Documento universitario sui farmaci agonisti (o simpatico-mimetici). Il Pdf esplora i farmaci agonisti e antagonisti del sistema nervoso simpatico, descrivendo adrenalina, amfetamina, tiramina ed efedrina, con i loro meccanismi d'azione e farmacocinetica.
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I farmaci che mimano le azioni della adrenalina o della noradrenalina a livello periferico sono definiti come farmaci simpatico-mimetici; in particolare i simpatico-mimetici possono essere raggruppati in base al meccanismo d'azione e in base ai recettori che sono in grado di attivare in: simpatico-mimetici diretti, simpatico-mimetici indiretti e simpatico-mimetici ad azione mista.
È un potente stimolante sia degli a sia dei ß recettori rappresentando uno dei più potenti farmaci vasopressori con azione incisiva su cuore e muscolatura liscia vasale. > maggiore attività cardiaca e aumento della pressione arteriosa. Tuttavia bisogna specificare come basse dosi di adrenalina possono causare caduta dei valori pressori: ciò è dovuto ad una maggiore sensibilità dell'adrenalina per i recettori 2 (che mediano vasodilatazione soprattutto a livello della muscolatura scheletrica) rispetto ai recettori a (che mediano vasocostrizione). Quindi quando viene somministrata adrenalina c'è una differenza a seconda che vengano utilizzate dosi terapeutiche o dosi basse:
Questa è una delle differenze principali che distingue l'adrenalina dalla noradrenalina, in quanto:
L'adrenalina è un potente stimolante cardiaco; presenta azione diretta sul miocardio con conseguente incremento della forza di contrazione ventricolare (azione inotropa positiva), della frequenza cardiaca (azione cronotropa positiva) e della gittata cardiaca > questa azione si deve al legame dell'adrenalina con i recettori 31 presenti a livello del miocardio, delle cellule pacemaker e del tessuto di conduzione. In particolare, l'adrenalina comportaun'accelerazione della depolarizzazione lenta delle cellule del nodo SA, che si svolge durante la diastole (quindi va ad accorciare la fase 4 del potenziale d'azione); in questo modo il potenziale transmembrana delle cellule pacemaker sale più rapidamente e raggiunge più velocemente la soglia per innescare il potenziale d'azione successivo. Lo stesso meccanismo viene svolto a livello delle fibre di Purkinje (nelle quali accelera la depolarizzazione diastolica); sempre l'adrenalina può attivare cellule pacemaker latenti.
L'adrenalina non svolge soltanto un'azione a livello cardiaco, ma svolge anche un'azione a livello della muscolatura liscia vasale > infatti i meccanismi alla base dell'aumento della pressione arteriosa dovuto all'adrenalina comprendono gli effetti a livello cardiaco (azioni inotropa e cronotropa positiva) e la vasocostrizione di molti distretti vascolari (es. cute, mucose, rene), in aggiunta a marcata costrizione venosa. Si deve specificare che:
Per quanto riguarda gli effetti a livello dell'apparato respiratorio, l'adrenalina presenta una potentissima azione broncodilatatrice attraverso il legame con i recettori 32 presenti a livello della muscolatura liscia dell'albero bronchiale. In particolare, questo effetto di broncodilatazione è più evidente quando ci troviamo in condizioni di iper-reattività bronchiale come in caso di asma, BPCO o quando abbiamo una risposta broncocostrittrice causata da una massiva liberazione di istamina (come accade nello shock anafilattico). Infatti gli effetti benefici dell'adrenalina nell'asma sono dovuti all'inibizione del rilascio antigene-indotto di mediatori dell'infiammazione da parte dei mastociti. Nelle reazioni anafilattico (mediate dalla classe delle IgE) si ha una iper-reattività del sistema immunitario: il legame delle IgE alle mastcellule determina la degranulazione delle stesse con conseguente liberazione di istamina e leucotrieni, responsabili della broncocostrizione tipica dello shock anafilattico. Proprio per questo motivo nello shock anafilattico il farmaco di elezione è l'epinefrina per via sottocutanea perché causa broncodilatazione nell'arco di pochi minuti e antagonizza l'azione dell'istamina (l'istamina broncocostringe, l'adrenalina broncodilata). È chiaro che quando si parla di asma non su base allergica, di BPCO o di bronchite cronica si utilizzano anche altri farmaci quali glucocorticoidi, inibitori dei leucotrieni (come il Montelukast) e farmaci B2 agonisti che hanno effetti antinfiammatori più pronunciati: l'adrenalina viene utilizzata principalmente nelle condizioni di emergenza (shock anafilattico > attraverso il legame con i recettori 32 espressi sulla muscolatura liscia bronchiale e sui mastociti promuove broncodilatazione e inibizione del rilascio dei mediatori dell'infiammazione).
Sempre per quanto riguarda l'azione sulla muscolatura liscia, a livello vescicale l'adrenalina rilassa il muscolo detrusore della vescica (per attività sui ß recettori), ma comporta contrazione dei muscoli del trigono e dei muscoli sfinterici per attività sugli a recettori con effetto netto di continenza > contrasta l'incontinenza vescicale.
Gli effetti a livello del SNC sono molto scarsi perché l'adrenalina ha una natura polare e di conseguenza non riesce a superare la barriera ematoencefalica. Gli effetti collaterali tipici dell'uso dell'adrenalina quali tremore, agitazione psicomotoria e cefalea non sono mediati dal SNC, bensì dall'azione dell'epinefrina sul sistema cardiovascolare, sul muscolo scheletrico e sul metabolismo intermedio. Per quanto riguarda l'apparato oculomotore, l'adrenalina fisiologicamente funge da midriatico, ma se instillata nel sacco congiuntivale provoca la riduzione della pressione intraoculare e può trovare impiego, anche se soltanto in determinate condizioni, nel glaucoma.
Da un punto di vista metabolico l'adrenalina ha un effetto iperglicemiazante: aumenta le concentrazioni ematiche di glucosio e di lattato, inibisce la secrezione di insulina (per azione sugli a2 recettori presenti sulle cellule ß pancreatiche) mentre aumenta la secrezione di glucagone (per azione sui ß recettori presenti sulle cellule apancreatiche) > quindi diminuisce l'up-take del glucosio a livello periferico e aumenta i processi di glicogenolisi. Inoltre ha anche azione ipertrigliceridemizzante per azione sui recettori ß3 adipocitari, per cui in ultima analisi l'adrenalina comporta un aumento del metabolismo > il sistema catecolaminergico entra in funzione nelle situazioni di stress (fight or flight) quando si ha bisogno di tutto l'apporto energetico possibile.
Gli usi terapeutici dell'adrenalina (oltre a quelli già elencati) sono:
L'uso di adrenalina è controindicato in tutti quei pazienti che sono sottoposti a terapia con ß-bloccanti non selettivi da lungo periodo > questo perché il farmaco in questione blocca i recettori beta, sia ß1 (azione benefica a livello del flusso coronarico) sia ß2 (vasodilatazione soprattutto a livello del muscolo scheletrico), per cui tagliando fuori la componente beta prevale la componente alfa, soprattutto a1 con accentuazione dell'azione vasocostrittrice, aumentando il rischio di ipertensione severa e possibile emorragia cerebrale.
Dosi maggiori di epinefrina possono scatenare extrasistoli ed aritmie ventricolari che possono risultare letali. Questo effetto è molto raro quando si usano delle dosi terapeutiche del farmaco, ma può verificarsi quando ad esempio il paziente che andiamo a trattare con epinefrina è stato sottoposto ad anestesia o presenta un'ischemia miocardica: questi due eventi, seppure diversi tra di loro, hanno in comune l'effetto di sensibilizzare il cuore all'azione dell'adrenalina e, quindi, una dose terapeutica può diventare per questi soggetti una dose "tossica" (quando si ha