Documento di Università sui neurolettici o antipsicotici o tranquillanti maggiori. Il Pdf esplora le ipotesi dopaminergiche e serotoninergiche della schizofrenia, le interazioni farmacologiche e i fattori di rischio, con tabelle e grafici per la materia Biologia.
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I farmaci Antipsicotici sono utilizzati principalmente per trattare la schizofrenia, ma sono efficaci anche in altri stati psicotici-maniacali nonché come tranquillanti nei soggetti agitati e violenti. Tali farmaci non sono curativi ma permettono al paziente con schizofrenia di vivere in un ambiente che gli assicuri un'adeguata assistenza.
I vecchi antipsicotici, definiti tipici, agiscono sui sintomi positivi con azione prevalentemente antagonista del sistema dopaminergico > es. Clorpromazina (appartiene alla classe delle Fenotiazine), uno dei primi neurolettici. I nuovi antipsicotici, definiti atipici, hanno un effetto maggiore sui sintomi negativi con azione prevalentemente antagonista del sistema serotoninergico. Hanno invece un'azione più blanda sul sistema dopaminergico.
In passato l'efficacia clinica di tali farmaci era confermata dalla capacità di indurre EPS -> sintomi extrapiramidali minimi, ossia un insieme di disturbi dei movimenti muscolari involontari. Quindi la compromissione del sistema extrapiramidale (es. segno della troclea) del paziente era la prova che la dose di neurolettico somministrato fosse sufficiente per avere effetto antipsicotico. N.B. La comparsa del segno della troclea indicava che circa l'80% dei recettori D2 erano stati antagonizzati. Gli studi odierni hanno dimostrato come l'effetto antipsicotico sia svincolato ed indipendente dalla compromissione del sistema extrapiramidale. Azione degli antipsicotici tipici sulle vie dopaminergiche:
Fenotiazine, divise a seconda della catena. Butirrofenoni. Tioxanteni.
I Tioxanteni si differenziano dalle Fenotiazine per la sostituzione di un atomo di azoto con uno di zolfo > ciò aumenta il carattere lipofilo della molecola > una quota maggiore di farmaco somministrato raggiunge il SNC.
22. Antipsicotici atipici o di 2º generazione, hanno un meccanismo d'azione multiplo con uno spiccato antagonismo dei recettori 5HT2A e in misura minore dei D2. Avendo uno spettro d'azione più ampio determinano meno frequentemente disturbi extra-piramidali o iperprolattinemia.
Clozapina (Dibenzodiazepina). Quetiapina (Dibenzossazepina). Olanzapina (Tienobenzodiazepina). Risperidone (Benzisossazolo). Sertindolo. Ziprasidone. Amisulpride, un antipsicotico tipico che per i suoi effetti viene collocato negli atipici. N.B. Ha azione antagonista anche sui recettori D3. Aripiprazolo -> fa parte degli antipsicotici di 3º generazione ed è un agonista parziale dei recettori D2. Nuovi agonisti parziali sono: Brexpiprazolo e Cariprazina.
La Clozapina è stata tra i primi antipsicotici atipici sintetizzata. È piuttosto efficace nella schizofrenia farmaco-resistente ma possiede una spiccata tossicità essendo responsabile di anemia emolitica. Dopo un iniziale ritiro dal commercio, è stata nuovamente riproposta nella terapia delle forme resistenti (non come "first line" nella schizofrenia di nuova diagnosi) con l'indicazione di monitorare la crasi ematica del paziente prima della prescrizione e durante il trattamento (soprattutto nelle prime 4 sett.). Gli agonisti parziali dei recettori D2 sono antipsicotici di 3º generazione molto maneggevoli con un meccanismo d'azione multiplo; infatti, vengono utilizzati anche nei disturbi da "addiction". Aripiprazolo, Brexpiprazolo e Cariprazina sono i farmaci di 1º scelta nei pazienti con doppia diagnosi -> psicosi + addiction.
Nelle prime 3 vie dopaminergiche, gli antipsicotici atipici agiscono prevalentemente sul recettore della serotonina; nella via mesolimbica l'antagonismo recettoriale è spostato sui recettori D2 perché hanno una maggiore espressione a livello del sistema limbico. Questo è il motivo per cui gli antipsicotici atipici migliorano anche i sintomi positivi della schizofrenia.