L'esplorazione dei fondali oceanici
L'esplorazione dei fondali oceanici ha rivelato l'esistenza di molte strutture
sommerse, che rendono il paesaggio abissale molto vario quasi come
quello in superficie nei continenti.
Tecniche di indagine dei fondali oceanici
- Lo studio dei fondali oceanici si basa su tre tecniche di indagine:
la perforazione dei fondali oceanici, che fornisce dati sulla composizione,
l'età e l'evoluzione dei bacini oceanici;
la batimetria, che consente la misura della profondità degli oceani e la
ricostruzione del paesaggio sommerso;
i profili sismici a riflessione, che consentono di avere informazioni sulle
strutture rocciose sotto i sedimenti incoerenti.
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fondali oceanici
La perforazione dei fondali oceanici
- La perforazione dei fondali oceanici iniziò nel 1961 con il Progetto
Mohole, che aveva lo scopo di perforare la crosta oceanica fino a
raggiungere la MOHO, per prelevare le rocce e studiarle.
- L'idea di questo progetto fu sviluppata da un gruppo di scienziati noto
come American Miscellaneous Society, in cui figurava anche il geologo
statunitense Harry Hammond Hess (1906 - 1969), autore della teoria
dell'espansione dei fondali oceanici (1962).
- La perforazione, eseguita dalla nave CUSS I, giunse però solo fino ad una
profondità di 183 metri, su un fondale profondo 3.600 metri al largo
dell'Isola di Guadalupe.
CRUS
CONTINENT
MOHOL
MANTLE
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fondali oceanici
Progetti di perforazione successivi
- La fase successiva delle ricerche
continuò a partire dal 1968 fino al
1983 con il Progetto Deep Sea
Drilling Project (DSPD), utilizzando
la nave da perforazione Glomar
Challenger;
grazie
a
questo
progetto furono perforati fondali
nell'Oceano
Atlantico,
Pacifico,
Indiano e anche nel Mediterraneo e
nel Mar
Rosso.
La
profondità
massima
raggiunta
con
la
perforazione è circa 1.700 metri.
- Nel 1985 al 2003 ci fu un nuovo
programma
di
perforazione,
l'Ocean Drilling Program (OPD),
con
l'utilizzo
della
nave
da
perforazione
JOIDES
Resolution;
furono effettuate 110 spedizioni e
duemila perforazioni in tutti i bacini
oceanici del pianeta fino ad una
profondità di circa 2.100 metri.
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- Dal 2004 fino al 2013, grazie alla collaborazione
di 26 paesi si è realizzato il Progetto Integrated
Ocean Drilling Program (IODP), che ha previsto
52 spedizioni realizzate sia dalla nave JOIDES
Resolution ma soprattutto dalla nave giapponese
Chikyu (rimasta danneggiata con lo tsunami del
2011), con perforazioni fino a circa 3.300 metri.
- Dal 2013 la perforazione dei fondali oceanici
continua con il progetto International Ocean
Discovery
Program,
con
l'intenzione
di
raggiungere la MOHO e quindi il mantello entro il
2030
grazie alla nave
giapponese Chikyu
Research Vessel, che possiede trivelle in grado di
perforare fino a 7.000 metri.
- Pur non avendo ancora raggiunto la MOHO, le
perforazioni dei fondali oceanici hanno permesso
ai geologi di conoscere la composizione della
crosta
oceanica,
costituita
da
gabbri
ir
profondità (in parte anche metamorfosati) e da
basalti a pillow sotto gli strati di copertura
sedimentaria coerente ed incoerente.
CHIKYU
地 球 深 部 探 査 船 『 ち き ゅ う 』
SCIENTIFIC DEEP SEA DRILLING VESSEL CHIKYU
be dattdt in aussera ti Sees earth vich cutting edge technology. The Earth deep bekre the seafloor certains a unique record of our planet's sidney.
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Rilevamento con tecniche batimetriche
- Solamente una piccola parte dei fondali oceanici è
stata rilevata (nemmeno il
15%),
pertanto
la
ricostruzione della morfologia dei fondali oceanici è
al momento parziale, anche se ci sono strutture
geologiche che si presumono analoghe per tutti gli
oceani.
- primo tentativo di rilevare i fondali oceanici risale
agli anni tra il 1872 e il 1876 con la nave Challenger,
che percorse tutti gli oceani tranne quello Artico.
- Per indagare la morfologia dei fondali si utilizzava lo
scandaglio, costituito da un cavo munito di un peso:
quando il peso toccava il fondo, si leggeva la
profondità sul filo graduato tramite nodi.
- Si tratta in realtà di uno strumento utilizzato fin
dall'antichità per conoscere la profondità dei fondali.
- I dati che fornì la missione del Challenger furono
molto utili per tentare una ricostruzione della
morfologia
dei
fondali,
e
anche
per
il
posizionamento
dei
cavi
di
comunicazione
transatlantici nella prima metà del Novecento.
Drawn from DWH Osculati SpA
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Ecoscandaglio e Sonar
- Nel 1913 il tedesco Alexander Behm inventò
l'ecoscandaglio, uno strumento che utilizzava la
produzione di onde sonore e la loro riflessione da
parte dei fondali per misurarne la profondità.
- La distanza della chiglia rispetto al fondale è
misurata moltiplicando la metà del tempo
impiegato dall'impulso sonoro (andata e ritorno)
con la velocità del suono nell'acqua (circa 1,5
km/secondo): t/2 · 1,5 km/s. Per esempio, se il
tempo di andata e ritorno dell'impulso sonoro è
uguale a 4,7 secondi, la profondità del fondale è:
p = 4,7 s / 2 · 1,5 km/s = 3,525 km, ossia circa 3.500
metri.
- L'ecoscandaglio è uno strumento che permette di
localizzare gli ostacoli solamente nello spazio sotto
l'imbarcazione, e il suo maggior uso è per
identificare i branchi di pesci per la pesca.
- Dall'ecoscandaglio però nel 1917 è stato sviluppato
da Paul Langevin il sonar, che presenta lo stesso
tipo di funzionamento dell'ecoscandaglio, ma è in
grado di visualizzare gli ostacoli nello spazio tutto
intorno all'imbarcazione.
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fondali oceanici
- Il sonar ebbe larghissimo impiego per scopi militari soprattutto nel corso
della Seconda Guerra Mondiale. Nel secondo dopoguerra fu sviluppato
dalla Marina degli Stati Uniti il sonar a scansione laterale, utilizzato per la
ricerca di imbarcazioni affondate e ordigni inesplosi.
Sonar a scansione laterale
Il sonar a scansione laterale (sidescan sonar) consiste in uno strumento
della forma di un siluro che viene trainato da un'imbarcazione; questo
sonar emette un ventaglio di onde sonore su entrambi i lati
dell'imbarcazione, e consente un'esplorazione molto più vasta dei fondali.
1
Tow depth up to 8m (26ft)
20m (65ft) towing cable
Tow at 1 to 5 knots
Shows targets (like
cables) as small as
2%cm (1")
100m (320ft) acoustic range
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Sonar multibeam e progetto SEABED 2030
- Un altro tipo di sonar, il sonar multibeam, è stato perfezionato nel corso
degli anni Novanta del Novecento; il multibeam è montato sotto la chiglia
dell'imbarcazione e produce un ventaglio molto ampio di onde sonore,
che sono rilevate da sensori posti a diverse angolazioni sulla nave.
- L'indagine dei fondali con sonar multibeam è molto lenta, infatti le navi
possono viaggiare ad una velocità massima di 20 km/ora, è per questo
motivo che fino ad ora non si è andati oltre il 15% di mappatura dei
fondali.
- Nel 2018 ha avuto avvio un progetto internazionale di mappatura di tutti i
fondali oceanici del pianeta, il SEABED 2030, che prevede di concludersi
con successo entro il 2030, grazie all'utilizzo di un elevato numero di navi
con sonar multibeam.
GPS antenna
transducer
Transmit/beam
swath
single beams
Receive beam
surveyed seabed
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I profili sismici a riflessione
- La sismica a riflessione è un metodo di indagine geofisica che sfrutta le onde
sismiche prodotte artificialmente per indagare le strutture rocciose del sottosuolo
e dei fondali marini.
- Quali sorgenti sismiche si utilizzano sulla terraferma esplosivi tradizionali
(dinamite) sepolti in pozzi appositamente scavati; esplosivi tradizionali si usavano
un tempo anche in mare, ma negli anni Settanta del Novecento questo utilizzo è
stato messo al bando in tutto il mondo per i danni ambientali che causava.
- Si è iniziato pertanto ad utilizzare cannoni ad aria compressa (air gun) trainati da
navi, ma attualmente si pensa di mettere al bando anche questa modalità, perché
sembra danneggiare i grandi cetacei, quali delfini, orche, balene.
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8
N
-
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Registrazione e utilizzo dei profili sismici
- Le onde sismiche sono registrate da geofoni sulla terraferma, e da idrofoni
trainati dalla nave stessa nel caso di indagini del fondale; la registrazione
delle onde sismiche permette una ricostruzione delle strutture rocciose in
profondità.
- I profili sismici a riflessione sono molto utilizzati dalle compagnie
petrolifere per la ricerca di giacimenti di petrolio, sia in superficie sia sui
fondali marini ed oceanici.
I dati provenienti da queste indagini petrolifere tuttavia hanno permesso
di avere molte informazioni sulla struttura della crosta oceanica e anche
della crosta continentale sommersa; per esempio, il grande cratere di
Chicxulub nel Golfo del Messico è stato identificato con questa tecnica.
survey ship
source of
shock waves
(air gun)
hydrophones
Linea di costa
sea bed
sedimentary rock layers
path of
reflected
waves
unconformity.
impermeable rock
water
porous reservoir rock
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La morfologia dei fondali oceanici
- Si distinguono tre zone tipiche nei fondali oceanici: i margini continentali
attivi e passivi, i bacini oceanici profondi, le dorsali oceaniche.
I margini continentali attivi
- Questo tipo di margini continentali si trovano soprattutto lungo l'anello di
fuoco del Pacifico, ma anche in altre zone geologicamente molto attive,
come per esempio le Antille e il Mediterraneo.
- Il confine tra litosfera continentale e litosfera oceanica è rappresentato
dalla fossa oceanica, una depressione lineare e molto profonda che corre
grosso modo parallela al margine continentale.
- Le fosse oceaniche sono lunghe migliaia di metri, profonde al massimo
quasi 11 km e molto strette, al massimo 100 km.
prisma di accrezione
Catena
tiera
fossa
costiera
Fossa
Crosta continentale
Prof.ssa Son
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fondali oceanici
- Le fosse oceaniche hanno un profilo a V, ma i due versanti della fossa non
sono identici: quello verso l'oceano è poco ripido, mentre quello verso il
continente o l'arco insulare è molto ripido e alla sua base si trova un
accumulo di sedimenti caotici (detti melanges) di rocce sedimentarie
marine (per la maggior parte), metamorfiche e anche ignee di crosta
oceanica, detto prisma o cuneo di accrezione.
I margini continentali passivi
- In questi tipi di margine, il confine tra litosfera continentale e litosfera
oceanica è rappresentato dalla scarpata continentale.
- Si tratta di un declivio largo in media una ventina di km, con una pendenza
che varia da 5° a 25°, che raccorda la piattaforma continentale con la piana
abissale.
submarine
canyon
shoreline
coastal
plain
continental
shelf
continental
slope
abyssal
plain
continental
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