La psicologia scientifica americana tra Ottocento e Novecento

Documento di Università sulla psicologia scientifica americana tra Ottocento e Novecento. Il Pdf, adatto per lo studio universitario, esplora la nascita e lo sviluppo della psicologia scientifica americana, con un focus su William James, il funzionalismo e la sua evoluzione verso il comportamentismo, analizzando i contributi di figure chiave e concetti fondamentali della Psicologia.

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La psicologia scientifica americana tra Ottocento e
Novecento
Tra Ottocento e Novecento negli Stati Uniti, in seguito alla fondazione del primo laboratorio
di Psicologia a Lipsia da parte di Wundt (1879 = convenzionalmente data di nascita della
psicologia sperimentale), al di là di alcune psicologie di stampo filosofico, ci fu il tentativo di
importare negli USA la psicologia wundtiana. Intorno al 1900 esistevano infatti in
America circa una quarantina di laboratori di psicologia (in Germania invece erano circa 15).
Le figure di rilievo erano:
Cattell, Hall (fondò il 1° laboratorio di psicologia negli USA, 1883), nsterberg,
Titchener: allievi americani di Wundt, esportano prevalentemente i metodi d’indagine
utilizzati nel laboratorio di Lipsia, abbracciando però la corrente strutturalista. In seguito
tutti tranne Titchener si allonta- narono dalla psicologia wundtiana per entrare a far parte
del nascente movimento funzionalista.
James: l’unica grande figura della psicologia scientifica. William James (1842-1910):
cenni biografici:
1842: nacque a New York da una famiglia molto agiata di intellettuali; il padre era
un uomo di cultura e periodicamente trasferiva per lunghi viaggi tutta la famiglia in
Europa per formazione culturale. I suoi figli frequentarono scuole in diversi paesi
europei mentalità aperta e cosmopolita.
Il giovane James ebbe inizialmente vocazioni artistiche, poi si iscrisse alla facoltà di
Scienze ad Harvard e in definitiva a Medicina ad Harvard. Partecipò anche a
viaggi di esplorazione naturalistica, ad esempio in Amazzonia.
Già da studente James iniziò a soffrire di crisi depressive: questo è uno dei motivi
che lo indussero a trasferirsi in Europa per perfezionarsi nel campo della fisiologia
(entrando in contatto con Helmholtz e Wundt); in seguito tornò in America. Realizzò
che la sua malattia (depressione) era incurabile, ma decise di curarsi da solo con una
sorta di autoterapia: in un’opera matura, La volontà di credere, James
sottolinea il ruolo fondamentale della volontà e della forza interiore per superare la
sua malattia.
1873-1874: James ebbe ad Harvard una cattedra prima in fisiologia, poi in
psicologia fisiologica.
1875: James fondò ad Harvard un piccolo laboratorio di psicologia con
funzioni prevalen- temente didattiche. In quegli anni avviò ad Harvard i primi corsi
di psicologia fisiologica e iniziò a rendere noti con i suoi articoli i risultati ottenuti
dalla nuova psicologia scientifica tedesca
soprattutto nel campo della psicologia fisiologica.
1878: James si sposò e firmò con un noto editore di New York un contratto per
scrivere un’opera
sistematica di psicologia, che terminò in 12 anni Principi di psicologia,
pubblicati nel 1890 (considerati un grandissimo capolavoro), vertice del trapianto
culturale della psicologia wundtiana in America e vessillo dell’indipendenza della
psicologia americana da quella tedesca.
In realtà fin dall’inizio James manifestò nei confronti del modello di psicologia
sperimentale di Wundt delle forti riserve, arrivando a definire in modo spregiativo
la psicologia di Wundt come una “psicologia dell’ottone”, facendo riferimento alle
minuziose pratiche di laboratorio di misurazione di più capacità cognitive possibili.
Per James infatti questa misurazione “ossessiva” distoglieva l’attenzione dagli aspetti
più importanti della psicologia. James iniziò quindi a distaccarsi da Wundt.
1892: James cedette la sua cattedra di psicologia ad Harvard a Münsterberg, un
allievo tedesco di Wundt dal quale però James si era distaccato con toni polemici, e si
trasferì su una cattedra di filosofia. È nell’ambito della filosofia che James divenne
uno dei massimi esponenti della filosofa pragmatista americana, il “corrispettivo” su
versante filosofico della psicologia funzionalista.
OPERE Principi di psicologia 1890 La volontà di credere
1890, Principles of Psychology
In quest’opera fondamentale fu il riferimento frequente ai modelli evoluzionistici di
Darwin. Modernità dell’opera: i Principi di psicologia non sono un’opera
convenzionale: l’ordine degli argomenti non è scontato (c’è un sottile filo conduttore) e
tocca tematiche fondamentali della psicologia che fino a quel momento erano state oggetto di
dibattiti irrisolti. James tratta ad esempio di:
rapporto tra fenomeni psichici e fondamenti neuropsicologici;
conferisce grande importanza alla dimensione emotiva dell’individuo
(considerata di secondaria
importanza nelle altre psicologie), considerandola come un pattern fondamentale di
adattamento
dell’organismo all’ambiente, e ai condizionamenti sociali che influiscono sulla
vita psichica;
affronta tematiche che verranno trattate anche dalla psicologia dinamica europea
come
l’inconscio, l’ipnosi, la dissociazione mentale ecc.
critiche alle psicologie associazioniste, simili alle tesi poi sviluppate dai
gestaltisti.
Approccio “empirico” e “pre-fenomenologico”: l’approccio di James è empirico, nel
senso di una adesione senza riserve all’esperienza, cioè alla realtà psichica come è
data nella sua immediatezza e complessità, contro ogni tendenza a intellettualizzarla
e a risolverla nei suoi elementi di base. La sua impostazione è stata definita da
qualcuno quasi fenomenologica o “pre-fenomenologica”. Concezione jamesiana
di psicologia: nei Principi di psicologia James ha definito che cos’è la psicologia:
è la scienza della vita mentale, dei suoi fenomeni e delle loro
condizioni
- fenomeni: ciò che si dà alla coscienza
- condizioni: di natura fisiologica, si radicano nel nostro sistema nervoso.
La psicologia deve quindi mostrare particolare attenzione alle manifestazioni
fenomeniche della psiche umana (teoria di stampo fenomenologico) e alla stretta
dipendenza tra a vita psichica e i suoi fondamenti neuropsicologici.

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Anteprima

La psicologia scientifica americana tra Ottocento e Novecento

Tra Ottocento e Novecento negli Stati Uniti, in seguito alla fondazione del primo laboratorio di Psicologia a Lipsia da parte di Wundt (1879 = convenzionalmente data di nascita della psicologia sperimentale), al di là di alcune psicologie di stampo filosofico, ci fu il tentativo di importare negli USA la psicologia wundtiana. Intorno al 1900 esistevano infatti in America circa una quarantina di laboratori di psicologia (in Germania invece erano circa 15).

Le figure di rilievo erano:

  • Cattell, Hall (fondò il 1º laboratorio di psicologia negli USA, 1883), Münsterberg, Titchener: allievi americani di Wundt, esportano prevalentemente i metodi d'indagine utilizzati nel laboratorio di Lipsia, abbracciando però la corrente strutturalista. In seguito tutti tranne Titchener si allonta- narono dalla psicologia wundtiana per entrare a far parte del nascente movimento funzionalista.
  • James: l'unica grande figura della psicologia scientifica. William James (1842-1910): cenni biografici:
    • 1842: nacque a New York da una famiglia molto agiata di intellettuali; il padre era un uomo di cultura e periodicamente trasferiva per lunghi viaggi tutta la famiglia in Europa per formazione culturale. I suoi figli frequentarono scuole in diversi paesi europei mentalità aperta e cosmopolita.
    • Il giovane James ebbe inizialmente vocazioni artistiche, poi si iscrisse alla facoltà di Scienze ad Harvard e in definitiva a Medicina ad Harvard. Partecipò anche a viaggi di esplorazione naturalistica, ad esempio in Amazzonia.
    • Già da studente James iniziò a soffrire di crisi depressive: questo è uno dei motivi che lo indussero a trasferirsi in Europa per perfezionarsi nel campo della fisiologia (entrando in contatto con Helmholtz e Wundt); in seguito tornò in America. Realizzò che la sua malattia (depressione) era incurabile, ma decise di curarsi da solo con una sorte di autoterapia: in un'opera matura, La volontà di credere, James sottolinea il ruolo fondamentale della volontà e della forza interiore per superare la sua malattia.
    • 1873-1874: James ebbe ad Harvard una cattedra prima in fisiologia, poi in psicologia fisiologica.
    • 1875: James fondò ad Harvard un piccolo laboratorio di psicologia con funzioni prevalen- temente didattiche. In quegli anni avviò ad Harvard i primi corsi di psicologia fisiologica e iniziò a rendere noti con i suoi articoli i risultati ottenuti dalla nuova psicologia scientifica tedesca soprattutto nel campo della psicologia fisiologica.
    • 1878: James si sposò e firmò con un noto editore di New York un contratto per scrivere un'opera sistematica di psicologia, che terminò in 12 anni Principi di psicologia, pubblicati nel 1890 (considerati un grandissimo capolavoro), vertice del trapianto culturale della psicologia wundtiana in America e vessillo dell'indipendenza dellapsicologia americana da quella tedesca. In realtà fin dall'inizio James manifestò nei confronti del modello di psicologia sperimentale di Wundt delle forti riserve, arrivando a definire in modo spregiativo la psicologia di Wundt come una "psicologia dell'ottone", facendo riferimento alle minuziose pratiche di laboratorio di misurazione di più capacità cognitive possibili. Per James infatti questa misurazione "ossessiva" distoglieva l'attenzione dagli aspetti più importanti della psicologia. James iniziò quindi a distaccarsi da Wundt.
    • 1892: James cedette la sua cattedra di psicologia ad Harvard a Münsterberg, un allievo tedesco di Wundt dal quale però James si era distaccato con toni polemici, e si trasferì su una cattedra di filosofia. È nell'ambito della filosofia che James divenne uno dei massimi esponenti della filosofa pragmatista americana, il "corrispettivo" su versante filosofico della psicologia funzionalista.

Opere di William James

OPERE Principi di psicologia 1890 La volontà di credere 1890, Principles of Psychology In quest'opera fondamentale fu il riferimento frequente ai modelli evoluzionistici di Darwin. Modernità dell'opera: i Principi di psicologia non sono un'opera convenzionale: l'ordine degli argomenti non è scontato (c'è un sottile filo conduttore) e tocca tematiche fondamentali della psicologia che fino a quel momento erano state oggetto di dibattiti irrisolti. James tratta ad esempio di:

  • rapporto tra fenomeni psichici e fondamenti neuropsicologici;
  • conferisce grande importanza alla dimensione emotiva dell'individuo (considerata di secondaria importanza nelle altre psicologie), considerandola come un pattern fondamentale di adattamento dell'organismo all'ambiente, e ai condizionamenti sociali che influiscono sulla vita psichica;
  • affronta tematiche che verranno trattate anche dalla psicologia dinamica europea come l'inconscio, l'ipnosi, la dissociazione mentale ecc.
  • critiche alle psicologie associazioniste, simili alle tesi poi sviluppate dai gestaltisti.

Approccio empirico e pre-fenomenologico

Approccio "empirico" e "pre-fenomenologico": l'approccio di James è empirico, nel senso di una adesione senza riserve all'esperienza, cioè alla realtà psichica come è data nella sua immediatezza e complessità, contro ogni tendenza a intellettualizzarla e a risolverla nei suoi elementi di base. La sua impostazione è stata definita da qualcuno quasi fenomenologica o "pre-fenomenologica". Concezione jamesiana di psicologia: nei Principi di psicologia James ha definito che cos'è la psicologia:

"è la scienza della vita mentale, dei suoi fenomeni e delle loro condizioni"

  • fenomeni: ciò che si dà alla coscienza
  • condizioni: di natura fisiologica, si radicano nel nostro sistema nervoso.

La psicologia deve quindi mostrare particolare attenzione alle manifestazioni fenomeniche della psiche umana (teoria di stampo fenomenologico) e alla stretta dipendenza tra a vita psichica e i suoi fondamenti neuropsicologici.Analisi del sistema nervoso: James sviluppa l'analisi del sistema nervoso sempre in un'otticaevoluzionistica. Il mentale è quindi anch'esso una funzione fisiologica; tutte le funzioni fisiologiche hanno uno scopo comune, quello di garantire un adattamento ottimale all'ambiente circostante. Le funzioni mentali sono le più alte, evolute ed efficaci nel garantire l'adattamento dell'organismo all'ambiente.

Problema mente-corpo e metodo d'indagine

Problema mente-corpo: rispetto al vecchio problema mente-corpo James quindi assume una posizione di monismo neutrale: non c'è una distinzione netta tra fisico e psichico, perché c'è una precisa continuità tra le funzioni biologiche che hanno tutte funzione di adattamento dell'organismo all'ambiente. L'unica differenza che sussiste è che le funzioni psicologiche emergono solo in specie biologicamente molto evolute, nonostante siano anch'esse da considerarsi funzioni biologiche utili all'adattamento dell'individuo all'ambiente.

Metodo d'indagine psicologica: James si confronto con il metodo d'indagine psicologica e si servì di:

  • metodo di indagine introspettivo: James colse la grande importanza di questo metodo (fu un grande introspettivista), ma anche i limiti:
    • Limiti: l'introspezione deve esprimersi linguisticamente, ma il nostro linguaggio è strutturato in maniera tale da distorcere l'esperienza diretta. Per James infatti il linguaggio ha molti termini in grado di cogliere adeguatamente gli elementi fissi della vita psichica (ci aiutano i sostantivi), ma molti meno termini rendono conto della natura dinamica dei fenomeni mentali (la nostra vita mentale è un flusso ininterrotto), il tratto costitutivo della nostra vita mentale.
  • metodi oggettivi: vanno introdotti anche metodi oggettivi, primo fra tutti il metodo sperimenta- le. James raccomanda anche l'uso del metodo comparativo, proveniente dalla psicologia compa- rata e di discendenza darwiniana.
    • Limiti: il fatto di concentrarsi unicamente sugli esperimenti e sulla misurazione di variabili fenomeniche (e quindi direttamente osservabili e misurabili) per James poteva distogliere l'attenzione dello psicologo dagli aspetti più importanti della vita psicologica dei suoi pazienti.

Stream of Consciousness e la coscienza umana

Stream of consciousness: nel capitolo 9 dei Principles James avviò il suo studio della mente per via introspettiva, introducendo una nuova concezione della coscienza umana. Il capitolo si intitola Stream of consciousness: qui James opera un rovesciamento quasi fenomenologico.

Per James le astrazioni elementari sono pure astrazioni, mentre la vita psichica concreta è sempre un flusso continuo e ininterrotto di stati mentali. Analizzando la vita psichica umana in questa prospettiva si arriva a cogliere un fatto primario e fenomenologicamente dato riguardo gli stati mentali: - sono sempre stati personali, quindi fanno capo a un io, una persona- appaiono come dati immediati alla coscienza, non come frutto di un processo di sintesi.

Il pensiero è in continuo mutamento: la coscienza non è divisibile in stati, ma è un fluire continuo. James introduce quindi una distinzione tra le parti che compongono il flusso di coscienza:

  • parti sostantive: processi psichici che fluiscono lentamente e permangono nel flusso di coscienza più a lungo; sono parti relativamente stabili che si lasciano linguisticamente designare attraverso nomi o sostantivi
  • parti transitive: processi psichici che fluiscono più velocemente e difficilmente vengono fissati nella coscienza (difficilmente le ricordiamo); sono elementi di connessione tra le parti sostantive: ogni parte relativamente stabile quindi non ha mai confini netti, ma sfrangiati.

Il pensiero inoltre è selettivo: la nostra attività mentale è sempre una attività di scelta, la coscienza non è mai qualcosa di meramente passivo, ma è attiva e orientata a uno scopo ben preciso, ovvero l'adattamento ottimale del soggetto al suo ambiente circostante.

Il flusso di coscienza è caratterizzato dalla dimensione temporale: noi cerchiamo sempre di stabilire un presente puntuale ma in realtà la vita psichica procede in un presente estero, che ingloba il passato (presente nel ricordo) e il futuro (presente nelle nostre aspettative).

Il Sé e gli istinti

Capitolo sul sé: per James il Sé è ciò che ciascuno di noi può chiamare suo. Esistono vari Sé in un singolo individuo:

  1. Sé materiale: il corpo, i vestiti (considerati prolungamento del corpo) e gli strumenti utilizzati dal soggetto nella sua vita quotidiana
  2. Sé sociale: tante maschere che l'individuo indossa in funzione dei diversi contesti sociali e gruppi di individui con cui si relaziona
  3. Sé spirituale: l'insieme di tutte le facoltà psichiche che compongono la coscienza dell'individuo.

Istinti: secondo James l'uomo è dotato di istinti con funzione adattiva, che subiscono una serie di modificazioni durante la vita dell'individuo a causa dello sviluppo delle sue abitudini.

Teoria delle emozioni di James-Lange

Teoria delle emozioni (TEORIA DI JAMES-LANGE): un ultimo punto sui Principles è la famosa teoria delle emozioni di James, in contrasto con le teorie centralistiche che consideravano l'emozione un fatto psicologico strettamente connesso e integrato con la dimensione cognitiva

La teoria periferica delle emozioni di James invece identifica le emozioni con sensazioni somat- iche (feelings) che hanno a che fare con alterazioni fisiologiche che si verificano per lo più alla peri- feria del nostro corpo. Per James le concomitanti modificazioni somatiche (es: rabbia, paura, amore, odio, dolore) sono presenti anche nelle emozioni più fini, anche se più difficilmente individuabili. James compie quindi

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