Documento universitario sulla psicoeconomia evolutiva e la teoria dei giochi. Il Pdf esplora il processo decisionale nei bambini, analizzando modelli teorici come l'Utilità Attesa e la Teoria del Prospetto, e i fattori culturali e sociali che influenzano l'acquisizione dei concetti economici in psicologia.
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Prendere decisioni significa scegliere l'opzione migliore tra quelle disponibili, spesso in condizioni di incertezza. Le decisioni possono essere semplici o complesse, a seconda della posta in gioco e della necessità di valutare vantaggi e svantaggi.
Nel tempo, psicologia ed economia hanno approcciato il tema in modo diverso: la prima attraverso la sperimentazione e lo studio dei processi mentali (approccio descrittivo), la seconda tramite modelli teorici di comportamento razionale (approccio normativo), Dalla seconda metà del Novecento, queste discipline si sono avvicinate, dando vita alla psicologia economica o economia cognitiva.
Il decision-making riguarda la scelta tra opzioni note, mentre il problem-solving implica la scoperta di nuove soluzioni. Entrambi i processi coinvolgono aspetti cognitivi e si sovrappongono nello studio del pensiero e del ragionamento.
Concepisce l'individuo come homo oeconomicus, razionale, che sceglie l'opzione con la massima utilità attesa, calcolata sulla base delle probabilità e dei possibili esiti. Postula vari assiomi (es. transitività, dominanza, invarianza) che definiscono la coerenza interna delle scelte. Tuttavia, assume condizioni ideali difficilmente riscontrabili nella realtà (es. conoscenza perfetta delle opzioni e conseguenze certe).
Contrapposta alla precedente, descrive come gli individui prendano decisioni reali, spesso irrazionali, usando euristiche (scorciatoie mentali) per risparmiare tempo e sforzo cognitivo. Bounded - rationality. Introduce concetti come:
Secondo questa teoria, l'individuo non cerca la scelta migliore in assoluto, ma quella "sufficientemente buona", in base al proprio punto di riferimento e contesto emotivo.
Le due teorie offrono modelli opposti di decisore (razionale vs razionalità limitata), ma entrambe sono fondamentali per comprendere la complessità del processo decisionale, che richiede l'integrazione di aspetti cognitivi, emotivi e sociali
La Teoria dei Giochi studia matematicamente le situazioni di conflitto e cooperazione, analizzando come le decisioni di un individuo influenzano quelle degli altri. L'obiettivo è trovare un equilibrio (es. Nash) in cui nessuno ha vantaggio a cambiare strategia. È una teoria centrale per comprendere il comportamento razionale nelle interazioni sociali.
Due giocatori: uno divide una somma, l'altro può accettare o rifiutare. Contrariamente alla Teoria dell'Utilità Attesa, le offerte spesso non sono minime e i riceventi rifiutano proposte "unfair". Ciò rivela l'importanza di emozioni, fairness, teoria della mente e contesto sociale/culturale. Il conflitto tra ragione (accettare per guadagnare) ed emozione (punire l'ingiustizia) attiva aree cerebrali diverse.
Simile all'Ultimatum Game, ma il ricevente non può rifiutare. Mostra quanto le scelte siano motivate da altruismo o egoismo, indipendentemente da conseguenze dirette.
Il trustor investe denaro nel trustee, che può restituire o meno. Dimostra la propensione alla fiducia e reciprocità anche senza garanzie, influenzata da fattori psicologici, ormonali e semantici (es. chiamare l'altro "partner" o "avversario").
Due giocatori decidono se cooperare o tradire senza conoscere la decisione dell'altro. Mostra come le scelte cooperative siano influenzate da fiducia, anche quando il tradimento offre un guadagno individuale maggiore.
La Teoria dei Giochi è un valido strumento per studiare la decisione sociale, grazie alla sua struttura semplice, applicabile anche ai bambini, e alla capacità di analizzare aspetti come:
L'integrazione tra psicologia ed economia è fondamentale per comprendere a fondo i meccanismi decisionali in tutte le età.
Secondo Jahoda, la conoscenza del mondo fisico e di quello sociale si sviluppa parallelamente, poiché entrambi sono sistemi complessi. Analizza due sistemi economici fondamentali:
I bambini che la ricevono tendono a essere più parsimoniosi.
Per definire un comportamento come atto intenzionale di risparmio, devono esserci:
La cultura e la struttura sociale influenzano concetti come compravendita, profitto e uso del denaro. Già in età prescolare i bambini sviluppano idee di ricchezza e povertà, che si raffinano con l'età e si intrecciano con riflessioni etiche in adolescenza. Le differenze tra paesi (anche europei) riflettono storia, società, valori e non solo cultura in senso stretto.
I principali agenti della socializzazione economica sono: