Documento dall'Università di Bologna su ospitalità mediatica e comunicazione sociale. Il Pdf esplora la rappresentazione delle migrazioni nei media, i "Cyber ghetti" e l'hate speech, offrendo una panoramica critica sulle narrative mediatiche e le loro implicazioni sociali.
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Servizio sociale (Università di Bologna) Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Alessia Carta (9z7444nx8q@privaterelay.appleid.com)Ospitalità mediatica
La mattina del 18 giugno 2015, Charles Cambell, un falegname inglese di 59 anni, residente a ovest di Londra, ha deposto un mazzo di fiori gialli all'angolo della strada. Al giornalista che ha chiesto spiegazioni risponde che nessuno altro avrebbe fatto diversamente, e che non era prima volta che accadeva. I fiori gialli e le preghiere erano rivolte a un giovane tra i 25 e i trent'anni, che alle 9:35 è caduto sul tetto dell'edificio che ospita l'azienda online. Fondata 10 anni fa, offre prodotti di diverse piccole imprese creative del Regno Unito, che vengono acquistati online da consumatori di ogni angolo del mondo. Le due creatrici, Holly e Sophie hanno avuto l'idea di dar vita a questo business. Il portavoce di Scotland Yard arrivato sul posto, dichiara che sarà eseguita un'autopsia e ci saranno delle indagini per appurare se si tratti di un clandestino. Viene poi appreso che un altro giovane della stessa età era ricoverato in un ospedale della capitale britannica, a seguito del ritrovamento nel carrello di un volo della British Airways. Si conferma che il corpo appartiene ad un migrante caduta mentre l'aereo era in fase di atterraggio. Nel tentativo disperato di arrivare in Europa, i due migranti hanno viaggiato per 12 ore al gelo nascosti nel carrello dell'aereo. Ma dopo aver sopportato temperature da congelamento, uno dei due, Carlito vale trent'anni, è caduto durante la fase di atterraggio mentre l'altro Gabeca, 23 anni è stato ritrovato privo di sensi.
Il viaggio dei due clandestini evidenzia il rapporto tra globalizzazione e localizzazione, come l'altra faccia della stessa medaglia.
La "compressione spazio-temporale' che ha accompagnamento il processo di finanziarizzazione, per cui interessi e paradigmi finanziari hanno avuto la meglio su qualsiasi altro aspetto socio economico, ha portato le aziende sia a delocalizzare la produzione che a conquistare i mercati degli altri paesi. L'impres di e-commerce è uno dei tanti prodotti di questa liberalizzazione degli scambi commerciali e dei movimenti di capitale, che ha reso possibile alle imprese britanniche e non solo, di scegliere in base a fattori di convenienza la localizzazione dei propri centri di interesse. Proprio la Gran Bretagna di Margaret teacher, nel lontano 1980 affermava che la società non esiste, ci sono uomini e donne, e le famiglie; è stata tra i principali fautori di riforme in questo senso. Insieme agli USA guidata da Reagan, ha spinto sull'applicazione pratica delle politiche neoliberali teorizzate dalla scuola di Chicago di Friedman, che vedevano i pilastri della deregulation, privatizzazione e riduzione delle spese sociali le premesse di un mercato in grado di regolarsi da solo. Con il motto ' meno stato nell'economia meglio è' hanno scatenato una competizione al ribasso, che oggi minaccia il welfare state. I governi degli ultimi 40 anni hanno agito verso la stessa direzione: smantellare il sistema di welfare a protezione delle fasce più deboli e privatizzare i servizi pubblici.
Processo che ha privato lo stato della sua reale capacità di controllo sulle dinamiche politiche, sociali, economiche, fino a renderlo non più sovrano.
Lo stato nazione come oggi lo conosciamo è un invenzione recente, che risale al trattato di Westfalia con cui nel 1648, gli stati europei si spartirono il continente tra regni cattolici e regni protestanti. Gli stati nazionale si affermano in Europa nell'800 con i processi di unificazione nazionale. Lo stato su accreditato come la forma giuridica di una sottostante comunità, la nazionale, e questa ha trovato nello stato l'espressione della sua dimensione politica. In questo modo, lo stato nazionale ha fornito agli individui i parametri di definizione nella loro condizione giuridica. In primis, quella che noi oggi definiamo 'cittadinanza', ovvero la condizione necessaria per poter esercitare il ' diritto ad avere diritti', tradizionalmente riconducibile ai due criteri dello IUS SOLI e IUS SANGUINIS. Oggi il concetto di cittadinanza viene minimizzato dal concetto di residenza.
Stato nazione e globalizzazione sono due logiche che prevalgono a momenti alterni: da una parte l'economia, il denaro e le altre risorse necessaria a fare delle cose, dall'altro lato uno stato che deve oggi fare i conti con una dilatazione crescente dello spazio giuridico, contrassegnato da organismi sovra statuali e multinazionali, come UR.
La globalizzazione economica procede di pari passo con la riaffermazione dei confini nei confronti degli stranieri indesiderati.
This document is available free of charge on studocu Scaricato da Alessia Carta (9z7444nx8q@privaterelay.appleid.com)La globalizzazione si nutre della localizzazione e della debolezza degli stati nazionali, la cui sovranità viene erosa anche perché al crescente processo di globalizzazione del potere "che è la capacità di far fare" non segue una globalizzazione della politica, che è la capacità di decidere cosa fare, da qui il divario tra gli obbiettivi e i mezzi per poter agire efficacemente.
La mancanza della dimensione politica diventa evidente in primis nella relazione tra la divisione degli spazi e la distinzione in classi: chi è svincolato dallo spazio reale, capitale finanziario, ha perso anche le responsabilità che erano legate ai principi del capitalismo moderno.
Come scrive Bauman ' 'i capitalisti grazie alla nuova mobilità delle loro risorse, ormai liquide, non devono fronteggiare limoni reali". In questo modo, gli investitori acquisiscono mobilità e i governi faticano a riscuotere le tasse dalle grandi multinazionali, mentre sono contratto a farsi carico dei danni da queste provocati.
Se i produttori possono dislocate l'impresa ove maggiori sono le aspettative di profitto rapido, vendere le proprie merci online ( .. ), è chiaro che rimane agli altri, quelli che restano legati al territorio, il compito di ridurre i danni e mantenere l'ordine. Ne consegue che chi può abbandonare i luoghi è anche libero di non preoccuparsi delle conseguenze.
Si parla di una nuova " costellazione post nazionale" caratterizzata dalla prospettiva paralizzante di una politica nazionale costretta ad adattarsi agli imperativi della globalizzazione. Dislocando il potere reale al di fuori dello stato, la globalizzazione si traduce in un impoverimento democratico che vede l'erosione dei governi e dei parlamenti, ridotti a ratificare decisioni prese altrove. Gli stati non hanno più il controllo totale sul loro territorio e i principi fondamentali della democrazia liberale, rappresentanza e sovranità popolare, diventano problematici.
Lo stato si ritrova a dover gestire il GAP tra individui nazionalizzati, il cui status è inquadrato da passaporto, visti ecc, e questioni che diventano sempre più globali, davanti alle quali i cittadini, non hanno quasi nessuna voce in capitolo-> es, gestione del Covid.
Si tratta di un divario che emerge nell'ambito delle politiche in materia di visti, controllo delle frontiere e migrazioni: settori in cui lo Stato ha ampio margine di manovra. Un potere che si manifesta nelle funzioni di polizia e controllo del territorio, reso più urgente dai cittadini. Crescono sentimenti di frustrazione che spesso diventano proteste verso coloro che cittadino non sono: i migranti e rifugiati. La crisi dello Stato nazione tenta di nascondersi dietro muri che promettono di difendere i cittadini dei pericoli esterni ma che sembrano più utili a distogliere l'attenzione dalla crisi economica e dalla distruzione del welfare. Così, il migrante diventa il perfetto capro espiatorio in una società in cui chi ha perso il reddito sta diventando la maggioranza.
Un wall being edificato sulle macerie del well being.
Il ritorno dei muri e l'esaltazione dei confini come reazione è l'ipotesi di Brown che nel libro stati murati, sovranità in declino scrive: "la migrazione, il contrabbando o anche gli obiettivi politici che i muri intendono bloccare sono sponsorizzati o in genere sollecitati da interessi nazionali. Senza l'enfasi posta sul controllo di confini, nessun ordinamento giuridico potrebbe infatti definire illegali le migrazioni".
La ritirata dello Stato e l'impoverimento del processo politico non significa solo destabilizzazione dell'occupazione, ma anche della condotta di vita, a cui l'individuo si sente sempre più inadeguato e solo nella sua incapacità di affrontare le performance richieste dal capitalismo globale. Vi è quindi una perdita di autostima. Ci troviamo così nella situazione paradossale di vivere nelle società più sicure fino esistite, sentendoci sempre insicuri. Castel evidenzia appunto che mentre le forme più pesanti della violenza del degrado sociale sono state ampiamente stroncati, l'assilo della sicurezza è una preoccupazione popolare. Un assillo che comporta effetti sociali e politici tale da strutturare la nostra esperienza sociale. Egli sottolinea come questo diffuso sentimento di insicurezza, che non è proporzionale ai pericoli reali che ci minacciano, sia l'effetto di un dislivello tra aspettativa socialmente costruita di protezioni e le capacità effettive da parte della società, di farle funzionare. Un dislivello amplificato anche dal processo che lui definisce " disassociazione ", ovvero di individualizzazione dovuta alla rottura dei legami sociali, di un orfano del noi, che inaugura quella che è la fine degli anni 70 Lasch definisce cultura del narcisismo, e che porta il nuovo uomo psicologico, sempre in ansia per le proprie prestazioni, a vivere l'esperienza della propria vulnerabilità senza poter contare Scaricato da Alessia Carta (9z7444nx8q@privaterelay.appleid.com)sulle protezioni che una volta erano garantito dallo Stato sociale. Nella attuale società del rischio ( Beck), la sicurezza non è mai data e neppure conquistate, poiché l'aspirazione ad essere protetti si sposta come un cursore e pone nuove esigenze ma mano che i suoi obbiettivi precedenti stanno per essere raggiunti. Come scrive Baumann in paura liquidità, il capitale di paura può essere ed è, trasformato in qualsiasi genere di profitto, commerciale o politico. Questa incapacità di calcolare il rischio, legittima una cultura di controllo che sottostà a quella che Han definisce la società della performance, una società segnata dalla centralità dei consumi e dalla precarietà della condizione lavorativa, dove la società si riduce ad una moltitudine di singoli individui costretti a correre sulle sabbie mobili dell'incertezza.
Il neoliberismo scarica infatti le sue contraddizioni sull'individuo, forzato ad affrontare con risorse inadeguate i suoi problemi.
Una società frammentata in fornitori di prestazioni individuali tormentati dalla corsa per il successo, costretti a muoversi tra le infinite possibilità di scelta offerte dal sistema consumistico. Una società incentrata sulla seduzione, godimento, insoddisfazione. Una società dell'iper consumo che tende a rimpiazzare gli spazi disciplinari con le aree di benessere, sostituendo alla 'tu devi' e ' sii obbediente' , tipici della città moderna disciplinari, 'il tu puoi, godi e si felice' perché il mondo è tutto intorno a te. Ci costringe ad agire con un livello di competizione sempre altissima, nel neo liberismo consumista ognuno è un lavoratore che si auto sfrutta per la propria impresa. Credendo di essere liberi da obblighi esterni e costrizioni imposte da altri, il soggetto sottomette ora ad obblighi interiori e a costrizioni autoimposte, che percepisce però come propri desideri. In realtà non fa altro che realizzare i bisogni d sistema, vivendo in maniera introspettiva il proprio senso di inadeguatezza, dimenticandosi di indagare le questioni sociali. La sofferenza, della quale sarebbe responsabile società viene privatizzata. A differenza della prima società industriale descritta da Marx, in cui rapporti di dominio repressi potevano portare una resistenza al sistema, nel regime liberale chi fallisce ritiene se stesso responsabile e si vergogna del fallimento.
Le condizioni da migliorare non vengono più percepite come sociali, bensì psichiche. Il dispositivo della felicità, denuncia Han, isola l'essere umano e conduce ad una spoliticizzazione della società. Ognuno deve basare la propria felicità, che diventa quindi una questione privata. Anche la sofferenza viene interpretata come risultato il proprio fallimento. La tentazione del muro appare così non più solo politica ma radicato nelle pulsioni primarie dell'uomo. Cone simbolo, il muro ritorna oggi protagonista della vita individuale collettiva. Recalcati lo individua nelle malattie psichiche, che condividono la caratteristica del ritiro, della sconnessione legami. Disagi come le ansie, incertezze, senso di vuoto e di attacchi di panico, molto diffusi tra i giovani sono attestati anche dalle richieste di aiuto ai medici di base o agli psicologi, così come dall'aumento esponenziale di vendite di ansiolitici per favorire il sonno. Lo psicanalista le definisce nuove melanconie, frutto di una sofferenza che ha come tratto fondamentale il dominio della pulsione securitario su quel erotica, della chiusura sull'apertura, nella difesa sullo scambio.
La politica del paradigma securitario, che mira ad alzare barriere di fronte all'ingovernabile, è il risultato della tensione tra ideologia neo liberale e libero mercato, dove il conflitto non trova più uno sbocco: la guerra dei forti contro i deboli, ma non solo dei primi contrasti ultimi. Sulla speranza prevale il risentimento, sull'ospitalità un atteggiamento difensivo. Frange della popolazione ormai convinte di essere stati lasciati lungo il percorso, si percepiscono come categorie sacrificate sull'altare della globalizzazione. Come scrive Girard nelle società in crisi, quando l'ansia sociale diventa difficile da gestire, il capro espiatorio previene il collasso. Il branco cerca una vittima, giudicata colpevole solo perché c'è un indizio che testimonia la sua relazione con le cause della crisi. La paura dell'altro si intreccia con la sua criminalizzazione e sempre più con la ricerca di un uomo o donna che protegga i cittadini dei barbari. Mediante la criminalizzazione, il governo si autogiustifica sostenendo la necessità di proteggere i cittadini dalla minaccia di quanti cittadini non sono. Come i senza dimora o i poveri, i trasgressori dei confini sono visti come una minaccia al benessere del corpo sociale.
È quindi una strategia politica tipica di questo impoverimento democratico. Rispondono a questa logica le proteste di strada contro l'accoglienza dei profughi e decreti di emergenza This document is available free of charge on studocu Scaricato da Alessia Carta (9z7444nx8q@privaterelay.appleid.com)