Slide da Tor Vergata Università degli Studi di Roma su Psicologia Clinica LM. Il Pdf esplora l'evoluzione storica del disturbo antisociale-psicopatico, con le teorie di Kraepelin, Freud e Bowlby. Questo documento di Psicologia, adatto per l'Università, descrive le diverse tipologie di individui e le loro caratteristiche.
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CdLM in Scienze Pedagogiche a.a. 2024/2025 Prof.ssa Mariagrazia Di Giuseppe mariagrazia.di.giuseppe@uniroma2.it
Kraepelin (1903) individua specifici pattern di "personalità psicopatica", giungendo ad inquadrare quattro tipologie di individui:
Successivamente parla di «soggetti antisociali»: nemici della società, privi di principi morali, incapaci di investimenti emotivi profondi, e preda di impulsi aggressivi e distruttivi -> v. DSM
Freud (1916; 1929): due tipologie di soggetti devianti: Delinquente per senso di colpa: in cui la colpa è inconscia e derivata da un conflitto intrapsichico: compie atti criminali per la loro natura intrinsecamente illecita e passibile di punizione; l'agito criminoso soddisfa diverse spinte pulsionali che tormentano l'individuo, come il bisogno di punizione, desideri sessuali proibiti e aggressivi Criminali senza alcun senso di colpa: presentano difetti nel Super-io e si distinguono per elevata aggressività; non hanno adeguatamente sviluppato le normali inibizioni morali o si sentono giustificati nel commettere azioni devianti esprimendo in questo modo un conflitto con la società a cui appartengono. Non provano rimorso, poiché non hanno una coscienza morale integrata e coesa
Bowlby distingue diverse tipologie di carattere presenti nei giovani delinquenti descrizione il carattere anaffettivo psicopatico: Apparentemente non mostrano i comportamenti affettivi tipici ma indifferenza per qualsiasi tipo di legame. Questo si esprime come forma di "depressione cronica di origine molto precoce" Appaiono solitari e poco integrati nel proprio contesto sociale, poco espansivi, irresponsabili, bugiardi, insensibili sia alla gentilezza sia alla punizione; possono mostrare un certo grado di socievolezza, ma sono incapaci di qualsiasi forma di lealtà tratti delinquenziali tendenzialmente stabili e associati a recidive nella messa in atto di condotte devianti. Nella storia clinica presenza di una separazione prolungata dal caregiver in età molto precoci, generalmente intorno al primo/secondo anno di vita
Kernberg (1984, 1998): parla di un continuum con personalità narcisistica
› Incapaci di assumersi responsabilità, provare empatia e mantenere relazioni affettive stabili e reciproche › Modo di rapportarsi agli altri connotato dalla superficialità e dalla mancanza di rispetto per i sentimenti di chi li circonda, scarsa tolleranza della frustrazione, difficoltà nell'apprendere dalle esperienze relazionali
› Provano spesso noia, rabbia e disprezzo, e tendono ad attribuire agli altri la responsabilità delle proprie difficoltà e dei propri difetti
› La diagnosi tende a basarsi più sull'anamnesi, ma attenzione alla possibilità che il soggetto menta rispetto alla propria storia e ai propri comportamenti e razionalizzi i motivi delle sue azioni › Associato a indicatori temperamentali quali ricerca di sensazioni, ricerca di novità, disinibizione comportamentale, bassi livelli di serotonina.
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DSM-5: Disturbo antisociale di personalità A. Un pattern pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, che si manifesta fin dall'età di 15 anni, come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi:
B. L'individuo ha almeno 18 anni. C. Presenza di un disturbo della condotta con esordio prima dei 15 anni di età D. Il comportamento antisociale non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schi- zofrenia o del disturbo bipolare.
› Possono avere un'autostima ipertrofica e arrogante, un fascino superficiale, essere piuttosto volubili e verbalmente brillanti › Possono presentare anche disforia, nervosismo, incapacità di tollerare la noia e umore depresso
› DSM-5: prevalenza = 0.2 - 3.3%; fino al 70% in campioni di maschi in contesti penali e clinici con abuso di sostanze Diagnosi differenziale: · Disturbi da uso di sostanze: quando in un adulto il comportamento antisociale si associa a un disturbo da uso di sostanze, non si pone la diagnosi a meno che segni di tale disturbo siano stati presenti anche nell'infanzia · Comportamento criminale non associato a un disturbo di personalità: adottato per vantaggio personale ma non accompagnato dalle caratteristiche di personalità specifiche
Sfruttano gli altri, provano poco rimorso per il male o i danni causati alle altre persone, tendono a mentire, ingannare o manipolare il prossimo Scarso controllo degli impulsi; sconsiderata indifferenza per i diritti, le proprietà, o la sicurezza degli altri Non provano empatia per i bisogni o sentimenti; scarso rimorso per il male o i danni causati alle altre persone Sembrano non preoccuparsi delle conseguenze delle proprie azioni, e incapaci o non disposti a modificare il proprio comportamento in risposta a minacce o conseguenze negative. Generalmente privi di insight psicologico e incolpano gli altri o le circostanze esterne delle proprie difficoltà Sembrano trarre piacere dall'essere sadici o aggressivi verso gli altri, e talvolta cercano di dominare le persone per loro importanti attraverso l'intimidazione o la violenza Cercano il brivido, la novità, l'eccitazione, e hanno bisogno di elevati livelli di stimolazione Possono mostrare comportamenti antisociali
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