Documento dall'Università degli Studi di Catania su I Gruppi - Aspetti epistemologici e ricadute applicative. Il Pdf esplora il concetto di gruppo in psicologia, discutendo i contributi di Sherif, Tajfel e Lewin, il conflitto socio-cognitivo e il brainstorming, utile per gli studenti universitari di Psicologia.
See more69 Pages
Unlock the full PDF for free
Sign up to get full access to the document and start transforming it with AI.
Il termine gruppo, ampiamente utilizzato nelle scienze psicologiche e sociali, è connotato -come rilevato nel tempo da diversi autori quali Asch, Brown e Minguzzi - da una vasta gamma di significati che rischiano di creare equivoci tanto sul piano semantico quanto su quello applicativo (si vedano i gruppi sperimentali). D'altra parte, dare una chiara ed univoca definizione di gruppo, proprio per il suo vasto raggio d'azione, è un'impresa difficile e non avrebbe che valore puramente indicativo (Minguzzi). Ne sono un esempio le distinzioni di Sherif, Tajfel e Lewin che, per la loro eterogeneità, oltre a rischiare di svolgere un ruolo confusivo anziché chiarificatore, mancano dei riferimenti alle qualità che devono avere le relazioni che caratterizzano la vita di gruppo e alle condizioni che rendono il gruppo possibile:
Sherif si sofferma sugli aspetti di similarità esistenti tra piccoli e grandi gruppi, i quali consistono nel "sentirsi parte di" e nel rapporto di circolarità tra i gruppi stessi e l'ambiente socio-culturali di riferimento;
> Tajfel, non accettando un uso generico del termine sostiene invece l'esigenza di distinguere i piccoli gruppi "face to face" dal gruppo sociale, laddove quest'ultimo viene definito come un'entità cognitiva piena di significato per il soggetto in un determinato momento. > Lewin ritiene che non sia possibile distinguere tra piccoli e grandi gruppi, dimensioni oggettive e soggettive, facendo unicamente riferimento al concetto di unità.
Nell'analisi del termine gruppo una prima distinzione va fatta tra macro e micro, il gruppo macro-sociale appare rilevante per il suo ruolo nella dinamica delle appartenenze e delle relazioni, biunivoche, tra le stesse e le dimensioni identitarie degli individui. Come rilevava Lewin: Durante tutta la vita l'individuo agisce come membro di un gruppo sociale, i vari gruppi non sono tutti importanti, per esempio in una certa situazione l'individuo sente e agisce in quanto membro di un gruppo politico, in un'altra in quanto appartenente al suo gruppo familiare o religioso. La definizione del gruppo macro-sociale costituisce un importante riferimento come antecedente degli studi relativi alla Social Cognition e all'identità sociale. Particolare rilevanza riveste la teorizzazione lewiniana del gruppo nell'accezione di micro, il quale si caratterizza per le particolari componenti psicologiche- relazionali( il comune sentire) e per l'interdipendenza degli appartenenti che lo costituiscono come totalità dinamica, nonché per le condizioni delle quali risulta funzione: ampiezza, organizzazione e coesione interna, il gruppo è qualcosa in più della somma della sue parti, ha una struttura propria, fini peculiari e relazioni particolari con altri gruppi, può definirsi come totalità dinamica, ogni gruppo è diverso rispetto agli altri in termine di evoluzione e caratteristiche delle persone che lo compongono, ogni gruppo persegue dei propri scopi, secondo modalità differenti per raggiungerli, in riferimento all'analisi, al tipo di soluzioni adottate. Ciò che appare fondamentale per Lewin è la relazione di interdipendenza tra i membri, ciò che riguarda l'uno riguarda tutti, sia come singoli che come insieme, quindi ciò che determina l'essenza di gruppo non è la somiglianza o la dissimiglianza dei suoi membri, che potrebbero essere simili come razza, posizione This document is available free of charge on StuDocu.com Scaricato da Samuel Torrisi (samutorrisi@live.it) 1economica ma non essere un gruppo, ovvero parti interdipendenti di un'unica totalità sociale. Appare inoltre importante il sentimento di appartenenza, da solo insufficiente come criterio per definire un gruppo, ma fondamentale in riferimento al livello di interdipendenza che dallo stesso può derivare. In definitiva secondo Lewin a determinare la caratteristica del gruppo sono: insieme alla struttura, il tipo e il grado di interdipendenza.
Una delle prime definizioni di "gruppo" è stata fornita da Cooley, uno dei padri fondatori della psicologia sociale, il quale ipotizza una forma di categorizzazione che prevede una distinzione tra gruppi primari (come totalità comune) e gruppi secondari. I GRUPPI PRIMARI sono una realtà psicologica e sociale e sono tali nel senso che danno al soggetto la possibilità di fare la prima e più completa esperienza di unità sociale. Essi sono caratterizzati da vincoli primari, associazione e cooperazione intima e faccia a faccia tra i membri; inoltre essi contribuiscono alla formazione della natura sociale e degli ideali dell'individuo: attraverso la fusione dell'individuo in una totalità comune, l'lo si identifica con la vita e gli scopi del gruppo e ad essi rivolge la sua volontà. Le caratteristiche di questo tipo di gruppo sono anticipatrici del piccolo gruppo psicologico. Tuttavia, questo modello presenta un forte limite in quanto descrive le qualità relazionali della famiglia ideale, la cui "totalità comune" ostacolerebbe l'autonomia individuale e il cambiamento sociale. Per di più, concentrandosi maggiormente sugli aspetti psicologici, il modello tralascia le motivazioni sociali.
La dimensione motivazionale è stata in realtà oggetto di studio di E. Durkheim che, precedentemente a Cooley, ha individuato nel gruppo sociale l'alternativa allo "stato ipertrofico": se, infatti, quest'ultimo non è altro che un numero infinito di individui tra loro disorganizzati, il gruppo sociale fornisce alla società la possibilità di organizzarsi secondo interessi comuni di tipo relazionale e psicologico. In quest'ottica il gruppo assume la funzione di sostegno morale e psicologico in quanto in esso gli individui si riuniscono non solo per interessi personali, ma per condurre insieme la stessa vita morale. I due modelli (di Cooley e Durkheim) sono molto importanti poiché tengono conto degli aspetti sociali e psicologici del gruppo, nonché dell'ampiezza quantitativa dei membri (nº) che lo costituiscono.
I primi e principali studi sul gruppo sono stati effettuati intorno agli anni '30 - '50 negli USA grazie al concomitante verificarsi di diversi fattori:
La contrapposizione tra le ideologie autoritarie europee e l'espansione del New-deal roosveltiano ha portato un flusso immigratorio d'intellettuali dal vecchio al nuovo continente (tanto da far vedere in Hitler la persona che più di tutte ha inciso nello sviluppo della psicologia sociale negli USA);
Il fenomeno esposto sopra ha accentuato l'interesse verso gli studi sociali intenti a escogitare un'alternativa all'autoritarismo e a trovare uno strumento utile per la diffusione della democrazia;
L'imponente flusso immigratorio ha portato negli USA persone molto diverse tra loro; ciò ha causato numerosi disagi e tensioni, nonché uno svuotamento delle periferie nelle quali si sono trasferiti gli immigrati e dove sono sorte bande "di strada" che hanno suscitato grande interesse Scaricato da Samuel Torrisi (samutorrisi@live.it) 2negli studiosi di sociologia della devianza (ad es. le Corner Street Societies: termine coniato da White per indicare le bande di adolescenti lasciati a se stessi da genitori intenti a provvedere al quotidiano, in una realtà sconosciuta, ricche di promesse, dove però risulta difficile sopravvivere in assenza della rete di relazioni sociali dei Paesi di provenienza. Si tratta di "gruppi naturali" che si creano al di fuori di contesti istituzionali in maniera apparentemente spontanea, si strutturano attorno alla figura di un leader che ne garantisce la sopravvivenza contro gli altri gruppi di strada e il loro scopo principale è l'esigenza/interesse di stare insieme. La "sociologia della devianza" considera questi gruppi fondamentali sul piano della socializzazione e per la strutturazione dell'identità in termini sociali);
Una forte opposizione al modello taylorista e allo Scientific Management (Taylor, 1880), un'organizzazione scientifica del lavoro che ha preso spunto dal comportamentismo watsoniano ed è fondata su:
- One best way: analisi del compito e prescrizione di come svolgerlo in maniera ottimale, cioè la parcellizzazione della mansione e introduzione della catena di montaggio; - Uomo giusto al posto giusto: selezione del lavoratore più adeguato allo svolgimento di una funzione; - Addestramento del lavoratore: insegnamento di movimenti e ritmi rigidamente prestabiliti; - Incentivazione della produttività attraverso la retribuzione differenziata (uso di premi economici). Il modello è stato ritenuto inadeguato e non scientifico perché si rifà ad un modello di uomo ideale (inesistente) che, per altro, trascura le differenze individuali. Quanto all'interesse scientifico per i fenomeni di gruppo, già nei primi decenni vengono individuate le potenzialità dello stesso come strumento di intervento per disturbi fisici e per il disagio psichico.
Pratt (1911) riscontra che i soggetti che affrontano la malattia in gruppo guariscono più velocemente di chi la affronta individualmente;
Levi Moreno (1910 ca.) mette a punto delle esperienze di animazione spontanea che successivamente gli consentono di sviluppare negli USA la tecnica dello psicodramma come approccio psicoterapeutico;
Carl Rogers (1930-1940) inizia un'intensa attività di studio e ricerca che sfocia nella fondazione dei "Gruppi di incontro";
Bion con "l'esperimento di Northfield" avvia la cura comunitaria alla nevrosi utilizzando il gruppo con fini terapeutici.
L'A. rileva inoltre la presenza degli "assunti di base" (1961) che considera come i motori della vita di gruppo. Gli "Assunti emotivi gruppali di base" sono potenzialmente sempre presenti ma si attivano nei momenti di destrutturazione del gruppo (quando il gruppo è non-strutturato o quando decade la "struttura orientata al compito"). Gli Assunti di Base sono:
Dipendenza che caratterizza il rapporto ambivalente con il leader: l'idealizzazione del leader e la svalutazione di sé stessi coesistono col tentativo di impadronirsi delle qualità positive del leader stesso. Quando il leader non rispecchia più gli ideali, egli viene svalutato e sostituito;
Lotta-fuga: caratterizza il gruppo che si compatta contro il "nemico esterno", che si può scindere in sottogruppi in conflitto tra loro (opposizione all'ideologia condivisa) o che cerca di controllare il leader (guida contro il nemico esterno);
Accoppiamento: caratterizza il gruppo focalizzato sulla coppia come garanzia della sopravvivenza del gruppo e della sua identità minacciata.
This document is available free of charge on StuDocu.com Scaricato da Samuel Torrisi (samutorrisi@live.it) 3