Documento dall'Università sul Modulo Pensiero, che definisce il pensiero come processo di rappresentazione e trasformazione mentale, e la categorizzazione come semplificazione delle informazioni. Il Pdf, utile per la Psicologia a livello universitario, illustra le funzioni dei concetti, la teoria delle condizioni necessarie e sufficienti, le tassonomie e i prototipi, distinguendo tra dimensione orizzontale e verticale, e descrive il ragionamento procedurale, deduttivo e induttivo.
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Il pensiero è:
Categorizzare: · serve a semplificare le informazioni che la percezione fornisce al pensiero .è fondamentale poiché il nostro sistema cognitivo è limitato. ↓
Concetti: categorie di oggetti, eventi, persone con caratteristiche comuni mediante i quali riusciamo a organizzare fenomeni complessi in forme semplici e più utilizzabili.
I concetti hanno 3 funzioni principali:
I primi a ragionare sulla definizione di concetto sono stati i filosofi della branca della logica. Essi definiscono il concetto come insieme di tratti definitori, ossia l'insieme delle caratteristiche necessarie (nessun tratto può essere eliminato) e sufficienti (nessun tratto può essere aggiunto).
La definizione di un concetto presenta confini di delimitazione netta unità discrete e stabili.
Tutti gli esempi di un concetto hanno la stessa valenza rappresentativa del concetto stesso.
Bierwisch (1970)-> i concetti vengono combinati mediante operatori di:
Esempio: Uomo: animato e umano e maschio e adulto Donna: animato e umano e non maschio e adultoBambino: animato e umano e maschio e non adulto Bambina: animato e umano e non maschio e non adulto
Altri studi hanno definito la categorizzazione come processo mediante il quale l'individuo seleziona e organizza ciò che gli sta attorno, in modo tale da gestire e ridurre la sua variabilità.
In questo caso gli individui categorizzano la loro esperienza sulla base di somiglianze e differenze così da dare un senso all'effettiva esperienza.
Categorie->l'organizzazione si basa su due principi psicologici:
I sistemi categoriali basati su questi hanno una:
Il livello base è il più utilizzato poichè è il più esplicativo riguardo la forma e la funzionalità dell'oggetto preso in considerazione.
Il livello base rispetta vari criteri che fanno si che questo livello sia il più utilizzato:
Differente dall'organizzazione di tipo tassonomico, la quale in sostanza dice che la categorizzazione della nostra conoscenza dovuta all'esperienza è basata su un meccanismo stabile e universale, c'è la categorizzazione tematica o situata. Secondo i ricercatori, sostenitori di questa, sostengono di certo che ci sia un'organizzazione in categorie, quindi una categorizzazione, ma che questa non sia universale per tutti, ma invece sia legata a contesti e situazioni specifiche. Questo prevede una maggiore flessibilità, poiché oltre che categorizzare per somiglianza, possiamo categorizzare su regole formali per inclusioni o sui nostri scopi (goal derived: si tratta di oggetti non simili tra loro e non appartenenti alla stessa categorie, che però noi classifichiamo come un tutt'uno di oggetti per un nostro scopo. Esempi: occhiali da sole, costume, crema solare, libro ... sono oggetti diversi tra loro e appartenenti a categorie differenti ma noi li vediamo come un "cosa portare in vacanza", quindi come una categoria a sé).
I concetti, quindi, non sono stabili: persone diverse o la stessa persona possono formarsi differenti rappresentazioni della stessa categoria di oggetti, a seconda del contesto in cui si trovano, del lavoro che fanno ...
I nessi, quindi, variano al variare della necessità.
All'interno della categorizzazione situata, i concetti sono definiti embodied, basati quindi su percezioni e azioni dell'individuo. Sono legati alla percezione, all'azione, al contesto, alla situazione, al corpo, alla relazione ...
Questo approccio è basato sull'idea di simulazione situata ossia un sistema concettuale che costruisce virtualmente un insieme di simulazioni specifiche, diverse in base alle situazioni o alle azioni che stiamo per compiere.
Esempio: penso a un'automobile, ma sarà diverso il mio modo di pensare al concetto di auto se devo prenderla, se devo venderla, se devo descriverla ...
Secondo questo approccio il sistema concettuale e il sistema senso-motorio non sono separati, anzi, sono strettamente legati tra loro. Quando pensiamo a un concetto si attivano alcuni circuiti percettivi che coincidono con percepire l'oggetto e alcuni circuiti senso-motori che comincino con l'usare l'oggetto. In questo modo quando pensiamo a un oggetto, oltre che l'immagine di esso, si presenteranno a noi tutte le forme sensoriali collegate ad esso.Quando si legge una parola ci sarà una simulazione relativa alla modalità con cui si manipolano gli oggetti: stretta relazione tra concetti e azioni
Le nostre conoscenze si basano su rappresentazioni mentali.
Le modalità attraverso cui rappresentiamo la conoscenza sono diverse.
Con formati del pensiero intendiamo i codici con cui è registrata la rappresentazione della conoscenza a livello cognitivo: - > costruzione intenzionale che veicola le informazioni riguarda la realtà
La rappresentazione della conoscenza ha due criteri fondamentali:
Le rappresentazioni mentali pongono le basi della nostra conoscenza. Le rappresentazioni assumono significati diversi, in formati diversi: il formato è il codice attraverso cui l'informazione viene registrata, ma fa riferimento ai processi che mettiamo in atto per elaborarla (caratteristiche dei processi che operano su di essa).
Pensiero proposizionale: insieme delle conoscenze relative ai fatti. Essa comprende:
Le strutture proposizionali rappresentano l'esperienza in categorie quali persone/oggetti/tempi e luoghi/azioni/modalità, e ne definiscono le funzioni all'interno della struttura.
Possiamo quindi vivere un'esperienza anche senza starla vivendo.
Immagini mentali: rappresentazioni all'interno della mente in cui l'oggetto o l'evento viene riprodotto. Ricorriamo a immagini, odori, suoni, sapori (tutte immagini mentali).
Quando pensiamo a un'esperienza che ancora non abbiamo vissuto, facciamo riferimento ad altre informazioni precedentemente immagazzinate, che qualcun altro ha fatto, e noi le abbiamo regolate su di noi. Informazioni che gli altri fanno, ma anche informazioni che noi abbiamo, rispetto a qualcosa che abbiamo vissuto di simile.
Le immagini mentali contengono delle caratteristiche dell'oggetto fisico (esempio: la mente ci mette più tempo a esplorare un oggetto grande, esattamente come farebbe il nostro occhio davanti alla realtà).
Analogamente possiamo manipolare e ruotare immagini mentali di oggetti come possiamo farlo nella realtà.
Imagery= attività immaginativa (generare, esplorare e trasformare immagini mentali).
Secondo l'ipotesi proposizionalista, proposta da Zenon Pylyshyn, l'immaginazione non è un processo autonomo, e le immagini mentali che generiamo non sono vere e proprie rappresentazioni precise della realtà. In altre parole, le immagini mentali non sono simili agli oggetti reali che stiamo immaginando. Pylyshyn sostiene che la mente codifica le informazioni in modo puramente proposizionale, cioè in forma simbolica, astratta e linguistica.
Una rappresentazione proposizionale è un modo per codificare concetti o informazioni in una forma simile a una proposizione linguistica. Ad esempio, piuttosto che visualizzare un'immagine di un cane, la mente rappresenterebbe l'informazione sotto forma di una proposizione come "Il cane è un animale" o "Il cane corre". In altre parole, l'immagine mentale non è una "fotografia" mentale, ma una serie di simboli che rappresentano il concetto di cane, come una frase che descrive le sue proprietà.
L'ipotesi analogica, sostenuta da studiosi come Allan Paivio e Stephen Kosslyn, propone un'idea completamente diversa. Secondo questo approccio, la mente utilizza due codici distinti per elaborare le