Lineamenti di neuropsicologia clinica: alterazioni cognitive post-lesione cerebrale

Documento dall'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa su Lineamenti di neuropsicologia clinica. Il Pdf riassume i "Lineamenti di neuropsicologia clinica", esplorando la relazione tra cervello e funzioni cognitive, con un focus sulle alterazioni delle abilità cognitive dopo lesioni cerebrali, utile per studenti universitari di Psicologia.

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Lineamenti di neuropsicologia clinica
Neuropsicologia clinica (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa)
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Riassunto di "Lineamenti di neuropsicologia clinica"
Introduzione
La neuropsicologia è la disciplina che studia i rapporti tra cervello e funzioni cognitive. Essa si
avvale di metodi clinici e strumentali coniugandosi con le nuove tecnologie e proponendo
modelli interpretativi del funzionamento della mente/cervello mediante adeguati strumenti di
valutazione clinica.
Capitolo 2: Le alterazioni delle abilità cognitive dopo una lesione cerebrale: la
neuropsicologia clinica
Il concetto di base della neuropsicologia è che i processi cognitivi sono correlati con il
funzionamento di specifiche strutture del cervello. I danni a queste strutture possono generare
disturbi delle funzioni cognitive, i quali si manifestano con una serie di effetti osservabili dal
comportamento e valutabili con prove formalizzate, i test. La ricerca neuropsicologica cerca di
rispondere alla domanda: “Come funziona il cervello?”, esplorando i rapporti tra componenti
funzionali cognitive e strutture nervose. La neuropsicologia clinica descrive i quadri cognitivi e
comportamentali che si realizzano a seguito a lesioni cerebrali e ne ricerca la spiegazione alla
luce di modelli interpretativi cognitivi o neurofunzionali. La ricerca studia specificamente gli
effetti cognitivi dei danni cerebrali in seguito a eventi patologici (ictus cerebrali, traumi cranici,
neoplasie, encefaliti), allo scopo sia di contribuire all’elaborazione di teorie sulla organizzazione
delle funzioni cognitive che di stabilire correlazioni con le loro basi neurofunzionali. La
neuropsicologia si occupa anche di allestire strumenti di valutazione (test, questionari, griglie
di osservazione) allo scopo di misurare i diversi deficit, per raggiungere un’accurata diagnosi
clinica e tracciare i profili cognitivi dei pazienti, anche in vista di una successiva riabilitazione
neuropsicologica. I metodi di ricerca in neuropsicologia clinica sono 2:
• lo studio di casi singoli (è stato il primo strumento di indagine scientifica delle relazioni tra
mente e cervello) o di piccoli gruppi omogenei di pazienti;
• lo studio dei grandi gruppi.
Già nella seconda metà del 1800, gli studiosi esaminavamo, post-mortem, le lesioni cerebrali
presenti in pazienti con specifici disturbi comportamentali. I primi studi circa le correlazioni
anatomo-cliniche in pazienti cerebrolesi tesero a comprendere le basi neurali del linguaggio:
Broca, nel 1860, dimostrò per la prima volta che le abilità linguistiche sono essenzialmente
localizzate nell’emisfero sinistro e che il giro frontale inferiore sinistro (denominato area di
Broca) è critico per la produzione del linguaggio articolato.
Wernicke, avendo osservato 2 pazienti con disturbi di linguaggio, e lesione nel giro temporale
superiore sinistro (denominato area di Wernicke), avanzò la prima teoria sull’organizzazione
cerebrale del linguaggio.
Oggi siamo in grado di identificare una lesione cerebrale attraverso i metodi neuroradiologici,
come la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, che consentono il rilievo della
sede, dell’estensione e della natura della lesione cerebrale. Tuttavia, per vari motivi, la
correlazione tra sede anatomica del danno e funzione deficitaria, non è così facile e intuitiva
come può sembrare. Innanzitutto, una lesione cerebrale, di regola, colpisce zone del cervello di
estensione e localizzazione variabile, per cui occorre l'osservazione di più casi allo scopo di
ottenere info convergenti e determinare così i possibili effetti cognitivi della lesione specifica.
In alcuni casi, si può ipotizzare che la sede della lesione determina un certo disturbo cognitivo
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Lineamenti di neuropsicologia clinica

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Riassunto di "Lineamenti di neuropsicologia clinica"

Introduzione alla neuropsicologia

La neuropsicologia è la disciplina che studia i rapporti tra cervello e funzioni cognitive. Essa si avvale di metodi clinici e strumentali coniugandosi con le nuove tecnologie e proponendo modelli interpretativi del funzionamento della mente/cervello mediante adeguati strumenti di valutazione clinica.

Capitolo 2: Le alterazioni delle abilità cognitive dopo una lesione cerebrale: la neuropsicologia clinica

Concetto di base e ricerca neuropsicologica

Il concetto di base della neuropsicologia è che i processi cognitivi sono correlati con il funzionamento di specifiche strutture del cervello. I danni a queste strutture possono generare disturbi delle funzioni cognitive, i quali si manifestano con una serie di effetti osservabili dal comportamento e valutabili con prove formalizzate, i test. La ricerca neuropsicologica cerca di rispondere alla domanda: "Come funziona il cervello?", esplorando i rapporti tra componenti funzionali cognitive e strutture nervose. La neuropsicologia clinica descrive i quadri cognitivi e comportamentali che si realizzano a seguito a lesioni cerebrali e ne ricerca la spiegazione alla luce di modelli interpretativi cognitivi o neurofunzionali. La ricerca studia specificamente gli effetti cognitivi dei danni cerebrali in seguito a eventi patologici (ictus cerebrali, traumi cranici, neoplasie, encefaliti), allo scopo sia di contribuire all'elaborazione di teorie sulla organizzazione delle funzioni cognitive che di stabilire correlazioni con le loro basi neurofunzionali. La neuropsicologia si occupa anche di allestire strumenti di valutazione (test, questionari, griglie di osservazione) allo scopo di misurare i diversi deficit, per raggiungere un'accurata diagnosi clinica e tracciare i profili cognitivi dei pazienti, anche in vista di una successiva riabilitazione neuropsicologica. I metodi di ricerca in neuropsicologia clinica sono 2:

  • lo studio di casi singoli (è stato il primo strumento di indagine scientifica delle relazioni tra mente e cervello) o di piccoli gruppi omogenei di pazienti;
  • lo studio dei grandi gruppi.

Correlazioni anatomo-cliniche e basi neurali del linguaggio

Già nella seconda metà del 1800, gli studiosi esaminavamo, post-mortem, le lesioni cerebrali presenti in pazienti con specifici disturbi comportamentali. I primi studi circa le correlazioni anatomo-cliniche in pazienti cerebrolesi tesero a comprendere le basi neurali del linguaggio:

  • Broca, nel 1860, dimostrò per la prima volta che le abilità linguistiche sono essenzialmente localizzate nell'emisfero sinistro e che il giro frontale inferiore sinistro (denominato area di Broca) è critico per la produzione del linguaggio articolato.
  • Wernicke, avendo osservato 2 pazienti con disturbi di linguaggio, e lesione nel giro temporale superiore sinistro (denominato area di Wernicke), avanzò la prima teoria sull'organizzazione cerebrale del linguaggio.

Identificazione delle lesioni cerebrali e correlazione con la funzione deficitaria

Oggi siamo in grado di identificare una lesione cerebrale attraverso i metodi neuroradiologici, come la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, che consentono il rilievo della sede, dell'estensione e della natura della lesione cerebrale. Tuttavia, per vari motivi, la correlazione tra sede anatomica del danno e funzione deficitaria, non è così facile e intuitiva come può sembrare. Innanzitutto, una lesione cerebrale, di regola, colpisce zone del cervello di estensione e localizzazione variabile, per cui occorre l'osservazione di più casi allo scopo di ottenere info convergenti e determinare così i possibili effetti cognitivi della lesione specifica. In alcuni casi, si può ipotizzare che la sede della lesione determina un certo disturbo cognitivo www.opsonline.it - la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d'esame, Tesi di laurea, Temi per l'Esame di Stato, Articoli, Forum di discussione, Agenda Eventi, Annunci di lavoro, E-book e tante altre risorse. info@opsonline.it Opsonline.it è gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma This document is available free of charge on studocu Scaricato da Sara Magliocchetti (saramagliocchetti@libero.it)opsonline LIBERAMENTE L'ABBONAMENTO DEGLI PSICOLOGI Vuoi scaricare appunti, articoli, temi per l'Esame di Stato senza più vincolo dei crediti? Attiva subito Liberamente l'esclusivo abbonamento per Psicologi e studenti di Psicologia! Scopri tutti vantaggi di Liberamente su http://liberamente.opsonline.it/ in maniera indiretta: l'effetto cognitivo osservato non è dovuto al malfunzionamento della sede lesionata, ma a quello di un'area funzionalmente connessa con quella anatomicamente danneggiata. Una lesione cerebrale acuta può determinare una sofferenza transitoria delle strutture cerebrali circostanti la sede della lesione, a causa della formazione di edema (rigonfiamento dei tessuti); questo fenomeno comporta un grave danno cognitivo in quanto vengono coinvolte molte aree del cervello. Quando l'edema, per evoluzione naturale o per effetto della terapia, scompare si osserva un evidente recupero di molte funzioni cognitive, mentre rimangono deficitarie solo quelle direttamente o indirettamente coinvolte dalla lesione. Non sempre, però, una lesione in una determinata area, causa lo stesso effetto cognitivo. Sono molto frequenti i casi "negativi", cioè pazienti con lesioni in specifiche aree cerebrali che però non mostrano i deficit cognitivi che ci si potrebbe attendere. La correlazione incostante tra sede della lesione e deficit osservabili può dipendere da una serie di fattori legati alla variabilità individuale. In seguito a questi inconvenienti si è affermato un approccio allo studio neuropsicologico basato sull'analisi dei deficit cognitivi in gruppi di pazienti il più possibile omogenei per sede della lesione. Tuttavia, anche questa metodologia, non riesce a fornire risposte definitive. La neuropsicologia cognitiva parte dall'assunto fondamentale che le funzioni cognitive sono organizzate secondo un'architettura composta da più componenti funzionalmente e anatomicamente separate; dunque, la lesione non determina una completa alterazione e riorganizzazione dei processi cognitivi, ma sottrae alcune delle componenti del sistema.

Dissociazioni e doppia dissociazione

Attraverso lo studio dettagliato di singoli pazienti o di piccoli gruppi di pazienti si può documentare l'esistenza di "dissociazioni" tra alcune funzioni danneggiate dalla lesione cerebrale e altre funzioni risparmiate. Soprattutto quando si osservano pazienti con deficit cognitivi complementari (doppia dissociazione: un paziente mostra un deficit selettivo di alcune abilità cognitive con risparmio di altre, mentre un altro paziente mostra un quadro cognitivo opposto), le dissociazioni tra abilità cognitive forniscono una dimostrazione che alcune componenti funzionali della normale architettura cognitiva possono essere lese le une indipendentemente dalle altre, e che esse sono, dunque, funzionalmente separabili.

Capitolo 3: Il metodo dell'osservazione in neuropsicologia clinica

Fasi della valutazione neuropsicologica

La valutazione neuropsicologica si realizza attraverso 4 fasi:

  1. Definizione del problema: il paziente stesso, i suoi accompagnatori, o colui che ha inviato il paziente per la consulenza, devono indicare il motivo per cui è stato richiesto l'intervento. Questa informazione è assolutamente cruciale per poter iniziare l'inquadramento del paziente. Se il paziente è stato inviato perché i familiari hanno notato disturbi di memoria, o perché il paziente stesso ne lamenta, la nostra osservazione sarà indirizzata in modo diverso rispetto a quando il paziente, invece, viene valutato per la presenza di disturbi del linguaggio o per difficoltà nell'eseguire operazioni nella vita di tutti i giorni.
  2. Anamnesi cognitivo-comportamentale: definire quale sia stata l'evoluzione dei disturbi nel tempo fornisce elementi cruciali per comprenderne la causa: nel caso di un accidente cerebrale acuto (ictus cerebrale, trauma cranico), dopo aver subito la lesione, il paziente presenterà un disturbo cognitivo associato o meno ad alterazioni del comportamento, che tenderà con il tempo a migliorare. Viceversa, se vi è una tendenza al peggioramento, il disturbo è dovuto a una patologia progressiva (demenza). Per la raccolta dell'anamnesi è necessario il colloquio www.opsonline.it - la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d'esame, Tesi di laurea, Temi per l'Esame di Stato, Articoli, Forum di discussione, Agenda Eventi, Annunci di lavoro, E-book e tante altre risorse. info@opsonline.it Opsonline.it è gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma Scaricato da Sara Magliocchetti (saramagliocchetti@libero.it)opsonline LIBERAMENTE L'ABBONAMENTO DEGLI PSICOLOGI Vuoi scaricare appunti, articoli, temi per l'Esame di Stato senza più vincolo dei crediti? Attiva subito Liberamente l'esclusivo abbonamento per Psicologi e studenti di Psicologia! Scopri tutti vantaggi di Liberamente su http://liberamente.opsonline.it/ con il paziente ma anche la collaborazione di un suo familiare, soprattutto se il paziente non è in grado di riferire i problemi con chiarezza e con sufficiente precisione o se non è consapevole dei propri deficit. E' importante acquisire informazioni circa le abilità cognitive, l'umore, il comportamento, la presenza di eventuali fenomeni allucinatori, la qualità del sonno e dell'appetito. A questa raccolta si deve associare anche quella delle informazioni cliniche neurologiche e delle documentazioni neuroradiologiche per la definizione del tipo di patologia.
  3. Colloquio clinico: questa è la fase più importante. Il colloquio deve essere mirato a un'esplorazione delle varie aree cognitive, dando priorità a quelle identificate nell'anamnesi come più critiche. Si inizia con l'osservazione dello stato di coscienza del paziente e della capacità di interagire con l'ambiente, cioè se il paziente è sveglio e attento oppure sonnolento, oppure se è inerte, disinteressato o troppo reattivo o eccitato. S'indaga l'orientamento temporale, spaziale e personale. Si istaura una breve conversazione che permette di verificare se il paziente ha notato difficoltà nella vita di tutti i giorni a casa o sul lavoro; se ha difficoltà a ricordare dati personali ed eventi, recenti e remoti. Attraverso il colloquio si ottengono, inoltre, elementi circa le abilità del paziente a sostenere una normale conversazione, le sue abilità di comprensione e produzione del linguaggio, le caratteristiche dell'eloquio. Nel corso del colloquio sarà valutato anche il contenuto del pensiero. Al termine del colloquio, si dovrà annotare se il paziente ha collaborato con continuità con l'esaminatore, se ha mostrato delle fluttuazioni dell'atteggiamento oppure una tendenza a distrarsi facilmente o dei comportamenti singolari e se, in qualche modo o fino a che punto, ha coscienza dei suoi disturbi. Durante il colloquio l'esaminatore dovrà essere attento a tutte le manifestazioni comportamentali del paziente, che saranno poi commentate e trascritte.
  4. Valutazione neuropsicologica formalizzata: viene fatta un'accurata valutazione, in termini qualitativi e quantitativi delle prestazioni cognitive, attraverso una serie di test. Bisognerà somministrare sia prove specifiche sia prove per le aree cognitive apparentemente non danneggiate, al fine di avere un profilo esauriente. L'esame neuropsicologico deve tener conto che è possibile incorrere in errori di valutazione sia in un senso (considerare come patologiche prestazioni che invece rientrano nella norma: falsi positivi) che nell'atro (considerare normali prestazioni già patologiche: falsi negativi).

Capitolo 4. I disturbi della memoria: le amnesie

Definizione di amnesia

Definizione: l'amnesia è un disturbo selettivo della memoria caratterizzato dall'incapacità di rievocare le esperienze passate e di acquisire nuove informazioni. Tale deficit è indipendente da disturbi intellettivi, linguistici o percettivi, ma, nei casi più gravi, il disturbo amnesico è estremamente invalidante e i pazienti necessitano di continua assistenza. [Prof: l'amnesia è un disturbo della MLT nella sua parte dichiarativa esplicita; per definizione il paziente amnesico non ha problema nella MBT]

Studi sul paziente HM (Milner)

-Studi sul paziente HM (Milner): [zona temporale] fu sottoposto a resezione bilaterale dei lobi temporali per il trattamento di una sindrome epilettica non sensibile ai farmaci. Il paziente seguito per molti anni dopo l'intervento chirurgico, presentava gravi problemi a orientarsi nell'ospedale o nei dintorni della sua casa, a riferire che lavoro facesse, a ricordare cosa avesse mangiato il giorno precedente, o dove si trovasse. Ogni mattina bisognava ricordargli di radersi, lavarsi i denti o pettinarsi; nonostante sia stato sottoposto a numerosissimi controlli e www.opsonline.it - la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d'esame, Tesi di laurea, Temi per l'Esame di Stato, Articoli, Forum di discussione, Agenda Eventi, Annunci di lavoro, E-book e tante altre risorse. info@opsonline.it Opsonline.it è gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma This document is available free of charge on studocu Scaricato da Sara Magliocchetti (saramagliocchetti@libero.it)

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