Riassunto del testo "Dato che" di Marion: fenomenologia del dono

Documento dall'Università degli Studi di Bari Aldo Moro (uniba) su "Riassunto Marion dato che". Il Pdf, utile per lo studio universitario di Filosofia, riassume il testo "Dato che" di Marion, esplorando la fenomenologia del dono, la donabilità e l'accettabilità, e il dialogo con altri pensatori.

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17 pagine

Riassunto Marion dato che
Filosofia Teoretica
Università degli Studi di Bari Aldo Moro (UNIBA)
16 pag.
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Riassunto Marion "Dato che"

docsity Riassunto Marion dato che Filosofia Teoretica Università degli Studi di Bari Aldo Moro (UNIBA) 16 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-marion-dato-che/9423731/ Downloaded by: elena-sanna-12 (elena.sannaaa@gmail.com)MARION "Dato che" sulla spinta del percorso fenomenologico pone problemi più teoretici. E' una fenomenologia quella di Marion interpetata alla luce della filosofia cristiana. Marion in questo volume del 97 dialoga con Derrida, Ricoeur, Levinass, Mauss. La struttura del libro è in 5 tappe\libri. A questi libri premette delle risposte preliminari, che saranno le prime pagine che leggeremo.

Primo libro donazioe, secondo dono, terzo alle determinazioni del dono e della donazione, quarto libro ai fenomeni che sono al di la della donazione, quinto all'adonato. Qual è l'aproccio alla questione del dono?

Prende come punto di riferimento la fenmenologia di Hussel e il proseguo di Heidegger. Ha nella sua idea principale una frase molto semplice, che lui stesso prende da Hussel: "tanta riduzione altrettanta donazione". Per comprendere la riduzione occorre pensare la donazione, per pensare la donazioe occorre pensare la riduzione. Questo bonomio riduzione-donazione è assolutamente necessario. Tutta la fenomenologia di Marion si erge sull'idea che dalla donazione sarà possibile recuperare la funzione del dono, cioè che non c'è dono senza donazione. L'esperienza fenomenica del dono è possibile solo se si dà donazione. Cioè la donazione è l'unico criterio attraverso cui è possibile la pratica dello scambio del dono. La domanda di fondo è qusto passaggio dalla donazione al dono, cioè dalla donazione come criterio fenimenologico al dono come criterio fenomenico è possibile? si può tracciare una linea orizzonatle? è possibile passare in maniera ininterrotta dalla donazione al dono?

E' utile dire qualcosa della traiettoria metodologica della fenomenologia. Che cos'è la fenomenologia? per Hussel è stata la rispsta che lui stesso ha trovato per combattere da una parte lo piscologismo razionalistico e dall'altra parte il positivismo imperante. Fra queste due posizioni, la proposta di Hussel mira ad un atteggiamento filosofico che è innanzitutto un cambiamento di metodo, è una nuova teroia della conoscenza. E' un metodo perchè solo un metodo può contrastare poitivismo e piscologismo da un lato,, e dal'altro può offrire tutta la ricchezza per cui è possibile accogliere il fenomeno. Qual è il punto d'attacco di H. ? Cercare di tratteggiare un metodo in cui è possibile costruire una relazione tra l'oggetto conosciuto e l'atto conoscitivo. Questa relazione H. la definisce una relazione intenzionale. Partitre dal fenomeno, significa secondo H., affermare la priorità della soggettività e Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-marion-dato-che/9423731/ Downloaded by: elena-sanna-12 (elena.sannaaa@gmail.com)sospendere una qualunque posizione ontologica. La fenomenologia husseliana è un pensiero immanente. L'analisi dei fenomeni ci porta a costituire una scienza trascendentale della soggettività. Dei fenomeni posso parlarne perchè ne sto facendo esperienza e ne ho coscienza. E' proprio a partire dalla coscienza che io posso parlare di una realtà che ha un senso per me, che mi tocca, che faccio esperienza. La coscienza sviluppa un modo di conoscere valido per un mondo che è il mio mondo. Per fare questo occorre estrarre l'elemento logico dalla conoscenza collettiva. Questra estrazione è ciò che Hussel chiama riduzione. Quandoparliamo di riduzione stiamo parlando dell'elemento fenomenologico più importante. Facendo questo atto di riduzione Hussel non vuole negare la realtà oggettiva del fenomeno, ma intanto la realtà oggettiva del fenomeno può essere conosciuta in quanto è la conoscienza che la conosce. Quando parliamo di coscienza non stiamo parlando di qualcosa di spirituale, la coscienza si definisce sempre come coscienza di. La coscienza è sempre coscienza di qualcosa. Quindi il modo migliore per definire la coscienza è l'intenzionelità. E' sempre qualcosa che ha a che fare con qualcos'altro, si definisce nel suo rapporto. Quindi si definisce in quanto relazione. Ogni riduzione non è dunque un interpretazione meramente soggettiva, ma è l'articolazione della coscienza intenzionale con il mondo descritta sia come articolazione dell'atto del conocere sia come articolazione del contenuto della stessa conoscenza. In questa esperiena di relazione si costituisce la soggettività trascendentale, in che seno? non in senso kantiano, ma nel senso di una soggettività che fuori esce verso l'altttro di cui essa è il correlato necessario. Questo andare al di là di seè l'unico oltreppassamento che Hussel ammette. All'interno di questo atto fenomenologico, vi è quello che Hussel definisce il principio di tutti i principi:l'intuizione, pensata come l'atto attrverso cui il mondo viene percepito dalla coscineza intenzionale. Io posso intuire il mondo in quanto sto ricevendo il mondo. Il mondo precede l'intuizione, è un mondo dato.

Ente donato e il percorso di Marion

"ente donato\Dato che" Non è l'ente dato, ma ente dato. Marion dice di pensare ente non come sostantiva, ma come verbo;"essendo dato". Essendo dato è un dato in quanto donato. Subito dopo, Marion spiega qual è il percorso che compie. Il primo libro ha la frase di Hussel "tanta riduzione atrettanta donazione". "Ciò che si mostra inizialmente si da"= mostrare e donare sono i due termini attraverso cui Marion spiega il metodo fenomenologico. Occorre spiegare il fenomeno a partire dal dato. N.B. non parleremo mai di ente, ma è un essendo (è un gerundio). Secondatappa\libro è quello dedicato al dono comecarattere donato. E' il passaggio dalla donazione pura, che sarà definita in termini strettamente fenomenologici, al gesto del dono\allo scambio\all'atto Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-marion-dato-che/9423731/ Downloaded by: elena-sanna-12 (elena.sannaaa@gmail.com)con cui un dontaotre dà qualocsa ad un donatario. Questo è un elemento che porterà ad una serie di considerazione nei confronti di Derrida. Questa operazione che fa Marion è un operazione abbastanza spregiudicata, perchè è il passaggio da uun analiiiiiisi fenomenologica ad un analisi empirica. Mentre con la donazione, attraverso il percorso fenomenologico, siamo all'interno di un analisi soggettiva; passare inevce al gesto del dono significa passarre al gesto di una esperienza empirica. Marion cercherà di individuare i termini della donazione per scartarne alcuni che sono assolutamente fuori da ogni possibile donazione. Nel terzo libro\tappa è un modo attraverso cui è possibile validare l'idea del dono come donazione. E' l'idea del dono come donazione dell'evento, dell'ente donato, di ciò che prodce una fatticità, un fattum. Infine, ultime due tappe\libro quarto e quinto, sono il modo attraverso cui Marion guarda a gualcosa per il quale il pensiero non è ancora pronto: "La riduzione della fenomenalità alla donazione arriva a descrivere certi fenomeni eccezionali, che la metafisica e la fenomenologia anterioreignoravano ed escludevano.I fenomeni saturi di intuizione che noi chiamiamo paradssi". Ultimo passaggio è la determinazione del fenomeno come dato che avviene sempre rispetto ad un donatario. Chi è questo donatario? è un modo altro di dire il soggetto. Dice M. noi lo descriviamo qui come l'adonato. Senza altra definzione se non quella della sua attitudine a ricevere, a riceversi. Questa è la struttura del libro, noi affronteremo solo alcune parti.

Note finali

Ci sono due nota bene finali:

  • pag 41 la prima è quella per cui la fenomenologia è pensata come qualcosa di immanente, la metafisica non ha nulla a che fare. Secondo M. bisognerebbe ammettere che la fenomenologia non oltrepassa la metafisica e che anzi la frontiera tra metafisica e fenomenologia è all'interno della stessa fenmaneologia, come se fosse la sua più alta possibiltà. Cioè, che nel suo pensiero più alto la fenomenologia può essere pensata come metafisica. E' una possibiltà che noi non vogliamo chiudere, anzi ci interessa
  • La seconda questione è quella dei fenomeni saturi o paradossi. Uno dei fenomeni saturi è l'evento. L'idolo, il fenoemno della rivelazione, è un fenomeno saturo. Dice Marion che: "descrivendo i fenomeni saturi non esistiamo a spingerci fino al fenomeno della rivelazione". Che cos'è questo una svolta teoogica? assolutamente no. Se noi pensiamo la rivelazione a pieno titolo all'interno della fenomenalità, se anche per contrastarlo, ma contrastandolo c'è qualcosa che viene prima, occorre riconoscerlo. Rivelazione no come dato di fede, ma come processo fenomenoogico.

Detto questo inziamo ad affrontare il primo libro che è dedicato alla donazione. Inizio prmo libro, M. esplica il campo di indagine delle fenomenogia, che "non è quello di dimostare qualocsa, ma mostrare che cosa implica; e mostrare che cosa implica, implica lasciare l'apparire l'apparenza in modo che essa possa compiere la sua piena apparizione, così da riceverla nel modo in cui essa si offre", Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-marion-dato-che/9423731/ Downloaded by: elena-sanna-12 (elena.sannaaa@gmail.com)Ciò che compie il percorso fenomenologico è la garanzia di accedere alle cose. L'intuizione è questo accesso, esso fa vedere la cosa, si conforma alla cosa attraverso il rapporto intenzionale con l'oggetto. Cosa significa lasciare che il fenomeno si manifesti? (pag 4) " In campo fenomenologiconon non si tratta solo di mostrare, ma di lasciare l'apparizione mostrarsi nella sua apparenza secondo il suo apparire. Questo passaggio , passare cioè dal mostrare a lasciarsi mostrare, allora che si msotra". Questo passaggio è il modo attraverso cui si avvia l'opera metodologica che stabilisce le condizione del modo attraverso cui si mostra il fenomeno. Il fenomeno si manifesta a partire da se stesso. Questo significa che Marion riprende da Hussel l'autonomia dell'intuizione. L'intuzione è autonoma in quanto è un atto ricettivo. Si domanda Marion, ma l'intuizione (cosi come l'ha pensata Hussel) esautisce ogni sorta di apparizione del fenoeno? Dice Marion, in questo riprendendo Hussel, (pag 13 a pag 18) l'intuizione può produrre una conoscenza fenomenologica solo attraverso la riduzione. "Cio che convalida fenomenolgicamente un fenomeno come un che di assolutamente dato non è il suo sempice apparire, ma il suo carattere ridotto (pag. 14") .Solo la riduzione fa accedere alla donazione assoluta non avendo altro scopo all'infuori di questo. Ecco qual è la regola che lega per principio riduzione e donazione: Tanta più riduzione quanta più donazioe. Quindi quando parliamo di fenomeno , il fenomeno non è il suo puro apparire, ma è il fenomeno attinto dalla riduzione. "E la riduzione, una volta a termine, manifesta la donazione e la donazione reclama l'operazione della riduzione." Il legame fra riduzione e donazione è sostenuto dai concetti stessi,( pag. 15) la conqusitra della rdiuzione ammette infatti il dispiegamento della donazione. La riduzione non riduce ad altro che alla donazione." La riduzione opera un restringimento dell'apparizione. Riseptto alla donazione, la riduzione ha il compito di chiariifcare, precisare i contorni del visibile. E' la riduzione che misura il grado di donazione contuenuto in un fenomeno. Vale a dire nonc'è donazione senza che non vi sia un filtro da parte della riduzione, qualcune riduzione è tale perchè si da nella donazione. Quindi, quando dice Marion parliamo dell'apparizione, noi stiamo già dicendo della riduzione del fenomeno e questo ridursi del fenomeno è un atto per la coscienza a favore della donazione. Di qui dice M. consegue una chiarificazione del detto huseeriano "alle cose stesse," perchè "ritornare alle cose non implica alcun realismo precristico, bensì la riduzione dei tracsendenti ai vissuti, tali quali essi si danno alla coscienza". E' la riduzione che manifesta la donazione. C'è una tappa successiva: l'idea che la donazione sia un movimento autonomo, cioè sia un movimento che non abbia a che fare con l'intuizione nulla se non una relazione di secondo ordine. La riduzione della donazione significa, secondo M., liberare la donazione dei limiti di ogni altra istanza, compresi quelli dell'intuizione. L'intuizione pensata così ha solo una funzione ancillare, èèèèèè ciò che ci serve perchè avvenga il movimento di riduzione che ci manifesta la donazione. Al termine di tutto il percorso che cosa rimane? Rimane il dato, la donazione, non più come apparizione ma come qualcosa che si dà, appunto come donazione. Questpo darsi, questa donazione già ridotta, è ciò che non ammette alcun compromesso. C'è come una prima fase dell'apparire del fenomeno, che deborda l'intenzionelità dell'oggetto, dove avviene una riduzione fenomenologica, e questa riduzione fenomenologica manifesta Document shared on https://www.docsity.com/it/riassunto-marion-dato-che/9423731/ Downloaded by: elena-sanna-12 (elena.sannaaa@gmail.com)

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