Storia italiana: dalla Sinistra Storica alla Prima Guerra Mondiale

Documento di Università sulla storia italiana, dalla Sinistra Storica alla Prima Guerra Mondiale. Il Pdf riassume eventi chiave della storia italiana, includendo politica interna ed estera, riforme sociali ed economiche, e le cause del primo conflitto mondiale, utile per lo studio della Storia.

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14 pagine

28/10/2023
SINISTRA ITALIANA
nel 1861, dopo l'Unità d'Italia, si susseguirono dei governi di destra fino al 1876
(destra storica).
Vi fu una crisi della destra, che non era ben vista dalla popolazione a causa della
politica fiscale; si creò quindi una rottura tra Stato e cittadini.
Il capo del governo era MINGHETTI, che dopo aver proposto la statalizzazione delle
ferrovie si trovò in minoranza e si dimise. Al posto suo salì al potere DEPRETIS, che
fu il primo ministro di sinistra. Depretis, durante l'epoca del Risorgimento italiano,
seguiva gli ideali di MAZZINI e di GARIBALDI (entrambi democratici), ma in questi
anni assunse una posizione più moderata (sinistra più generalizzata).
ISTRUZIONE: fu varata la LEGGE COPPINO, che ribadiva l'obbligatorietà scolastica
e alzava l'età minima di frequentazione a nove anni (ciononostante, rimase molto
ampio il problema dell'alfabetizzazione).
SUFFRAGIO: la sinistra era a favore di un ampliamento del suffragio. Nel 1882 fu
fatta una riforma elettorale: il suffragio, seppure sempre censitario, era rivolto a tutti
gli uomini di 21 anni o più (rispetto a prima che erano 25 anni o più) e abbassò la
tassa annuale a 20 lire annuali (prima erano 40). Questo permise di allargare il
numero di ceti sociali votanti. Un requisito fondamentale per poter votare era quello
del completamento del ciclo elementare degli studi (i nove anni della legge Coppino).
Depretis adottò per primo il TRANSFORMISMO, ovvero i politici più moderati si di
sinistra che di destra si alleano, eliminando la distinzione netta tra maggioranza e
minoranza, creando un centro moderato (si eliminano gli elementi
radicali/estremisti); questa forma di governo porta ad un continuo cambio di governi,
frutto di alleanze fatte per portare avanti gli interessi privati dei singoli partiti o politici
(raramente è in primo piano l'interesse pubblico).
Per quanto riguarda la politica economica, fu adottato il PROTEZIONISMO dal 1887,
con l'introduzione di una tariffa doganale che proteggeva il mercato interno dalla
concorrenza straniera.
In questi anni in Europa ci fu una crisi di sovrapproduzione, assieme ad una crisi
agricola; queste due crisi comportano la chiusura di aziende, disoccupazione e la
migrazione verso l'America.
Per rispondere a questo, il governo italiano introdusse dei dazi; ponendo fine al
liberismo economico sia su prodotti agricoli che industriali.
Le conseguenze di questa politica economica portarono vantaggio sia ai settori g
autosufficienti (che non dipendevano dal mercato estero), ovvero il mercato
siderurgico; invece il mercato che ne risente di più fu quello delle colture
specializzate del Meridione, dato che erano volte al commercio estero (esportazione
dei prodotti).
L'Italia entrò in conflitto con la Francia per questo (guerra doganale), prima di questa
politica economica c'era un grande scambio tra le due nazioni, mentre ora inizia una
“gara” a chi alzava di più i dazi; questo portò l'Italia ad un allontanamento politico.
09/01/2024
Situazione politica dell'Italia durante gli anni 1880, Crispi, Giolitti e alternanza di
governi sinistra, destra, autoritari e liberali.
Politica ESTERA= l'Italia esce dall'isolamento diplomatico e nel 1882 riprende parte
nella TRIPLICE ALLEANZA (con Germania e Austria), assumendo un carattere
difensivo. Le motivazioni sono principalmente l'espansione coloniale della Francia in
Tunisia (che era una mira espansionistica dell'Italia, dato che c'erano molti emigrati
italiani); e il bisogno di alleati per l'espansione coloniale in Africa Orientale (che si
attua con la Triplice Alleanza).
Nel 1882 inizia l'espansione nella baia di ASSAB e MASSAUA, territori confinanti
con l'Etiopia, che era uno degli stati africani non ancora colonizzati. L'impero etiopico
era molto vasto, ed era governato dal NEBUS, che per difendere i suoi confini
attacca l'esercito italiano nel 1887, e sorprendono 500 militari italiani a DOGALI.
L'esercito etiopico sconfigge quello italiano.
Nel frattempo in Italia (nello stesso anno, 1887) muore Depretis, e sale al potere
Francesco Crispi.
Crispi era un repubblicano che aveva preso parte alla spedizione dei Mille, ed era un
democratico nel periodo del Risorgimento. Nell'87 dell'Italia post-unitaria diventa più
moderato-conservatore, restando sempre con un orientamento politico di sinistra,
ma tendendo più verso la sinistra conservatrice. Crispi desidera uno stato accentrato
e autoritario, simile alla situazione politica della Prussia con Bismark. Il motivo di
questa sua inclinazione era poter accentrare il potere nelle sue mani come primo
ministro, aggiungendo la carica di ministro sia degli interni che degli esterni (per
avere i tre poteri nelle sue mani). Era contro alle agitazioni in piazza, ed in questo
periodo si osservano molte agitazioni sociali (da parte di socialisti, irredentisti,
anarchici e cattolici); questo fermento sociale e queste proteste, secondo Crispi,
dovevano essere affrontate dallo stato con la forza, e infatti dichiara la STATO
D'ASSEDIO (intervento dell'esercito sui civili).
Crispi riforma anche il CODICE PENALE, legge ZANARDELLI ha un carattere
repressivo sulle proteste con la LEGGE di PUBBLICA SICUREZZA, con la quale
vengono dati alla polizia molti poteri (potevano infatti intervenire e inviare al domicilio
coatto i rivoluzionari “pericolosi” senza l'intervento della magistratura).
POLITICA ESTERA= Crispi riprese l'espansione in Africa Orientale, colonizzando
altri territori che diventano poi l'ERITREA. Questo comporta all'interno dell'Italia una
separazione: la sinistra estremista è contraria al colonialismo (supportato dalla
destra), e quindi protestano, dato che gravava sul bilancio dello Stato (aumenta le

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Sinistra Italiana e Governi Post-Unitari

28/10/2023 nel 1861, dopo l'Unità d'Italia, si susseguirono dei governi di destra fino al 1876 (destra storica). Vi fu una crisi della destra, che non era ben vista dalla popolazione a causa della politica fiscale; si creò quindi una rottura tra Stato e cittadini. Il capo del governo era MINGHETTI, che dopo aver proposto la statalizzazione delle ferrovie si trovò in minoranza e si dimise. Al posto suo salì al potere DEPRETIS, che fu il primo ministro di sinistra. Depretis, durante l'epoca del Risorgimento italiano, seguiva gli ideali di MAZZINI e di GARIBALDI (entrambi democratici), ma in questi anni assunse una posizione più moderata (sinistra più generalizzata).

Riforme di Depretis: Istruzione e Suffragio

ISTRUZIONE: fu varata la LEGGE COPPINO, che ribadiva l'obbligatorietà scolastica e alzava l'età minima di frequentazione a nove anni (ciononostante, rimase molto ampio il problema dell'alfabetizzazione). SUFFRAGIO: la sinistra era a favore di un ampliamento del suffragio. Nel 1882 fu fatta una riforma elettorale: il suffragio, seppure sempre censitario, era rivolto a tutti gli uomini di 21 anni o più (rispetto a prima che erano 25 anni o più) e abbassò la tassa annuale a 20 lire annuali (prima erano 40). Questo permise di allargare il numero di ceti sociali votanti. Un requisito fondamentale per poter votare era quello del completamento del ciclo elementare degli studi (i nove anni della legge Coppino).

Il Trasformismo e la Politica Economica

Depretis adottò per primo il TRANSFORMISMO, ovvero i politici più moderati si di sinistra che di destra si alleano, eliminando la distinzione netta tra maggioranza e minoranza, creando un centro moderato (si eliminano gli elementi radicali/estremisti); questa forma di governo porta ad un continuo cambio di governi, frutto di alleanze fatte per portare avanti gli interessi privati dei singoli partiti o politici (raramente è in primo piano l'interesse pubblico). Per quanto riguarda la politica economica, fu adottato il PROTEZIONISMO dal 1887, con l'introduzione di una tariffa doganale che proteggeva il mercato interno dalla concorrenza straniera. In questi anni in Europa ci fu una crisi di sovrapproduzione, assieme ad una crisi agricola; queste due crisi comportano la chiusura di aziende, disoccupazione e la migrazione verso l'America. Per rispondere a questo, il governo italiano introdusse dei dazi; ponendo fine al liberismo economico sia su prodotti agricoli che industriali. Le conseguenze di questa politica economica portarono vantaggio sia ai settori già autosufficienti (che non dipendevano dal mercato estero), ovvero il mercato siderurgico; invece il mercato che ne risente di più fu quello delle colture specializzate del Meridione, dato che erano volte al commercio estero (esportazione dei prodotti).L'Italia entrò in conflitto con la Francia per questo (guerra doganale), prima di questa politica economica c'era un grande scambio tra le due nazioni, mentre ora inizia una "gara" a chi alzava di più i dazi; questo portò l'Italia ad un allontanamento politico.

Situazione Politica Italiana (1880-1900)

09/01/2024 Situazione politica dell'Italia durante gli anni 1880, Crispi, Giolitti e alternanza di governi sinistra, destra, autoritari e liberali.

Politica Estera e Espansione Coloniale

Politica ESTERA= l'Italia esce dall'isolamento diplomatico e nel 1882 riprende parte nella TRIPLICE ALLEANZA (con Germania e Austria), assumendo un carattere difensivo. Le motivazioni sono principalmente l'espansione coloniale della Francia in Tunisia (che era una mira espansionistica dell'Italia, dato che c'erano molti emigrati italiani); e il bisogno di alleati per l'espansione coloniale in Africa Orientale (che si attua con la Triplice Alleanza). Nel 1882 inizia l'espansione nella baia di ASSAB e MASSAUA, territori confinanti con l'Etiopia, che era uno degli stati africani non ancora colonizzati. L'impero etiopico era molto vasto, ed era governato dal NEBUS, che per difendere i suoi confini attacca l'esercito italiano nel 1887, e sorprendono 500 militari italiani a DOGALI. L'esercito etiopico sconfigge quello italiano.

Il Governo di Francesco Crispi

Nel frattempo in Italia (nello stesso anno, 1887) muore Depretis, e sale al potere Francesco Crispi. Crispi era un repubblicano che aveva preso parte alla spedizione dei Mille, ed era un democratico nel periodo del Risorgimento. Nell'87 dell'Italia post-unitaria diventa più moderato-conservatore, restando sempre con un orientamento politico di sinistra, ma tendendo più verso la sinistra conservatrice. Crispi desidera uno stato accentrato e autoritario, simile alla situazione politica della Prussia con Bismark. Il motivo di questa sua inclinazione era poter accentrare il potere nelle sue mani come primo ministro, aggiungendo la carica di ministro sia degli interni che degli esterni (per avere i tre poteri nelle sue mani). Era contro alle agitazioni in piazza, ed in questo periodo si osservano molte agitazioni sociali (da parte di socialisti, irredentisti, anarchici e cattolici); questo fermento sociale e queste proteste, secondo Crispi, dovevano essere affrontate dallo stato con la forza, e infatti dichiara la STATO D'ASSEDIO (intervento dell'esercito sui civili). Crispi riforma anche il CODICE PENALE, legge ZANARDELLI ha un carattere repressivo sulle proteste con la LEGGE di PUBBLICA SICUREZZA, con la quale vengono dati alla polizia molti poteri (potevano infatti intervenire e inviare al domicilio coatto i rivoluzionari "pericolosi" senza l'intervento della magistratura).

Crispi e la Politica Coloniale

POLITICA ESTERA= Crispi riprese l'espansione in Africa Orientale, colonizzando altri territori che diventano poi l'ERITREA. Questo comporta all'interno dell'Italia una separazione: la sinistra estremista è contraria al colonialismo (supportato dalla destra), e quindi protestano, dato che gravava sul bilancio dello Stato (aumenta le tasse per sostenere le spese di guerra). Questo crea una crisi di governo, che costringe Crispi a dimettersi nel 1891 (perde l'appoggio della sinistra estremista e quindi si trova in minoranza). Viene sostituito da Giovanni Giolitti, leader della sinistra democratica (Depretis). Giolitti era contrario allo stato d'assedio durante le manifestazioni, e ha un'ideologia più vicina ai ceti sociali meno abbienti. Propone infatti delle riforme per questi ceti sociali, concentrandosi sulle tasse e andando a distribuire il carico fiscale in modo equo.

Movimenti Sociali e Scandalo della Banca Romana

SICILIA= movimento dei FASCI dei LAVORATORI (erano delle associazioni popolari che rivendicano le terre e contratti agrari più partaggiosi). Questa rivendicazione la esprimono tramite proteste. Giolitti decide di non ricorrere allo stato d'assedio, dato che secondo lui bisognava includere anche queste associazioni nello stato, e non interviene. Nel 1893 Giolitti fu coinvolto nello SCANDALO DELLA BANCA ROMANA (la banca aveva emesso delle banconote false, commettendo un reato di frode, per coprire un ammanco creatosi nel finanziamento di diversi politici tra i quali Giolitti), e deve quindi dimettersi, viene sostituito da Crispi.

Il Ritorno di Crispi e la Repressione

Crispi viene ora considerato "uomo forte" perché prese delle misure drasticamente repressive nei confronti dei movimenti sociali, ricorrendo allo stato d'assedio per la situazione in Sicilia (lunigiana). Rispetto alla crisi finanziaria, Crispi decide di riorganizzare il sistema bancario, istituendo una banca d'Italia che deve controllare l'emissione delle banconote. Assume un carattere repressivo nei confronti dei socialisti, come fece Bismark. I socialisti, nel 1892, creano il partito socialista a Genova (che nel '95 diventa dei lavoratori italiani), di cui il maggior esponente era Turati, un giornalista. Questo partito era simile a quello social-democratico tedesco, ovvero seguiva l'ideologia di Marx (abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, uguaglianza economica, lavoro libero per tutti). Crispi era completamente contrario, e come Bismarck emana una serie di leggi dette "anti-anarchiche" che andavano realtà contro i socialisti (vietano le unioni e rendono lo sciopero illegale). Gli irredentisti sono invece contro alla possessione di territori italiani da parte dell'Austria. Crispi riprende la politica coloniale in Africa, ma nel 1896 ad ADUA (Etiopia) l'Italia viene sconfitta, e vengono uccisi ventimila soldati italiani. Questo crea una crisi interna in Italia, che dà il colpo finale alla crisi. Successivamente a questo evento, Crispi si dimette nel 1897. In questo periodo in Italia si vede un, come definito dagli storici, periodo di crisi di fine secolo. Durante questo periodo si succedono una serie di governi e crisi politiche (governi come quelli di Crispi, che limitano attraverso leggi repressive i diritti fondamentali), e la crisi sociale ed economica continua a girare attona al problema delle tasse (sul pane), e si osserva un fenomeno di inflazione.

Crisi di Fine Secolo ed Età Giolittiana

19/01/2024

L'Eccidio di Milano e l'Ascesa di Giolitti

Crisi economica e sociale= conflitti sociali, con agitazioni dovute all'innalzamento delle tasse. In particolare, spicca tra le proteste l'ECCIDIO DI MILANO del 1898: dopo diversi scioperi e manifestazioni per il prezzo del pane, il governo invia l'esercito per reprimere i conflitti. Il generale Bava Beccaris sparò contro la folla, uccidendo un centinaio di persone. Venendo a sapere di questo avvenimento, nel 1900 GAETANO BRESCI torna in Italia dagli Stati Uniti (dove era emigrato precedentemente) e per vendicare la strage di Milano uccide il re Umberto I (dato che il re appoggiava la politica conservatrice e lo stato d'assedio). Il successore di Umberto I fu il figlio, Vittorio Emanuele II, che a differenza del padre era progressista e disponibile a ricorrere ad un dialogo per risolvere i conflitti sociali. Con la sua ascesa al trono si osserva un periodo di DISTENSIONI (tranquillità sociale). Affida il governo a Zanardelli, e rimette Giolitti come ministro degli interni (dal 1901 al 1903), a fine di questo incarico prende il posto di Zanardelli fino al 1914: questo periodo verrà chiamato ETÀ GIOLITTIANA, dove si osserva un aumento dell industrializzazione.

Le Idee di Giolitti e le Riforme Sociali

1901, Giolitti fin da subito espone le sue idee verso le classi sociali medio-basse: ha un'idea liberale, infatti secondo lui lo stato/il governo doveva mediare nei conflitti sociali e del mondo del lavoro, e questo espone un suo carattere progressista (dialogo e confronto con tutte le classi sociali per risolvere i conflitti, inserendo tutte le classi sociali nella politica senza ricorrere alla forza). 1901/1903: emette diverse leggi a favore del lavoro delle donne, del lavoro minorile, delle pensioni e delle assicurazioni per infortuni sul lavoro (tutto a favore dei lavoratori).

Organizzazioni Sindacali e Conflitti Sociali

ORGANIZZAZIONI SINDACALI= nasce la CGIL (sinistra), era divisa in diverse categorie professionali; opera su base nazionale, su tutto il territorio. Costituita da lavoratori e operai. Nascono anche altre associazioni che difendevano i diritti dei LAVORATORI AGRICOLI (come FEDERTERRA). Nascono le prime LEGHE BIANCHE, ovvero associazioni di agricoltori che vengono create principalmente per contrastare le leghe ROSSE, di carattere socialista (le bianche erano invece composte da cattolici). La Chiesa cattolica era a sua volta divisa tra riformisti ed estremisti. Nonostante la nascita di queste associazioni, restano diversi conflitti tra i lavoratori e i ceti padronali.

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