Elementi di Teatro Educativo, Sociale e di Comunità, Università La Sapienza

Documento dall'Università degli Studi di Roma la Sapienza su Elementi di Teatro Educativo, Sociale e di Comunità. Il Pdf esplora la matrice teatrale e l'esperienza ludica, trattando tecniche come il Teatro dell'Oppresso di Augusto Boal e lo Psicodramma moreniano, utili per studenti universitari di Storia del Teatro e dello Spettacolo.

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19 pagine

Elementi di Teatro Educativo,
Sociale e di Comunità (A.
Pontremoli)
Storia del Teatro e dello Spettacolo
Università degli Studi di Roma La Sapienza
18 pag.
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ELEMENTI DI TEATRO EDUCATIVO, SOCIALE E DI COMUNITA’ (A. Pontremoli)
Capitolo primo. Nozioni preliminari
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Elementi di Teatro Educativo, Sociale e di Comunità (A. Pontremoli)

Storia del Teatro e dello Spettacolo
Università degli Studi di Roma La Sapienza
18 pag.

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Capitolo primo. Nozioni preliminari

La politica, la giustizia, i mezzi di comunicazione di massa, la cultura e molti altri fenomeni hanno rivelato la
loro matrice teatrale e i rapporti sociali sono stati presentati come giochi di ruolo. La matrice teatrale è
intrinseca all'uomo; è oltre al teatro come istituzione.

L'esperienza ludica è al centro della nozione di teatralità, incoraggia e attiva il processo di liberazione
dell'aggressività latente, permette il dispiegarsi di insoddisfazioni. Si parla di luoghi del disagio. L'esperienza
teatrale qui può operare contro le convenzioni, orientando l'individuo verso l'esplorazione del suo mondo
interiore. Qui il teatro permette di rappresentare la parola segregata che invoca un riconoscimento. Nel
luogo del disagio non è tutto ripetibile. La ripetizione è strettamente legata a una ritualità atta a riportare
l'individuo nwl circuito sociale con una sua identità.

Nella rappresentazione comune per teatro si intende la rappresentazione di un testo drammatico compiuto
da un attore mediato dal regista e altri professionisti svolto in uno spazio deputato e offerto a un pubblico
pagante. Questa definizione è veritiera per un teatro tradizionale nato in Italia durante il Rinasciemento: un
teatro assertivo alla legge economica del mercato della domanda e dell'offerta.

La legge più importante del teatro sta nel concetto di "come se": rivelano la necessità di un patto
comunicativo fra l'emittente e il destinatario di una comunicazione molto simile a quella interpersonale e
nel contempo molto diversa. Chi si pone in situazione di rappresentazione agisca come se facesse sul serio,
mentre in realtà non è così.

L'immagine, intesa come evocazione dell'oggetto in mancanza dell'oggetto stesso, costituisce il luogo della
creazione artistica. Diviene un oggetto comunicabile; il teatro è uno dei luoghi privilegiati per l'esercizio
della facoltà immaginativa. Il significato di ogni realtà sta in se e nel suo rinvio, nella totalità della relazione.
La rappresentazione di un personaggio in quanto mimesi dell'uomo sul mondo. Il personaggio è un universo
di sensi che lo sguardo dell'attore riconosce come verità di sé. All'origine del teatro sta un'istanza
rappresentativo-conoscitiva che è mimesi, come se rituale.

Profonda diversità tra teatro artistico e teatro educativo-sociale. Inteso come una delle arti, va collocato
entro le coordinate della più ampia problematica della verità come rappresentazione. La libertà umana
viene decisamente sacrificata. A un teatro come rappresentazione della presenza, il teatro sociale oppone
una corporeità della scrittura: una carne come conseguenza dell'essere. Il corpo è segno. Per questo
motivo, il teatro sociale si colloca sul versante della vita, nei suoi risvolti di concretezza pratica.

Attraverso il teatro si tratta di definire un orizzonte che è quello di una pratica dentro il mondo, finalizzata
al su orientamento, all'autocomprensione dell'uomo. Nella performance del teatro, che è esperienza del
come sei e accettazione pratica della propria condizione di traccia di verità. Il soggetto è aiutato, nel fare
teatro, a comprendere che può decifrarsi nelle sue opere, nei suoi atti e nelle sue parole. La funzione
mimetica del teatro non è imitazione, ma metafora viva che porta alla luce la struttura temporale dell'agire:
il teatro si fa fonte di cambiamento, di trasformazione e di innovazione. Il campo delle pratiche sociali che
la comunità come identità collettiva generata dal teatro produce, conferisce una nuova importanza al
principale agente del cambiamento, che è la capacità collettiva di agire instaurando nuovi e ulteriori legami
sociali di natura costruttiva, in grado di rispondere al desiderio inappagabile di tutti gli uomini di essere
riconosciuti e appartenere.

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Il teatro e il rito

Il teatro affonda le sue radici nel rito.

Fasi del dramma sociale

  1. INFRAZIONE: nei normali rapporti sociali di verifica una trasgressione
  2. CRISI: segue l'interruzione dei rapporti sociali
  3. AZIONE RIPARATRICE: limita l'estensione del conflitto
  4. REINTEGRAZIONE: viene reintegrato il gruppo sociale oppure vi è il riconoscimento della
    irreparabilità del conflitto.

Il rito costituisce un forte elemento di integrazione; si pone come elemento di mediazione nel duplice
passaggio. I simboli che vengono generati in questo processo, partecipano in modo dinamico alle
traformazioni e agli assestamenti sociali. Turner afferma che il rito sia la conclusione di un'esperienza. Allo
stesso modo, la comprensione della mia soggettività viene completata mediante l'interpretazione delle
oggettivazioni della vita; l'esperienza viene resa accessibile alla collettività attraverso la performance.

Il modello festivo è il modello del teatro della comunità. E' qui che emerge la dimensione dell'inconscio
dell'emozione. La dimensione ludica permette al soggetto di contemplare e interpretare il significato della
vita quotidiana. Ci si confronta con il modello drammatico delle nostre vite psicologiche entro una
situazione controllata e protetta.

Capitolo secondo. La domanda di teatro

Il teatro risponde all'istanza umana della cura di sé, al bisogno della relazione con l'altro. In una società
come la nostra, un teatro come gioco e illusione si trasforma in un rituale del potere.

Sulla scena teatrale la responsabilità di un personaggio è sì dell'attore, ma anche dello spettatore che
influenza la comunicazione e in parte dirige con la sua presenza visiva. Non c'è teatro se non in questa
condizione di reciprocità.

Credibilità nel teatro

I mass media hanno un forte potere veritiero. Nel teatro, basato sul come se, la credibilitànon è un dato
scontato, ma deve essere conquistata, esattamente come all'interno della comunicazione interpersonale e
ciò perché il teatro invita alla dialettizzazione.

Semiotizzazione

In termini tecnici, qualsiasi cosa perde la sua connotazione di realtà individuale e diventa oggetto che sta
per la categoria cui quello stesso oggetto appartiene.

Enunciazione

La comunicazione mediatica ha origine da un apparato in cui non si riesce a identificare un preciso soggetto
dell'enunciazione ed è diretta a una imprecisata massa di fruitori.

Il teatro moderno, imponendo la vista come unico organo di fruizione dello spettacolo, è venuto
costruendo un'estetica della visione e della contemplazione. Si va verso una scena della dipendenza, dove è
in atto una logica di reificazione dello spettacolo, una sua riduzione a merce acquistabile sul mercato

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La scena della dipendenza e il consumo culturale

dell'evasione. La scena della dipendenza è diventata il modello della scena mediatica e ha posto sotto
sequestro l'istanza dell'immaginario collettivo, mutandola in domanda di consumo culturale. Il teatro ha
subito una mutazione genetica, è diventato altro da se aggravando la crisi delle relazioni piene. Oggi vivono
in una grande sofferenza sia la relazione teatrale che quella comunitaria, entrambe travolte dalla crisi della
persona: l'individuo non è più una realtà solida per la costituzione di relazioni con l'altro e la comunitàdi è
sfaldata. Si sostituisce la cultura del laboratorio, dove l'attore è il tassello di un mosaico più grande. Il
metodo comprende improvvisazione, training. E' la dinamica della communitas che si realizza quando le
tecniche teatrali investono altri ambiti e divengono azioni culturali, educative, sociali, di comunità. Il teatro
col gruppo instaura una nuova comunicazione. I professionisti incontrano i non-professionisti.

Capitolo terzo. Il teatro educativo, sociale e di comunità

Il teatro sociale si occupa dell'espressione, della formazione e dell'integrazione di persone, gruppi e
comunità, attraverso attività performative che includono i diversi generi teatrali. Parte dell'impegno
antrpologico. E' un preciso modello teatrale, all'interno del quale operano alcuni soggetti: persone, gruppi,
comunità.

La persona nel teatro sociale

Persona è un termine che ha una forte valenza simbolica legata alla figura dell'attore antico, che indossava
una maschera. La persona è relazione, cerca relazioni stabili, durature affettivamente coinvolgenti che
spesso trovano espressione nella dimensione di gruppo.

Il gruppo nel teatro sociale

Gruppo è un insieme di individui, caratterizzato dalla presenza di un forte senso di coesione interna. Tale
coesione espressa dalla messa in evidenza del sentimento del noi, è costruita anche a partire dalla
percezione dell'estraneità nei confronti di altri individui o di altri gruppi. L'esito di queste aggregazioni può
portare a gruppi primari (famiglia, amici, ecc .. ) o secondari (funzione formativa minore).

La comunità nel teatro sociale

Comunità è considerata secondo la sociologia una forma particolare di gruppo, concepita come l'esito di
una particolare evoluzione delle relazioni all'interno di un gruppo. Un livello ulteriore di focalizzazione
considera le comunità un particolare tipo di legame sociale.

Nel teatro sociale, la comunità sente il bisogno di un'espressività propria assumendo le caratteristiche della
teatralità festiva e diffusa. Il teatro sociale, pur avendo confini molto labili, richiede una sua autonomia. E'
diverso dall'animazione teatrale (metodo formativo che, sfruttando la partecipazione attiva e creativa,
sviluppa la personalità, le attitudini espressive, le capacità fantastiche dell'individuo). Nasce come risposta
alle esigenze e ai problemi dell'istituzione teatrale. In Italia coincide con la crisi del teatro pubblico. Molti
lavoratori del teatro in crisi, alla ricerca di nuove esperienze artistiche, si rivolgono alle scuole dove
introducono prodotti di stampo tradizionale. L'incontro tra teatro e scuola segna l'inizio dell collaborazione
basata su strumenti pedagogici di ricerca e libera espressione.

Programma per un teatro proletario di bambini

Programma per un teatro proletario di bambini di W. Benjamin è un saggio secondo cui il teatro con i
ragazzi deve avere impostazione e organizzazione collettiva; deve prevalere il linguaggio
dell'improvvisazione e lo spettacolo non deve costituire una finalità obbligatoria.

A partire dagli anni Settanta il teatro viene proposto come una possibilità espressiva per tutti, nel tentativo
di verificare l'efficacia di una proposta pedagogica di crescita culturale anche al di fuori della scuola.

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