Slide dall'Università San Raffaele sui sistemi di ecoetichettatura. Il Pdf esplora l'evoluzione e l'impatto dell'ecolabelling, con un focus sull'Ecolabel UE e i programmi di EA di II tipo, inclusa la norma ISO 14021.
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Università San Raffaele Roma www.unisanraffaele.gov.it
Insegnamento Nutrizione a livello degli alimenti: chimica e tecnologie alimentari Professore Stefania Supino
Argomento I sistemi di eco-etichettaturaT
Università San Raffaele Roma Stefania Supino Sistemi di ecoetichettatura Nell'ambito degli strumenti per la gestione e comunicazione ambientale, un ruolo particolarmente importante è svolto dai sistemi di "ecoetichettatura" (ecolabelling).
Le prime esperienze in campo di ecoetichettatura volontaria si sono sviluppate in Europa, a partire dagli anni ottanta, inizialmente con una prevalente valenza di strumento di marketing: esse consistevano in semplici autocertificazioni, da parte delle imprese, per dichiarare alcune caratteristiche di ecocompatibilità dei propri prodotti; oppure, in certificazioni rilasciate da enti privati, riferite a singoli caratteri ecologici di un prodotto (ad esempio, privo di gas CFC, riciclabile, etc.) o, ancora, in generiche affermazioni di compatibilità ambientale di categorie di prodotti (ad esempio, detersivi ecologici, carta riciclata, etc.).
Tali forme privatistiche di ecoetichettatura, spesso mancavano di validi criteri scientifici, per cui sortivano effetti contrari, ovvero favorivano una vera e propria "disinformazione" merceologica.
Al fine di ridurre la diffusione incontrollata di indicazioni vaghe e, dunque, poco trasparenti, diversi paesi avviarono la realizzazione di programmi nazionali di ecolabelling, a partecipazione volontaria.
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Università San Raffaele Roma Stefania Supino Si trattava di sistemi di etichettatura che, basandosi su rigorose metodologie di valutazione dell'impatto ambientale dei processi produttivi e sull'accertamento dell'attendibilità delle dichiarazioni fornite, garantivano informazioni più corrette, ma soprattutto assumevano una importante valenza per il miglioramento dell'ecoefficienza delle performance di processo e/o di prodotto delle imprese.
In tal modo, gradualmente, si sono sviluppati diversi sistemi nazionali di etichettatura ambientale, i più noti dei quali sono: «Blauer Engel» in Germania (1978), considerato da molti il precursore e l'ispiratore dei programmi successivi; «EcoLogo>> in Canada (1988); «Ecomark» in Giappone (1989); «White Swan>> nei Paesi Nordici (1989) nonche il programma francese «NF- Environnement» (1991).
Nel corso degli anni '90, con il Regolamento (CEE) 880/92, l'Unione Europea ha istituito un proprio programma ad adesione volontaria di etichettatura ecologica (Ecolabel I), ridefinito, prima, dal Regolamento (CE) 1980/2000 (Ecolabel II) e, successivamente, dal Regolamento (CE) N. 66/2010 (Ecolabel III). Tale iniziativa era tesa a superare le difficoltà derivanti dalla diffusione di molteplici forme di ecoetichettatura volontaria realizzate nei diversi paesi membri, consentendo l'uso di un marchio europeo di eccellenza ambientale per i prodotti in grado di rispettare - durante l'intero ciclo di vita - i rigorosi requisiti stabiliti dai criteri ambientali comunitari.
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Università San Raffaele Roma Stefania Supino Tuttavia, l'istituzione dell'Ecolabel comunitario - il cui logo è rappresentato da una margherita stilizzata, avente una corolla formata da 12 stelle - non ha rallentato lo sviluppo dei sistemi nazionali di ecoetichettatura.
€ EU Ecolabel www.ecolabel.eu
Infatti, dopo l'istituzione della «margherita europea» sono stati attuati ulteriori programmi nazionali, quali l'olandese «Stichting Milieukeur» (1992), lo spagnolo «Aenor Medio Ambiente» (1993), il catalano «El Distintiu» (1994) ed il sistema austriaco «Baume» (1994).
Al fine di armonizzare le metodologie da adottare nei sistemi di etichettatura ambientale, la International Organization for Standardization (ISO) ha emanato le norme della serie 14020, che rappresentano un importante risultato di schematizzazione nel fin troppo articolato "universo" delle ecoetichette.
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Università San Raffaele Roma Stefania Supino L'ISO distingue tre diverse tipologie di etichettatura, tutte di natura volontaria e tutte conformi ai principi espressi nella UNI EN ISO 14020, che traccia le linee generali per l'utilizzo di asserzioni ambientali.
Tali asserzioni, esprimibili in termini di etichette o di loghi, simboli, dichiarazioni, ecc., possono fornire informazioni su un prodotto o un servizio in termini del suo carattere ambientale complessivo, di un aspetto ambientale specifico o di un certo numero di aspetti. Tali informazioni, verificabili, accurate e comunicate in modo non fuorviante, sono destinate ai consumatori, allo scopo di effettuare scelte di acquisto informate, anche dal punto di vista degli impatti ambientali del prodotto.
UNI EN ISO 14020:2002 «Etichette e dichiarazioni ambientali - Principi generali»
UNI EN ISO 14024:2001 «Etichette e dichiarazioni ambientali - Etichettatura ambientale di Tipo I - Principi e procedure»
UNI EN ISO 14021 :2012 «Etichette e dichiarazioni ambientali - Asserzioni ambientali auto-dichiarate (Etichettatura ambientale di Tipo II)»
UNI EN ISO 14025:2010 «Etichette e dichiarazioni ambientali - Dichiarazioni ambientali di Tipo III. Principi e procedure»
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Università San Raffaele Roma Stefania Supino Da quanto esposto emerge che, a livello internazionale, i sistemi volontari di Etichettatura Ambientale (EA) possono essere ricondotti alle tre tipologie previste dall'ISO:
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Università San Raffaele Roma Stefania Supino Etichettatura ambientale di I tipo I marchi di eccellenza ambientale, disciplinati dalla ISO 14024:2001, si basano sulla valutazione quali-quantitativa degli impatti ambientali associati ad un prodotto, durante l'intero suo ciclo di vita, «dalla culla alla tomba», con un approccio metodologico del tipo Life Cycle Assessment (LCA). Il prodotto deve rispettare dei criteri ambientali predeterminati - stabiliti per ciascuna fase relativa all'estrazione delle risorse, produzione, distribuzione, uso e smaltimento, etc. - (ad esempio, il consumo di energia da fonte rinnovabile/non rinnovabile e di risorse rinnovabili/non rinnovabili nonché emissioni inquinanti nell'ambiente) dei quali si dovranno riportare i limiti di consumo e/o emissione (valori soglia), che dovranno essere rispettati durante l'intero ciclo di vita del prodotto.
Numerosi sono i sistemi di etichettatura ambientale di I tipo, come il Blauer Engel tedesco, ma anche altri marchi nazionali LAUE DER BL ENGEL apie Well aus 100% Altpa JURY UMWELTZEICHEN Nordic Environmental al Label AENOR Medio Ambiente
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Università San Raffaele Roma Stefania Supino Tra i diversi Sistemi di EA di I tipo, l'Ecolabel comunitario rappresenta l'etichetta ecologica "per eccellenza". Infatti, il «Sistema comunitario di assegnazione del marchio di qualità ecologica Ecolabel» - oggi disciplinato dal Regolamento (CE) N. 66/2010 (Ecolabel III) - prevede la elaborazione dei criteri per le diverse categorie di prodotti/servizi, sulla base della metodologia LCA, che fissano dei valori «soglia» da rispettare. Pertanto, esso consente l'assegnazione del marchio comunitario ai migliori prodotti, dal punto di vista dell'impatto ambientale, durante l'intero arco di vita, rispetto ad altri analoghi presenti sul mercato, grazie alla rispondenza ai criteri ecologici predeterminati. Il sistema multicriteriale dell'Ecolabel UE comprende requisiti volti a favorire la riduzione del consumo energetico e idrico, l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, la riduzione delle emissione atmosferiche e degli scarichi idrici inquinanti, la riduzione dell'impiego di sostanze chimiche, in particolare quelle pericolose, la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, il loro eventuale riutilizzo/recupero o riciclo.
La definizione dei criteri ambientali del marchio è il risultato di accurati studi scientifici e rapporti tecnici oggetto di ampie consultazioni che avvengono a livello europeo in seno al Comitato dell'Unione europea per il marchio di qualità ecologica (CUEME).
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Università San Raffaele Roma Stefania Supino La Commissione Europea individua e pubblica sulla G.U. i criteri ecologici per singola categoria di prodotto/servizio, mentre nei paesi dell'UE operano uno o più organismi responsabili dell'attuazione del programma di etichettatura (Organismi competenti o Competent Body), ai quali possono essere presentate le domande di assegnazione del marchio Ecolabel.
Per l'Italia l'Organismo competente è il «Comitato Ecolabel-Ecoaudit>> che si avvale del supporto tecnico dell' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Pertanto, il soggetto richiedente (produttore, fabbricante, importatore, prestatore di servizi, dettagliante, commerciante, etc.) deve presentare domanda di assegnazione all'Organismo Competente nazionale e quest'ultimo, dopo aver controllato la conformità del prodotto/servizio ai requisiti previsti dai criteri ecologici comunitari definiti per quella tipologia di prodotto e accertata l'efficacia delle prestazioni ambientali, decide l'assegnazione del marchio, predisponendo la stipula del relativo contratto d'uso nonché la notifica della propria decisione alla Commissione Europea.
€ EU Ecolabel www.ecolabel.eu
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Università San Raffaele Roma Stefania Supino Al momento sono stati definiti i criteri per 29 gruppi di prodotto di beni e 2 gruppi di prodotto di servizi. Dalla definizione dei criteri sono escluse le seguenti categorie di prodotti: medicinali, alimenti e mangimi. In Italia sono 17.579 i prodotti/servizi etichettati con marchio Ecolabel UE (dicembre 2016), la cui classificazione vede ai primi posti le seguenti categorie: i servizi di ricettività turistica, la carta tessuto, i servizi di campeggio, detergenti multiuso e per servizi sanitari, coperture dure.
L'Ecolabel comunitario non è, dunque, applicabile ai prodotti alimentari.
Attraverso la scelta di prodotti Ecolabel UE, i consumatori svolgono un ruolo attivo nella riduzione degli impatti ambientali dei prodotti industriali, e orientano il mercato verso produzioni più sostenibili e più rispettose per l'ambiente. La scelta consapevole di prodotti Ecolabel EU è favorita anche dalla presenza diffusa, dalla facilità di reperimento e dalla loro convenienza di prezzo, come avviene ad esempio per la carta tessuto e i detergenti, presenti con linee dedicate in quasi tutte le maggiori Grandi Distribuzioni Organizzate, (Viviverde della Coop, ECO - Planet della Carrefour ed Eco della Simply, Ecolabel della Esselunga).
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