Protezione internazionale dei diritti umani tra universalismo e regionalismo

Documento da Asu Scienze Politiche su protezione internazionale dei diritti umani. Il Pdf, di Diritto per l'Università, esplora la tutela dei diritti umani nell'ordinamento internazionale contemporaneo, le loro specificità e il sistema convenzionale universale per l'eliminazione delle discriminazioni e la prevenzione di gravi violazioni.

Mostra di più

12 pagine

DICHIARAZIONE DI PRINCIPIO:
«AVENDO PRIMARIAMENTE A CUORE UNA FORMAZIONE QUANTO MIGLIORE POSSIBILE
PER LA COMUNITÀ DEGLI STUDENTI DELL’ATENEO FEDERICIANO, L’ASSOCIAZIONE
STUDENTI UNIVERSITARI A.S.U. SCIENZE POLITICHE, PER L’ATTIVITÀ DI STUDIO,
CONSIGLIA SEMPRE L’UTILIZZO DEI MANUALI E DEI TESTI UFFICIALI, SICCOME ESSI
HANNO L’ESCLUSIVO VANTAGGIO DI ESSERE DI PRECISA QUALITÀ ACCADEMICA E DI
FORNIRE, PERTANTO, IL NECESSARIO APPORTO CONTENUTISTICO E LINGUISTICO
RISPETTO ALLA MATERIA TRATTATA; QUALITÀ, QUESTA, CHE NON PUÒ ESSERE
COMPLETAMENTE SODDISFATTA CON LE COSIDDETTE ‘DISPENSE’ O CON I ‘RIASSUNTI’.
TUTTAVIA, AVENDO COSCIENZA DELLE DIVERSE ESIGENZE DIDATTICHE,
EVENTUALMENTE SCATURENTI DA ALCUNI STUDENTI, SOVENTE PER MOTIVI “DI TEMPO”
O SEMPLICEMENTE “PER SCELTA”, LA STESSA ASSOCIAZIONE CI TIENE A METTERE A
DISPOSIZIONE DI COSTORO DEL ‘MATERIALE DIDATTICO INFORMALE’, MA COMUNQUE DI
UNA CERTA RELATIVA CURA.
ASU CI TIENE A RENDERE NOTO A COLORO I QUALI SI SERVONO DELLE SUE DISPENSE,
RIASSUNTI E MATERIALE DIDATTICO INFORMALE, MESSI A DISPOSIZIONE, CHE IL LORO
UTILIZZO NON È E NON PUÒ ESSERE ASSOLUTAMENTE SOSTITUTIVO DEI MANUALI E
TESTI UFFICIALI. L’ASSOCIAZIONE STUDENTESCA, PERTANTO, SI SPOGLIA DI OGNI
RESPONSABILITÀ DIDATTICA, SIA NEI CONFRONTI DEGLI STUDENTI CHE NEI CONFRONTI
DEI DOCENTI.
IL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO CI STA A CUORE».
CAP 3 LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE DEI DIRITTI UMANI TRA
UNIVERSALISMO E REGIONALISMO
SEZIONE I
IL SISTEMA DI PROTEZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
1. La tutela dei diritti umani nell’ordinamento internazionale contemporaneo
Con la nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e l’approvazione della Dichiarazione
universale dei diritti umani si è avviata una nuova fase nelle relazioni internazionali, segnata
da un profondo cambiamento nei principi su cui si basa la comunità internazionale. Al centro
di questo nuovo ordine mondiale ci sono la pace e la sicurezza tra le nazioni, strettamente
connesse al rispetto e alla promozione dei diritti fondamentali della persona.
Dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, è maturata la consapevolezza, sia tra i popoli
sia tra i governanti, dell’importanza di tutelare la dignità umana e di riconoscere a ogni
individuo, uomo o donna, e a ogni Stato, grande o piccolo, pari diritti e valore. Questo
impegno è espresso chiaramente nel preambolo della Carta delle Nazioni Unite, che segna
una svolta rispetto al passato. Nel diritto internazionale tradizionale, infatti, l’individuo era
visto solo come parte dello Stato, e le norme giuridiche regolavano quasi esclusivamente i
rapporti tra Stati sovrani. L’individuo non aveva un ruolo diretto e la sua tutela dipendeva
dalla volontà dello Stato a cui apparteneva. Oggi, invece, la persona è diventata soggetto
centrale del diritto internazionale: le norme non si limitano più a disciplinare i rapporti tra
Stati, ma hanno come scopo fondamentale la protezione dei diritti e delle libertà individuali e
collettive.
Di conseguenza, anche il concetto di sovranità statale si è trasformato. Gli Stati restano
sovrani, ma la loro sovranità è ora vincolata da obblighi internazionali relativi alla tutela dei
diritti umani. Questi obblighi introducono nuovi limiti all’azione statale, che in parte si
aggiungono ai limiti tradizionali e in parte li modificano o sostituiscono. L’individuo non è più
un semplice oggetto del potere statale, ma è riconosciuto come titolare di diritti inviolabili, la
cui protezione rappresenta uno dei fondamenti dell’attuale ordine giuridico internazionale.
2. La protezione internazionale dei diritti dell'uomo: sua specicità
Nel diritto internazionale, i diritti umani presentano caratteristiche particolari sia per ciò che
riguarda il loro contenuto, sia per i soggetti coinvolti: chi ne è titolare e chi è obbligato a
rispettarli. Anche se non esiste una definizione univoca di “diritti dell’uomo”, è chiaro che si
tratta di diritti riconosciuti a ogni individuo o a determinati gruppi (come le minoranze),
semplicemente in quanto esseri umani, senza che serva un atto formale da parte dello Stato
che li conceda. Alcuni di questi diritti sono considerati fondamentali, poiché ritenuti
essenziali per il rispetto della dignità umana. Una delle caratteristiche principali di questi
diritti è la loro portata oggettiva: non sono soggetti a condizioni di reciprocità tra Stati, come
avviene in molti altri ambiti del diritto internazionale.

Visualizza gratis il Pdf completo

Registrati per accedere all’intero documento e trasformarlo con l’AI.

Anteprima

Dichiarazione di Principio ASU Scienze Politiche

ASU Scienze Politiche #DALLAPARTEDEGLISTUDENTI DICHIARAZIONE DI PRINCIPIO: «AVENDO PRIMARIAMENTE A CUORE UNA FORMAZIONE QUANTO MIGLIORE POSSIBILE PER LA COMUNITÀ DEGLI STUDENTI DELL'ATENEO FEDERICIANO, L'ASSOCIAZIONE STUDENTI UNIVERSITARI A.S.U. SCIENZE POLITICHE, PER L'ATTIVITÀ DI STUDIO, CONSIGLIA SEMPRE L'UTILIZZO DEI MANUALI E DEI TESTI UFFICIALI, SICCOME ESSI HANNO L'ESCLUSIVO VANTAGGIO DI ESSERE DI PRECISA QUALITÀ ACCADEMICA E DI FORNIRE, PERTANTO, IL NECESSARIO APPORTO CONTENUTISTICO E LINGUISTICO RISPETTO ALLA MATERIA TRATTATA; QUALITÀ, QUESTA, CHE NON PUÒ ESSERE COMPLETAMENTE SODDISFATTA CON LE COSIDDETTE 'DISPENSE' O CON I 'RIASSUNTI'. TUTTAVIA, AVENDO COSCIENZA DELLE DIVERSE ESIGENZE DIDATTICHE, EVENTUALMENTE SCATURENTI DA ALCUNI STUDENTI, SOVENTE PER MOTIVI "DI TEMPO" O SEMPLICEMENTE "PER SCELTA", LA STESSA ASSOCIAZIONE CI TIENE A METTERE A DISPOSIZIONE DI COSTORO DEL 'MATERIALE DIDATTICO INFORMALE', MA COMUNQUE DI UNA CERTA RELATIVA CURA. ASU CI TIENE A RENDERE NOTO A COLORO I QUALI SI SERVONO DELLE SUE DISPENSE, RIASSUNTI E MATERIALE DIDATTICO INFORMALE, MESSI A DISPOSIZIONE, CHE IL LORO UTILIZZO NON È E NON PUÒ ESSERE ASSOLUTAMENTE SOSTITUTIVO DEI MANUALI E TESTI UFFICIALI. L'ASSOCIAZIONE STUDENTESCA, PERTANTO, SI SPOGLIA DI OGNI RESPONSABILITÀ DIDATTICA, SIA NEI CONFRONTI DEGLI STUDENTI CHE NEI CONFRONTI DEI DOCENTI. IL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO CI STA A CUORE». DALLA PARTE degli STUDENTIASU Scienze Politiche #DALLAPARTEDEGLISTUDENTI

Protezione Internazionale dei Diritti Umani

Il Sistema di Protezione Universale dei Diritti Umani

Allytri e Liberi Athin' CAP 3 - LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE DEI DIRITTI UMANI TRA UNIVERSALISMO E REGIONALISMO SEZIONE I IL SISTEMA DI PROTEZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI

  1. La tutela dei diritti umani nell'ordinamento internazionale contemporaneo Con la nascita dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e l'approvazione della Dichiarazione universale dei diritti umani si è avviata una nuova fase nelle relazioni internazionali, segnata da un profondo cambiamento nei principi su cui si basa la comunità internazionale. Al centro di questo nuovo ordine mondiale ci sono la pace e la sicurezza tra le nazioni, strettamente connesse al rispetto e alla promozione dei diritti fondamentali della persona. Dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, è maturata la consapevolezza, sia tra i popoli sia tra i governanti, dell'importanza di tutelare la dignità umana e di riconoscere a ogni individuo, uomo o donna, e a ogni Stato, grande o piccolo, pari diritti e valore. Questo impegno è espresso chiaramente nel preambolo della Carta delle Nazioni Unite, che segna una svolta rispetto al passato. Nel diritto internazionale tradizionale, infatti, l'individuo era visto solo come parte dello Stato, e le norme giuridiche regolavano quasi esclusivamente i rapporti tra Stati sovrani. L'individuo non aveva un ruolo diretto e la sua tutela dipendeva dalla volontà dello Stato a cui apparteneva. Oggi, invece, la persona è diventata soggetto centrale del diritto internazionale: le norme non si limitano più a disciplinare i rapporti tra Stati, ma hanno come scopo fondamentale la protezione dei diritti e delle libertà individuali e collettive. Di conseguenza, anche il concetto di sovranità statale si è trasformato. Gli Stati restano sovrani, ma la loro sovranità è ora vincolata da obblighi internazionali relativi alla tutela dei diritti umani. Questi obblighi introducono nuovi limiti all'azione statale, che in parte si aggiungono ai limiti tradizionali e in parte li modificano o sostituiscono. L'individuo non è più un semplice oggetto del potere statale, ma è riconosciuto come titolare di diritti inviolabili, la cui protezione rappresenta uno dei fondamenti dell'attuale ordine giuridico internazionale.
  2. La protezione internazionale dei diritti dell'uomo: sua specificità Nel diritto internazionale, i diritti umani presentano caratteristiche particolari sia per ciò che riguarda il loro contenuto, sia per i soggetti coinvolti: chi ne è titolare e chi è obbligato a rispettarli. Anche se non esiste una definizione univoca di "diritti dell'uomo", è chiaro che si tratta di diritti riconosciuti a ogni individuo o a determinati gruppi (come le minoranze), semplicemente in quanto esseri umani, senza che serva un atto formale da parte dello Stato che li conceda. Alcuni di questi diritti sono considerati fondamentali, poiché ritenuti essenziali per il rispetto della dignità umana. Una delle caratteristiche principali di questi diritti è la loro portata oggettiva: non sono soggetti a condizioni di reciprocità tra Stati, come avviene in molti altri ambiti del diritto internazionale.

ASU Scienze Politiche #DALLAPARTEDEGLISTUDENTI Questo significa che lo Stato è obbligato a rispettarli a prescindere dal comportamento degli altri Stati. Tuttavia, proprio per questa loro natura, i meccanismi tradizionali del diritto internazionale - come la riserva o l'autotutela - risultano poco efficaci per farli valere. In linea di principio, questa oggettività dovrebbe impedire agli Stati di opporsi a controlli internazionali invocando il principio di non ingerenza negli affari interni. Nella pratica, però, tale principio continua a essere rivendicato, sebbene sia sempre più limitato, specialmente quando gli Stati aderiscono a sistemi regionali di tutela dei diritti umani. Questi sistemi - come quello europeo - hanno introdotto meccanismi di controllo che, pur restando formalmente autonomi, hanno contribuito a ridurre la sovranità statale e a rafforzare l'idea che la protezione dei diritti fondamentali giustifichi alcune restrizioni al principio di non ingerenza. In situazioni particolarmente gravi, come crisi umanitarie che comportano violazioni estese e sistematiche dei diritti umani, si è persino affermata una prassi - sostenuta soprattutto da Paesi occidentali - che ammette forme di intervento umanitario o di assistenza internazionale, anche senza il consenso dello Stato interessato. Un'altra peculiarità dei diritti umani nel diritto internazionale riguarda la titolarità. Essi spettano agli individui, ma questi non sono tradizionalmente considerati soggetti del diritto internazionale nel senso pieno del termine, e perciò non hanno sempre la possibilità di farli valere direttamente. Nella maggior parte dei casi, quindi, la loro tutela avviene attraverso canali diplomatici o politici. Tuttavia, grazie a strumenti convenzionali più recenti, come certi trattati internazionali, agli individui è stata concessa la possibilità di presentare ricorsi o petizioni, ad esempio davanti al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, a determinate condizioni. Infine, va considerato chi sono i destinatari degli obblighi legati ai diritti umani: gli Stati. Ogni Stato è tenuto a rispettare questi diritti nei confronti di chiunque si trovi sotto la sua giurisdizione, indipendentemente dalla cittadinanza. Si tratta di obblighi che incidono non solo sull'esercizio della sovranità statale, ma anche sull'organizzazione dei rapporti interni tra il potere pubblico e gli individui. Proprio questa connessione tra sovranità e responsabilità nei confronti della persona ha spinto la Commissione di diritto internazionale ad approfondire il tema della protezione degli individui, ad esempio nei casi di calamità naturali. I diritti umani comprendono diverse categorie: diritti personali e civili (come il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza, all'uguaglianza davanti alla legge); diritti sociali e politici (tra cui la libertà di espressione, di religione, di associazione, e il diritto alla cittadinanza); e diritti economici e culturali (come il diritto a condizioni di lavoro dignitose o alla libertà sindacale). Accanto ai diritti del singolo individuo, il diritto internazionale tutela anche i diritti collettivi, come quelli delle minoranze etniche, religiose o linguistiche, riconoscendo così l'importanza della diversità e dell'identità culturale nei sistemi giuridici contemporanei.

Universalità della Tutela dei Diritti dell'Uomo

  1. L'universalità della tutela dei diritti dell'uomo L'universalità dei diritti umani trova una base giuridica solida nell'articolo 55 della Carta delle Nazioni Unite, che impegna l'Organizzazione a promuovere il rispetto effettivo e generale di questi diritti per tutti, senza discriminazioni basate su razza, sesso, lingua o religione.

ASU Scienze Politiche #DALLAPARTEDEGLISTUDENTI Questo principio è stato poi rafforzato e sviluppato con l'adozione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, che sin dal titolo esprime chiaramente un'intenzione di portata globale. Nel tempo, questa aspirazione all'universalità ha dato vita a numerosi strumenti normativi, sia a carattere dichiarativo che vincolante, riguardanti diverse tipologie di diritti: civili, politici, economici, sociali e culturali. Tuttavia, la proliferazione di questi testi ha generato un problema di coordinamento e di coerenza tra norme che spesso trattano gli stessi diritti ma in modi diversi o con contenuti parzialmente sovrapponibili. Nonostante ciò, quando si considerano i diritti umani fondamentali - come il diritto alla vita, alla libertà personale, all'integrità fisica - emerge una notevole convergenza tra i diversi strumenti giuridici. Proprio per questa ragione, molti studiosi ritengono che un nucleo essenziale di diritti umani fondamentali sia ormai riconosciuto a livello consuetudinario, ovvero come norme vincolanti anche per gli Stati che non abbiamo ratificato specifici trattati in materia. Tuttavia, questa conclusione non può essere estesa automaticamente a tutti i diritti riconosciuti in ambito internazionale. Ad esempio, i diritti economici e culturali, per loro natura, richiedono risorse materiali e condizioni sociali e politiche che non sono garantite ovunque, il che ne rende difficile un riconoscimento uniforme a livello globale. Il passaggio dall'enunciazione di principi alla loro effettiva applicazione rappresenta una sfida ben più complessa. Numerosi ostacoli si frappongono a questa attuazione concreta: da un lato, ci sono barriere ideologiche, spesso legate al fatto che i diritti umani moderni sono nati all'interno di un contesto culturale occidentale; dall'altro, vi sono limiti economici e strutturali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Inoltre, problemi di natura tecnica, come la scarsa ratifica di alcuni trattati internazionali e la pratica di formulare riserve ai trattati stessi, permettono agli Stati di accettare solo parte degli obblighi previsti, riducendo così l'efficacia complessiva degli strumenti giuridici a tutela dei diritti umani.

Fonti Giuridiche dei Diritti dell'Uomo

  1. (Segue): le sue fonti giuridiche. Dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ai Patti delle Nazioni Unite La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 rappresenta un momento storico di grande rilevanza per il diritto internazionale. Nata come compromesso tra diverse ideologie e concezioni culturali, fu il primo documento giuridico accettato a livello globale che definisce un sistema di valori comuni, sebbene di impronta prevalentemente occidentale. La sua adozione, senza voti contrari ma con alcune astensioni significative (tra cui quelle dell'Unione Sovietica, Jugoslavia e Arabia Saudita), testimonia una volontà condivisa di reagire, anche sul piano normativo, alle atrocità della Seconda guerra mondiale. Nonostante il suo carattere inizialmente non vincolante - poiché si tratta di una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - la Dichiarazione ha assunto nel tempo un'importanza crescente, al punto da essere ritenuta alla base dello sviluppo del diritto internazionale dei diritti umani. La sua forza sta nella generalità e nell'universalità delle disposizioni, che hanno influenzato in modo decisivo sia la produzione normativa successiva, sia la creazione di meccanismi internazionali di tutela.

Non hai trovato quello che cercavi?

Esplora altri argomenti nella Algor library o crea direttamente i tuoi materiali con l’AI.