Il dominio e l'arte della resistenza di James C. Scott

Documento dall'Università su "Il dominio e l'arte della resistenza" (James C. Scott). Il Pdf esplora le dinamiche di resistenza al dominio, l'infrapolitica e come i subordinati testano i limiti del potere, utile per lo studio universitario.

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Il dominio e lʼarte della
resistenzaˮ (James C. Scott)
PREFAZIONE
1) Contraddizione e dipendenza
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2) Lʼipotesi
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3) Lʼobbiettivo
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similitudini strutturali.
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4) Accenno alle conclusioni
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
CAPITOLO 1 “Dietro la storia ufficialeˮ
1) Dire la veri
dire la verità davanti al potere
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2) Verbale pubblico
Lʼautore userà lʼespressione verbale pubblico per
descrivere il discorso ufficiale, quello che si tiene in
presenza del potere o in spazi dominati da esso.

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Anteprima

Prefazione

Contraddizione e dipendenza

L'idea che sta dietro a questo testo si è sviluppata in seguito ai tentativi dell'autore nel comprendere le relazioni di classe in un villaggio malese. Il problema riscontrato sul campo era che, spesso, gli appartenenti ad un medesimo villaggio si contraddicevano vicendevolmente. Queste contraddizioni sorgevano sopratutto dalle persone più povere ed economicamente più dipendenti: la dipendenza in particolare appariva più importante della povertà in quanto c'erano alcuni soggetti poveri ma autonomi che manifestavano opinioni coerenti e libere.

L'ipotesi

L'ipotesi da cui l'autore è partito è che le condizioni più estreme di mancanza di potere e dipendenza possono essere diagnostiche. Le relazioni tra discorso e potere risultano più evidenti laddove la divergenza tra verbale pubblico e verbale segreto è maggiore.

L'obbiettivo

Il testo non vuole sviluppare un'analisi ristretta, contingente, con una collocazione storica precisa. Nonostante l'autore ritenga che un preciso lavoro contestuale sia potenzialmente utile, lo è anche un'analisi più trasversale tra culture ed epoche storiche differenti purché si limitino i propri obbiettivi alle similitudini strutturali. Se è dimostrabile che le strutture di dominio funzionano secondo schemi paragonabili, tali strutture, a parità di condizioni, indurranno reazioni e modi di resistenza anch'esse grosso modo paragonabili.

Accenno alle conclusioni

Ogni gruppo subordinato crea dalla sua stessa esperienza un verbale segreto che rappresenta una critica del potere mossa dietro le spalle del dominante. "Il dominio e l'arte della resistenza" (James C. Scott) ’ ” 1Anche i potenti, da parte loro, sviluppano un verbale segreto che rappresenta le attività e le concezioni del loro dominio che non possono essere dichiarate apertamente. Mettendo a confronto il verbale segreto del debole con quello del potente ed entrambi con il verbale pubblico delle relazioni di potere si ottiene la possibilità di capire in modo sostanzialmente nuovo la resistenza al dominio.

Capitolo 1: "Dietro la storia ufficiale"

Dire la verità

L'espressione "dire la verità davanti al potere" ha tuttora un suono utopistico poichè allude ad una pratica rara: la dissimulazione del debole di fronte al potente è difficilmente motivo di sorpresa. Gran parte del rapporto che passa come normale rapporto sociale ci impone di scambiare in continuazione cordialità e sorrisi con altri per cui non nutriamo una stima corrispondente alle nostre manifestazioni pubbliche. La forza delle forme sociali incarnate nell'etichetta e nella cortesia ci impone spesso di sacrificare la sincerità in nome di rapporti tranquilli con il prossimo.

Verbale pubblico

L'autore userà l'espressione verbale pubblico per descrivere il discorso ufficiale, quello che si tiene in presenza del potere o in spazi dominati da esso. E' l'auto-ritratto delle élite dominanti, è il modo in cui vorrebbero essere viste; costituisce un discorso asimmetrico, parziale. Di seguito le caratteristiche principali di tale verbale:

  • Conferma la gerarchia: riflette e legittima i rapporti di potere esistenti. E' generalmente orientato nella direzione del copione messo in scena dal dominante, fornisce la prova dell'egemonia dei valori dominanti. Qualunque analisi condotta esclusivamente su questa tipologia di verbale è indotta a concludere che i gruppi subordinati accettano i termini della propria subordinazione "Il dominio e l'arte della resistenza" (James C. Scott) ’ ” 2
  • Controllato e autocensurato: i subordinati nascondono i loro veri pensieri per evitare ritorsioni
  • Teatralizzato: è una messa in scena, in cui i dominanti si mostrano giusti, legittimi, generosi e i subordinati appaiono rispettosi, obbedienti, riconoscenti. Inoltre, maggiore è la disparità di potere tra dominante e subordinato e maggiore è la tendenza dei subordinati ad assumere nel verbale pubblico un atteggiamento stereotipato, ritualistico; più il potere è minaccioso, più la maschera è impenetrabile
  • Reciproco: anche i dominatori partecipano a questa messinscena per rafforzare la propria autorità; è interesse di entrambe le parti collaborare per la creazione di una rappresentazione tacita
  • Incompleto: non racconta in alcun modo la storia per intero. E' una guida incompleta per la comprensione dell'opinione dei subordinati, infatti parla maggiormente del ruolo giocato dall'inganno e dalla sorveglianza nelle relazioni di potere

Verbale segreto

Il termine verbale segreto verrà invece usato per indicare il discorso che ha luogo dietro le quinte, fuori dall'osservazione diretta di chi detiene il potere. E' costituito da quei discorsi, gesti e pratiche che confermano, contraddicono o modificano ciò che appare nel verbale pubblico. E' importante sottolineare che le relazioni di potere non sono univoche: le cose che vengono dette dal verbale pubblico non sono necessariamente false, e quelle esplicitate dal verbale segreto, necessariamente vere. Tuttavia, resta certamente il fatto che il verbale segreto è prodotto per un uditorio diverso e in presenza di diversi vincoli di potere rispetto al verbale pubblico. Esaminando le discrepanze che esistono tra i due, è possibile dare una prima valutazione circa l'impatto della dominazione sul discorso pubblico. Ci sono tre caratteristiche del verbale segreto che meritano di essere chiarite:

  • Il verbale segreto è specifico di un certo sito sociale e di un certo gruppo di attori. E' elaborato all'interno di un pubblico ristretto e ne esclude un altro specifico
  • Il verbale segreto non contiene solo attività verbali, ma un'intera gamma di attività (es. per molti lavoratori agricoli azioni come fare bracconaggio o lavorare male di proposito fanno parte del verbale segreto)
  • La frontiera tra il verbale pubblico e quello segreto è una zona di lotta incessante tra dominanti e subordinati, e non un muro invalicabile. La lotta che viene condotta su questi confini è forse l'area più vitale del conflitto ordinario, della lotta di classe nelle sue manifestazioni quotidiane

La maschera

Sia i subordinati che i dominanti hanno le loro ragioni per trovare rifugio dietro una maschera, con alcune differenze però:

  • La maschera dei subordinati è associata a manifestazioni di umiltà e deferenza, se lo schiavo tradisce il copione rischia le percosse. In generale i subordinati, adattandosi alla propria maschera, si rendono poi conto di aver trasformato il proprio volto e di aver quindi auto-prodotta la legittimazione della propria subordinazione
  • La maschera dei dominanti è associata a manifestazioni di arroganza e autorità, se il potente tradisce il copione rischia meno. I dominanti devono invece attenersi alle idee che stanno dietro al dominio, al tipo di ideologia che serve per legittimarlo (es. un giudice deve mostrare venerazione per la legge). Le azione delle élite che pubblicamente contraddicono i fondamenti ideologici del potere sono pericolosissime

Conclusione

L'analisi del verbale pubblico del potente e del subordinato ci offre la possibilità di accedere ad una scienza sociale che scopre contraddizioni e possibilità, che guarda ben oltre la superficie. Ogni partecipante ha familiarità con il verbale pubblico e segreto del proprio gruppo ma non di quello dell'altro, i due raramente si incontrano. Al contrario, l'analista, ha la possibilità "Il dominio e l'arte della resistenza" (James C. Scott) ’ ” 4di avere una visione completa e di osservare i punti di convergenza e divergenza.

Capitolo 2: "Dominio, recitazione e fantasia"

Diversi discorsi politici

La distinzione tra verbale pubblico e verbale privato ci permette di distinguere almeno quattro varietà di discorso politico tra i gruppi subordinati. Queste variano in funzione della loro maggiore o minore conformità al discorso ufficiale e dell'uditorio a cui sono dirette:

  1. Il verbale pubblico: la forma più sicura e pubblica del discorso politico, quella che prende come base l'autoritratto adulatorio che le élite fanno di se stesse
  2. Il verbale segreto: dove i subordinati hanno la possibilità di riunirsi lontano dall'occhio intimidatorio del potere e si produce una cultura politica completamente dissonante
  3. Il verbale di travestimento: è quel discorso politico che si pone a metà strada tra il verbale pubblico e quello privato. E' quella politica anonima che si manifesta in pubblico però con l'intento di esprimere un doppio significato: è costituita da voci, pettegolezzi, storie popolari, barzellette, canzoni, una porzione consistente della cultura popolare delle classi subordinate
  4. Il verbale di rottura: il discorso politico più esplosivo poichè segna un punto di rottura tra verbale pubblico e segreto. Cancella quella separazione rendendo pubblico ciò che fino ad allora era stato segreto

L'infrapolitica

Buona parte della nostra attenzione sarà dedicata all'infrapolitica dei gruppi subordinati. L'infrapolitica dei gruppi subordinati è quella grande varietà di resistenze di basso profilo che non osano dichiararsi apertamente. "Il dominio e l'arte della resistenza" (James C. Scott) ’ ” 5Questa tipologia di analisi ci offre il modo di affrontare anche il tema dell'integrazione egemonica, ovvero, come i gruppi subordinati possano accettare di essere socializzati fino ad accettare una concezione di propri interessi comunicata dall'alto.

Obbiettivi e metodi del testo

L'obbiettivo del testo è quello di arrivare a descrivere una vera e propria tecnologia della resistenza. L'analisi dell'autore vuole evidenziare quelle forme di subordinazione in cui è prevedibile trovare maggior divergenza tra il verbale pubblico e quello segreto. La sua strategia consiste nello scegliere forme di dominio che presentino tra loro una certa aria di famiglia, così da rendere coerenti paragoni effettuati all'interno di una varietà di casi di per sè pericolosamente variegati. Le strutture simili di dominio, a parità di condizione, tendono a provocare risposte e forme di resistenza che presentano anch'esse una reciproca aria di famiglia. Prima di affrontare nel dettaglio il verbale pubblico è necessario chiarire alcuni punti:

  • Lo status epistemico del verbale segreto
  • Differenza tra verbale segreto e pubblico
  • Come il verbale segreto trae la sua forza morale ed emotiva proprio da ciò che non si può dire apertamente davanti al potere

Deferenza

Ogni modello di stratificazione sociale rappresenta una giuda affidabile per comprendere chi dà gli ordini e chi li riceve in un certo tipo di società: alla sommità stanno quelli che danno ordini a tutti ma non ne ricevono, invece, alla base, stanno quelli che prendono ordini praticamente da tutti e non ne danno a nessuno. Chi si trova in una certa posizione è deferente rispetto a chi occupa la posizione superiore: la deferenza è però una delle conseguenze della stratificazione sociale, non la sua origine. Il termine deferenza indica quella forma di interazione sociale che si manifesta in situazioni ove viene esercitata l'autorità tradizionale. "Il dominio e l'arte della resistenza" (James C. Scott) ’ ” 6

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