Slide da Hub Scuola su colonialismo e imperialismo alla fine dell'Ottocento. Il Pdf, utile per la scuola superiore, analizza il nuovo colonialismo e l'espansione dell'Impero Britannico, distinguendo le forme di controllo territoriale tra il 1870 e il 1914.
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A differenza delle azioni militari che a partire dal XVI secolo miravano semplicemente a occupare nuovi territori e dominare popolazioni considerate inferiori, il colonialismo degli anni 1870-1914 è uno strumento dell'imperialismo, cioè della pretesa da parte delle potenze europee di imporre la propria supremazia, comportandosi come imperi egemoni.
L'imperialismo ha come scopi principali:
Pur ponendosi in continuità con l'espansione secolare dell'Occidente europeo, nutrito da ideologie imperialiste e nazionaliste il colonialismo raggiunge nell'Ottocento dimensioni inedite, globalizzando i legami economici e culturali.
Al fascino per l'esotico si unisce la pretesa superiorità dell'Occidente, alimentata da ideologie nazionaliste, razziste e improntate a un paternalismo che interpreta le invasioni come missioni civilizzatrici.
Per i paesi colonizzati, le conseguenze dell'imperialismo sono:
L'Africa, fino a quel momento inesplorata in gran parte, è l'obiettivo prediletto degli europei, ma questi si dirigono anche verso l'Asia, intervenendo sugli equilibri di entrambi i continenti.
Sin dal XVIII secolo la Gran Bretagna controlla il più vasto impero coloniale del mondo, e nonostante l'indipendenza degli Stati Uniti il suo predominio è ancora saldo. Nella seconda metà dell'Ottocento, inoltre, si amplia ulteriormente con l'acquisizione di nuovi territori in Africa, in Asia e nel Pacifico.
Tra gli anni Ottanta e Novanta dell'Ottocento la Gran Bretagna istituisce protettorati o domini diretti in:
Alle quattro principali colonie (dominions) - ossia Australia, Canada, Nuova Zelanda e Unione sudafricana - vengono concesse forme di governo autonomo.
In India, sotto il controllo inglese dal Seicento, ci sono principati formalmente autonomi amministrati da dinastie locali, ma in realtà sottoposti all'autorità britannica. Dal 1876 i sovrani inglesi assumono il titolo di imperatori d'India.
Il secondo impero più grande è quello francese, che durante il XIX secolo allarga i suoi territori tentando di recuperare quelli persi nelle sconfitte belliche dei secoli precedenti.
Nel 1830 la Francia occupa l'Algeria; nel 1881 la Tunisia e nel 1912 il Marocco, assicurandosi una posizione strategica in Nord Africa e nel Mediterraneo.
Altre conquiste francesi riguardano l'Africa equatoriale e l'Indocina:
Per regolamentare la crescente "corsa all'Africa", la Conferenza di Berlino (1884-1885) stabilisce la spartizione del continente tra le varie potenze europee attraverso alcuni confini arbitrari, senza tenere in nessun conto le varie etnie locali.
Lo Stato formalmente libero del Congo viene in realtà affidato al re del Belgio Leopoldo II. La Germania si impossessa di vari territori in Africa (Namibia, Camerun, Togo, Tanganica, Ruanda) e nell'oceano Pacifico (isole Samoa e Marshall, parte della Nuova Guinea). Anche gli Stati Uniti partecipano all'imperialismo, controllando aree strategiche come il golfo del Messico, l'oceano Pacifico, l'America centrale.