Linguaggi e Semiotica dei Prodotti Mediali: esperienza mediale e codici

Documento universitario sui linguaggi e la semiotica dei prodotti mediali. Il Pdf esplora l'esperienza mediale, le differenze tra esperienza naturale e mediata, e i codici sonori e le inquadrature nel contesto audiovisivo, utile per lo studio universitario.

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36 pagine

LINGUAGGI E SEMIOTICA DEI PRODOTTI MEDIALI
21.02.2022
BIBLIOGRAFIA:
1) A.M. Lorusso, Postverità, Laterza, Roma, 2018
2) M. Ambrosini, L. Cardone, L. Cuccu, Introduzione al linguaggio del film, Carrocci
3) P. Peverini, I media: strumenti di analisi semiotica, Carocci, Roma, 2012
L’ESPERIENZA MEDIALE
Il concetto di testo analizzato durante il primo semestre lo assumeremo in una nuova prospettiva che è
dedicata alla relazione tra il testo (ci un prodotto mediale) e il suo contesto. Ogni volta che ragioniamo
intorno ad un prodotto mediale non possiamo dimenticarci come esso circoli all’interno della società.
Capiremo come il testo va a delineare delle forme di esperienza nei suoi destinatari; la semiotica
dell’esperienza sarà la nuova cornice che noi cercheremo di tenere a mente.
Dobbiamo intendere l’esperienza come quella modalità attraverso la quale possiamo situare un prodotto
mediale; ogni prodotto mediale, tutte le volte che viene calato in un contesto, ha un impatto su tre
differenti aspetti:
1) Contesto socioculturale che dipende anche dal contesto geografico.
2) Contesto ambientale ogni tecnologia va a definire il modo in cui dentro un determinato spazio
un fruitore può fare esperienza di quell’oggetto.
3) Corpo del fruitore ogni esperienza mediale è costruita a partire da una serie di sollecitazioni
sensoriali che provocano delle reazioni di coinvolgimento.
Oggi noi basiamo la nostra interpretazione della realtà prevalentemente su elementi mediati (artificiali,
elaborati dell’uomo e filtrati dai media).
Qual è la differenza tra l’esperienza naturale e l’esperienza mediata? Ciò che possiamo dire è che ad oggi,
sempre di più, stiamo assistendo ad una naturalizzazione dell’esperienza mediata; non ci rendiamo quasi
più conto di come le esperienze mediate siano percepite come naturali e spontanee da parte dei fruitori
(perché non sono in grado di cogliere il processo che le ha generate).
La dicotomia su cui riflettiamo è quella che cerca di ragionare sulla differenza e sulla continuità che si crea
tra esperienza naturale e diretta del mondo ed esperienza mediale della realtà.
DAL TESTO ALL’ESPERIENZA
Noi abbiamo due modi per concepire la categoria di esperienza:
1) Quello più comune considera l’esperienza come il bagaglio/patrimonio che ciascuno di noi possiede
di competenze e conoscenze che ha acquisito mediante la pratica (piuttosto che mediante lo studio
e la teoria) esperienza accumulata
2) La seconda accezione riguarda il vissuto personale; l’esperienza non è solo qualcosa che
accumuliamo ma anche qualcosa che ci coinvolge a livello sensoriale a partire dal nostro essere
collocati in un certo spazio e in un certo tempo (ci coinvolge sia mentalmente che sensorialmente).
Decorso degli eventi di coscienza che si svolgono a partire dalla concreta e viva collocazione
esperienza vivente e vissuta
Spot Wind (Con i tuoi occhi) Nel mondo di oggi i dispositivi mobili costituiscono una sorta di estensione
sensoriale (un potenziamento del senso della vista, dell’udito, memoria etc…)
Questo spot fa una riflessione su quanto la tecnologia sia pervasiva: paradossalmente è più difficile vivere
un’esperienza naturale.
Ad oggi siamo quasi più portati a vivere le nostre esperienze come esperienza mediali a tal punto da averle
completamente integrate nella nostra esperienza quotidiana e relazionale.
Alla fine dello spot si propone una scala di valore, in cui l’esperienza naturale viene considerata più
autentica e più pura rispetto all’esperienza mediale.
DEFINIZIONE DI ESPERIENZA MEDIALE
L’esperienza mediale possiede tutte le caratteristiche dell’esperienza ordinaria e, in quanto tale, è
un’esperienza “reale”. Esistono tuttavia due differenza rispetto all’esperienza ordinaria:
1) L’esperienza mediale si basa su materiali erogati da un dispositivo in forma più o meno
standardizzata. Di conseguenza essa è un’esperienza precostituita dall’esterno è generata da
soggetti altri rispetto a coloro che la fruiscono ed è unesperienza che poggia su una tecnologia che
sollecita l’attenzione del fruitore attraverso l’erogazione di materiali sensoriali.
2) L’esperienza mediale è ripetibile, seriale e collettiva il prodotto mediale è destinato a molteplici
soggetti, questa forma di esperienza non riguarda il singolo ma una molteplicità di soggetti a cui
arriva il messaggio. Ogni prodotto mediale compete a un pubblico vasto.
L’esperienza è collettiva in termini di progetto; successivamente ognuno di noi può fruire il prodotto in
maniera personale e individuale.
MODELLO DI SINTESI DELL’ESPERIENZA MEDIALE (3 livelli):
Ogni volta che ci imbattiamo in un prodotto mediale abbiamo diverse relazioni con la realtà:
1) Mondo della vita lo spazio all’interno del quale realmente avviene la fruizione dell’esperienza
(ex. lo stadio dove si svolge la partita di calcio che noi vediamo in Tv)
2) Costruzione del discorso modo in cui tutti gli elementi che vengono raccontati all’interno di un
prodotto mediale vengono organizzati e modellati attraverso particolari riprese, strategie di
montaggio etc… (ex. la partita subisce della alterazioni rispetto alle strategie di montaggio e di
ripresa che il canale che la trasmette segue).
3) Mondo rappresentato contenuti che vanno ad allestire il mondo costruito dentro il prodotto
mediale (Ex. partita di calcio che guardiamo in Tv)
La costruzione del discorso è fondamentale per creare una connessione tra il mondo della vita e il mondo
rappresentato. Essa è ciò che lavora anche sulla nostra percezione, sul modo in cui siamo chiamati a livello
sensoriale e affettivo a partecipare a ciò che viene rappresentato all’interno di un prodotto mediale.

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Anteprima

BIBLIOGRAFIA

  1. A.M. Lorusso, Postverità, Laterza, Roma, 2018
  2. M. Ambrosini, L. Cardone, L. Cuccu, Introduzione al linguaggio del film, Carrocci
  3. P. Peverini, I media: strumenti di analisi semiotica, Carocci, Roma, 2012

L'ESPERIENZA MEDIALE

Il concetto di testo analizzato durante il primo semestre lo assumeremo in una nuova prospettiva che è dedicata alla relazione tra il testo (cioè un prodotto mediale) e il suo contesto. Ogni volta che ragioniamo intorno ad un prodotto mediale non possiamo dimenticarci come esso circoli all'interno della società. Capiremo come il testo va a delineare delle forme di esperienza nei suoi destinatari; la semiotica dell'esperienza sarà la nuova cornice che noi cercheremo di tenere a mente.

Dobbiamo intendere l'esperienza come quella modalità attraverso la quale possiamo situare un prodotto mediale; ogni prodotto mediale, tutte le volte che viene calato in un contesto, ha un impatto su tre differenti aspetti:

  1. Contesto socioculturale > che dipende anche dal contesto geografico.
  2. Contesto ambientale > ogni tecnologia va a definire il modo in cui dentro un determinato spazio un fruitore può fare esperienza di quell'oggetto.
  3. Corpo del fruitore > ogni esperienza mediale è costruita a partire da una serie di sollecitazioni sensoriali che provocano delle reazioni di coinvolgimento.

Oggi noi basiamo la nostra interpretazione della realtà prevalentemente su elementi mediati (artificiali, elaborati dell'uomo e filtrati dai media).

Qual è la differenza tra l'esperienza naturale e l'esperienza mediata? Ciò che possiamo dire è che ad oggi, sempre di più, stiamo assistendo ad una naturalizzazione dell'esperienza mediata; non ci rendiamo quasi più conto di come le esperienze mediate siano percepite come naturali e spontanee da parte dei fruitori (perché non sono in grado di cogliere il processo che le ha generate).

La dicotomia su cui riflettiamo è quella che cerca di ragionare sulla differenza e sulla continuità che si crea tra esperienza naturale e diretta del mondo ed esperienza mediale della realtà.

DAL TESTO ALL'ESPERIENZA

Noi abbiamo due modi per concepire la categoria di esperienza:

  1. Quello più comune considera l'esperienza come il bagaglio/patrimonio che ciascuno di noi possiede di competenze e conoscenze che ha acquisito mediante la pratica (piuttosto che mediante lo studio e la teoria) > esperienza accumulata
  2. La seconda accezione riguarda il vissuto personale; l'esperienza non è solo qualcosa che accumuliamo ma anche qualcosa che ci coinvolge a livello sensoriale a partire dal nostro essere collocati in un certo spazio e in un certo tempo (ci coinvolge sia mentalmente che sensorialmente).

Decorso degli eventi di coscienza che si svolgono a partire dalla concreta e viva collocazione > esperienza vivente e vissuta

Spot Wind (Con i tuoi occhi) > Nel mondo di oggi i dispositivi mobili costituiscono una sorta di estensione sensoriale (un potenziamento del senso della vista, dell'udito, memoria etc ... )

Questo spot fa una riflessione su quanto la tecnologia sia pervasiva: paradossalmente è più difficile vivere un'esperienza naturale.

Ad oggi siamo quasi più portati a vivere le nostre esperienze come esperienza mediali a tal punto da averle completamente integrate nella nostra esperienza quotidiana e relazionale.

Alla fine dello spot si propone una scala di valore, in cui l'esperienza naturale viene considerata più autentica e più pura rispetto all'esperienza mediale.

DEFINIZIONE DI ESPERIENZA MEDIALE

L'esperienza mediale possiede tutte le caratteristiche dell'esperienza ordinaria e, in quanto tale, è un'esperienza "reale". Esistono tuttavia due differenza rispetto all'esperienza ordinaria:

  1. L'esperienza mediale si basa su materiali erogati da un dispositivo in forma più o meno standardizzata. Di conseguenza essa è un'esperienza precostituita dall'esterno > è generata da soggetti altri rispetto a coloro che la fruiscono ed è un'esperienza che poggia su una tecnologia che sollecita l'attenzione del fruitore attraverso l'erogazione di materiali sensoriali.
  2. L'esperienza mediale è ripetibile, seriale e collettiva > il prodotto mediale è destinato a molteplici soggetti, questa forma di esperienza non riguarda il singolo ma una molteplicità di soggetti a cui arriva il messaggio. Ogni prodotto mediale compete a un pubblico vasto.

L'esperienza è collettiva in termini di progetto; successivamente ognuno di noi può fruire il prodotto in maniera personale e individuale.

MODELLO DI SINTESI DELL'ESPERIENZA MEDIALE (3 livelli)

Ogni volta che ci imbattiamo in un prodotto mediale abbiamo diverse relazioni con la realtà:

  1. Mondo della vita > lo spazio all'interno del quale realmente avviene la fruizione dell'esperienza (ex. lo stadio dove si svolge la partita di calcio che noi vediamo in Tv)
  2. Costruzione del discorso > modo in cui tutti gli elementi che vengono raccontati all'interno di un prodotto mediale vengono organizzati e modellati attraverso particolari riprese, strategie di montaggio etc ... (ex. la partita subisce della alterazioni rispetto alle strategie di montaggio e di ripresa che il canale che la trasmette segue).
  3. Mondo rappresentato > contenuti che vanno ad allestire il mondo costruito dentro il prodotto mediale (Ex. partita di calcio che guardiamo in Tv)

La costruzione del discorso è fondamentale per creare una connessione tra il mondo della vita e il mondo rappresentato. Essa è ciò che lavora anche sulla nostra percezione, sul modo in cui siamo chiamati a livello sensoriale e affettivo a partecipare a ciò che viene rappresentato all'interno di un prodotto mediale.

TIPOLOGIE DELL'ESPERIENZA MEDIALE

Non soltanto l'ambiente e la tecnologia modificano la percezione ma anche il testo orienta e modifica la forma di esperienza.

  • Ex. Un libro/romanzo prevede un percorso di lettura precostituito e definito.
  • Ad oggi attraverso il sistema della rete abbiamo dei percorsi di lettura pluri-lineari a discrezione del singolo.

Videoclip Up&Up Coldplay > Quali sono le domande che dobbiamo porre ai contenuti narrativi di questo videoclip? (LINEE GUIDA)

  1. C'è coerenza tra il testo della canzone e le immagini del videoclip? Richiamo tra il contenuto verbale e il contenuto delle immagini
  2. C'è un plot nel videoclip? No
  3. Che tipo di videoclip è? (Dobbiamo introdurre in concetto di genere per rispondere a questa domanda) Questo video clip è puramente performativo, mette in evidenza la capacità artistica dei componenti.
  4. Come sono rappresentati gli artisti/musicisti del gruppo? I Coldplay, tramite questo videoclip, vogliono dare un immagine pubblica di artist engaged (ovvero di artisti socialmente impegnati). Veicolano dei valori di promozione sociale.
  5. Che atmosfera si crea? (Che tipo di riproduzione della realtà propone?) > possiamo parlare di surrealtà o addirittura di surrealismo (qualcosa che si avvicina al mondo onirico).
  6. Qual è il target del videoclip? Le tematiche toccate dal videoclip, ambiente e guerra, toccano target differenti, dai giovani fino ad arrivare ai più adulti (50/60)
  7. Quale tipo di esperienza attiva? Obiettivi di sensibilizzazione su tematiche sociali e ambientali.

Dobbiamo però anche tener conto del dispositivo tramite cui si fruisce il video. Esso dà qualcosa di più rispetto alla fruizione dell'esperienza musicale?

Questo video ci permette di capire come ciò sia l'esito di montaggi di linguaggi differenti (video, audio etc .. )

Si mettono in relazione ordini della realtà differenti; ciò si vede dall'impiego, dentro la stessa inquadratura, di giornali d'epoca, documentari, frammenti di programmi televisivi etc .. che si incastonano nel girato originale.

Il progetto di Up&Up è intermediale, sono presenti:

  • Codici visivi > materiali di archivio e girato originale
  • Codici sonori > dentro ad un videoclip possiamo assistere a due trattamenti dei codici sonori: esecuzione vocale (la voce del cantante) e l'esecuzione strumentale (la musica).
  • Dimensione performativa e artistico estetica
  • Collisione temporale > sovrapposizione tra epoche storiche diverse
  • Collisione spaziale > continuità tra ambienti geografici distanti

Il sincretismo è la presenza di più linguaggi (visivo, verbale, gestuale, musicale) all'interno di uno stesso testo. Nell'incontrarsi, i vari linguaggi producono un'unica e nuova forma espressiva che non è la semplice giustapposizione delle loro peculiarità specifiche.

Un testo sincretico, assumendo un significato coeso e coerente a partire dai diversi codici che lo compongono, è il risultato di un'enunciazione sincretica (il testo nasce da un istanza di produzione che vuole costruire una progetto di comunicazione che sia di per sé sincretico).

Un testo sincretico è capace di produrre effetti sinestetici (sinestesia sia come effetto testuale che come esperienza percettiva) > inclusione di esperienze olfattive o gustative

La finalità del progetto sincretico è quella di coinvolgere sensorialmente i propri destinatari.

Esempio di testo sincretico: fumetto

Delle coordinate per incorniciare l'analisi dei prodotti mediali sono (testo di Peverini):

  1. Linguaggi > tutti i codici che competono al piano della manifestazione (codici visivi, testuali, musicali etc .. ). La copresenza di più linguaggi dà vita ad una produzione sincretica.
  2. Generi > sono quelle convenzioni che definiscono i modelli produttivi, i linguaggi impiegati, la presenza di certi temi e strutture narrative (quelle convenzione che permettono all'emittente di far riconoscere al suo destinatario di cosa si sta parlando).

I generi, come la commedia romantica o l'horror, orientano, fin dal principio, il proprio spettatore.

  1. Formati > ogni prodotto mediale poggia su un supporto concreto. Ogni prodotto va a costituirsi grazie a delle caratteristiche materiali tramite cui è prodotto:
  • Gli spazi > ex. la durata (videoclip e lungo metraggi hanno durate e caratteristiche differenti).
  • Supporto tecnologico > un conto è realizzare un film con uno smartphone, un conto è realizzarlo con una camera professionale.

La produzione contemporanea lavoro molto sul contagio espressivo, produzioni meticce (che non rientrano perfettamente in un'unica categoria).

Spot Cadillac con Timothee Chalamet

La pubblicità ha un impianto fortemente narrativo. Essa costituisce una sorta di remake del film "Edward mani di forbice" interpretato da una nuova figura iconica. L'attrice Winona Rider, che nel film degli anni '90 era la fidanzata di Johnny deep che all'epoca interpretava Edward, ora è la madre del nuovo Edward. L'universo narrativo di quel film viene completamente mutuato nella creazione di questo spot. Il genere che potremmo associare a questa pubblicità è frutto di una contaminazione di generi da cui è scaturito il film originale (genere gotico etc .. ). Questa pubblicità insiste sul tema della diversità, un soggetto marginalizzato riesce ad essere incluso all'interno della società. Non esiste un contagio tra epoche diverse in questo spot. L'enunciatore dello spot è Cadillac (la marca di macchine) e la finalità, oltre ad essere legata alla sensibilizzazione verso i disabili, è legata a promuovere il proprio prodotto Cadillac (macchina automatica ed esclusiva). Lo spot dice "Cadillac è per tutti" > in realtà è una macchina di lusso, per cui non è accessibile a tutti.

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