Documento su Deontologia infermieristica. Il Pdf esplora la deontologia infermieristica, delineando il ruolo, le responsabilità e le normative che governano la professione. Il documento di Diritto per l'Università tratta argomenti come il Codice Deontologico e il Servizio delle Professioni Infermieristiche (SITRO).
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DEONTOLOGIA1.INTRODUZIONE L'infermiere è un professionista con profondi valori etici, elevate competenze scientifiche e pratiche e dotato di una propria autonomia da cui derivano una serie di elevate responsabilità. Oggi il professionista deve rispondere ai bisogni di salute/assistenziali della persona, considerandola nella sua globalità, tutelando la sua salute in primo luogo. Una volta individuate le necessità della persona attua il processo di nursing, in collaborazione con tutti i componenti dell'équipe, seppur è dotato di piena autonomia. La responsabilità professionale di un infermiere nasce da una prestazione inadeguata e che ha prodotto effetti negativi sulla salute del paziente. Ciò può comportare all'infermiere un obbligo di risarcimento dei danni (resp. Amministrativa e civile), una condanna per reato (resp. Penale) o un provvedimento disciplinare. In questo va stabilito un nesso di causalità tra la condotta tenuta dall'infermiere ed il danno creato dall'errore. L'infermiere del pronto soccorso può rispondere di omicidio colposo in caso di decesso del paziente, causato da un ritardato intervento o da una sottovalutazione dell'urgenza scaturita in triage. Qualora l'infermiere agisca senza capacità di intendere e di volere, cioè senza essere in grado di valutare i rischi e la conseguenza della sua azione, è considerato non imputabile e quindi non può essere giudicato perché non c'è l'elemento psicologico della colpa, né del dolo. (ex. Trasfusione in persona testimone di Geova). Nel corso del tempo l'assistenza infermieristica si è evoluta passando da: · To cure, con cui ci si occupava esclusivamente della patologia · To care, con cui ci si occupa della persona nella globalità, compresa la malattia. L'assistenza infermieristica generale, di cui l'infermiere è il diretto responsabile, è considerata come un'evoluzione culturale e professionale intesa in un approccio interdisciplinare, con cui si pianificano e si attuano gli interventi sulla base degli obiettivi formulati dopo l'osservazione dei bisogni della persona. Per poter diventare infermiere oggi, è necessario un percorso universitario con cui si acquisiscono le competenze scientifiche e pratiche, le quali devono essere costantemente aggiornate sulla base dell'evoluzione delle evidenze. (Ogni anno l'infermiere deve acquisire obbligatoriamente degli ECM, attraverso dei corsi messi in atto dalla propria azienda o svolti in autonomia, infatti se ritiene di avere delle carenze in un determinato ambito deve formarsi altrimenti in caso di imputazione viene punito). Attualmente l'infermiere opera in molteplici contesti lavorativi in regime di dipendenza o di libero professionista, sempre tenendo conto di quelli che sono i limiti stabiliti dal CODICE DEONTOLOGICO e DAL PROFILO PROFESSIONALE.Con il decreto-legge del 30 marzo 2023, è stato temporaneamente eliminato l'incompatibilità del cumolo d'impiego infermieristico, cioè il vincolo di esclusività, ossia il personale può espletare prestazioni professionali al di fuori dell'azienda con esclusione di qualsiasi attività professionale intramoenia, per l'esercizio della quale sarebbe necessaria una norma legislativa. FINO AL 31 DICEMBRE 2025. In Italia, oggi, la figura dell'infermiere, le sue funzioni generali e gli ambiti di competenza sono definiti dal Profilo Professionale dell'Infermiere che venne istituito con il Decreto 739 del 14 settembre 1994 (domanda di esame) secondo cui gli interventi che deve attuare sono posti sotto il profilo di prevenzione, curativo, riabilitativo e palliativo e sono di natura tecnica, relazionale ed educativa ciò significa che l'infermiere deve avere una visione globale dei bisogni dell'individuo e deve cercare di instaurare una relazione di fiducia basata sulla relazione d'aiuto, sia con l'assistito sia con la sua famiglia, al fine di migliorare e di mantenere lo stato di salute.
2.ETICA e DEONTOLOGIA L'obiettivo dell'etica e della deontologia infermieristica è quello di contribuire alla formazione di infermieri professionisti che sappiano rispondere ai bisogni sociosanitari dei cittadini per quanto di competenza e nel rispetto dei valori e degli indirizzi etici e deontologici. Oggi l'infermiere ha un ruolo definito all'interno della società e dell'organizzazione sanitaria tanto che si trova in una posizione nodale della sanità verso cui convergono interessi diversi e spesso conflittuali, i quali richiedono una complessa ed articolata capacità di interagire. Negli anni, gli infermieri, si sono visti protagonisti nel superare ostacoli per riaffermare tale ruolo nodale all'interno del mondo sanitario. Per deontologia si intende l'insieme di regole che vanno a definire il rapporto tra l'infermiere e l'utente. Il CODICE DEONTOLOGICO è un punto di riferimento con cui il professionista si rappresenta e che segue per svolgere il proprio lavoro nel miglior modo possibile.
3.ASSISTENZA INFERMIERISTICA È un processo con cui l'infermiere è accanto alla persona affetta da malattia che può costringerlo all'immobilità. L'assistenza, intesa come l'arte del prendersi cura delle persone sofferenti ha fatto parte di tutti i popoli fin dai tempi più antichi dove il cardine dell'assistenza era rappresentato dalla figura della donna, perché era una convenienza sociale, in quanto aveva il compito di dedicarsi esclusivamente alla famiglia e l'istinto materno forniva l'impulso per prendersi cura di quelli che soffrivano. Questo portò alla nascita della figura dell'infermiera nata (termine nurse deriva da nutrix, vale a dire nutrice). L'assistenza effettuata da uomini era rivolta esclusivamente ai feriti durante le guerre e negli incidenti di caccia erano una tipologia di interventi di natura tecnico-chirurgica, si trattavano ferite, morsi e traumi, che contribuì allo sviluppo della figura del medico, inizialmente considerato anche sacerdote, stregone e guaritore. Nelle società primitive c'era una concezione animistica del mondo, secondo cui tutto era vivo, e tutto ciò che non si poteva spiegare era visto come qualcosa di magico. · La MALATTIA era considerata come causata dagli spiriti del male · La CURA era considerata come l'espulsione degli spiriti maligni ed effettuata con dei riti magici · I FARMACI erano le erbe magiche.La risoluzione dei problemi era affidata all'intuito, alla natura ma soprattutto era dettata dalla volontà degli Dei. Con il cristianesimo si diffuse invece la concezione dell'approccio umanitario secondo cui è dovere del buon cristiano dare conforto ed assistere chi ha bisogno o chi è malato. L'assistenza era vista quindi come una vocazione sacra ed appannaggio esclusivo degli ordini religiosi, il ruolo era ricoperto quindi dalle SORELLE, le quali erano caritatevoli, ubbidienti, disponibili e a costo zero. L'assistenza per due millenni è stata gestita ed assicurata dalla chiesa, tanto che molti ospedali hanno nomi religiosi, oltre alle sorelle si usavano persone provenienti dai bassi strati sociali, soprattutto donne carcerate che venivano obbligate a prestare la loro assistenza senza alcuna preparazione sulle malattie e sulle epidemie. San Camillo de Lellis affermò che gli infermieri sono servi degli infermi, a lui si deve la creazione del primo mansionario infermieristico con cui si: · Garantiva assistenza continuativa al malato · Garantiva una consegna giornaliera al medico Nel 1790 fu pubblicato, ad opera di Baldini medico napoletano, il primo testo che disciplinava la formazione degli infermieri e secondo cui gli infermieri devono essere istruiti di principi medici, devono conoscere le malattie, essere attenti, vigili ma soprattutto dotati di dolcezza nelle parole e nei fatti. Da qui si comincia a capire che correva elevare il livello delle conoscenze dell'infermiere al fine di provocare meno danni possibili sulla persona da curare. Negli anni successivi vengono pubblicati diversi testi dove si prende coscienza che l'arte infermieristica apprende anche attraverso lo studio. Nel 1860 In Inghilterra Florence Nightingale, fonda la prima scuola per infermiere mentre in Italia la chiesa continuava ancora ad avere l'egemonia sull'assistenza, ma contemporaneamente anche lo stato italiano avvertì la necessità di dotarsi di infermieri più preparati. Florence Nightingale: nasce nel 1820 da una famiglia molto ricca, da sempre era caratterizzata da una profonda fede religiosa e divenne un'infermiera, seppur andò contro la sua famiglia a causa della cattiva reputazione che l'infermiere aveva in quel periodo. Si contraddistingue nella guerra di Crimea. Sempre in Italia furono necessari alcuni decenni per assicurare l'avvio di una formazione infermieristica strutturata ancora orientata al solo sesso femminile. Nel 1901 Anna Celli provò a qualificare il personale infermieristico attraverso l'istituzione di una scuola ispirata a quella di Florence presso Roma ma fu un tentativo incompiuto in quanto le ragazze della buona società dovevano sottostare alle indicazioni di anziane infermiere che provenivano come sappiamo dai bassifondi. Altri fattori che ostacolarono lo sviluppo delle scuole da infermiere furono · a differenza dell'Inghilterra, in Italia la dirigenza era ha affidata a medici · formare gli infermieri richiedeva dei costi elevati · c'erano difficoltà nel garantire un adeguato periodo di tirocinio· i medici avevano sempre più bisogno di serventi per cui spingevano percorsi brevi nei quali dare le nozioni essenziali Nel 1918 un'apposita commissione del Ministero degli Interni, stabilì che l'assistenza infermieristica doveva essere affidata a donne di classe sociale elevata nubili o vedove formate nelle scuole convitto. Successivamente nel 1925 fu emanato il Regio decreto-legge 1832 dove vengono redatti i regolamenti contenenti i requisiti di accesso e le modalità di svolgimento del percorso di studi per diventare infermiere, prevedevano · età minima 18 e massima 35 anni . occorreva la licenza di scuola media anche se era accettabile la quinta elementare · vennero istituiti degli esami per il passaggio tra il primo e il secondo anno · l'ammissione all'esame finale era possibile solo con una votazione superiore a 6/10 · a fine corso era previsto un esame di Stato · era possibile accedere al corso di caposala solo se si otteneva una votazione non inferiore a 7/10 In Italia era presente una teoria secondo cui le nozioni teoriche potevano essere tenute da soli medici ad eccezione degli insegnamenti dell'etica professionale e dell'economia domestica le quali erano affidate alle caposala.
6.MANSIONARIO (domanda esame) Nel 1940 fu pubblicato il primo e vero mansionario infermieristico ed è stata istituita la figura della vigilatrice d'infanzia che era l'infermiera pediatrica del tempo. Sempre nello stesso anno c'era una grande esigenza di forza lavoro tanto che fu istituita la nascita dell'infermiere generico, la cui formazione non era regolamentata. Solo dal 1954 anche gli uomini poterono ottenere il titolo di infermiere e contestualmente si verificò l'esigenza di creare un organismo a tutela giuridica e morale della professione e per questo vennero istituiti i collegi IP.AS.VI. Nel 1965, con il DPR 775, nacque la prima scuola speciale per dirigenti di assistenza infermieristica presso l'università degli studi di Roma e successivamente presso l'università le università di Milano. La scuola speciale per dirigenti di assistenza infermieristica era un corso di durata biennale ed era consentita solo alle infermiere professionali che erano in possesso di un diploma e che avevano 5 anni di anzianità di servizio. Nel 1973 ci fu la ratifica italiana sull'accordo europeo di Strasburgo riguardo l'istruzione e la formazione dell'infermiere, la quale rimodula le funzioni infermieristiche in base alle esigenze emergenti collocando la visione olistica dell'uomo e assicurando un elevato grado di qualificazione ed una omogeneizzazione della formazione con tutti i paesi aderenti. Con il DPR del 14 marzo 1974, legge n,225, venne istituito un nuovo mansionario che prevedeva: 1. attribuzioni di carattere organizzativo ed amministrativo: · programmazione dei propri piani di lavoro e di quelli del personale alle proprie dipendenze; · controllo della pulizia, ventilazione, illuminazione e riscaldamento di tutti i locali del reparto; · partecipazione alle riunioni periodiche di gruppo ed alle ricerche sulle tecniche e sui tempi dell'assistenza;
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