Lingua italiana e politica: evoluzione della comunicazione politica

Documento di Barbara Fanini su Lingua Italiana e Politica. Il Pdf esplora il rapporto tra lingua italiana e politica, analizzando i linguaggi specialistici e la comunicazione politica dal fascismo alla seconda repubblica, con focus su figure come Mussolini, Moro, Berlinguer e Craxi. Utile per lo studio universitario di Lingue.

Mostra di più

21 pagine

Elisa Buricchi
A.A 2021/2022 Professoressa: Barbara Fanini
LINGUA ITALIANA E POLITICA
I LINGUAGGI SPECIALISTICI
Linguaggi specialistici Quei linguaggi che sono propri dei settori specialistici e con questi non ci limitiamo a
parlare di discipline che sono scienze pure ma anche le discipline umanistiche hanno i loro linguaggi specialistici.
Si è assistito con la pandemia a un rapidissimo cambio di linguaggio e si è riusciti a raggiungere un’interazione tra
esperto e non esperto ma anche tra non esperti. Questo ha portato ad un appiattimento della lingua rendendola
quasi banale. Quando un esperto dialoga con un altro esperto allora può permettersi di usare un asse comunicativo
alto, se parla con un profano questo automaticamente si abbassa. Quando si parla alle masse i tecnicismi perdono il
loro valore puntuale.
La situazione della pandemia ha portato ad una rottura del muro di isolamento tra linguaggi specialistici e lingua
comune. La scienza e la tecnologia sono sempre presenti nella nostra vita quotidiana e spesso noi ci ritroviamo ad
usare termini tecnici. Spesso si tratta di neologismi, ovvero parole nuove, oppure si tratta di neosemie cioè di termini
già noti che subiscono un mutamento, si tecnificano. Un esempio di neosemia è la chiave usb, chiave è un termine
che ha un altro significato nella lingua comune. A interagire con la nostra quotidianità sono le scienze biomediche e
parole come emicrania e osteoporosi, che sono dei tecnicismi, sono utilizzate anche da un parlante medio colto.
Molti di questi tecnicismi li abbiamo dovuti imparare necessariamente e molti di questi termini ci arrivano da articoli
in riviste non specialistiche, dai media e ciò ci permette di avere una certa dimestichezza con questi. Il linguaggio
burocratico diventa a volte eccessiva, infatti dove non è necessario vengono impiegati tecnicismi che non rendono
chiaro il messaggio. C’è stato un forte avvicinamento da parte di tutti alla tecnologia e dunque abbiamo preso
dimestichezza con questo mondo e con il lessico di questo.
L’etichetta dei linguaggi specialistici mette in disaccordo tanti eppure anche se i linguaggi specialistici dovrebbero
garantire la creazione di un messaggio chiaro, c’è grande incertezza per quanto riguarda la definizione.
Alcuni definiscono i linguaggi specifici come linguaggi settoriali, linguaggi tecnico scientifici e lingue speciali etc.
Quest’ultima è stata adottata da Migliorini e Devoto.
In tempi recenti si è anche parlato di comunicazione specialistica che ha una visione più ampia.
Colpisce l’alternanza tra lingue e linguaggi nella definizione, è preferibile usare linguaggio perché questo termine
include il non verbale e questo è fondamentale perché in molti casi il non verbale è parte integrante del messaggio.
Per capire i linguaggi specialistici dobbiamo capire cos’è la lingua comune, ovvero la base, ciò che noi usiamo per
comunicare quotidianamente. Il linguaggio specialistico è un sottoinsieme della lingua comune.
Cercare dei confini netti tra la lingua comune e quella specialistica non ha senso, però si possono fissare dei criteri
minimi. C’è uno scambio continuo tra queste due e questi scambi vanno in entrambe le direzioni.
Definizione linguaggio specialistico: È una varietà funzionale di una lingua naturale dipendente da un settore di
conoscenze o da una sfera di attività specialistici, utilizzata nella sua interezza da un gruppo di parlanti ristretto
(specialisti) per soddisfare bisogni comunicativi. Tale linguaggio è costituito a livello lessicale da una serie di
corrispondenze aggiuntive rispetto a quelle generali e comuni della lingua a livello morfosintattico da un insieme di
selezioni all’interno dell’inventario di forme disponibili della lingua.
I linguaggi specifici hanno delle caratteristiche morfologiche e sintattiche diverse rispetto alla lingua comune.
Questi linguaggi hanno una funzione precisa e sono necessari, non c’è una semplice variazione di registro giusto per
fare.
Abbiamo tre coordinate minime per definire i linguaggi specialistici:
Funzionalità.
Contenuti specialistici, cioè l’insieme delle conoscenze da comunicare.
Utente.
È utile aggiungere la dimensione pragmatica.

Visualizza gratis il Pdf completo

Registrati per accedere all’intero documento e trasformarlo con l’AI.

Anteprima

I linguaggi specialistici

Elisa Buricchi A.A 2021/2022 Professoressa: Barbara FaniniI LINGUAGGI SPECIALISTICI Linguaggi specialistici -> Quei linguaggi che sono propri dei settori specialistici e con questi non ci limitiamo a parlare di discipline che sono scienze pure ma anche le discipline umanistiche hanno i loro linguaggi specialistici. Si è assistito con la pandemia a un rapidissimo cambio di linguaggio e si è riusciti a raggiungere un'interazione tra esperto e non esperto ma anche tra non esperti. Questo ha portato ad un appiattimento della lingua rendendola quasi banale. Quando un esperto dialoga con un altro esperto allora può permettersi di usare un asse comunicativo alto, se parla con un profano questo automaticamente si abbassa. Quando si parla alle masse i tecnicismi perdono il loro valore puntuale.

La situazione della pandemia ha portato ad una rottura del muro di isolamento tra linguaggi specialistici e lingua comune. La scienza e la tecnologia sono sempre presenti nella nostra vita quotidiana e spesso noi ci ritroviamo ad usare termini tecnici. Spesso si tratta di neologismi, ovvero parole nuove, oppure si tratta di neosemie cioè di termini già noti che subiscono un mutamento, si tecnificano. Un esempio di neosemia è la chiave usb, chiave è un termine che ha un altro significato nella lingua comune. A interagire con la nostra quotidianità sono le scienze biomediche e parole come emicrania e osteoporosi, che sono dei tecnicismi, sono utilizzate anche da un parlante medio colto. Molti di questi tecnicismi li abbiamo dovuti imparare necessariamente e molti di questi termini ci arrivano da articoli in riviste non specialistiche, dai media e ciò ci permette di avere una certa dimestichezza con questi. Il linguaggio burocratico diventa a volte eccessiva, infatti là dove non è necessario vengono impiegati tecnicismi che non rendono chiaro il messaggio. C'è stato un forte avvicinamento da parte di tutti alla tecnologia e dunque abbiamo preso dimestichezza con questo mondo e con il lessico di questo.

L'etichetta dei linguaggi specialistici mette in disaccordo tanti eppure anche se i linguaggi specialistici dovrebbero garantire la creazione di un messaggio chiaro, c'è grande incertezza per quanto riguarda la definizione. Alcuni definiscono i linguaggi specifici come linguaggi settoriali, linguaggi tecnico scientifici e lingue speciali etc. Quest'ultima è stata adottata da Migliorini e Devoto. In tempi recenti si è anche parlato di comunicazione specialistica che ha una visione più ampia. Colpisce l'alternanza tra lingue e linguaggi nella definizione, è preferibile usare linguaggio perché questo termine include il non verbale e questo è fondamentale perché in molti casi il non verbale è parte integrante del messaggio. Per capire i linguaggi specialistici dobbiamo capire cos'è la lingua comune, ovvero la base, ciò che noi usiamo per comunicare quotidianamente. Il linguaggio specialistico è un sottoinsieme della lingua comune. Cercare dei confini netti tra la lingua comune e quella specialistica non ha senso, però si possono fissare dei criteri minimi. C'è uno scambio continuo tra queste due e questi scambi vanno in entrambe le direzioni.

Definizione di linguaggio specialistico

Definizione linguaggio specialistico: È una varietà funzionale di una lingua naturale dipendente da un settore di conoscenze o da una sfera di attività specialistici, utilizzata nella sua interezza da un gruppo di parlanti ristretto (specialisti) per soddisfare bisogni comunicativi. Tale linguaggio è costituito a livello lessicale da una serie di corrispondenze aggiuntive rispetto a quelle generali e comuni della lingua a livello morfosintattico da un insieme di selezioni all'interno dell'inventario di forme disponibili della lingua.

I linguaggi specifici hanno delle caratteristiche morfologiche e sintattiche diverse rispetto alla lingua comune. Questi linguaggi hanno una funzione precisa e sono necessari, non c'è una semplice variazione di registro giusto per fare.

Coordinate per definire i linguaggi specialistici

Abbiamo tre coordinate minime per definire i linguaggi specialistici:

  • Funzionalità.
  • Contenuti specialistici, cioè l'insieme delle conoscenze da comunicare. Utente.

È utile aggiungere la dimensione pragmatica.Quando l'asse comunicativo non è bilanciato il linguaggio specialistico tende a perdere sia sul piano dei contenuti sia sul piano della lingua e subisce dunque un processo di detecnificazione.

Il continuo interscambio tra la lingua comune e il linguaggio specialistico porta a una evoluzione della lingua stessa causando la nascita o la morte di certi termini. Ci sono dei termini che vengono risemantizzati (neosemie) e usati per contesti specifici, basti pensare al termine navigare che viene usato per internet. C'è anche una percentuale di rischio in questo, perché chi non studia all'interno di quell'ambito scientifico sente determinate parole come comuni e non ne percepisce la tecnicità.

Come nascono i linguaggi specialistici?

Nascono dalla lingua comune che fornisce le regole morfosintattiche e ciò implica anche che la lingua comune sia necessaria per poter insegnare e apprendere un linguaggio specialistico. Questi nascono dal livello più alto della lingua comune e il lessico è rigoroso e vengono eliminati i sinonimi e la semantica deve essere sempre precisa e indubbia. Il lessico di un linguaggio specialistico ha un prestigio maggiore rispetto alla lingua comune.

La terminologia medica fornisce preziosismi alla lingua comune o anche altri linguaggi specifici ma in senso metaforico, ad esempio paralisi economica. Questo processo è particolarmente evidente nel linguaggio dei politici, che attingono al lessico medico.

Nella comunicazione moderna i linguaggi specialistici assumono il ruolo di lingua di prestigio, ricca e alta. Noi dobbiamo cercare di conoscere e far interagire questi linguaggi specialistici, dobbiamo dominarli per evitare la magniloquenza vuota e il burocratese. In alcuni casi il tecnicismo è inutile. È necessaria una maggiore alfabetizzazione in tutti i settori.

Tra la lingua comune e i linguaggi specialistici non ci sono separazioni ma anche tra i vari linguaggi specifici ci sono dei confini, ma anzi si influenzano reciprocamente.

Dimensioni dei linguaggi specialistici

Bisogna distinguere due dimensioni nei linguaggi specialistici:

  1. La dimensione orizzontale: Bisogna poi fare una distinzione all'interno della dimensione orizzontale tra scienze dure e scienze molli. Le scienze dure sono quelle che hanno un linguaggio molto specializzato, come la fisica, la chimica e la biologia, mentre quelle molli sono apparentemente più vicine alle lingue naturali, come la filosofia, la psicologia e la sociologia. La medicina sta nel mezzo.
  2. La dimensione verticale: La dimensione verticale corrisponde alla dimensione diafasica, ovvero che riguarda la situazione comunicativa e il rapporto tra gli interlocutori. Possiamo ammettere all'interno della dimensione verticale quella diastratica che definisce le variazioni di una lingua legata allo strato socio culturale del parlante.

Altre dimensioni che contribuiscono a definire un linguaggio specialistico

Ci sono altre dimensioni che contribuiscono a definire un linguaggio specialistico:

  • La dimensione diacronica: che individue la variazione linguistiche dal punto di vista della storia.
  • La dimensione diatopica: che va attraverso lo spazio e come varia la lingua attraverso la geografia.
  • La dimensione diamesica: che riguarda il mezzo e i canali di comunicazione che diffondono il contenuto. F (lessico fondamentale 2000 parole) AU (alto uso 2500 parole) AD (alta disponibilità circa 2900 parole) Lingua Comune (confine tratteggiato con AD perchè non c'è un vero confine) Medio /Alto specialismo successivo Altissimo specialismoNel nocciolo del grafico c'è il lessico fondamentale (fo). Secondo De Mauro un parlante di media cultura utilizzerebbe non più di 2000 parole nella sua quotidianità e queste sono nel lessico fondamentale. Con ts all'interno del grafico si identifica l'accezione linguistica. Oltre al lessico fondamentale ci sono anche altre marche come "au", che significa alto uso e questa comprende circa 2500 parole. Un'altra marca è "ad", ovvero alta disponibilità e sono circa 1900 parole. Si distingue la lingua comune fino ad arrivare all'altissimo specialismo. Nel grafico si può notare che la parte tra la lingua comune e il linguaggio specialistico è tratteggiata perché tra questi non c'è un vero e proprio confine. Nel grafico ci sono lsp1, lsp2 etc. e sono i diversi lessici specialistici e sono dunque delle macro aree, come quello medico. All'interno delle macro aree ci sono delle micro aree, che sono ancora più specialistiche, dunque troviamo uno specialismo dentro lo specialismo. Il lessico specialistico comprendendo un numero molto elevato di termini e questo comprende circa 200.000 unità lessicali monorematiche (ovvero le parole che sono singole come valvola) e si contrappongono a quelle polirematiche (sono tecnici siamo formati da una testa e degli elementi che ne specificano una funzione, ad esempio ricordiamo moto, che è la testa, curvilineo, che è l'elemento specifico) che sono 130.000.

Distinzione tra lingua comune e linguaggi specialistici

Possiamo distinguere la lingua comune dai linguaggi specialisti grazie alla:

  • Dimensione verticale: indica il linguaggio tra esperti.
  • Dimensione diatopica: individua lo spazio e considera i termini in base alla loro diffusione spaziale, parte da un'area linguistica ristretta per poi arrivare a termini colti o stranieri.
  • Dimensione diacronica: questa studia come varia la lingua nel tempo.
  • Dimensione diamesica: questa va dai canali che normalmente si associano a una minore formalizzazione, come quello orale, per poi arrivare alla situazione scritta. Nel mezzo c'è il trasmesso, ovvero una via di mezzo tra l'orale e lo scritto.

Un messaggio specialistico tra un profano e un esperto tende verso la lingua comune, un messaggio specialistico tra due esperti è invece ricco di tecnicismi. È fondamentale concentrarsi sulla dimensione verticale. Quella orizzontale citata precedentemente si basa sui contenuti. Un messaggio può essere espresso con un grado di formalizzazione minore o maggiore. Il livello di formalizzazione di un linguaggio specialistico si determina in base al codice e alla forma testuale. Ci sono alcune discipline dove l'attenzione al lessico e al codice è molto importante e un determinato codice può essere più elastico rispetto ad altri. Per quanto riguarda la forma testuale, con testo si intendono tutti i messaggi, non solo scritti e all'interno della parola testo comprendiamo anche il linguaggio non verbale. Nella definizione di un testo specialistico si intende un diverso modo di realizzare un messaggio modificando il registro in base alla persona con cui si parla.

Il registro

Il registro è diviso in:

  • Contesto comunicativo.
  • Co-testo: ciò che migliora e correda il messaggio (grafici e tabelle).
  • L'intertesto e ipoteso: questi sono tipici dei testi del web.

Oltre al registro possiamo definire un linguaggio specifico per tipologia. Ci sono diversi tipo di testo, argomentativi (offrono argomenti e giudizi), descrittivi, informativi (oggettivi), espositivi o prescrittivi (forniscono delle istituzioni su qualcosa).

Classificazione dei testi secondo Sabatini

Per sabatini i testi possono anche classificarsi come:

  • Molto vincolanti: attraverso questi si vuole vincolare l'interpretazione del testo, tra questi ricordiamo i testi scientifici. Il destinatario è guidato nell'interpretazione. Questi devono avere una struttura ben precisa e vincolante per evitare che il destinatario si perda.
  • Mediamente vincolanti: qui c'è una guida del destinatario ma questo ha anche una certa libertà e tra questi ricordiamo i testi informativi e divulgativi.

Non hai trovato quello che cercavi?

Esplora altri argomenti nella Algor library o crea direttamente i tuoi materiali con l’AI.