Esame Diritto Internazionale: fonti, ius cogens e autodeterminazione dei popoli

Documento di Università sul Diritto Internazionale, analizzando la gerarchia delle fonti, lo ius cogens e l'autodeterminazione dei popoli. Il Pdf, utile per lo studio universitario di Diritto, esplora concetti chiave come la legittima difesa e i crimini internazionali individuali, fornendo una spiegazione dettagliata delle norme.

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66 pagine

ESAME DIRITTO INTERNAZIONALE
1. Concetto di “gradi”:
Si introduce un sistema di graduazione o priorità tra le fonti del diritto internazionale. Tuttavia, questa sistemazione non
implica che un trattato (diritto convenzionale) sia automaticamente invalido se contrasta con una norma
consuetudinaria.
2. Flessibilità delle norme consuetudinarie:
Le norme consuetudinarie non sono rigide; possono essere derogate attraverso accordi specifici tra gli Stati coinvolti.
Questo riflette la flessibilità del diritto internazionale, che si adatta alle esigenze degli Stati.
3. Diritto convenzionale come “lex specialis”:
I trattati vincolano solo gli Stati che li sottoscrivono, quindi rappresentano una lex specialis ratione personarum (una
norma speciale per i soggetti coinvolti), mentre le norme consuetudinarie valgono per tutti gli Stati come regole generali.
4. Prevalenza del diritto convenzionale:
Di norma, le disposizioni dei trattati prevalgono sulle norme consuetudinarie per i loro firmatari, dato che si tratta di
accordi specifici con obblighi chiaramente accettati.
5. Eccezione dello “ius cogens”:
Le norme consuetudinarie di ius cogens (es. divieto di tortura, schiavitù) sono inderogabili e hanno priorità su qualsiasi
trattato incompatibile. Questo perché proteggono valori fondamentali della comunità internazionale.
6. Prospettiva giudiziaria e di sistema:
Larticolo 38 dello Statuto della Corte Internazionale di Giustizia riconosce l’esistenza e il ruolo sia della consuetudine sia
dei trattati, senza però stabilire una gerarchia rigida. Questo passaggio suggerisce che ci si occuperà inizialmente della
consuetudine e del diritto internazionale generale, adottando un approccio basato sui gradi.
In sintesi, il testo spiega che, sebbene le norme consuetudinarie siano derogabili dai trattati, queste ultime mantengono un ruolo
cruciale, specialmente quando si tratta di norme di ius cogens.
La “graduazione” nel diritto internazionale fa riferimento a una gerarchia tra le fonti del diritto internazionale, basata sulla loro forza
normativa e sul campo di applicazione. Nel contesto che hai riportato, la graduazione si basa sui seguenti principi:
1.
Ius cogens (diritto cogente)
Inderogabile e superiore a tutte le altre norme
Caratteristiche: Norme imperative di diritto internazionale generale, da cui non è possibile derogare. Rappresentano valori
fondamentali per la comunità internazionale.
Esempi: Divieto di genocidio, tortura, schiavitù, aggressione.
Conseguenze: Qualsiasi trattato o norma consuetudinaria che contrasti con lo ius cogens è nullo.
2.
Diritto consuetudinario
Norme generali applicabili a tutti gli Stati
Caratteristiche: Deriva dalla pratica costante degli Stati (opinio iuris). Si applica alla comunità internazionale nel suo complesso,
salvo deroghe specifiche.
Esempi: Libertà di navigazione in alto mare, immunità degli Stati.
Derogabilità: È derogabile tramite trattati (lex specialis), ma non se contrasta con norme di ius cogens.
1
3. Diritto convenzionale (trattati)
Norme specifiche tra gli Stati contraenti
Caratteristiche: Accordi scritti vincolanti tra gli Stati, che prevalgono sulle norme consuetudinarie per i loro firmatari (principio
di lex specialis).
Esempi: Trattato di non proliferazione nucleare, Convenzione di Ginevra.
Limiti: Non può derogare norme di ius cogens.
4. Altre fonti del diritto internazionale
Di rango inferiore
Caratteristiche: Comprendono le decisioni di organizzazioni internazionali, accordi informali, e atti unilaterali degli Stati.
Esempi: Risoluzioni ONU non vincolanti, accordi bilaterali non uciali.
Derogabilità: Soggette a trattati, consuetudine e ius cogens.
Schema della Graduazione
1. Ius cogens: inderogabile, superiore a tutto.
2. Diritto consuetudinario generale: vincolante, salvo deroghe specifiche (trattati).
3. Diritto convenzionale (trattati): vincola solo i firmatari, prevale sulla consuetudine per le parti.
4. Altre fonti minori: norme con forza limitata e subordinata.
Questo passaggio riguarda la dottrina del Persistent Objector (obiettore persistente) nel diritto internazionale, che è un’importante
eccezione al principio generale per cui le norme consuetudinarie vincolano tutti gli Stati. Ecco una spiegazione dettagliata:
1. Cos’è la consuetudine internazionale?
È una fonte del diritto internazionale composta da due elementi:
Prassi costante degli Stati: Comportamenti ripetuti e uniformi nel tempo.
Opinio iuris: Convinzione degli Stati che quel comportamento sia giuridicamente obbligatorio.
Una volta formata, la consuetudine vincola tutti gli Stati, salvo eccezioni.
2. Dottrina dell’obiettore persistente
Definizione: Se uno Stato si oppone persistentemente alla formazione di una norma consuetudinaria durante il suo sviluppo, e
manifesta chiaramente il suo disaccordo, esso non sarà vincolato dalla norma una volta consolidata.
Requisiti principali:
1. Opposizione chiara e inequivocabile: Lo Stato deve dichiarare esplicitamente il proprio disaccordo.
2. Costanza: Lopposizione deve essere mantenuta durante tutto il processo di formazione della consuetudine.
3. Fase temporale cruciale: Lopposizione deve avvenire prima che la norma consuetudinaria si consolidi.
Esempio pratico: La Norvegia nel caso delle peschiere (1951).
3. Caso delle peschiere, Regno Unito-Norvegia (1951)
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Concetto di "gradi" nel Diritto Internazionale

  1. Concetto di "gradi":

    Si introduce un sistema di graduazione o priorità tra le fonti del diritto internazionale. Tuttavia, questa sistemazione non implica che un trattato (diritto convenzionale) sia automaticamente invalido se contrasta con una norma consuetudinaria.

  2. Flessibilità delle norme consuetudinarie:

    Le norme consuetudinarie non sono rigide; possono essere derogate attraverso accordi specifici tra gli Stati coinvolti. Questo riflette la flessibilità del diritto internazionale, che si adatta alle esigenze degli Stati.

  3. Diritto convenzionale come "lex specialis":

    I trattati vincolano solo gli Stati che li sottoscrivono, quindi rappresentano una lex specialis ratione personarum (una norma speciale per i soggetti coinvolti), mentre le norme consuetudinarie valgono per tutti gli Stati come regole generali.

  4. Prevalenza del diritto convenzionale:

    Di norma, le disposizioni dei trattati prevalgono sulle norme consuetudinarie per i loro firmatari, dato che si tratta di accordi specifici con obblighi chiaramente accettati.

  5. Eccezione dello "ius cogens":

    Le norme consuetudinarie di ius cogens (es. divieto di tortura, schiavitù) sono inderogabili e hanno priorità su qualsiasi trattato incompatibile. Questo perché proteggono valori fondamentali della comunità internazionale.

  6. Prospettiva giudiziaria e di sistema:

    L'articolo 38 dello Statuto della Corte Internazionale di Giustizia riconosce l'esistenza e il ruolo sia della consuetudine sia dei trattati, senza però stabilire una gerarchia rigida. Questo passaggio suggerisce che ci si occuperà inizialmente della consuetudine e del diritto internazionale generale, adottando un approccio basato sui gradi.

In sintesi, il testo spiega che, sebbene le norme consuetudinarie siano derogabili dai trattati, queste ultime mantengono un ruolo cruciale, specialmente quando si tratta di norme di ius cogens.

La "graduazione" nel diritto internazionale fa riferimento a una gerarchia tra le fonti del diritto internazionale, basata sulla loro forza normativa e sul campo di applicazione. Nel contesto che hai riportato, la graduazione si basa sui seguenti principi:

  1. Ius cogens (diritto cogente) – Inderogabile e superiore a tutte le altre norme

    • Caratteristiche: Norme imperative di diritto internazionale generale, da cui non è possibile derogare. Rappresentano valori fondamentali per la comunità internazionale.
    • Esempi: Divieto di genocidio, tortura, schiavitù, aggressione.
    • Conseguenze: Qualsiasi trattato o norma consuetudinaria che contrasti con lo ius cogens è nullo.
  2. Diritto consuetudinario – Norme generali applicabili a tutti gli Stati

    • Caratteristiche: Deriva dalla pratica costante degli Stati (opinio iuris). Si applica alla comunità internazionale nel suo complesso, salvo deroghe specifiche.
    • Esempi: Libertà di navigazione in alto mare, immunità degli Stati.
    • Derogabilità: È derogabile tramite trattati (lex specialis), ma non se contrasta con norme di ius cogens.

Diritto Convenzionale e Altre Fonti

  1. Diritto convenzionale (trattati)

    – Norme specifiche tra gli Stati contraenti

    • Caratteristiche: Accordi scritti vincolanti tra gli Stati, che prevalgono sulle norme consuetudinarie per i loro firmatari (principio di lex specialis).
    • Esempi: Trattato di non proliferazione nucleare, Convenzione di Ginevra.
    • Limiti: Non può derogare norme di ius cogens.
  2. Altre fonti del diritto internazionale

    – Di rango inferiore

    • Caratteristiche: Comprendono le decisioni di organizzazioni internazionali, accordi informali, e atti unilaterali degli Stati.
    • Esempi: Risoluzioni ONU non vincolanti, accordi bilaterali non ufficiali.
    • Derogabilità: Soggette a trattati, consuetudine e ius cogens.

Schema della Graduazione delle Fonti

  1. Ius cogens: inderogabile, superiore a tutto.
  2. Diritto consuetudinario generale: vincolante, salvo deroghe specifiche (trattati).
  3. Diritto convenzionale (trattati): vincola solo i firmatari, prevale sulla consuetudine per le parti.
  4. Altre fonti minori: norme con forza limitata e subordinata.

Dottrina del Persistent Objector

Questo passaggio riguarda la dottrina del Persistent Objector (obiettore persistente) nel diritto internazionale, che è un'importante eccezione al principio generale per cui le norme consuetudinarie vincolano tutti gli Stati. Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Cos'è la consuetudine internazionale?
    • È una fonte del diritto internazionale composta da due elementi:

      Prassi costante degli Stati: Comportamenti ripetuti e uniformi nel tempo.

      Opinio iuris: Convinzione degli Stati che quel comportamento sia giuridicamente obbligatorio.

    • Una volta formata, la consuetudine vincola tutti gli Stati, salvo eccezioni.
  2. Dottrina dell'obiettore persistente
    • Definizione: Se uno Stato si oppone persistentemente alla formazione di una norma consuetudinaria durante il suo sviluppo, e manifesta chiaramente il suo disaccordo, esso non sarà vincolato dalla norma una volta consolidata.
    • Requisiti principali:
      1. Opposizione chiara e inequivocabile: Lo Stato deve dichiarare esplicitamente il proprio disaccordo.
      2. Costanza: L'opposizione deve essere mantenuta durante tutto il processo di formazione della consuetudine.
      3. Fase temporale cruciale: L'opposizione deve avvenire prima che la norma consuetudinaria si consolidi.
    • Esempio pratico: La Norvegia nel caso delle peschiere (1951).
  3. Caso delle peschiere, Regno Unito-Norvegia (1951)

    Contesto: Il Regno Unito contestava la delimitazione delle acque territoriali della Norvegia.

    Decisione della Corte: La Norvegia non era vincolata da una norma consuetudinaria generale sul calcolo delle linee di base delle acque territoriali, perché aveva opposto un'obiezione chiara e persistente durante il processo di formazione della norma.

  4. Fondamento teorico della dottrina
    • Si basa su una concezione contrattualistica della consuetudine:

      L'idea è che la consuetudine rappresenti un accordo tacito tra gli Stati.

      Se uno Stato non consente, nemmeno tacitamente, non può essere vincolato dalla norma risultante.

  5. Limiti della dottrina
    • Non applicabile alle norme di ius cogens: Le norme imperative del diritto internazionale sono inderogabili e vincolano tutti gli Stati, indipendentemente dall'opposizione.
    • Difficoltà pratiche: È raro che uno Stato mantenga un'opposizione persistente e chiara per lungo tempo.

Riassunto della Dottrina dell'Obiettore Persistente

La dottrina dell'obiettore persistente consente a uno Stato di sottrarsi a una norma consuetudinaria internazionale, purché:

  • Si opponga in modo costante e inequivocabile durante la formazione della norma.
  • La norma non appartenga allo ius cogens.

Obiter Dictum nel Contesto Giuridico

L'obiter dictum è un termine latino che significa "detto di passaggio". Nel contesto giuridico, si riferisce a un'osservazione o commento fatto da un giudice in una sentenza che non è essenziale per la decisione del caso.

Caratteristiche principali dell'Obiter Dictum

  1. Non vincolante:

    Gli obiter dicta non hanno forza vincolante (non costituiscono precedente obbligatorio), ma possono essere considerati autorevoli o persuasivi, specialmente se provengono da tribunali superiori o internazionali.

  2. Differenza rispetto al ratio decidendi:

    Ratio decidendi: È il principio giuridico fondamentale su cui si basa la decisione e ha forza vincolante.

    Obiter dictum: Sono commenti aggiuntivi, non necessari per risolvere la controversia.

  3. Funzione:

    Gli obiter dicta possono servire a:

    • Chiarire un principio giuridico.
    • Fare previsioni su come la corte potrebbe decidere in casi futuri.
    • Esprimere opinioni su questioni non direttamente rilevanti per il caso in esame.

Esempio Pratico e Applicazione Internazionale

Esempio pratico: Supponiamo che una corte stia decidendo un caso di diritto contrattuale. Nel fornire la sentenza, il giudice potrebbe aggiungere un'osservazione sulla validità di una clausola contrattuale che però non è direttamente rilevante per il caso concreto. Questo commento sarebbe un obiter dictum.

Applicazione nel diritto internazionale: Nel contesto internazionale, gli obiter dicta possono apparire nelle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia (CIJ) o di altri tribunali internazionali. Anche se non vincolanti, possono essere influenti e usati come guida interpretativa in casi successivi.

Vuoi approfondire un esempio specifico o chiarire qualche aspetto?

Opinio Iuris nella Consuetudine Internazionale

Questo passaggio analizza l'elemento soggettivo della consuetudine internazionale, noto come opinio iuris, che è uno dei due elementi fondamentali per la formazione di una norma consuetudinaria. Ecco una spiegazione punto per punto:

  1. Cos'è l'opinio iuris?
    • L'opinio iuris è la convinzione degli Stati che una determinata prassi (comportamento costante) sia giuridicamente obbligatoria.
    • Non basta che gli Stati seguano una prassi; è necessario che lo facciano ritenendola un obbligo giuridico, non per convenienza o motivi pratici.
  2. Relazione con il comportamento sociale

    Inizialmente, una linea di condotta potrebbe essere adottata per ragioni sociali (es. collaborazione, mutuo beneficio) e non necessariamente giuridiche.

    Con il tempo, questa condotta può evolversi in un obbligo giuridico grazie alla formazione della consuetudine.

Esempio Pratico di Opinio Iuris

Esempio pratico:

  • Gli Stati iniziano a rispettare determinate regole di navigazione per evitare incidenti (motivo pratico).
  • Con il tempo, questa prassi costante diventa un obbligo giuridico condiviso, riconosciuto come parte del diritto internazionale.

Difficoltà e Induzione dell'Opinio Iuris

  1. Difficoltà nel rilevare l'opinio iuris
    • L'opinio iuris è un elemento psicologico, legato alle intenzioni degli Stati, e per questo difficile da individuare.
    • Non è sempre evidente se uno Stato agisca per convinzione giuridica o per semplice opportunità.
  2. Induzione dall'accumulazione della prassi
    • La giurisprudenza internazionale tende a considerare indissolubile il legame tra opinio iuris e prassi:

      L'opinio iuris è dedotta dalla costanza e uniformità del comportamento degli Stati.

      Più uno Stato segue una prassi uniforme, più è probabile che lo faccia ritenendola obbligatoria.

In sintesi: Non possiamo osservare direttamente l'opinio iuris, ma la deduciamo dall'accumularsi di comportamenti coerenti.

Opinio Iuris e Prassi: Elementi Fondamentali

  1. Opinio iuris e prassi: due lati della stessa medaglia
    • Perché una norma consuetudinaria esista, sono necessari entrambi gli elementi:
      1. Prassi costante: Comportamenti ripetuti e uniformi degli Stati.
      2. Opinio iuris: Convinzione che quei comportamenti siano obbligatori sul piano giuridico.

Conclusione sull'Opinio Iuris

In breve, l'elemento soggettivo (opinio iuris) si realizza quando gli Stati, seguendo una prassi costante, ritengono che essa sia doverosa non solo socialmente ma anche giuridicamente. Questo elemento, deducibile dall'osservazione della prassi, è fondamentale per confermare l'esistenza di una norma consuetudinaria.

Vuoi un esempio concreto per chiarire?

Accertamento dell'Opinio Iuris e Prassi Statale

Questo passaggio approfondisce il tema della difficoltà nell'accertare l'elemento soggettivo (opinio iuris) sia nel diritto internazionale sia negli ordinamenti interni, sottolineando l'importanza della prassi come fonte di deduzione dell'opinio. Ecco la spiegazione punto per punto:

  1. Riferimento alle conclusioni della Commissione del Diritto Internazionale

    La Commissione del Diritto Internazionale (CDI) ha elaborato una serie di conclusioni per chiarire il processo di formazione della consuetudine.

    Conclusione numero 6, paragrafo 2: Si occupa delle forme di prassi statale che possono integrare l'elemento oggettivo (comportamenti costanti e uniformi degli Stati).

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