Documento di Università su Apprendimento, Memoria e Oblio. Il Pdf esplora i concetti di apprendimento, memoria e oblio, analizzando i modelli di memoria multi-magazzino e a magazzino singolo, le diverse tipologie di memoria e la distinzione tra memoria episodica e semantica, utile per lo studio della Psicologia.
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Descrive l'architettura fondamentale del sistema della memoria in termini di numero di magazzini, proponendone tre tipi distinti:
2. Essi differiscono tra di loro per: durata temporale; capacità di immagazzinamento; meccanismi dell'oblio; effetti delle lesioni cerebrali.
Elaborano l'info in parallelo e poi la mandano al magazzino a breve termine.
la sua capacità è molto limitata (4 chunk); un effetto che riguarda la memoria a breve termine è l'effetto recency, che capita quando, in un compito di rievocazione libera, si ricordano meglio gli ultimi elementi di una lista rispetto a quelli intermedi. Inoltre:
Mantiene l'info in modo accessibile temporaneamente e poi la trasferisce al magazzino a lungo termine.
è stata dimostrata la sua distinzione dalla memoria a breve termine tramite studi sulle doppie dissociazioni:
Ipotizza che la memoria a breve termine sia costituita da attivazioni temporanee di rappresentazioni della memoria a lungo termine o da rappresentazioni di elementi percepiti di recente; tali attivazioni spesso si verificano quando l'attenzione è concentrata su determinate rappresentazioni. Evidenze sperimentali mostrano come sia corretto ritenere che l'attivazione della memoria a lungo termine svolga un ruolo importante nella memoria a breve termine; inoltre si è dimostrato come i pazienti amnesici possano mostrare un deficit nella memoria a breve termine in determina circostante (ad es. quando è richiesta memoria relazionale, cioè quando è richiesto di formulare nuove relazioni).
Baddeley e Hitch (1974) hanno sostituito il concetto di magazzino a breve termine con quello di memoria di lavoro (working memory); essa è costituta da 4 parti:
La componente più importante è l'esecutivo centrale, il quale ha capacità limitata, è simile all'attenzione e gestisce i compiti più impegnativi dal punto di vista cognitivo; ciascuna componente del sistema della memoria di lavoro ha capacità limitata ed è relativamente indipendente dalle altre e ne conseguono 2 ipotesi:
a) se due compiti utilizzano la stessa componente, non possono essere eseguiti contemporaneamente in modo soddisfacente; b) se due compiti utilizzano componenti diverse, dovrebbe essere possibile eseguirli altrettanto bene sia insieme che separatamente.
Simile ad un sistema attenzionale, organizza e coordina il funzionamento del sistema cognitivo; sembra sia localizzato nella corteccia prefrontale dorsolaterale, ma non è del tutto vero (i pazienti con sindrome disesecutiva, per cui hanno difficoltà nella pianificazione, nell'organizzazione e nel monitoraggio del comportamento, non presentano sempre lesioni a carico dei lobi frontali). Miyake (2000) ha identificato 3 processi esecutivi o funzioni:
Evidenze sperimentali dimostrano l'esistenza di queste funzioni (ogni processo è infatti associato all'attivazione di una regione diversa della corteccia prefrontale); è comunque probabile che esista anche una quarta funzione dedicata specificatamente alla coordinazione e all'elaborazione dei (4) doppi compiti. Stuss e Alexander (2007) hanno messo in dubbio il concetto di sindrome disesecutiva perché implica la che la lesione cerebrale ai lobi frontali danneggia in genere tutte le funzioni dell'esecutivo centrale; questi pazienti presentano una sindrome disesecutiva globale, ma vi sono 3 processi esecutivi che implicano parti diverse dei lobi frontali:
Questi processi sono molto generali in quanto vengono usati in un'enorme varietà di compiti; inoltre non sono veramente indipendenti perché possono essere usati simultaneamente quando si affronta un compito complesso. Evidenze sperimentali hanno dimostrato (studiando pazienti cerebrolesi) che a ciascun processo sono associate diverse regioni della corteccia frontale. La differenza rispetto ai processi individuati da Miyake consiste nel fatto che nei soggetti sani i processi di Stuss e Alexander non emergono chiaramente come processi distinti (ma diventano più chiare quando si considerano pazienti con lesioni frontali molto specifiche).
in base ad alcune evidenze sperimentali sembra che il circuito fonologico sia costituto da:
Le parole presentate uditivamente vengono quindi elaborate in modo differente rispetto a quelle presentate visivamente (la presentazione uditiva produce un accesso diretto al magazzino fonologico, mentre la presentazione visiva permette solo un accesso indiretto al magazzino fonologico attraverso l'articolazione subvocale). La funzione del circuito fonologico non è quella di ricordare parole familiari, ma di apprenderne di nuove; tuttavia è anche possibile che disporre di un lessico ricco aumenti la capacità effettiva del circuito fonologico.
viene usato nella memorizzazione temporanea e nella gestione delle informazioni spaziali e visive; secondo Logie (1995) può essere suddiviso in due componenti:
Evidenze sperimentali hanno dimostrato che il sistema visivo è distinto da quello spaziale, in quanto vengono attivate regioni cerebrali distinte (emisfero destro per i compiti spaziali, emisfero sinistro per quelli visivi); altre evidenze provengono dallo studio di pazienti cerebrolesi che presentano lesioni a carico della componente visiva ma non di quella spaziale.