Didattica generale: apprendimento, insegnamento e formazione

Documento sulla didattica generale, esplorando il processo di apprendimento-insegnamento e il concetto di formazione. Il Pdf tratta di intercultura, gestione delle diversità e integrazione delle tecnologie nell'educazione, con metodologie di programmazione didattica per studenti universitari.

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DIDATTICA GENERALE
La didattica s’interessa all’insegnamento e alle complesse problematiche educative. L’oggetto della
didattica è l’apprendimento/insegnamento. È infatti opportuno utilizzare l’espressione processo
d’apprendimento-insegnamento proprio per evidenziare come l’atto dell’insegnare necessariamente
debba collegarsi all’atto dell’apprendere,essendo un unico processo. La didattica è la scienza che
mira a realizzare un apprendere,poiché scopo della didattica è quello di favorire e agevolare negli
altri un apprendimento e una trasformazione del modo di essere,di pensare e di agire ed
intervenire nella e sulla realtà. Il processo di apprendimento-insegnamento si connota intenzionale,
programmato,sistemico e sistematico. Il concetto di formazione è notevolmente cambiato così
come sono cambiati anche i luoghi e gli spazi in cui la stessa formazione si realizza. Il mondo della
formazione,in maniera graduale ma progressiva,si va sempre più trasformando e la scuola non
rappresenta più l’esclusivo canale di formazione. La formazione avviene in più contesti:
formali(scuole ed università),non formali(enti locali,strutture culturali e museali)e informali,come le
organizzazioni sociali e lavorative,legati al mondo industriale e alle aziende,i mass media per cui si
realizza in una pluralità e un’articolazione di più spazi e sedi in diversificati momenti. Accanto a tali
opportunità formative,bisogna poi annoverare la famiglia,la chiesa,l’associazionismo che
rappresentano le agenzie formative storiche,permanenti ed intenzionalmente educative e che si
presentano come ulteriori occasioni ed opportunità culturali e formative. La formazione non si
realizza in momenti specifici,distinti dal resto della vita,ma rappresenta un continuum attraverso
momenti integrati ed interagenti di conoscenza e di esperienza. Laneve(1997)riconosce che si è
ormai passati ad un sistema formativo aperto poiché la formazione avviene durante l’arco della vita
e si realizza in molti luoghi e attraverso più modalità. Ormai i processi di acquisizione culturale e
competenze sociali non avvengono solo in ambito scolastico,ma anche in agenzie educative di
territorio e nei contesti lavorativi. È possibile ipotizzare un sistema formativo che preveda
integrazioni tra soggetti,spazi e luoghi diversi e si strutturi con percorsi flessibili,in direzione
individualizzata e personalizzata. Altro specifico campo di ricerca della didattica riguarda
l’intercultura e le diversità,legate alla crescente presenza di un numero sempre maggiore di
persone immigrate,di nomadi e di extracomunitari. Tale presenza accentua la necessità di una
formazione profondamente interculturale; nonostante il riconoscimento di tale
situazione,dell’importanza del rispetto e della pari dignità di tutte le culture,non sembra vi sia una
prospettiva tesa a valorizzare la crescita dell’insieme dei gruppi sociali nello scambio vicendevole.
Tale dinamica rimane nel complesso ancora estranea ai sistemi educativi,che manifestano
riserve,talvolta resistenze. Lo stesso Delors riconosce che uno dei pilastri della conoscenza è
senz’altro la capacità di saper costruire relazioni significative con gli altri ; ogni soggetto deve
saper cooperare e collaborare in direzione costruttiva con gli altri senza distinzione di sesso,di
religione,di etnia,di cultura e di valori. Si tratta di un obiettivo che ha come presupposto il
superamento di ogni monocentrismo mirando al riconoscimento del principio dell’uguaglianza e al
superamento del concetto di differenza di colore e di pelle,di lingua e di cultura. L’
intercultura
implica un’intelligenza polivalente capace di discostarsi dai propri riferimenti cognitivi e valoriali per
riconoscere altri. Interculturalità significa disponibilità al confronto,disponibilità a superare i confini
delle proprie culture per accettare,comprendere interagire con i territori mentali delle altre culture.
L’attuazione di un processo interculturale richiede una rivoluzione culturale che avvicini il diverso,lo
straniero che lo faccia conoscere e sentire vicino. Si tratta di aprire i soggetti al riconoscimento
della diversità attraverso l’avvicinamento,in modo da liberare i soggetti delle paure ancestrali verso
lo straniero,verso l’altro,verso il diverso,che viene visto come presenza che produce
turbamento,pericolo,disordine. Principio orientante diventa quello di attivare un processo
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d’apprendimento-insegnamento con e attraverso la diversità. In una società multietnica si tratta di
attivare strategie e pratiche didattiche per gli alunni stranieri in difficoltà,per cui la
programmazione,la progettazione e lo stesso processo di valutazione assumono significati e
contorni diversi che si muovono verso una didattica di sostegno,in altri verso una didattica
tutoriale,ossia di supporto,guida e aiuto specifico per tali soggetti. Un ramo importante e nello
stesso tempo specifico di ricerca della didattica è quella rivolta verso i
soggetti diversamente abili
.
La diversità,sia essa fisica(menomazione)o con diverse abilità personali,ossia diversamente abile o
con diversa partecipazione sociale,non diminuisce o intacca l’originalità del soggetto,ma anzi la
specifica e la rende più evidente,per cui il vero problema diventa quello di vedere come si può
valorizzare il potenziale formativo di cui ogni soggetto è titolare. Il soggetto diversamente abile
presenta bisogni educativi speciali. Il primo passaggio diventa quello di conoscere il soggetto per
riuscire a comprenderne per un verso le debolezze e le differenze e per altro verso le peculiarità,le
specificità e le potenzialità,tenendo conto che,in ambito scolastico,i soggetti diversamente abili
possono presentare dei ritardi mentali,dei disturbi di apprendimento o di sviluppo o specifici e del
comportamento. Si passa al secondo momento in cui si elabora un piano educativo personalizzato
incrementando partecipazione sociale. Attualmente il modello culturale dell’integrazione si fonda
sulla partecipazione attiva,della promozione umana,dello scambio interelazionale e su quello di una
didattica non differenziata,ma individualizzata e personalizzata attraverso un rapporto con gli altri e
con la realtà ambientale e naturale. Studi recenti hanno messo in evidenza che il soggetto con
problemi di disadattamento o diversamente abile non procede alla costruzione delle competenze in
modo diverso dagli altri,ma ha solo modalità e tempi diversi per cui ha necessità di essere
supportato con procedure,strategie e pratiche didattiche individualizzate e personalizzate in
sinergia con interventi offerti dai servizi specialistici. Altro settore di ricerca si occupa delle
tecnologie per l’educazione
,distinguendo fra apprendimento delle tecnologie,avente come finalità
di far acquisire competenze tecnologiche; apprendimento con le tecnologie in quanto si usano le
competenze tecnologiche come strumenti per sviluppare e favorire attività
cognitive;apprendimento attraverso le tecnologie,cioè usare le tecnologie per apprendere ed
insegnare e costituire delle comunità di apprendimento. Tecnologie sempre più evolute ed
interattive richiedono e postulano un apprendimento per full immersion,cioè un reale
coinvolgimento e un’interazione sia fisica sia intellettuale. Nella didattica tecnologica, sostiene
Calvani(2000) si possono distinguere alcune aree principali:una che rimanda alla Educational
Technology(studiare sistemi o ambienti per l’apprendimento,usare le tecnologie a scopo
didattico);e una seconda che si rifà alla Media Education(educare ai media,educare con i media);
ed una successiva che rinvia alla didattica dei contesti simulati,quale valore aggiunto sia nei
processi di insegnamento-apprendimento sia nei processi di valutazione delle competenze. Il
soggetto, assume un ruolo come elemento attivo e consapevolmente autonomo, sia all’interno
delle reti cognitive sia nelle interazioni sociali, che si realizzano attraverso un apprendimento
esperienziale, basato da un lato sull’ apprendere facendo (learning by doing) e dall’ altro
risolvendo problemi concreti (problem by doing) anche se virtuali e partecipando ad una reale o
virtuale “comunità educativa ed educante”. Meglio di ogni altra strategia, le tecnologie assicurano
l’autonomia cognitiva nei soggetti e gli insegnano ad apprendere autonomamente per imparare ad
imparare e ad apprendere successivamente in modo autonomo e consapevole. Ogni intervento
educativo si presenta come una modalità esterna, una strategia, un’occasione e un’ opportuni
per facilitare l’acquisizione delle conoscenze, che si può verificare solo con il coinvolgimento e
l’adesione convinta del discente. L’intervento non determina l’apprendimento, ma lo favorisce e lo
agevola. La didattica pone al centro la formazione complessiva del soggetto-persona quanto il

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Didattica Generale: Insegnamento e Apprendimento

La didattica s'interessa all'insegnamento e alle complesse problematiche educative. L'oggetto della didattica è l'apprendimento/insegnamento. È infatti opportuno utilizzare l'espressione processo d'apprendimento-insegnamento proprio per evidenziare come l'atto dell'insegnare necessariamente debba collegarsi all'atto dell'apprendere,essendo un unico processo. La didattica è la scienza che mira a realizzare un apprendere,poiché scopo della didattica è quello di favorire e agevolare negli altri un apprendimento e una trasformazione del modo di essere,di pensare e di agire ed intervenire nella e sulla realtà. Il processo di apprendimento-insegnamento si connota intenzionale, programmato,sistemico e sistematico.

Evoluzione del Concetto di Formazione

Il concetto di formazione è notevolmente cambiato così come sono cambiati anche i luoghi e gli spazi in cui la stessa formazione si realizza. Il mondo della formazione, in maniera graduale ma progressiva,si va sempre più trasformando e la scuola non rappresenta più l'esclusivo canale di formazione. La formazione avviene in più contesti: formali(scuole ed università),non formali(enti locali,strutture culturali e museali)e informali,come le organizzazioni sociali e lavorative,legati al mondo industriale e alle aziende,i mass media per cui si realizza in una pluralità e un'articolazione di più spazi e sedi in diversificati momenti. Accanto a tali opportunità formative,bisogna poi annoverare la famiglia,la chiesa,l'associazionismo che rappresentano le agenzie formative storiche,permanenti ed intenzionalmente educative e che si presentano come ulteriori occasioni ed opportunità culturali e formative. La formazione non si realizza in momenti specifici,distinti dal resto della vita,ma rappresenta un continuum attraverso momenti integrati ed interagenti di conoscenza e di esperienza. Laneve(1997)riconosce che si è ormai passati ad un sistema formativo aperto poiché la formazione avviene durante l'arco della vita e si realizza in molti luoghi e attraverso più modalità. Ormai i processi di acquisizione culturale e competenze sociali non avvengono solo in ambito scolastico,ma anche in agenzie educative di territorio e nei contesti lavorativi. È possibile ipotizzare un sistema formativo che preveda integrazioni tra soggetti,spazi e luoghi diversi e si strutturi con percorsi flessibili,in direzione individualizzata e personalizzata.

Didattica, Intercultura e Diversità

Altro specifico campo di ricerca della didattica riguarda l'intercultura e le diversità, legate alla crescente presenza di un numero sempre maggiore di persone immigrate,di nomadi e di extracomunitari. Tale presenza accentua la necessità di una formazione profondamente interculturale; nonostante il riconoscimento di tale situazione,dell'importanza del rispetto e della pari dignità di tutte le culture,non sembra vi sia una prospettiva tesa a valorizzare la crescita dell'insieme dei gruppi sociali nello scambio vicendevole. Tale dinamica rimane nel complesso ancora estranea ai sistemi educativi,che manifestano riserve,talvolta resistenze. Lo stesso Delors riconosce che uno dei pilastri della conoscenza è senz'altro la capacità di saper costruire relazioni significative con gli altri ; ogni soggetto deve saper cooperare e collaborare in direzione costruttiva con gli altri senza distinzione di sesso,di religione,di etnia,di cultura e di valori. Si tratta di un obiettivo che ha come presupposto il superamento di ogni monocentrismo mirando al riconoscimento del principio dell'uguaglianza e al superamento del concetto di differenza di colore e di pelle,di lingua e di cultura. L'intercultura implica un'intelligenza polivalente capace di discostarsi dai propri riferimenti cognitivi e valoriali per riconoscere altri. Interculturalità significa disponibilità al confronto,disponibilità a superare i confini delle proprie culture per accettare,comprendere interagire con i territori mentali delle altre culture. L'attuazione di un processo interculturale richiede una rivoluzione culturale che avvicini il diverso,lo straniero che lo faccia conoscere e sentire vicino. Si tratta di aprire i soggetti al riconoscimento della diversità attraverso l'avvicinamento,in modo da liberare i soggetti delle paure ancestrali verso lo straniero,verso l'altro,verso il diverso,che viene visto come presenza che produce turbamento,pericolo,disordine. Principio orientante diventa quello di attivare un processo 1d'apprendimento-insegnamento con e attraverso la diversità. In una società multietnica si tratta di attivare strategie e pratiche didattiche per gli alunni stranieri in difficoltà,per cui la programmazione,la progettazione e lo stesso processo di valutazione assumono significati e contorni diversi che si muovono verso una didattica di sostegno,in altri verso una didattica tutoriale,ossia di supporto,guida e aiuto specifico per tali soggetti.

Didattica per Soggetti Diversamente Abili

Un ramo importante e nello stesso tempo specifico di ricerca della didattica è quella rivolta verso i soggetti diversamente abili. La diversità,sia essa fisica(menomazione)o con diverse abilità personali,ossia diversamente abile o con diversa partecipazione sociale,non diminuisce o intacca l'originalità del soggetto,ma anzi la specifica e la rende più evidente,per cui il vero problema diventa quello di vedere come si può valorizzare il potenziale formativo di cui ogni soggetto è titolare. Il soggetto diversamente abile presenta bisogni educativi speciali. Il primo passaggio diventa quello di conoscere il soggetto per riuscire a comprenderne per un verso le debolezze e le differenze e per altro verso le peculiarità, le specificità e le potenzialità,tenendo conto che,in ambito scolastico,i soggetti diversamente abili possono presentare dei ritardi mentali,dei disturbi di apprendimento o di sviluppo o specifici e del comportamento. Si passa al secondo momento in cui si elabora un piano educativo personalizzato incrementando partecipazione sociale. Attualmente il modello culturale dell'integrazione si fonda sulla partecipazione attiva,della promozione umana,dello scambio interelazionale e su quello di una didattica non differenziata,ma individualizzata e personalizzata attraverso un rapporto con gli altri e con la realtà ambientale e naturale. Studi recenti hanno messo in evidenza che il soggetto con problemi di disadattamento o diversamente abile non procede alla costruzione delle competenze in modo diverso dagli altri,ma ha solo modalità e tempi diversi per cui ha necessità di essere supportato con procedure,strategie e pratiche didattiche individualizzate e personalizzate in sinergia con interventi offerti dai servizi specialistici.

Tecnologie per l'Educazione

Altro settore di ricerca si occupa delle tecnologie per l'educazione, distinguendo fra apprendimento delle tecnologie,avente come finalità di far acquisire competenze tecnologiche; apprendimento con le tecnologie in quanto si usano le competenze tecnologiche come strumenti per sviluppare e favorire attività cognitive; apprendimento attraverso le tecnologie,cioè usare le tecnologie per apprendere ed insegnare e costituire delle comunità di apprendimento. Tecnologie sempre più evolute ed interattive richiedono e postulano un apprendimento per full immersion,cioè un reale coinvolgimento e un'interazione sia fisica sia intellettuale. Nella didattica tecnologica, sostiene Calvani(2000) si possono distinguere alcune aree principali:una che rimanda alla Educational Technology(studiare sistemi o ambienti per l'apprendimento,usare le tecnologie a scopo didattico);e una seconda che si rifà alla Media Education(educare ai media,educare con i media); ed una successiva che rinvia alla didattica dei contesti simulati,quale valore aggiunto sia nei processi di insegnamento-apprendimento sia nei processi di valutazione delle competenze. Il soggetto, assume un ruolo come elemento attivo e consapevolmente autonomo, sia all'interno delle reti cognitive sia nelle interazioni sociali, che si realizzano attraverso un apprendimento esperienziale, basato da un lato sull' apprendere facendo (learning by doing) e dall' altro risolvendo problemi concreti (problem by doing) anche se virtuali e partecipando ad una reale o virtuale "comunità educativa ed educante". Meglio di ogni altra strategia, le tecnologie assicurano l'autonomia cognitiva nei soggetti e gli insegnano ad apprendere autonomamente per imparare ad imparare e ad apprendere successivamente in modo autonomo e consapevole. Ogni intervento educativo si presenta come una modalità esterna, una strategia, un'occasione e un' opportunità per facilitare l'acquisizione delle conoscenze, che si può verificare solo con il coinvolgimento e l'adesione convinta del discente. L'intervento non determina l'apprendimento, ma lo favorisce e lo agevola. La didattica pone al centro la formazione complessiva del soggetto-persona quanto il 2come perseguirla. Non,perciò,una didattica impegnata alla semplice trasmissione di contenuti,bensì una scienza che struttura e pianifica un percorso formativo.

Il Sapere della Didattica e la Ricerca

Il sapere della didattica,costituito da una molteplicità di conoscenze elaborate,si presenta come un sapere unitario legato ai fatti educativi. La ricerca didattica ha necessità di porsi responsabilmente ricercando in se stessa i criteri di validità scientifica del suo operare affermando la propria autonomia nei confronti delle altre scienze. Da una didattica impostata a livello esperienziale che ha connotato il periodo che va dall'antica Grecia sino al XVI secolo,si è successivamente passati ad una didattica di livello scientifico-sperimentale. Per quanto attiene alla sua logica formale, la didattica utilizza il metodo induttivo, poiché i fatti educativi precedono ogni ragionamento. Si parte dall'esperienza, dalla specifica situazione educativa; si estrapolano dati ed elementi per impostare un sistema d'ipotesi teoriche, che consentano poi di intervenire concretamente. La logica empirica accanto ad un progetto di cultura elabora un progetto organizzativo di clima e di contesto, assicurando un ambiente e contesto adeguato ed idoneo per creare le migliori condizioni atte a favorire ed agevolare la costruzione delle conoscenze e delle competenze sociali per la vita. Con il progetto organizzativo si valorizzano le componenti socio-affettive. Tra questi due progetti cultura e organizzativo si postula una stretta interconnessione, in modo che l'uno sia funzionale all'altro. La scuola e la classe vengono considerate come delle organizzazioni sociali,che si caratterizzano come delle comunità di apprendimento. La didattica ha necessità di conoscere ed analizzare la situazione educativa su cui intende intervenire, per cui prevalente diventa l'utilizzo della ricerca empirica,intesa come Ricerca-Intervento, caratterizzata dal coinvolgimento di tutti i soggetti che a vario titolo sono parte integrante dell'azione didattica. Alla fine del percorso abbiamo una ricerca empirica sia quantitativa sia qualitativa,per verificare sia la quantità dei soggetti che hanno maturato alcune competenze sia la qualità e i livelli di competenze acquisite. La ricerca sperimentale verifica se il cambiamento apportato fa conseguire risultati positivi o negativi. Mentre nella ricerca empirica si fotografa la situazione o il fenomeno preso in esame, riuscendo ad individuare ed analizzare tutti gli elementi o le variabili che li caratterizzano,nella ricerca sperimentale invece si interviene sul fenomeno attraverso la modifica di una o più variabili. L'obiettivo resta sempre quello di elevare la qualità dell'istruzione e di ottimizzare il processo d'insegnamento e d'apprendimento,in direzione dell'individualizzazione degli apprendimenti e della personalizzazione dei percorsi di formazione. Nell'ottica della costruzione della conoscenza da parte del soggetto,il concetto di formazione fa sempre più riferimento al ruolo significativo assegnato al contesto e alla dimensione interattiva e sociale,in cui le nuove tecnologie svolgono il ruolo di valore aggiunto,dal momento che hanno modificato le modalità di gestione delle informazioni e della comunicazione tra i soggetti e tra i soggetti e gli oggetti di conoscenza. Le acquisizioni delle conoscenze e la strutturazione delle competenze si realizzano attraverso un apprendimento esperienziale,caratterizzato da un lato dall'apprendere facendo(learning by doing)e dall'altro risolvendo problemi concreti(problem solving)anche se virtuali e partecipando così ad una reale o virtuale comunità educativa ed educante di apprendimento. La didattica si pone essenzialmente come ricerca;ricerca posta al centro di tutto il processo d'insegnamento-apprendimento. In ambito epistemologico,la didattica partecipa,con un suo contributo specifico,alla formazione integrale della persona-soggetto,mentre sul piano concettuale- operativo si connota come scienza problematica e critica,legata ad assicurare il pluralismo delle opportunità e delle occasioni formative. La formazione interessa tutte le dimensioni del soggetto:la sfera affettiva(emozioni,autostima),la sfera etico-sociale(bisogni,interessi,aspirazioni), la sfera estetica e motoria, ed essenzialmente la sfera relazionale,attraverso il superamento della dicotomia 3

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