Modulo Pensiero: processi di categorizzazione e ragionamento in Psicologia

Documento dall'Università sul Modulo Pensiero, che definisce il pensiero come processo di rappresentazione e trasformazione mentale, e la categorizzazione come semplificazione delle informazioni. Il Pdf, utile per la Psicologia a livello universitario, illustra le funzioni dei concetti, la teoria delle condizioni necessarie e sufficienti, le tassonomie e i prototipi, distinguendo tra dimensione orizzontale e verticale, e descrive il ragionamento procedurale, deduttivo e induttivo.

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Modulo: Pensiero
Il pensiero è:
•il processo di rappresentazione mentale della realtà intorno a noi (e di noi stessi)
•la trasformazione delle rappresentazioni mentali in modo da generare nuove rappresentazioni funzionali al
raggiungimento dei nostri obiettivi (rispondere a domande, risolvere problemi, prendere decisioni, creare)
conscio (non sempre): riusciamo a riflettere riguardo il pensiero
Categorizzare:
•serve a semplificare le informazioni che la percezione fornisce al pensiero
•è fondamentale poiché il nostro sistema cognitivo è limitato.
Concetti: categorie di oggetti, eventi, persone con caratteristiche comuni mediante i quali riusciamo a
organizzare fenomeni complessi in forme semplici e più utilizzabili.
I concetti hanno 3 funzioni principali:
•semplificare il flusso percettivo: riconosciamo i tratti salienti, e li ricordiamo. Attraverso questo processo
avviene una configurazione (un pattern) che consente di stabilire continuità tra esperienza presente e passata,
e orienta quella futura.
•funzione inferenziale: assegniamo a un oggetto caratteristiche del concetto a cui appartiene, nonostante non
sempre le percepiamo. Così classifichiamo nuovi oggetti sulla base dellesperienza passata.
•orientare il nostro comportamento
Teoria delle condizioni necessarie e sufficienti (CNS)
I primi a ragionare sulla definizione di concetto sono stati i filosofi della branca della logica. Essi definiscono il
concetto come insieme di tratti definitori, ossia linsieme delle caratteristiche necessarie (nessun tratto può
essere eliminato) e sufficienti (nessun tratto può essere aggiunto).
La definizione di un concetto presenta confini di delimitazione netta unità discrete e stabili.
Tutti gli esempi di un concetto hanno la stessa valenza rappresentativa del concetto stesso.
Bierwisch (1970) i concetti vengono combinati mediante operatori di:
-congiunzione (e)
-disgiunzione (o)
-negazione (non)
Esempio:
Uomo: animato e umano e maschio e adulto
Donna: animato e umano e non maschio e adulto
Bambino: animato e umano e maschio e non adulto
Bambina: animato e umano e non maschio e non adulto
Tassonomie e prototipi
Altri studi hanno definito la categorizzazione come processo mediante il quale l’individuo seleziona e
organizza ciò che gli sta attorno, in modo tale da gestire e ridurre la sua variabilità.
In questo caso gli individui categorizzano la loro esperienza sulla base di somiglianze e differenze così da dare
un senso all’effettiva esperienza.
Categorielorganizzazione si basa su due principi psicologici:
•economia cognitiva: la mente tende a semplificare la realtà
categorizzandola. Non considera ogni specifico dato della realtà, ma solo quelli più frequenti e funzionali
•struttura del mondo percepito: il mondo non si presenta alla nostra mente in maniera casuale. La realtà
viene percepita come caratterizzata da una struttura correlazionale (correlo le ali alle piume e non alla
pelliccia)
I sistemi categoriali basati su questi hanno una:
•dimensione orizzontale: struttura interna delle categorie.
Organizzate su un prototipo, ossia l’esemplare di una categoria che rappresenta il maggior numero di
caratteristiche proprie di quella categoria e il numero minore di caratteristiche di altre categorie.
In questo modo, i membri della categoria si attengono al prototipo.
•dimensione verticale: si basa su una struttura intercategoriale, molto più specifica.
Si basa su tre livelli:
-livello base: i membri hanno maggiori caratteristiche appartenenti al prototipo (sedia)
-livello subordinato: condividono caratteristiche appartenenti al prototipo, ma si differenziano da esso
riguardo elementi più specifici (sedia a dondolo)
-livello super ordinato: i membri o dividono poche caratteristiche gli uni con gli altri (arredamento) più
generale, è privilegiata la funzionalità, non la percezione (forma, dimensione…)
Il livello base
Il livello base è il più utilizzato poichè è il più esplicativo riguardo la forma e la funzionalità dell’oggetto preso
in considerazione.
Il livello base rispetta vari criteri che fanno si che questo livello sia il più utilizzato:
•criterio percettivo e morfologico: gli oggetti sono percepiti come dotati di una forma generale unitaria
appartenente a tutti gli altri oggetti appartenenti alla categoria.
funzionali: gli oggetti base rimandano ad azioni o programmi motori del soggetto quando si trova
nell’ambiente contestuale ove gli oggetti sono collocati.

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Il Pensiero

Il pensiero è:

  • il processo di rappresentazione mentale della realtà intorno a noi (e di noi stessi)
  • la trasformazione delle rappresentazioni mentali in modo da generare nuove rappresentazioni funzionali al raggiungimento dei nostri obiettivi (rispondere a domande, risolvere problemi, prendere decisioni, creare)
  • conscio (non sempre): riusciamo a riflettere riguardo il pensiero

Categorizzazione e Concetti

Categorizzare

Categorizzare: · serve a semplificare le informazioni che la percezione fornisce al pensiero .è fondamentale poiché il nostro sistema cognitivo è limitato. ↓

Concetti

Concetti: categorie di oggetti, eventi, persone con caratteristiche comuni mediante i quali riusciamo a organizzare fenomeni complessi in forme semplici e più utilizzabili.

I concetti hanno 3 funzioni principali:

  • semplificare il flusso percettivo: riconosciamo i tratti salienti, e li ricordiamo. Attraverso questo processo avviene una configurazione (un pattern) che consente di stabilire continuità tra esperienza presente e passata, e orienta quella futura.
  • funzione inferenziale: assegniamo a un oggetto caratteristiche del concetto a cui appartiene, nonostante non sempre le percepiamo. Così classifichiamo nuovi oggetti sulla base dell'esperienza passata.
  • orientare il nostro comportamento

Teoria delle Condizioni Necessarie e Sufficienti (CNS)

I primi a ragionare sulla definizione di concetto sono stati i filosofi della branca della logica. Essi definiscono il concetto come insieme di tratti definitori, ossia l'insieme delle caratteristiche necessarie (nessun tratto può essere eliminato) e sufficienti (nessun tratto può essere aggiunto).

La definizione di un concetto presenta confini di delimitazione netta unità discrete e stabili.

Tutti gli esempi di un concetto hanno la stessa valenza rappresentativa del concetto stesso.

Bierwisch (1970)-> i concetti vengono combinati mediante operatori di:

  • congiunzione (e)
  • disgiunzione (o)
  • negazione (non)

Esempio di Combinazione di Concetti

Esempio: Uomo: animato e umano e maschio e adulto Donna: animato e umano e non maschio e adultoBambino: animato e umano e maschio e non adulto Bambina: animato e umano e non maschio e non adulto

Tassonomie e Prototipi

Altri studi hanno definito la categorizzazione come processo mediante il quale l'individuo seleziona e organizza ciò che gli sta attorno, in modo tale da gestire e ridurre la sua variabilità.

In questo caso gli individui categorizzano la loro esperienza sulla base di somiglianze e differenze così da dare un senso all'effettiva esperienza.

Principi Psicologici delle Categorie

Categorie->l'organizzazione si basa su due principi psicologici:

  • economia cognitiva: la mente tende a semplificare la realtà categorizzandola. Non considera ogni specifico dato della realtà, ma solo quelli più frequenti e funzionali
  • struttura del mondo percepito: il mondo non si presenta alla nostra mente in maniera casuale. La realtà viene percepita come caratterizzata da una struttura correlazionale (correlo le ali alle piume e non alla pelliccia)

Dimensioni dei Sistemi Categoriali

I sistemi categoriali basati su questi hanno una:

  • dimensione orizzontale: struttura interna delle categorie. Organizzate su un prototipo, ossia l'esemplare di una categoria che rappresenta il maggior numero di caratteristiche proprie di quella categoria e il numero minore di caratteristiche di altre categorie. In questo modo, i membri della categoria si attengono al prototipo.
  • dimensione verticale: si basa su una struttura intercategoriale, molto più specifica. Si basa su tre livelli:
    • livello base: i membri hanno maggiori caratteristiche appartenenti al prototipo (sedia)
    • livello subordinato: condividono caratteristiche appartenenti al prototipo, ma si differenziano da esso riguardo elementi più specifici (sedia a dondolo)
    • livello super ordinato: i membri o dividono poche caratteristiche gli uni con gli altri (arredamento) ->più generale, è privilegiata la funzionalità, non la percezione (forma, dimensione ... )

Il Livello Base

Il livello base è il più utilizzato poichè è il più esplicativo riguardo la forma e la funzionalità dell'oggetto preso in considerazione.

Il livello base rispetta vari criteri che fanno si che questo livello sia il più utilizzato:

  • criterio percettivo e morfologico: gli oggetti sono percepiti come dotati di una forma generale unitaria appartenente a tutti gli altri oggetti appartenenti alla categoria.
  • funzionali: gli oggetti base rimandano ad azioni o programmi motori del soggetto quando si trova nell'ambiente contestuale ove gli oggetti sono collocati.
  • linguistici e comunicativi: i termini degli oggetti di base sono più corti e quindi più facili da comunicare.
  • informativi: gli oggetti base contengono il maggior numero di attributi significativi in comune tra gli oggetti appartenenti alla categoria (attributi vanno nel bagaglio conoscitivo immagazzinato in memoria).

La Categorizzazione Tematica o Situata

Differente dall'organizzazione di tipo tassonomico, la quale in sostanza dice che la categorizzazione della nostra conoscenza dovuta all'esperienza è basata su un meccanismo stabile e universale, c'è la categorizzazione tematica o situata. Secondo i ricercatori, sostenitori di questa, sostengono di certo che ci sia un'organizzazione in categorie, quindi una categorizzazione, ma che questa non sia universale per tutti, ma invece sia legata a contesti e situazioni specifiche. Questo prevede una maggiore flessibilità, poiché oltre che categorizzare per somiglianza, possiamo categorizzare su regole formali per inclusioni o sui nostri scopi (goal derived: si tratta di oggetti non simili tra loro e non appartenenti alla stessa categorie, che però noi classifichiamo come un tutt'uno di oggetti per un nostro scopo. Esempi: occhiali da sole, costume, crema solare, libro ... sono oggetti diversi tra loro e appartenenti a categorie differenti ma noi li vediamo come un "cosa portare in vacanza", quindi come una categoria a sé).

I concetti, quindi, non sono stabili: persone diverse o la stessa persona possono formarsi differenti rappresentazioni della stessa categoria di oggetti, a seconda del contesto in cui si trovano, del lavoro che fanno ...

I nessi, quindi, variano al variare della necessità.

Teoria Embodied della Categorizzazione Situata

All'interno della categorizzazione situata, i concetti sono definiti embodied, basati quindi su percezioni e azioni dell'individuo. Sono legati alla percezione, all'azione, al contesto, alla situazione, al corpo, alla relazione ...

Questo approccio è basato sull'idea di simulazione situata ossia un sistema concettuale che costruisce virtualmente un insieme di simulazioni specifiche, diverse in base alle situazioni o alle azioni che stiamo per compiere.

Esempio: penso a un'automobile, ma sarà diverso il mio modo di pensare al concetto di auto se devo prenderla, se devo venderla, se devo descriverla ...

Secondo questo approccio il sistema concettuale e il sistema senso-motorio non sono separati, anzi, sono strettamente legati tra loro. Quando pensiamo a un concetto si attivano alcuni circuiti percettivi che coincidono con percepire l'oggetto e alcuni circuiti senso-motori che comincino con l'usare l'oggetto. In questo modo quando pensiamo a un oggetto, oltre che l'immagine di esso, si presenteranno a noi tutte le forme sensoriali collegate ad esso.Quando si legge una parola ci sarà una simulazione relativa alla modalità con cui si manipolano gli oggetti: stretta relazione tra concetti e azioni

I Formati del Pensiero: Parole e Immagini

Le nostre conoscenze si basano su rappresentazioni mentali.

Le modalità attraverso cui rappresentiamo la conoscenza sono diverse.

Con formati del pensiero intendiamo i codici con cui è registrata la rappresentazione della conoscenza a livello cognitivo: - > costruzione intenzionale che veicola le informazioni riguarda la realtà

  • conoscenza dichiarativa
  • conoscenza procedurale
  • pensiero narrativo

Criteri Fondamentali della Rappresentazione della Conoscenza

La rappresentazione della conoscenza ha due criteri fondamentali:

  • deve essere automatica (intenzionale): l'informazione di conoscere il mondo è intrinseca in noi. Il cervello coglie automaticamente informazioni della realtà. Non è una cosa volontaria: non è volontario cogliere rappresentazioni e informazioni. la mente si è sviluppata avendo in modo intrinseco il cogliere la realtà. non è una decisione consapevole, è una decisione che avviene a livello implicito
  • deve veicolare le informazioni: veicolare= fa in modo di far riferimento a un'osservazione anche fatta in passato. Non c'è il contatto diretto tra la persona e l'oggetto, ma la persona può fare riferimento ad esso anche in un diverso contesto, poiché la nostra mente ha veicolato le informazioni.

Le rappresentazioni mentali pongono le basi della nostra conoscenza. Le rappresentazioni assumono significati diversi, in formati diversi: il formato è il codice attraverso cui l'informazione viene registrata, ma fa riferimento ai processi che mettiamo in atto per elaborarla (caratteristiche dei processi che operano su di essa).

Conoscenza Dichiarativa

  • conoscenza dichiarativa: si tratta dell'insieme delle conoscenze sul mondo che sono per noi accessibili e che possiamo recuperare nella nostra memoria a lungo termine. È la mappatura della realtà e delle esperienze fatte nel corso della vita. Riguarda, infatti il "cosa" è un oggetto, un fatto ... Ci consente da un lato di denotare (= definire qualcosa, identificare un oggetto) e dall'altro di predicare (= attribuire delle proprietà all'oggetto, dire qualcosa a riguardo). Si tratta, quindi, di tutto ciò che sappiamo. È costituita da:
    • pensiero proposizionale: pensiero che fa uso di un codice verbale e linguistico. Si tratta di proposizioni astratte che non contengono le caratteristiche fisiche di ciò che rappresentano
    • immagini mentali: rappresentazioni analogiche che riproducono le relazioni tra gli elementi dell'oggetto, delle caratteristiche dell'oggetto.

Pensiero Proposizionale

Pensiero proposizionale: insieme delle conoscenze relative ai fatti. Essa comprende:

  • conoscenza episodica: riguarda proposizioni con specificati episodi avvenuti nel passato, sono quindi specificate le coordinate spazio temporali. Esempio: Ieri sono andato al parco con il mio cane
  • conoscenza semantica: comprende proposizioni nelle quali lo spazio temporale non esiste più. Esempio: i cani vengono accompagnati al parco dai loro padroni

Le strutture proposizionali rappresentano l'esperienza in categorie quali persone/oggetti/tempi e luoghi/azioni/modalità, e ne definiscono le funzioni all'interno della struttura.

Possiamo quindi vivere un'esperienza anche senza starla vivendo.

Immagini Mentali

Immagini mentali: rappresentazioni all'interno della mente in cui l'oggetto o l'evento viene riprodotto. Ricorriamo a immagini, odori, suoni, sapori (tutte immagini mentali).

Quando pensiamo a un'esperienza che ancora non abbiamo vissuto, facciamo riferimento ad altre informazioni precedentemente immagazzinate, che qualcun altro ha fatto, e noi le abbiamo regolate su di noi. Informazioni che gli altri fanno, ma anche informazioni che noi abbiamo, rispetto a qualcosa che abbiamo vissuto di simile.

Le immagini mentali contengono delle caratteristiche dell'oggetto fisico (esempio: la mente ci mette più tempo a esplorare un oggetto grande, esattamente come farebbe il nostro occhio davanti alla realtà).

Analogamente possiamo manipolare e ruotare immagini mentali di oggetti come possiamo farlo nella realtà.

Imagery Debate

Imagery= attività immaginativa (generare, esplorare e trasformare immagini mentali).

1. L'Ipotesi Proposizionalista (Pylyshyn)

Secondo l'ipotesi proposizionalista, proposta da Zenon Pylyshyn, l'immaginazione non è un processo autonomo, e le immagini mentali che generiamo non sono vere e proprie rappresentazioni precise della realtà. In altre parole, le immagini mentali non sono simili agli oggetti reali che stiamo immaginando. Pylyshyn sostiene che la mente codifica le informazioni in modo puramente proposizionale, cioè in forma simbolica, astratta e linguistica.

Una rappresentazione proposizionale è un modo per codificare concetti o informazioni in una forma simile a una proposizione linguistica. Ad esempio, piuttosto che visualizzare un'immagine di un cane, la mente rappresenterebbe l'informazione sotto forma di una proposizione come "Il cane è un animale" o "Il cane corre". In altre parole, l'immagine mentale non è una "fotografia" mentale, ma una serie di simboli che rappresentano il concetto di cane, come una frase che descrive le sue proprietà.

2. L'Ipotesi Analogica (Paivio, Kosslyn)

L'ipotesi analogica, sostenuta da studiosi come Allan Paivio e Stephen Kosslyn, propone un'idea completamente diversa. Secondo questo approccio, la mente utilizza due codici distinti per elaborare le

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