indipendenti, che
elaborano gli stimoli
sensoriali.
- Uno specializzato
in risposte verbali e
informazioni
linguistiche.
- Laltro
specializzato in
risposte non verbali
e stimoli non
linguistici.
Critica: è dicile
pensare che il
nostro cervello
abbia co tante
rappresentazioni
(es. non verbale,
verbale, divisa per
lingua).
MODELLI CON UN
UNICO SISTEMA
DI MEMORIA
SEMANTICA:
a. Sostengono un
unico sistema di
rappresentazione
verbale amodale,
astratto, non
specifico,
indipendente da
stimolo, lingua e
modalità.
b. Funziona tramite
una rete semantica
con nodi (concetti)
e connessioni
(relazioni tra
concetti,
come categoria,
gerarchia,
associazione).
i Concetti vicini
nello spazio
semantico sono
vicini nel significato
(es. camino, legna,
fuoco).
c. Recupero info:
attivazione dei nodi
concettuali tramite
diusione
dellattivazione (es.
vedere un
topo attiva concetti
come gatto,
animale).
EFFETTO
PRIMING:
- Stimolo prime e
target.
- Partecipante
identifica se il target
è una parola o una
non-parola.
- Risposta più
rapida se la parola
prime è collegata al
target.
- Entrare in una rete
semantica è più
veloce se le parole
sono correlate.
ESPERIMENTI
WAGNER:
innuendo eect.
- Anche una frase
interrogativa crea
un eetto di
insinuazione,
creando un dubbio.
-
L’eetto priming e
la rete semantica
potrebbero
spiegarlo.
- Tendenza a dare
giudizi negativi
anche nelle frasi
negative, perché si
crea una rete
semantica e
ci facciamo unidea,
che sia sbagliata o
no.
CONCETTI:
UNITÀ DELLA
MEMORIA
SEMANTICA.
- Le parole hanno
una relazione
arbitraria con la
realtà, mentre le
figure hanno una
relazione non
arbitraria.
Noi scegliamo cosa
identifica una
parola.
La parola “sedia
non è l’entità
stessa, ma una
convenzione. La
figura di una sedia
la rappresenta.
Entrambe sono
rappresentazioni
mentali, non
riconducibili alla
realtà.
IL MODELLO DI
MEMORIA
SEMANTICA
AMODALE è un
modello unitario che
rappresenta
informazioni
provenienti da
diverse modalità
sensoriali (parole
udite o scritte) con
un codice
astratto comune.
Non separa parole
e immagini.
Questo modello ha
sistemi di accesso e
riproduzione
specifici per stimoli
scritti o uditivi.
Questi stimoli
arrivano a un
sistema semantico
unitario e si
dividono
nuovamente nei
processi produttivi
per parlare, scrivere
o rappresentare
visivamente.
COME FUNZIONA?
1. Leggo, ascolto o
vedo qualcosa.
2. Analizzo lo
stimolo e arrivo al
sistema semantico
amodale.
3. Cè un sistema di
output specifico per
la produzione orale
e uno per la
produzione scritta.
I sistemi di accesso
si occupano di
ortografia, fonologia
e descrizione di
immagini.
- Quando vedo una
parola scritta, la
analizzo
visivamente ed
entro nellarea del
lessico
ortografico.
-
Poi accedo al
sistema
concettuale. Non si
arriva subito al
concetto mentale
perché prima
bisogna trovare e
identificare la parola
nel lessico. Lo
stesso vale per le
parole udite, con
unanalisi acustica e
un lessico
fonologico.
- Per le immagini,
c’è unanalisi
pittorica (chiamata
descrizione
strutturale) e si
accede di nuovo
al sistema
semantico (che è
unico).
Accesso lessicale:
le parole omofone e
omografe
dimostrano che il
sistema semantico
è distinto
dallaccesso
lessicale. Ad
esempio, “batteria
ha molti significati
nel nostro “bacino
lessicale”, ma
solo uno specifico
nel sistema
semantico.
Laccesso lessicale
non è un semplice
accesso, ma
unattivazione:
quando sentiamo
una parola,
si attivano diverse
voci possibili. Prove
sperimentali
dimostrano che il
tempo di
riconoscimento di
una parola è
correlato alla
porzione di parola
che si deve
ascoltare prima che
diventi
inequivocabile.
Riconoscimento di
oggetti: LA TEORIA
DELLA
PERCEZIONE DI
MARR spiega come
costruiamo la realtà
percettiva. La teoria
spiega come
percepiamo oggetti
complessi a
partire dallanalisi
dellimmagine
visiva.
Stadi della
percezione:
1. Abbozzo primario
bidimensionale (2-
D): limmagine che
arriva alla retina, da
elaborare in
base alle
dimensioni.
2. Abbozzo a due
dimensioni e mezzo
(2H-D): include
profondità e
orientamento, è un
processo percettivo.
3. Modello
tridimensionale (3-
D): centrato
sulloggetto.
Perché questi
stadi? La retina non
vede immagini
tridimensionali, ma
piatte. Il cervello
costruisce
la tridimensionalità.
Tra il primo e il
secondo stadio,
costruiamo lidentità
dell’oggetto.
Se guardiamo un
oggetto, alla retina
arriva unimmagine
piatta. La
percezione
Costruisce ciò che
non vediamo (es.
vedo un cubo, ma
solo una facciata; la
percezione
completa
limmagine). Questo
avviene prima che
linformazione arrivi
al sistema
semantico
e venga data un
significato.
Processo di
produzione:
- Dopo aver
“ricevutouna
parola, la
produciamo
oralmente o per
iscritto.
- Cè un lessico in
entrata (ortografico
e fonologico) e uno
in uscita.
- Iniziamo
ripescando il
significato dal
nostro vocabolario.
- Linformazione
elaborata in entrata
viene trasmessa a
una componente in
uscita per il
mantenimento
temporaneo:
-
Buer fonemico:
per linformazione
fonologica.
-
Buer grafemico:
per linformazione
grafemica.
- Questo processo
è generalmente la
memoria di lavoro.
- Recuperiamo
informazioni dalla
memoria a lungo
termine (il nostro
“vocabolario”) per
usarle in
quel momento.
Il modello a due vie
della lettura:
- Il processo di
lettura ha
componenti
funzionali.
- Può avvenire
attraverso due
procedure:
- Via lessicale:
recupera il
significato della
parola dal sistema
semantico.
- Via non lessicale:
non ha bisogno del
sistema semantico.
- Entrambe hanno
in comune lo stadio
iniziale e quello
finale: il buer
fonemico.
- Linformazione per
la corretta
pronuncia viene
trasferita in un
magazzino di
memoria
temporaneo.
Via non lessicale:
- Usata per leggere
parole sconosciute.
- Non accede alla
memoria
semantica, al
lessico o al sistema
concettuale.
- Converte ogni
lettera in suono.
Via lessicale:
- Accede al lessico
e al sistema
concettuale.
- Permette il
riconoscimento di
parole irregolari.
- Usata per parole
molto frequenti.
Capitolo 4:
COMUNICAZIONE
VERBALE E NON
VERBALE.
La comunicazione
verbale usa le
parole per veicolare
messaggi
complessi e
specifici,
mentre quella non
verbale trasmette
messaggi
immediati, ma più
dicili da
comprendere.
Entrambe possono
collaborare o
contraddirsi.
La comunicazione
non verbale può
essere intenzionale
(messaggi
consapevoli) o
inconsapevole
(risposte
comportamentali e
fisiologiche). I
messaggi non
verbali
trasmettono e
interpretano
atteggiamenti e
intenzioni.
La comunicazione
non verbale è
importante per:
Trasmettere aspetti
relazionali e
interpersonali.
Sostenere e
completare la
comunicazione
verbale.
Regolare le
interazioni.
Comunicare le
emozioni.
I sistemi della
comunicazione non
verbale sono:
-
-
-
-
-
-
-
-
Sistema vocale
(tono, intensità,
tempo della voce).
Sistema cinesico
(mimica facciale,
sguardo, gesti,
movimenti del
corpo).
Sistema corporeo
(contatto
interpersonale,
gestione degli
spazi).
Sistema visivo
(immagini).
La comunicazione
verbale si basa su
tre modalità: tono
(intonazione),
intensità (volume) e
tempo
(ritmo). Anche il
silenzio è
importante: i silenzi
psicolinguistici
interrompono il
parlato, quelli
interattivi facilitano
linterazione e quelli
socio-culturali
variano a seconda
della cultura.
Il sistema cinesico
comprende segnali
intenzionali
(indicare, lingua dei
segni) e non
intenzionali
(espressioni
facciali, postura). La
mimica facciale
rivela emozioni e
tratti di personalità.
Alcune
emozioni sono
universalmente
riconoscibili, ma il
contesto è
fondamentale (es.
sorriso felice vs
sorriso
imbarazzato).
Lespressione
universale delle
emozioni attraverso
la mimica facciale è
stata messa in
discussione
dalla teoria neuro-
culturale di Ekman.
Ekman, ispirandosi
a Darwin, sostiene
che lespressione
delle emozioni è
innata e derivata
dallevoluzione, con
una base
neurofisiologica
genetica.
Pertanto, la mimica
facciale è
essenziale per la
sopravvivenza.
Alcuni tratti sono
comuni a tutti gli
esseri umani, a
prescindere dalla
cultura. La postura
e gli
aspetti psicologici,
comprese le
emozioni come la
paura, sembrano
avere radici
evolutive legate
alla sopravvivenza.
Secondo Ekman,
esistono movimenti
facciali universali
per le emozioni di
base, condivisi da
tutte
le culture. Le
emozioni di base
corrispondono a
cambiamenti dei
muscoli del viso,
mentre le
azioni secondarie o
“non-emozioni
regolano
linterazione verbale
e sono più dicili
da
identificare.
Ekman identifica sei
emozioni di base:
paura, sorpresa,
rabbia, disgusto,
tristezza e gioia.
Lo sguardo, parte
del sistema
cinesico, è un
veicolo di
comunicazione non
verbale. Consente il
contatto visivo e lo
spostamento
dellattenzione,
importante nella
gestione dei turni
conversazionali. Il
contatto oculare
aumenta
lattivazione
nervosa in molte
specie, compresa
quella umana. È
fondamentale per
avviare rapporti
interpersonali, può
avere valore di
minaccia e
caratterizza le
situazioni di
seduzione.
Nelle conversazioni
asimmetriche, chi è
in una posizione di
potere tende a
guardare di più
linterlocutore. È un
segnale potente per
chiedere e ottenere
il consenso.
Favorisce la
cooperazione,
facilitando la
comunicazione di
intenti positivi.
Dierenze culturali
nel
contatto visivo: in
Giappone è
irrispettoso, nelle
culture arabe è il
contrario. I gesti,
parte del
sistema cinesico,
possono
accompagnare la
comunicazione
verbale o essere
“solitari”. Si
dividono in:
gesticolazione
(raorza il parlato),
pantomima
(rappresentazione
gestuale), emblemi
(gesti
convenzionali),
gesti deittici
(indicazione), gesti
motori (movimenti
ripetuti) e
linguaggio dei
segni (linguaggio
codificato). Postura
e movimenti
corporei, legati a
cultura e contesto,
hanno
pattern costanti (es.
abbassamento del
corpo per umiltà,
rilassamento
muscolare per
potere). Il
sistema prossemico
riguarda la
percezione e luso
del contatto
corporeo, dello
spazio e della
distanza. La
gestione dello
spazio personale
fornisce indizi
comunicativi. Hall
identifica quattro
intervalli di
distanza: intimità,
personale, sociale e
pubblico. Il contatto
corporeo sollecita il
sistema aptico. La
distanza socio-
psicologica è
fondamentale nella
comunicazione
aptica.
Il contatto corporeo
è percepito
diversamente a
seconda della
cultura:
- Cultura della
distanza: grande
distanza
interpersonale,
ridurla è visto come
invasivo.
- Cultura della
vicinanza: distanza
interpersonale
ridotta, la distanza è
vista come
freddezza.
Rappresentazioni
visive:
- Importanti nella
comunicazione di
massa
(riproducibilità e
immediatezza).
- Es. emoticons:
compensano
lassenza di
comunicazione non
verbale nella
comunicazione
scritta.
- Molto usate in
chat, forum, sms ed
email.
Funzioni della
comunicazione non
verbale:
- Regola e influenza
i processi cognitivi a
diversi livelli:
- Individuale (es.
auto-persuasione).
- Interpersonale (es.
stretta di mano).
- Intergruppi (es.
status sociale).
- Comunicazione di
massa (es.
pubblicità).
Livello individuale:
- I segnali non
verbali segnalano i
nostri stati danimo
e atteggiamenti.
- Possono essere:
- Manifestazione di
stati psicologici.
- Causa di stati
psicologici.
- Linfluenza degli
stati corporei sugli
atteggiamenti
avviene attraverso:
- Indizi (es. un
ideogramma cinese
neutro è percepito
più piacevolmente
con il braccio
piegato
verso stessi).
- Elaborazione delle
informazioni (es.
elaborazione più
profonda di un
messaggio
persuasivo da
sdraiati).
- Sicurezza nelle
proprie idee (es.
schiena dritta e
petto in fuori
inducono maggiore
autostima).
Livello
interpersonale:
- Regolano
linterazione (es.
turni
conversazionali,
silenzio, sguardo).
- Segnalano,
creano o cambiano
atteggiamenti (es.
distanza, mimicry).
- Strumenti di
autopresentazione
(espressiva o
strategica).
- Strumenti di
persuasione (es.
contatto fisico).
- Funzionali in
ambito clinico (es.
comunicazione
facilitata,
sincronizzazione).
Livello intergruppi:
- Segnalano
lappartenenza
sociale (es.
movimenti di
approccio/
evitamento).
- Regolano le
interazioni tra
gruppi (es.
maggiore libertà di
movimento per il
gruppo con status
più
elevato).
- Mantenere o
ridurre dierenze
sociali (es. sorrisi
per prevenire
discriminazione).
Livello di massa:
- Forniscono
informazioni rapide
e sintetiche
(percezione visiva).
- Trasmetteranno
valori o stereotipi
(es. valore della
magrezza nei
media).
ii. Face-ism: chi ha
più status è
mostrato in primo
piano, chi ne ha
meno a figura
intera.
iii. Spatial agency
bias: si preferiscono
azioni che vanno da
sinistra a destra.
1. Es. Le donne
sono spesso a
destra con lo
sguardo verso
sinistra.
Lorientamento del
comportamento di
consumo si riferisce
allinfluenza della
stimolazione
sensoriale (colori,
profumi, musica)
sulla promozione di
prodotti e servizi.
1. Es. Gli ambienti
profumati inducono
emozioni positive e
promuovono gli
acquisti.
Capitolo 5.
FUNZIONE
PERSUASIVA
DELLA
COMUNICAZIONE.
La comunicazione
mira a influenzare
le persone.
- Cerca di
“manipolarela
realtà sociale,
facendo accettare
la nostra
rappresentazione di
prodotti,
idee e punti di vista.
- Influenza
atteggiamenti e
comportamenti.
La comunicazione
persuasiva mira a
cambiare:
- Opinioni (es.
comunicazione
politica).
- Credenze (es.
medici che
consigliano
trattamenti).
- Atteggiamenti (es.
genitori che
educano i figli).
- Valori (es.
insegnanti che
insegnano il
rispetto).
La persuasione
mira a cambiare
opinioni, credenze,
atteggiamenti e
valori, ma non
sempre
modifica il
comportamento.
La finalità ultima è
cambiare sia
latteggiamento che
il comportamento,
cioè credenze,
opinioni,
atteggiamenti e
valori.
Corrispondono a
cambiamenti nel
comportamento?
Il comportamento
dipende da vari
fattori. La
comunicazione
persuasiva mira a
influenzare sia il
piano cognitivo sia
quello
comportamentale.
Ricerche
psicologiche sulla
persuasione di Carl
Hovland (Università
di Yale) studiavano
come
ottenere consenso
per la guerra tra
cittadini e militari.
Lo studio
analizzava i fattori
che determinano
l’ecacia
persuasiva: quali
caratteristiche di
fonte,
messaggio e
ricevente
aumentano la
probabilità di
cambiare opinione?
La fonte: cosa la
rende persuasiva?
Credibilità: due
elementi chiave:
1. Competenza:
attribuzione di
conoscenze e
capacità per
risolvere problemi
(livello istruzione,
intelligenza, status
sociale, successo
professionale).
2. Adabilità:
motivazione a usare
correttamente le
proprie
competenze,
generando fiducia.
Una
persona adabile
può influenzare
anche senza
competenze.
Esperimento
dell’eetto di
Competenza:
Procedura:
partecipanti
leggono un
messaggio
sullutilità dei
sottomarini nucleari,
attribuito a:
- un premio Nobel
per la fisica
- un giornale filo-
comunista (in piena
guerra fredda).
Si valuta
latteggiamento dei
partecipanti:
- prima della lettura
- subito dopo
- dopo 4 settimane,
per verificare la
persistenza
dell’eetto.
Risultati: fonti
credibili producono
cambiamenti più
rilevanti rispetto a
quelle poco
credibili, ma
solo subito dopo la
lettura (leetto si
perde nel tempo).
Secondo gli autori:
- immediatamente
dopo la lettura, la
credibilità della
fonte influenza
Laccettabilità del
messaggio
diminuisce nel
tempo. I riceventi
ricordano argomenti
e fonte
separatamente,
basando le opinioni
sugli argomenti,
facendo svanire
l’eetto della fonte.
Adabilità e
competenza non
sempre coincidono.
Una fonte
competente è più
persuasiva di una
non competente,
soprattutto quando
è persuasiva. Un
esperto può essere
persuasivo ma non
credibile? Se il
ricevente
percepisce
intenzioni
persuasive, leetto
della competenza
può svanire.
La fonte acquisisce
potere persuasivo
quando sostiene
una posizione
inaspettata o contro
i propri
interessi. Quando la
fonte sostiene una
posizione attesa, i
riceventi la
giudicano sincera
ma
tendenziosa,
riducendo la
persuasività.
Laspetto fisico
(piacevolezza) è
unaltra
caratteristica
persuasiva. Conta
quanto una fonte ci
piace, anche
caratterialmente.
Lesperimento di
Chaiken ha
mostrato che i
partecipanti erano
più daccordo con i
“comunicatori
attraenti,
indipendentemente
dal sesso. I risultati
non sono sempre
univoci a causa di
variabili come
lambiente o la
sicurezza di
delle persone
attraenti. Una
spiegazione è che
le persone attraenti
sviluppano abilità
persuasive
attraverso rinforzi
nelle esperienze
comunicative.
I cambiamenti nel
ricevente derivanti
da credibilità,
attrazione e potere
della fonte variano
per
natura e stabilità:
- Fonte credibile:
induce
internalizzazione,
integrando nuove
opinioni nel sistema
di credenze
esistente.
- Fonte attraente:
induce
identificazione,
cambiando
atteggiamenti per
stabilire una
relazione
gratificante con la
fonte.
- Potere: induce
condiscendenza, un
cambiamento
superficiale
motivato dal
controllo della fonte
su ricompense e
punizioni.
Stile
comportamentale:
- Credibilità,
bellezza e status
sono caratteristiche
stabili della fonte.
- Lo stile
comportamentale
aumenta lecacia
della fonte
Sleeper eect:
- Limpatto delle
fonti non credibili
può aumentare nel
tempo perché le
persone ricordano i
messaggi ma
dimenticano le fonti
non credibili.
- Persuasione
ritardata: il
ricevente dimentica
la fonte del
messaggio.
Il programma di
ricerca di Yale si
basava su due
ipotesi:
1. La struttura del
messaggio
persuasivo deve
favorire
lapprendimento
(comprensione e
memorizzazione).
2. Le
argomentazioni
ecaci devono
contenere
esplicitamente i
vantaggi
dellaccettazione
della
posizione sostenuta
o gli svantaggi del
non farlo.
I messaggi bilaterali
sono più ecaci di
quelli unilaterali
perché mettono in
luce punti di forza e
debolezze.
Argomentazioni
bilaterali, che
presentano punti di
vista opposti, sono
più persuasive e
aumentano
la credibilità della
fonte. Tuttavia, i
messaggi unilaterali
sono ecaci per
chi è già daccordo
con il
messaggio.
LESPERIMENTO
DI HOVLAND,
LUMSDAINE E
SHEFFIELD HA
dimostrato che i
messaggi
unilaterali erano più
persuasivi per chi
inizialmente era
daccordo con il
contenuto, mentre i
messaggi bilaterali
erano più ecaci
per chi era scettico.
Lappello alla paura
può rendere i
messaggi più
persuasivi, ma non
sempre cambia il
comportamento.
LESPERIMENTO
DI JANIS E
FESHBACH HA
mostrato che i
messaggi che
inducevano una
paura bassa erano
più ecaci nel
migliorare le
abitudini di igiene
dentale degli
studenti. I
messaggi ad alto
livello di paura
possono portare a
reazioni difensive e
alla negazione della
minaccia. I
messaggi che
suscitano paura
sono più ecaci se
presentano una
soluzione e fanno
sentire le persone
capaci di agire. Il
messaggio diventa
più persuasivo con
un livello più alto di
paura, ma il
ricevente deve
sentirsi in grado di
attuare certi
comportamenti.
La dissonanza
cognitiva spiega il
conflitto tra ciò che
dovremmo fare e
ciò che sappiamo
fare.
La teoria della
motivazione alla
protezione aerma
che gli individui
sono motivati ad
adottare
comportamenti di
protezione quando:
- Percepiscono il
problema come
grave.
- Si sentono
vulnerabili.
- Credono che i
comportamenti
raccomandati siano
ecaci.
- Si sentono in
grado di attuarli.
Altrimenti, gli
individui
ridimensionano la
gravità del
problema.
Un messaggio
vivido è più ecace
perché è più visibile
e quindi più
facilmente percepito
e
memorizzato.
Il messaggio deve
essere:
- Concreto.
- Di impatto
percettivo.
- Di impatto
emotivo.
- Vicino (in termini
temporali, spaziali o
sensoriali).
La nostra
percezione è
attratta da stimoli
motivati
dallevoluzione,
come gli stimoli
salienti e gli
stimoli in
movimento.
Altre reazioni
attentive innate
includono:
- Richiamo delle
fattezze infantili.
- Richiamo dello
sguardo.
- Richiamo dei
segnali sessuali.
Le caratteristiche
che rendono un
ricevente più
convincibile
includono:
- Predisposizione
ad essere
influenzati come
tratto di personalità.
- Atteggiamenti
precedenti poco
definiti.
La predisposizione
individuale
allinfluenzabilità
sembra essere
influenzata da:
- Autostima.
Le persone con alta
autostima sono
generalmente più
resistenti alla
persuasione,
essendo più
convinte dei propri
atteggiamenti,
comportamenti e
valori. Le persone
aggressive tendono
a
essere più resistenti
alla persuasione,
meno aperte ad
altre prospettive. Le
persone più
intelligenti
sono più resistenti
ai messaggi
persuasivi, ma solo
se logici e precisi,
altrimenti risultano
insensibili. Le
donne hanno una
generale tendenza
a cambiare
opinione dopo
essere state
esposte a messaggi
persuasivi, forse
perché socializzate
per essere più
collaborative e
considerano la
conformità un tratto
positivo. Leetto è
più rilevante nelle
situazioni face-to-
face e
dipende dal
contenuto del
messaggio: sia
uomini che donne
sono più facilmente
persuasi su temi
di cui sanno poco. I
modelli teorici di
persuasione, come
il modello della
probabilità di
elaborazione e il
modello euristico-
sistematico,
prevedono che il
cambiamento degli
atteggiamenti sia
lesito di due
processi distinti.
Il modello della
probabilità di
elaborazione
descrive come i
riceventi elaborano i
messaggi
persuasivi. Esistono
due percorsi:
- Percorso centrale:
Elaborazione
attenta e
approfondita del
contenuto del
messaggio.
- Percorso
periferico:
Elaborazione
basata su aspetti
emotivi o sulla
presentazione del
messaggio,
piuttosto che sul
contenuto stesso.
La persuasione
tramite percorso
centrale dipende
dalla motivazione
(rilevanza del tema)
e
dallabilità cognitiva
(livello di
intelligenza,
competenze
tecniche).
Argomentazioni forti
portano a
cambiamenti
duraturi delle
attitudini.
La persuasione
tramite percorso
periferico si verifica
quando il ricevente
non è motivato o
non
può dedicare sforzi
cognitivi. In questo
caso, la qualità
dellargomento non
è importante; fattori
esterni come
lattrattiva del
parlante o la
credibilità della
fonte influenzano la
persuasione.
Il modello duale può
essere visto come
un continuum.
Non è necessario
dividere i due
processi. Il
processo cognitivo
varia a seconda di
motivazione e
abilità,
indipendentemente
dalle informazioni.
Modello euristico-
sistematico:
- Il ricevente può
elaborare un
messaggio
persuasivo in due
modi:
- Processo
sistematico: analisi
approfondita dei
contenuti.
- Processo
euristico: uso di
scorciatoie mentali
(es. prezzo =
qualità).
- Le euristiche sono
scorciatoie derivate
da esperienze
precedenti.
Dierenze tra i
modelli:
- Il modello della
probabilità di
elaborazione
prevede due
processi alternativi,
mentre il modello
euristico-
sistematico
ammette entrambi i
processi
contemporaneamen
te.
- Non si tratta di un
continuum, ma di
due processi
paralleli: analisi del
contenuto e uso di
scorciatoie mentali.
Strategie di
persuasione:
- Strategia del
“colpo basso”: dopo
aver concordato
delle condizioni, si
ritirano o si
modificano le
basi iniziali,
sostituendole con
condizioni peggiori.
ESPERIMENTO DI
CIALDINI:
- Studenti
universitari
venivano invitati a
partecipare a un
esperimento in
cambio di crediti.
- Due condizioni:
- Condizione
sperimentale: dopo
aver accettato,
veniva specificato
che lesperimento si
sarebbe tenuto alle
7 del mattino.
- Condizione di
controllo: prima di
accettare, veniva
specificato che
lesperimento si
sarebbe
tenuto alle 7 del
mattino.
Risultati:
- Percentuali di
accettazione più
alte nella
condizione
sperimentale,
nonostante la
possibilità di
cambiare idea.
- La strategia del
“colpo bassomira
a ottenere
laccettazione del
partecipante.
Si inizia con
unattività semplice
e piacevole per
coinvolgere i
partecipanti,
nascondendo i lati
negativi
dellesperimento
(come linizio alle 7
del mattino).
Strategia del “piede
nella porta”: si
chiede inizialmente
una piccola
richiesta,
aumentando le
probabilità che
venga accettata
una seconda
richiesta più
impegnativa.
ESPERIMENTO DI
FREEDMAN E
FRASER:
casalinghe invitate
a unintervista di
due ore per fare
linventario dei
prodotti usati in
casa. Due
condizioni:
1. Controllo: il
compito viene
specificato al
telefono.
2. Sperimentale:
prima si chiede di
rispondere a
domande sui saponi
usati tutti i giorni.
Risultati: il 52%
delle casalinghe
nella condizione
sperimentale
accetta lintervista,
contro il 22%
nella condizione di
controllo.
Queste strategie si
basano sul principio
di coerenza del
comportamento:
tendiamo a
comportarci
in modo coerente
con le nostre
decisioni.
- Dopo aver
accettato una
richiesta iniziale o
preso una
decisione, si tende
a mantenere la
stessa
scelta, anche se
emergono
alternative migliori
(eetto
congelamento).
- Il fattore chiave è il
sentimento di
libertà: se una
persona si sente
libera di scegliere,
insiste
nella decisione
presa, anche se le
condizioni
cambiano.
La mis-
comunicazione
deriva da un
fallimento
comunicativo.
Comunicazione
problematica:
scambio che fallisce
per mancanza di
chiarezza nel
trasmettere
informazioni, idee o
sentimenti, o
dicoltà nel
comprendere.
Esempi:
- Conflitti culturali:
dierenze di
interpretazione
legate a valori,
credenze o abitudini
culturali, che
portano a percepire
lo stesso
messaggio in modo
opposto.
- Aspettative non
condivise: quando
le persone coinvolte
si aspettano risultati
diversi da una
stessa
comunicazione,
creando
fraintendimenti.
I fallimenti
comunicativi
derivano da diversi
elementi: Fonte,
Destinatario,
Codice, Canale,
Messaggio,
Contesto.
Fonte: trasforma il
pensiero in
messaggio
attraverso un
codice/linguaggio.
Per evitare
fallimenti:
- Rispettare le
massime
conversazionali
(quantità, qualità,
relazione, modo).
- Adattare la
comunicazione al
destinatario:
- Prosodia (es. tono
di voce con i
bambini).
- Sintassi (es.
parole semplici con
gli stranieri).
- Semantica (es.
terminologia
comprensibile per i
pazienti).
- Comunicazione
non verbale (es.
culture diverse).
- Adattare la
comunicazione al
contesto (formale,
professionale,
colloquiale).
Destinatario:
interpreta
attivamente il
messaggio. Per
evitare fallimenti:
- Competenza
sintattica,
semantica e
pragmatica (anche
la fonte deve
averla).
- Motivazione e
risorse cognitive per
capire il messaggio
(vedi
comunicazione
persuasiva).
III. Molte distorsioni
derivano dalle
aspettative (es.
confirmation bias:
preferenza per
messaggi che
confermano le
proprie opinioni).
Canale: Fallimenti
comunicativi
possono derivare
dalla scelta errata
del canale, ovvero
dal
mancato
adattamento del
tipo di linguaggio
allobiettivo della
comunicazione.
Alcuni canali sono
più adatti per
determinati tipi di
comunicazione.
Messaggio: Il
messaggio non
deve essere
contraddittorio:
- Argomentazioni
coerenti.
- Coerenza tra
canale verbale e
non-verbale.
Contesto: Fallimenti
della
comunicazione si
verificano quando:
1. Lemittente non
modula il
messaggio in base
al contesto.
2. Il ricevente non
interpreta il
messaggio in base
al contesto.
Ambiguità del
linguaggio: Per
disambiguare il
linguaggio è
necessario un
contesto, che può
essere:
1. Esplicito: formato
da segni verbali
(fonemi, parole,
frasi, discorsi) e non
verbali.
2. Implicito:
informazioni non
verbalizzate ma che
influenzano la
comunicazione
(conoscenza
reciproca, ruoli,
relazione, scopo).
Feedback: Il
feedback è
linformazione di
ritorno che
lemittente riceve
dal destinatario,
consentendo al
modello matematico
di avere una
dimensione
circolare.
Il feedback è
fondamentale per
una comunicazione
ecace. Il
ricevente diventa
emittente. Un uso
improprio del
feedback può
causare
fraintendimenti, sia
per la scarsa
attenzione
dellemittente ai
segnali, sia per la
mancanza di
segnali da parte del
destinatario.
LA “PRAGMATICA
DELLA
COMUNICAZIONE
UMANA” DI
WATZLAWICK
presenta due
assiomi chiave:
ogni comunicazione
ha un contenuto e
una relazione; la
natura della
relazione
dipende dalla
punteggiatura delle
sequenze
comunicative.
Spesso i conflitti di
contenuto
mascherano
problemi relazionali.
La
discomunicazione si
verifica quando il
messaggio
trasmesso e quello
ricevuto sono
diversi,
causando
incomprensioni.
Uno o entrambi i
partecipanti
bloccano o evitano
la comunicazione,
creando
incomunicabilità.
A dierenza della
mis-comunicazione
(mal-
interpretazione), la
discomunicazione
implica una
volontà di non
comunicare o
essere intesi. Gli
aspetti impliciti e
indiretti della
comunicazione
prevalgono su quelli
espliciti e diretti.
La
metacomunicazione
è la capacità di
riflettere sulle
caratteristiche della
comunicazione.
Costituita da atti
comunicativi che
hanno come
oggetto altri atti
comunicativi, ad
esempio: “Stavo
solo scherzando!
Era una frase
ironica”.
La distorsione
involontaria si
verifica quando la
comunicazione
arriva senza una
volontà
intenzionale della
fonte. Le redazioni
giornalistiche, nel
processo di
diusione delle
notizie,
estrapolano i fatti
dal loro contesto
originario.
Ricollocare le
notizie nel contesto
più adatto alla loro
diusione. Le
distorsioni derivano
da:
- Processi di
selezione delle
informazioni (es.
semplificazione
eccessiva,
selezione
incompleta).
- Processi di
diusione (es.
incongruenza tra
titolo e notizia,
eetto della
credibilità della
fonte).
- Interpretazione del
ricevente (es. bias
cognitivi).
Infodemia
(Treccani):
diusione
eccessiva di
informazioni,
spesso non
vagliate, che rende
dicile
orientarsi su un
argomento per la
dicoltà di
individuare fonti
adabili.
“When the Buzz
Bites Back”
(Articolo):
“infodemia
descrive come fatti,
paura, speculazioni
e
voci, amplificati
dalle tecnologie,
influenzano
economie, politica e
sicurezza in modo
sproporzionato. Un
esempio è la
reazione alla SARS,
al terrorismo o
anche ad eventi
minori come
avvistamenti di
squali.
Capitolo 8: il
conflitto nasce dalla
divergenza di
interessi su risorse
scarse, materiali o
immateriali
(budget, spazio,
tempo, emozioni).
Elementi chiave del
conflitto:
1. Risorse limitate,
contese e di
interesse comune,
insucienti per
tutti.
2. Parti con
interessi divergenti,
che hanno visioni
diverse su come
distribuire le risorse.
Ambiguità nei criteri
di divisione, da
risolvere attraverso
la comunicazione.
Tipologie di
conflitto:
- Conflitto emotivo:
basato su
sentimenti e
identità, può
degenerare in
ritorsioni e
percezioni
negative.
- Conflitto cognitivo:
incentrato su
questioni logiche,
può essere
costruttivo se
gestito bene,
promuovendo
crescita personale e
collettiva,
comunicazione e
creatività.
Il conflitto emotivo
porta spesso a
situazioni negative,
mentre quello
cognitivo può
essere
costruttivo con una
buona negoziazione
e comunicazione.
Esempio di conflitto
emotivo: Marco e
Laura, sviluppando
una campagna di
marketing, si
scontrano per il
riconoscimento
delle proprie idee,
intensificando il
conflitto a livello
emotivo.
Esempio di conflitto
cognitivo: un team
di sviluppo software
deve decidere
quale linguaggio di
programmazione
usare.
Luca preferisce
Python per la sua
facilità, Chiara Java
per la sua stabilità.
Il conflitto è
razionale,
non emotivo:
entrambi vogliono il
meglio per il
progetto. Luca e
Chiara discutono i
punti di forza di
ciascun linguaggio,
ma le priorità
diverse alimentano
il conflitto. Essendo
cognitivo, il conflitto
è
costruttivo: si
discutono vantaggi
e svantaggi.
Strategie per una
sana conflittualità:
- Direzionare il
conflitto per
renderlo solo
cognitivo, evitando
che diventi emotivo.
- Migliorare la
comunicazione tra
gruppi (De Dreu e
Van De Vliert,
1997).
- Strategie:
esprimere interessi
e vissuti, discutere
risorse scarse,
evidenziare
ambiguità e
percezioni negative.
Tipologie di
conflitto:
- Gioco a Somma
Zero (win/loss): una
vittoria per uno è
una perdita per
laltro.
- Le parti
percepiscono le
vittorie come
perdite per laltro.
- Le divergenze
sono inconciliabili,
ciascuno ritiene le
proprie ragioni
prioritarie.
- Stile comunicativo:
competitivo,
negoziazione
distributiva.
- Gioco a Somma
Variabile (win/win):
concessioni
reciproche
beneficiano
entrambe le parti.
- Una vittoria per
uno non è
necessariamente
una perdita di
eguale entità per
laltro.
- Approccio
cooperativo,
negoziazione
integrativa.
Esempio:
mangiarla.
Due sorelle, Anna e
Maria, desiderano
entrambe
unarancia: una per
una spremuta,
laltra per
Per fare una torta,
Anna e Maria
trovano una
soluzione: metà
arancia a testa.
Anna spreme la sua
mezza arancia e
butta via la buccia,
mentre Maria
grattugia la buccia
per la torta e butta
via la
polpa.
- Negoziazione
distributiva: risorsa
limitata divisa
equamente, senza
esplorare le
esigenze.
- Negoziazione
integrativa:
esplorazione delle
necessità per una
soluzione che
soddisfi entrambe.
Anna e Maria
scoprono di avere
necessità diverse.
Anna prende la
polpa per la
spremuta, Maria la
buccia per la torta,
senza sprechi.
Capitolo 8
STRATEGIE
NEGOZIALI E STILI
COMUNICATIVI
MODELLO
MOTIVAZIONALE A
DUE INTERESSI
(PRUITT E RUBIN)
Assunto: le
strategie negoziali
dipendono dalle
motivazioni del
negoziatore.
Motivazioni
fondamentali:
1. Massimizzare i
propri rendimenti
2. Favorire i
rendimenti della
controparte
Combinazione: 5
strategie
1. Strategia della
contesa
- Motivazione: alta
attenzione ai propri
interessi, bassa
considerazione per
la controparte.
- Stile: competitivo,
manipolativo,
persuasivo,
minacce, accuse,
critiche personali.
- Ecacia:
inecace per
accordi a lungo
termine e relazioni
positive.
- Risultato: gioco
somma-zero,
produttivo per una
parte, dannoso per
laltra, possibile
interruzione della
negoziazione.
- Nessuno
svantaggio.
Esempio: due
aziende negoziano
il prezzo di una
fornitura.
Lacquirente insiste
su un forte
Scontro: minaccia
di rivolgersi a un
concorrente, rifiuto
di concedere sconti.
Comunicazione
rigida
e ostile, senza
considerare la
posizione dellaltro.
Concessione: alta
considerazione per i
rendimenti della
controparte, bassa
attenzione ai propri
interessi.
Comunicazione
collaborativa,
conciliante, con
dichiarazioni di
accettazione e
richieste di
armonia. Ecacia:
evita rotture, ma
rischia di
compromettere i
propri obiettivi. Può
portare al
gioco somma-zero:
una parte è sempre
accondiscendente,
ma le sue necessità
non vengono
prese in
considerazione.
Esempio: un
dipendente chiede
un aumento, ma il
capo non è disposto
a orirlo. Il
dipendente
accetta la
situazione per
evitare conflitti e
mantenere un buon
rapporto, sperando
in un
ripensamento del
capo.
Evitamento: bassa
attenzione sia ai
propri interessi sia a
quelli della
controparte.
Comunicazione
evasiva e indiretta,
con minimizzazione
del conflitto.
Ecacia: può
portare a un
“congelamento
del conflitto,
risultando
inecace nel lungo
periodo.
Esempio: un team
di lavoro ha una
controversia interna
sulla distribuzione
delle responsabilità
su
un nuovo progetto.
Invece di arontare
il conflitto, i membri
evitano di parlarne
apertamente e si
concentrano su
altre attività. Alcuni
delegano le proprie
responsabilità ad
altri senza un
accordo
esplicito, creando
confusione e
mancanza di
chiarezza nei ruoli.
Levitamento
genera tensioni
nascoste che
minano la
produttività del
team.
4. Strategia
integrativa: alta
considerazione per
entrambe le parti,
comunicazione
collaborativa e
analitica, enfasi su
risoluzione di
problemi e
soddisfazione
reciproca. Ecacia:
la più competente
e appropriata,
ideale per creare
valore comune.
5. Strategia del
compromesso:
moderata
attenzione a
entrambe le parti,
comunicazione
orientata
a soluzioni
intermedie e rapide.
Ecacia: soluzione
di compromesso,
ma può lasciare
parzialmente
insoddisfatte
entrambe le parti.
L’85% delle
trattative si
conclude con un
accordo subottimale
(Thompson e
Hastie), quindi
senza
una strategia
integrativa. Le parti
spesso trattano un
“gioco a somma
variabilecome se
fosse «a
somma zero», con
alcuni che cercano
di accaparrarsi
tutto.
Soluzione:
migliorare la
comunicazione e la
coordinazione per
massimizzare i
benefici con
strategie
comunicative
generative.
Le strategie
generative
richiedono dialogo e
comunicazione tra
le parti. Sono
fondamentali per:
- Aprire il dialogo
- Scoprire
dierenze nelle
priorità e necessità
- Generare
soluzioni integrative
Laccordo ottimale
si ottiene creando
valore per entrambe
le parti, alimentato
da una
comunicazione
aperta.
Le strategie
generative
stimolano la
creatività, il
problem-solving,
lanalisi del
problema, la
pianificazione di
azioni e la verifica
dei risultati.
La quantità di
scambi comunicativi
è correlata
allaccordo finale
(Thompson e
Hastie). Più scambi
ci sono, maggiore è
la probabilità di un
accordo. Se le parti
non comunicano,
laccordo non ci
sa o non sa
produttivo.
La qualità degli
scambi è
fondamentale.
Lempatia aiuta a
stabilire una
connessione
emotiva e
creare fiducia.
Tecniche come
rispecchiare il
comportamento non
verbale,
paraverbale e
verbale
possono essere
utili.
Lascolto attivo
prevede riassumere
e verificare la
comprensione di ciò
che viene detto.
Porre
domande
generative permette
di esplorare le
priorità della
controparte, favorire
la transizione da
una negoziazione
mono-issue a una
multi-issue e
proseguire le
trattative nel tempo.
Principio di
reciprocità e
trasparenza:
mostrarsi disponibili
e trasparenti sui
propri obiettivi.
Oerte Multiple e
Soluzioni
Integrative:
I. Presentare più
proposte per
comprendere le
priorità della
controparte.
II. Presentare
oerte su tutte le
questioni in conflitto
fin da subito per
avere un quadro
generale e
facilitare accordi,
evitando
complicazioni
durante il conflitto.
Un risultato
incidentale (Solo da
leggere)
Mondini e Semenza
(2006) riportano il
caso di una donna
di 66 anni con
demenza
semantica, che
non riconosce
oggetti viventi
(persone, animali,
verdura).
Al test di
riconoscimento di
15 volti noti, ne
riconosce solo uno:
Berlusconi,
descrivendolo come
un uomo ricco in
politica.
Dopo 6 mesi, non
riconosce i familiari,
ma continua a
riconoscere
Berlusconi.
Conclusioni: la
frequente
esposizione
mediatica ha reso il
volto di Berlusconi
unicona,
unespressione non
vivente ma
fortemente
simbolica.
Gli studi sulla
comunicazione di
massa si sono
spesso concentrati
sullanalisi di
problemi sociali,
come limpatto della
violenza nei media.
Lasswell (1935)
vedeva i media
come un “ago
ipodermicoche
inietta idee nel
pubblico,
diondendo
ideologie
pericolose. Adorno
(1954) e la
Scuola di
Francoforte li
consideravano
strumenti di
inganno, che
promuovono
conformismo e
anti-intellettualismo,
alimentando la
passività e
mantenendo
lordine sociale.
Gli studi pre-bellici
tendevano a essere
negativi, mentre
quelli post-bellici si
concentravano su
come la
comunicazione di
massa influenzasse
credenze e opinioni.
Non tutti gli autori
sostengono
eetti negativi:
McLuhan (1964)
vedeva la
televisione come un
“villaggio globale”,
dove la
comunicazione
verbale e visiva
collega le persone
in luoghi diversi,
rendendo la società
più
dinamica e
multisensoriale.
Gli eetti diretti si
riferiscono ai
tentativi dei media
di modificare il
comportamento
immediato,
mentre gli eetti
indiretti (influenza)
agiscono nel lungo
termine, cambiando
atteggiamenti e
interessi.
La comunicazione
di massa influenza
la nostra
percezione del
mondo, plasmando
convinzioni,
valori e visione
della realtà. La
psicologia delle
comunicazioni di
massa si concentra
sugli eetti
diretti, utilizzando
un approccio
comportamentista.
Il paradigma
sperimentale
prevede la
presentazione di
stimoli mediatici e la
misurazione di
risposte dirette. Gli
studi
sullapprendimento
sociale (Bandura,
1986) evidenziano
lapprendimento
attraverso
losservazione e la
riproduzione
di comportamenti.
Lesperimento della
Bobo Doll (Bandura
e colleghi, 1961,
1963) ha studiato
gli
eetti
dellosservazione di
comportamenti
violenti su bambini
in età prescolare. I
bambini che
hanno visto un
adulto picchiare un
pupazzo hanno
mostrato
comportamenti più
aggressivi
rispetto a quelli che
hanno visto un
adulto giocare con
costruzioni o a
quelli che non
hanno visto
alcun filmato.
L’eetto Werther,
descritto da David
Phillips, mostra un
aumento dei suicidi
dopo la
pubblicazione di
suicidi
mediaticamente
esposti. Phillips ha
analizzato i tassi di
suicidio negli Stati
Uniti dal 1947 al
1968 e ha scoperto
un aumento dei
suicidi con le stesse
modalità dopo la
pubblicazione di
notizie di suicidio in
prima pagina.
Lanalisi degli eetti
diretti si concentra
sugli
eetti immediati
della
comunicazione di
massa.
Negativi, con due
linee:
1. Approccio
fisiologico: analisi
degli eetti tramite
misure fisiologiche
(es. battito
cardiaco,
sudorazione).
2. Approccio
cognitivo: analisi
degli eetti sui
processi cognitivi
(es. pensiero,
memoria)
considerando il
cervello come
elaboratore di
informazioni.
Combinazione:
- Trasferimento
delleccitazione:
lesposizione a
messaggi violenti
attiva
fisiologicamente,
rendendo pronti a
rispondere in modo
aggressivo,
interpretando
erroneamente
lorigine
delleccitazione.
Eetti indiretti:
- Teoria della
coltivazione: i
media “coltivano
visioni del mondo,
modellando
percezioni sociali e
culturali attraverso
esposizioni ripetute.
- Mainstreaming:
lesposizione
prolungata alla TV
uniforma le
concezioni del
pubblico, come
dimostrato dalle
dierenze tra chi
guarda molto la TV
e chi ne guarda
meno.
- Concetti chiave:
- Mainstreaming:
lesposizione
prolungata alla TV
uniforma le
concezioni del
pubblico.
- Heavy viewers vs.
light viewers:
dierenze di
atteggiamenti e
opinioni tra chi
guarda molto la TV
e chi ne guarda
meno.
- Gerbner et al.
(1994): chi guarda
più TV stima come
più bassa la
probabilità che un
poliziotto
sbagli mira.
- Lesposizione
prolungata a
contenuti simili
cambia la nostra
percezione e
opinione.
Resonance:
amplificazione degli
eetti dei media
quando eventi
esterni raorzano i
messaggi
veicolati,
aumentando
linfluenza.
Esempio: notizie sui
cambiamenti
climatici si
rinforzano con
eventi climatici
estremi,
accentuando
l’eetto emotivo.
«Agenda setting»: i
media influenzano
le priorità del
pubblico,
determinando quali
questioni siano
percepite come
urgenti. I media non
dicono cosa
pensare, ma a cosa
pensare, guidando
lattenzione
pubblica. Esempio: i
sondaggi possono
influenzare
limmagine di un
candidato.
Usi e gratificazioni:
il fruitore dei media
è attivo, le sue
scelte riflettono le
sue caratteristiche
psicologiche. Luso
dei media è diretto
a uno scopo, il
fruitore cerca
notizie per
soddisfare bisogni
e desideri. Gli
eetti dei media
devono considerare
dierenze
individuali (età,
sesso,
caratteristiche
psicologiche) e
fattori ambientali
(cultura, famiglia,
cerchia sociale).
Esiste una
competizione tra
luso dei media e
altre forme di
comunicazione.
Messaggi
pubblicitari: fattori
percettivi e
ecacia. Il
processo
persuasivo nella
pubblicità si
articola in diverse
fasi (McGuire): 1.
esposizione; 2.
attenzione.
Comprensione:
lindividuo capisce il
messaggio.
Accordo: lindividuo
accetta la proposta.
Nuovo
atteggiamento: il
messaggio cambia
le opinioni.
Comportamento: si
attua il
comportamento
desiderato.
La pubblicità
subliminale, cioè
lidea che i
messaggi possano
agire al di sotto
della
consapevolezza, è
ancora diusa.
La percezione
subliminale si
verifica quando un
messaggio visivo è
presentato per un
tempo co
breve da non
essere rilevato
consapevolmente.
Gli stimoli vengono
elaborati dalla
memoria
sensoriale, che
conserva
brevemente le
informazioni
sensoriali.
Lesperimento
Coca-Cola ha
testato se la
memoria sensoriale
può influenzare il
comportamento.
Durante un film, è
stato mostrato un
fotogramma
pubblicitario della
Coca-Cola per 1/48
di
secondo, al di sotto
della soglia di
percezione.
Risultato: aumento
degli acquisti di
Coca-Cola
durante lintervallo.
Conclusione: gli
stimoli sotto soglia
possono influenzare
il comportamento.
Questa ricerca è
controversa: manca
un gruppo di
controllo, non si
specifica se
laumento delle
vendite è
statisticamente
significativo o
dovuto al caso, e
non si analizzano le
variabili ambientali.
L’eetto priming,
invece, ore spunti
interessanti. La
memoria semantica
è strutturata come
una
rete, dove ogni
informazione attiva i
nodi e apre un
quadro semantico.
Eetto «priming»: il
primo stimolo
facilita il
riconoscimento del
secondo.
- Stimolo 1 (prime)
breve e
mascherato, non
percepito
coscientemente.
- Stimolo 2 (target)
percepito
coscientemente.
- Compito:
nominare
velocemente
loggetto del target.
- Considerazioni: il
significato delle
parole può essere
elaborato
inconsciamente.
- Questioni:
- Generalizzabilità
dei risultati di
priming subliminale.
- Mancanza di
prove che
lelaborazione
inconsapevole
induca
comportamenti
complessi,
duraturi o contrari ai
valori individuali.
In Italia, la
pubblicità
subliminale è
vietata dal Codice
del Consumo e
dalle normative
europee.
Esperimento di
Greenwald e
colleghi: influenza
di messaggi
subliminali e
preconcetti sulla
loro
ecacia.
Due gruppi:
1. Cassetta
etichettata
«autostima».
2. Cassetta
etichettata
«memoria».
Manipolazione:
contenuto delle
cassette invertito.
Risultati: nessun
miglioramento reale
tra pre-test e post-
test.
- Chi pensava di
ascoltare la
cassetta per la
memoria, credeva
di avere una
memoria migliore.
- Le aspettative sui
messaggi
subliminali possono
essere più potenti
degli eetti reali.
Le decisioni
razionali si basano
su statistica e
probabilità. Spesso,
pe, non
scegliamo
razionalmente, ma
usiamo euristiche,
scorciatoie mentali
che garantiscono
risultati
soddisfacenti,
ma non sempre
ottimali. I processi
decisionali possono
essere studiati da
due punti di vista:
lapproccio
normativo, che
analizza come
prendere decisioni
ottimali usando
modelli logici e
matematici, e
lapproccio
descrittivo, che
studia come le
persone prendono
decisioni reali,
considerando errori,
bias e contesto. Le
euristiche riducono
il carico cognitivo,
ma possono
produrre bias.
Anche le decisioni
sulla salute
derivano da
ragionamento e
giudizio, influenzate
dal
modo in cui le
informazioni
vengono
comunicate e
elaborate. Per
comunicare
ecacemente, è
importante
conoscere i
meccanismi
psicologici che
producono bias
cognitivi. Alcuni
esempi di
euristiche di
giudizio includono
leuristica della
disponibilità, che
porta a giudicare la
probabilità di
un evento in base
alla facilità con cui
si richiamano
esempi simili dalla
memoria.
Le decisioni si
basano su ciò che
ci viene in mente,
non sui dati.
Esempio: è più
rischioso
viaggiare in auto o
in aereo per 800
km? I media
amplificano gli
eetti collaterali dei
vaccini, anche
se rari. Le
informazioni
emozionali, come
video o articoli
allarmisti,
influenzano più dei
dati
scientifici.
Leuristica della
rappresentatività ci
porta a valutare la
probabilità di un
evento basandoci
sulla
sua somiglianza a
un modello noto,
ignorando i dati.
Esempio: quale
sequenza di lanci di
moneta
è più probabile?
- T T T T T C C C C
C
- T T C T C C C T T
C
La seconda sembra
più probabile
perché è più
“casuale”. Le storie
complottiste
sembrano
rappresentative di
un modello di
“manipolazione”,
quindi si può
credere che un
vaccino sia parte
di un complotto,
anche senza prove.
Leuristica
dellancoraggio ci
porta a fare giudizi
basandoci su un
valore iniziale,
anche se
arbitrario. Esempio:
se si sente dire che
il rischio di eetti
collaterali di un
vaccino è del 20%,
anche se i dati
scientifici indicano
uno 0,01%, si resta
influenzati dal
valore iniziale.
L’eetto framing,
studiato da Tversky
e Kahneman,
dimostra come il
modo in cui
presentiamo le
informazioni
influenzi le
decisioni.
Le decisioni sono
influenzate dalla
presentazione delle
opzioni. Messaggi
con lo stesso
contenuto
ma formulazioni
diverse influenzano
giudizio e scelta. Un
esperimento negli
USA ha presentato
4
possibilità con
scenari di
sopravvivenza. La
dierenza cruciale
era nella
formulazione: esito
certo
vs incerto,
guadagno vs
perdita. La teoria
del prospetto
aerma che la
formulazione
cambia la
percezione e la
scelta. Sono
preferite opzioni
certe in termini
positivi e opzioni
incerte in termini
negativi. Quando si
decide in condizioni
di incertezza: 1) le
opzioni sono
percepite come
guadagni
o perdite rispetto a
un punto neutro; 2)
le perdite sono
considerate più
importanti dei
guadagni
(avversione per le
perdite); 3) le
persone sono più
propense a scelte
rischiose nel
dominio delle
perdite.
La teoria del
prospetto spiega
che le persone non
sono del tutto
razionali nelle loro
decisioni.
Reagiscono
diversamente a
guadagni e perdite,
influenzate da come
le opzioni vengono
presentate rispetto
al loro punto di
riferimento. Sono
avverse alle perdite
e più propense al
rischio
per evitarle.
Le persone sono
più disposte ad
accettare rischi
quando le opzioni
sono presentate in
termini di
possibili perdite
(loss frame).
Preferiscono
situazioni certe
quando le stesse
opzioni sono
presentate in
termini di possibili
benefici (gain
frame).
Nella promozione
della salute, i
messaggi possono
essere presentati in
termini di potenziali
benefici o costi.
Uno studio
sullauto-analisi per
la diagnosi di
alterazioni al seno
ha confrontato
due volantini: uno in
termini di guadagno
e uno in termini di
perdita. Il
messaggio in
termini di
perdita è risultato
più ecace.
Tendiamo ad
adottare
comportamenti di
controllo della
salute che
prevedono un
rischio certo
(formulazione di
perdita). Tuttavia,
per comportamenti
di prevenzione
(senza rischio
certo),
tendiamo a lasciar
correre.
L’intento
comunicativo
influenza lecacia
dei frame di perdita
e guadagno:
- Prevenzione:
frame di guadagno
più ecace.
- Individuazione
malattie: frame di
perdita più ecace,
ma con rischio di
risultati falsi positivi.
- Le evidenze
suggeriscono che
gli eetti del
framing variano in
base alle
caratteristiche
personali.
- Gli individui
orientati
allevitamento delle
minacce sono più
persuasi da
messaggi di perdita.
- Esempi:
- Messaggio di
perdita più
persuasivo per la
vaccinazione contro
Papilloma virus
(prevenzione)
per chi ha
comportamenti
sessuali a rischio.
- Messaggio per il
test del colesterolo
più persuasivo per
chi ha un alto
coinvolgimento
emotivo.
- Laect, una
sensazione positiva
o negativa legata a
un attributo o
oggetto, guida le
decisioni.
- Le persone
reagiscono più alle
sensazioni evocate
dal messaggio che
ai suoi contenuti
logici.
- Emozione
negativa:
comportamenti per
diminuirla.
- Emozione
positiva:
comportamenti per
aumentarla.
Mantenere o
potenziare quello
stato. Spesso
interpretiamo male i
dati numerici e ci
adiamo a
etichette verbali
aettive.
Capitolo 14: Rischi
e pericoli
- Pericolo:
situazione,
sostanza o evento
che può causare
danni (es. virus
influenzale).
- Rischio:
probabilità di
contatto con un
pericolo e
conseguente
danno.
- Il rischio è
caratterizzato da
incertezza
(conseguenze
negative probabili,
non certe) perché
dipende da
parametri variabili.
Esempio: guidare
lauto è rischioso.
Gli eetti negativi
dipendono da:
- Comportamenti
dellautista
(velocità, alcol,
droga).
- Condizioni
oggettive (traco,
ambiente, sicurezza
del mezzo).
Perché comunicare
il rischio?
1. Supportare
decisioni su come
accettarlo, ridurlo o
evitarlo.
2. Garantire scelte
consapevoli: una
comunicazione
chiara permette
decisioni informate.
3. Promuovere
comportamenti
protettivi
(vaccinarsi, seguire
misure di
sicurezza).
4. Ridurre il panico:
informazioni
accurate
prevengono
reazioni irrazionali.
Esempio: Pandemia
COVID-19
Allinizio, messaggi
confusi su
mascherine e
distanziamento
hanno generato
sfiducia. Messaggi
chiari e focalizzati
su dati utili hanno
incentivato
comportamenti
preventivi. Una
buona
comunicazione
salva vite e
protegge la salute
pubblica.
Forme elementari di
comunicazione del
pericolo:
- Il nostro rapporto
con il pericolo
nasce
dallinterazione tra
predisposizioni
innate e
apprendimento.
- Due principali
modalità di
comunicazione del
rischio:
Condizionamento
classico:
associazione diretta
con stimoli negativi.
La paura si
apprende
associando uno
stimolo neutro a
uno negativo.
Esempi: temere il
fuoco dopo una
bruciatura,
sviluppare la fobia
di guidare dopo un
incidente.
Condizionamento
sociale:
apprendiamo la
paura osservando
gli altri. Un modello
ci insegna che
uno stimolo è
pericoloso. Esempi:
scimmie in cattività
che temono i
serpenti
osservando altre
scimmie, bambini
che apprendono
paure dagli adulti.
Il condizionamento
sociale è
fondamentale nella
percezione e
prevenzione del
rischio. Esempi:
giovani che
apprendono
comportamenti
rischiosi dai pari,
lavoratori che
seguono modelli di
comportamento dei
colleghi.
Importanza di
modelli positivi:
campagne
progresso con
testimonial per
promuovere
comportamenti
sicuri.
Rischio reale vs.
Rischio percepito:
- Rischio reale:
basato su dati,
calcoli e analisi.
- Rischio percepito:
influenzato da
fattori psicologici,
culturali e sociali.
Può essere
maggiore o
minore del rischio
reale.
Maggiore è il rischio
percepito, maggiore
è la motivazione ad
adottare
comportamenti per
limitarlo.
Fattori che
determinano la
“paurositàdi un
rischio e la sua
comunicazione:
- Emozioni:
sensazioni positive
o negative
associate al
pericolo.
- Incontrollabilità:
percezione di poter/
non poter gestire il
pericolo.
Involontarietà: rischi
subiti senza scelta
(es. fumo passivo
vs attivo).
Catastroficità:
eventi con
impatto su larga
scala (es.
pandemie). Gravità
per le generazioni
future: eventi che
mettono a
rischio i bambini.
Cecità psicologica:
impatto maggiore
se la vittima è
identificabile
(eetto
“vittima
identificabile”).
Due vie per
elaborare il rischio:
1. Via analitica:
logica, lenta,
complessa, adatta a
decisioni ponderate.
2. Via
esperienziale:
rapida, automatica,
guidata da
emozioni, spesso
sollecitata da
immagini.
Le campagne di
promozione del
rischio hanno più
eetto con
immagini cariche di
emotività (più
dei dati). Le
emozioni negative
hanno un impatto
maggiore: più
attenzione, ricordo
più duraturo,
maggiore influenza
sul comportamento.
Comunicare il
rischio con i numeri:
presentare numeri,
probabilità e
statistiche. Le
informazioni
presentate in modi
matematicamente
equivalenti possono
creare eetti
psicologicamente
diversi:
- “Il tumore al seno
è la causa di morte
principale tra le
donne di età
compresa tra i 40 e
i 55 anni”
- “1 donna su 8
sviluppe un
cancro al seno nel
corso della propria
vita
- “Questanno ogni
3 minuti viene
diagnosticato un
nuovo cancro al
seno e ogni 13
minuti muore
una donna per
questa malattia
Il rischio può essere
comunicato in
diversi modi:
- 1 su X: molto
usato negli
screening prenatali,
ma dicile da
capire, soprattutto
quando si
confrontano eventi
con rischi diversi.
- Percentuale (%):
ambigua perché
non specifica la
classe di
riferimento.
- Frequenze
naturali: il formato
più trasparente e
semplice da capire,
anche per chi non
ha elevata
capacità nella
rappresentazione
dei numeri.
Lanalfabetismo
statistico è
lincapacità di
comprendere e
interpretare
correttamente dati
numerici e
probabilità. È un
problema molto
diuso, anche tra
gli esperti, che
possono
commettere errori
con i numeri.
Informare a volte
non è suciente: le
persone si
discostano spesso
dalle scelte
razionali per il
proprio benessere e
quello della
collettività.
Lanalfabetismo
statistico può
dipendere dalle
modalità ambigue di
presentazione dei
numeri, a
volte intenzionali
per manipolare
lopinione pubblica.
Il ratio bias: cosa
vuol dire di preciso
l1% delle persone
a rischio?
Nonostante le
frequenze
aiutino la
comprensione, le
persone si
focalizzano sul
numeratore e
ignorano il
denominatore. Ci si
concentra sul primo
numero, pensando
che il numeratore
più alto significhi più
rischio. Ad
esempio, un evento
che uccide 1286
persone ogni
10.000 è
considerato più
pericoloso di uno
che uccide 24,14
persone su 100,
nonostante sia
esattamente il
contrario.
Le persone spesso
ignorano la
numerosità del
campione quando
decidono.
Se estrai un fagiolo
nero da unurna,
vinci.
Spiegazione del
ratio bias:
- Le frazioni grandi
sono complesse.
- Le persone si
concentrano sul
valore assoluto, non
sulla proporzione.
Rischio assoluto e
rischio relativo:
In Gran Bretagna,
un esperimento con
una pillola
anticoncezionale di
terza generazione
ha
mostrato un
aumento del rischio
trombo-embolico
del 100%. Risultato:
aborti e spese
sanitarie in
aumento.
Lerrore?
Comunicare il
rischio relativo, non
quello assoluto.
Rischio relativo:
confronta il rischio
tra due gruppi (es.
esposti a un fattore
vs. non esposti).
Rischio assoluto:
probabilità che un
evento si verifichi in
un gruppo.
Lo studio originale
mostrava che il
rischio trombo-
embolico passava
da 1 a 2 in due
gruppi di
7.000 donne
ciascuno (0,0143%
e 0,0286%).
Quando si
promuove un
comportamento:
- Non
sopravvalutare i
piccoli rischi.
- Non sottovalutare i
benefici.
Quando si evita un
comportamento
dannoso:
- Riconoscere i
benefici futuri.
- Non focalizzarsi
sui “benefici
immediati.
Conoscere i
meccanismi
psicologici della
percezione del
rischio è
fondamentale per
comunicare
ecacemente.
La percezione del
rischio è influenzata
da emozioni,
esperienze,
euristiche, bias e
caratteristiche
del rischio (es.
involontarietà,
gravità).
Utilizzarli
consapevolmente
permette di adattare
il messaggio,
evitando distorsioni
e favorendo
decisioni informate.
Le presupposizioni sono informazioni implicite, condivise e date per scontate. !
Le implicature conversazionali si riferiscono alla dierenza tra ciò che viene detto e ciò che
viene inteso, richiedendo conoscenze pregresse e condivise. La relazione tra gli interlocutori è
fondamentale per comprendere i messaggi impliciti. !
L’APPROCCIO PRAGMATICO: studia la comunicazione umana in tre settori: sintassi (relazioni
tra segni), semantica (significato dei segni) e pragmatica (uso dei significati).
LA PRAGMATICA :si concentra sull’influenza del contesto sull’interpretazione del significato e
sull’uso pratico del linguaggio come azione.!
Importanza di relazione tra segni e chi li interpreta: si parla di soggetti che comunicano.!
Processi impliciti della comunicazione: trovare il significato al di là del messaggio.!
LA TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI DI AUSTIN: “COMUNICARE EQUIVALE AD AGIRE”.
3 tipi di atti linguistici:
1. Atti locutori: atti di dire qualcosa (ciò che il parlante dice, azioni che si compiono per il
solo fatto di parlare).
2. Atti illocutori: atti nel dire qualcosa (intenzioni comunicative del parlante).
3. Atti perlocutori: atti con il dire qualcosa (gli eetti che la comunicazione produce
sull’interlocutore).
Forza degli atti linguistici: ogni atto linguistico può essere modulato, sul piano pragmatico, con
più o meno forza.!
- Atti locutori: ciò che si dice può essere rinforzato con il tono.!
- Atti illocutori: ciò che si fa nel dire può essere modulato con la scelta delle parole (devi/
potresti).!
- Atti perlocutori: possono ottenere diversi eetti sull’interlocutore (a seconda del contesto/
credenze/stato d’animo di entrambi/motivazioni).!
MASSIME CONVERSAZIONALI DI GRICE: principio di cooperazione: accordo di base tra i
partecipanti, implicito, di cooperazione per dare il proprio contributo allo scambio comunicativo.!
- Stabilisce le regole implicite che guidano la comunicazione ecace, sottolineando
l’importanza della cooperazione reciproca.
- “Dai il tuo contributo al momento opportuno, così com’è richiesto dagli scopi e
dall’orientamento della conversazione in cui si è impegnati”.!
4 MASSIME CONVERSAZIONALI DI GRICE:
1. Qualità.
2. Quantità.
3. Relazione.
4. Modo.
Massima di quantità: dà un contributo tanto informativo quanto richiesto.!
- Il messaggio deve soddisfare la richiesta di info in modo adeguato agli scopi della
conversazione.!
- Non dare un contributo meno o più informativo del necessario.!
Massima di qualità: non dire ciò che credi falso; non dire ciò per cui non hai prove adeguate.!
Massima di relazione:!
Dare informazioni pertinenti con la comunicazione in corso. Il messaggio deve essere chiaro,
conciso e ordinato, evitando espressioni oscure e ambiguità. !

Visualiza gratis el PDF completo

Regístrate para acceder al documento completo y transformarlo con la IA.

Vista previa

Comunicazione e Interazione

Capitolo 1 COMUNICARE è interagire con altri, non necessariamente per trasmettere un messaggio specifico. Ogni gesto comunica, anche involontariamente. La comunicazione implica un osservatore o un ascoltatore. La comunicazione è un processo interpersonale e sociale che consente lo scambio di informazioni e la creazione di significati condivisi. Avviene in un ambiente sociale e implica la condivisione tra partecipanti.

Sistemi di Comunicazione

  • Suoni significativi
  • Segni e significati (es. cinese)
  • Regole e convenzioni (es. grammatica)

Distinzione tra Comunicazione e Comportamento

  • Comportamento: qualsiasi azione motoria percepibile.
  • Comunicazione: scambio interattivo osservabile con intenzionalità e consapevolezza, che condivide significati attraverso sistemi simbolici e convenzionali.

Concetti di Base della Comunicazione

Approccio Matematico alla Comunicazione

(APPROCCIO MATEMATICO): - Modello basilare definito nel 1949. - Considera la comunicazione come una semplice trasmissione di informazioni da un mittente a un ricevente. - La fonte crea e trasmette un messaggio codificato, che passa attraverso un canale. - Il ricevente decodifica il messaggio per il destinatario

Limiti del Modello Matematico

Limiti del modello: - MODELLO LINEARE UNIDIREZIONALE. · Creato per spiegare sistemi di comunicazione come radio, telegrafo e telefono, il modello originale non includeva il feedback e non era adatto alla comunicazione faccia a faccia. Il modello contenitore si concentra sul messaggio come unità di comunicazione, trascurando intenzionalità e contesto.

L'Approccio Semiotico

L'APPROCCIO SEMIOTICO: Studia come i significati vengono creati e interpretati attraverso segni come linguaggio, immagini e gesti. La comunicazione avviene tramite la significazione, ovvero la capacità di generare significati attraverso codici e sistemi. L'approccio semiotico si concentra sulla creazione di significati attraverso i simboli, piuttosto che sulla semplice trasmissione del messaggio. Il triangolo semiotico illustra la relazione tra segno, significato e referenza. Il simbolo rappresenta un concetto o un'idea, la referenza è l'elemento reale a cui si riferisce il simbolo e il significato è la relazione tra segno e referenza. L'intenzionelità, ovvero l'azione compiuta in modo deliberato, è fondamentale nella costruzione del significato nella comunicazione interpersonale. Per raggiungere un obiettivo, la comunicazione è lo scambio intenzionale di un messaggio, mentre l'informazione è la trasmissione involontaria di un segnale.

Intenzionalità e Contesto nella Semiotica

Esistono due livelli di intenzionalità: informativa (condividere informazioni) e comunicativa (coinvolgere il destinatario). Il contesto influenza l'interpretazione, riducendo l'ambiguità e permettendo di dedurre informazioni implicite. Gli indizi contestuali, come la deissi (spaziale, temporale, personale), forniscono riferimenti diretti alla situazione.Le presupposizioni sono informazioni implicite, condivise e date per scontate. Le implicature conversazionali si riferiscono alla differenza tra ciò che viene detto e ciò che viene inteso, richiedendo conoscenze pregresse e condivise. La relazione tra gli interlocutori è fondamentale per comprendere i messaggi impliciti.

L'Approccio Pragmatico

L'APPROCCIO PRAGMATICO: studia la comunicazione umana in tre settori: sintassi (relazioni tra segni), semantica (significato dei segni) e pragmatica (uso dei significati). LA PRAGMATICA :si concentra sull'influenza del contesto sull'interpretazione del significato e sull'uso pratico del linguaggio come azione. Importanza di relazione tra segni e chi li interpreta: si parla di soggetti che comunicano. Processi impliciti della comunicazione: trovare il significato al di là del messaggio.

Teoria degli Atti Linguistici di Austin

LA TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI DI AUSTIN: "COMUNICARE EQUIVALE AD AGIRE".

Tipi di Atti Linguistici

  1. Atti locutori: atti di dire qualcosa (ciò che il parlante dice, azioni che si compiono per il solo fatto di parlare).
  2. Atti illocutori: atti nel dire qualcosa (intenzioni comunicative del parlante).
  3. Atti perlocutori: atti con il dire qualcosa (gli effetti che la comunicazione produce sull'interlocutore).

Forza degli Atti Linguistici

Forza degli atti linguistici: ogni atto linguistico può essere modulato, sul piano pragmatico, con più o meno forza. - Atti locutori: ciò che si dice può essere rinforzato con il tono. - Atti illocutori: ciò che si fa nel dire può essere modulato con la scelta delle parole (devi/ potresti). - Atti perlocutori: possono ottenere diversi effetti sull'interlocutore (a seconda del contesto/ credenze/stato d'animo di entrambi/motivazioni).

Massime Conversazionali di Grice

MASSIME CONVERSAZIONALI DI GRICE: principio di cooperazione: accordo di base tra i partecipanti, implicito, di cooperazione per dare il proprio contributo allo scambio comunicativo. - Stabilisce le regole implicite che guidano la comunicazione efficace, sottolineando l'importanza della cooperazione reciproca. - "Dai il tuo contributo al momento opportuno, così com'è richiesto dagli scopi e dall'orientamento della conversazione in cui si è impegnati".

Le Quattro Massime Conversazionali

4 MASSIME CONVERSAZIONALI DI GRICE: 1. Qualità. 2. Quantità. 3. Relazione. 4. Modo.

Massima di Quantità

Massima di quantità: da un contributo tanto informativo quanto richiesto. - Il messaggio deve soddisfare la richiesta di info in modo adeguato agli scopi della conversazione. - Non dare un contributo meno o più informativo del necessario.

Massima di Qualità

Massima di qualità: non dire ciò che credi falso; non dire ciò per cui non hai prove adeguate.

Massima di Relazione

Massima di relazione: Dare informazioni pertinenti con la comunicazione in corso. Il messaggio deve essere chiaro, conciso e ordinato, evitando espressioni oscure e ambiguità.

Assiomi della Comunicazione di Watzlawick

WATZLAWICK AFFERMA che tutto è comunicazione, con il linguaggio che influenza comportamenti e relazioni. LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE, BASATA SU 5 ASSIOMI, sintetizza le regole della comunicazione in 2: 1) tutto è comunicazione, verbale o non verbale; 2) ogni comportamento è comunicazione e ogni atto comunicativo è un comportamento.

Primo Assioma: Impossibilità di Non Comunicare

L'assioma 1: afferma che non si può non comunicare, poiché ogni comportamento in presenza di altri è comunicazione, indipendentemente dalla consapevolezza o intenzionalità.

Secondo Assioma: Contenuto e Relazione

L'assioma 2 : afferma che ogni comunicazione veicola sia contenuto che relazione, con il contenuto interpretato nella relazione. La relazione fornisce una chiave di lettura del contenuto.

Terzo Assioma: Punteggiatura della Comunicazione

L'assioma 3: afferma che la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. La punteggiatura rappresenta l'interpretazione della realtà o il punto di vista. Comprendere la relazione tra i partecipanti e il punto di vista di un interlocutore è fondamentale per interpretare la comunicazione. La stessa realtà comunicativa può essere letta in modi diversi a seconda della punteggiatura adottata.

Modulo Digitale e Analogico

Gli esseri umani comunicano con il modulo digitale (verbale, dettagliato, contenuto) e il modulo analogico (non verbale, immediato, relazione). A volte non combaciano, ma il canale non verbale è spesso più veritiero.

Scambi Comunicativi: Simmetrici e Complementari

Gli scambi comunicativi sono simmetrici (paritari) o complementari (riconoscimento di posizioni e interdipendenza). Alcune relazioni sono definite dal contesto socio-culturale, positive o negative a seconda della situazione.

Competenza Comunicativa

La competenza comunicativa implica la padronanza di regole formali, sintassi, pragmatica e semantica per produrre enunciati adeguati. Richiede la conoscenza dei segni e delle regole del linguaggio. È anche la capacità di capire e percepire di aver soddisfatto gli scopi in una situazione sociale. Intenzionalità, consapevolezza ed efficacia sono correlate alla competenza comunicativa. La valutazione di sé e degli altri influenza la percezione della propria capacità comunicativa.

Tipi di Competenza Comunicativa

  • Competenza sintattica: capacità di produrre e comprendere frasi corrette secondo le regole grammaticali.
  • Competenza semantica: capacità di associare parole a oggetti, eventi o situazioni.
  • Competenza pragmatica: capacità di usare il linguaggio in modo efficace in contesti sociali. Capacità di comunicare tenendo conto del contesto.

Il Linguaggio Verbale

CAPITOLO 2: IL LINGUAGGIO VERBALE Il linguaggio verbale utilizza il linguaggio scritto e parlato, il principale sistema di scambio tra esseri umani. È una funzione cognitiva che consente di acquisire e utilizzare una o più lingue.

Aree Cerebrali del Linguaggio

Il linguaggio si riflette come funzione cognitiva distribuita in specifiche aree del cervello: - Area di Broca: articolazione e produzione del linguaggio. - Area di Wernicke: comprensione del linguaggio e attribuzione di significato. - Corteccia visiva: elaborazione delle lettere e delle parole scritte. - Corteccia motoria: articolazione. L'approccio psicolinguistico studia i meccanismi di produzione e comprensione del linguaggio.

Struttura della Lingua

LA LINGUA È un sistema di simboli combinabili secondo precise regole, che genera un numero infinito di possibili messaggi. - Fonologia: sistema dei suoni che costituiscono i linguaggi. - Semantica: significato delle parole. - Sintassi: struttura delle frasi. - Pragmatica: uso del linguaggio in contesto. La lingua è strutturata come una piramide: - Fonemi e grafemi (base). - Morfemi. Parole. - Sintagmi. - Frasi. - Testi e discorsi (punta).

Fonemi e Grafemi

I fonemi sono i suoni più piccoli di una lingua parlata. La corrispondenza tra fonemi e grafemi (unità grafica minima) varia da lingua a lingua. - Lingue trasparenti: buona corrispondenza (es. italiano, tedesco). - Lingue opache: bassa corrispondenza (es. inglese, francese). Due suoni linguistici sono fonemi diversi se sostituendo l'uno con l'altro cambia il significato delle parole. Ogni lingua ha un numero finito di fonemi, pronunciati con variazioni regionali, individuali o contestuali (allofoni).

Morfemi, Sintagmi e Frasi

Morfemi e parole si formano combinando fonemi, ma non tutte le combinazioni sono valide. I morfemi sono le unità più piccole con significato. I sintagmi sono unità minime di una catena sintattica, composti da una parte fondamentale e da modificatori. Le frasi combinano parole e sintagmi seguendo regole sintattiche, che permettono di combinare simboli per produrre significati complessi.

Teoria di Chomsky e Universali Linguistici

CHOMSKY SOSTIENE che la sintassi proietta il finito (parole, regole) nell'infinito (numero di frasi), rendendo il linguaggio uno strumento di comunicazione unico. Le lingue differiscono, ma condividono elementi in comune chiamati universali linguistici:

  1. Numero finito di fonemi
  2. Possibilità di costruire un numero infinito di parole da fonemi finiti
  3. Numero finito di parole in una lingua
  4. Relazione arbitraria tra parole e significati
  5. Possibilità di produrre un numero infinito di frasi in qualsiasi lingua (produttività linguistica)

Sviluppo del Linguaggio

LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: l'acquisizione della lingua madre. Il linguaggio è un'abilità complessa, ma si impara facilmente. I bambini imparano a parlare velocemente, senza istruzione formale.

Acquisizione dei Suoni e Regole Grammaticali

Acquisire i suoni: i neonati sono predisposti ad imparare qualsiasi lingua, rispondendo a tutte le distinzioni sonore. Dopo un anno, si specializzano nei suoni della loro lingua. Acquisire le regole grammaticali: sorprendentemente, i bambini padroneggiano il linguaggio velocemente. Prima dei due anni, conoscono già molte parole. I bambini in età prescolare non imparano esplicitamente le regole grammaticali e non vengono corretti per frasi scorrette. Gli adulti correggono gli errori semantici, non grammaticali (gli insegnanti correggono la parte semantica). Di solito non facciamo caso alla struttura semantica ma non a quella grammaticale.

Teoria Innatista di Noam Chomsky

TEORIA INNATISTA DI NOAM CHOMSKY: i bambini acquisiscono inconsciamente le strutture grammaticali con poco addestramento. Chomsky immagina un meccanismo innato di acquisizione del linguaggio (LAD): un meccanismo biologico che fornisce le regole generali della grammatica comuni a tutte le lingue (TEORIA GENERATIVISTA).

¿Non has encontrado lo que buscabas?

Explora otros temas en la Algor library o crea directamente tus materiales con la IA.