Documento di Università sulla psicopatologia dell'infanzia. Il Pdf esplora la developmental psychopathology, i modelli di comprensione e i fattori di rischio, con correlati neurobiologici, per studenti universitari di Psicologia.
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Il bambino è entrato nel setting clinico a partire dalla focalizzazione sul primo caso infantile della storia: il caso del piccolo Hans di Freud. Si parla di bambino ricostruito, che si delinea gradualmente dai resoconti del padre del piccolo Hans, e dalle ricostruzioni anamnestiche dell'infanzia da parte dell'adulto. Grazie al contributo di autori come Anna Freud, Melanie Klein, Donald Winnicott, Margaret Mahler, Il bambino entra nel setting clinico, c'è la focalizzazione sistematica sul paziente/ bambino (il bambino reale) e il suo mondo relazionale rappresentato in primis dal ruolo dei genitori.
I vari passaggi alla base della developmental psychopathology:
Bambino RICOSTRUITO Bambino CLINICO Bambino OSSERVATO Bambino REALE
Nel passaggio dal bambino ricostruito al bambino clinico prendono forma e si strutturano il bambino osservato e il bambino reale. In questo passaggio è stato centrale l'ascolto delle parole del bambino, dei gesti, delle posture, dei pianti e delle reazioni, che hanno sensibilizzato i diversi autori a ricercare una nuova modalità di sintonizzazione affettiva che potesse entrare empaticamente nel disagio del bambino, che non poteva di certo essere delineata dal punto di vista dell'adulto. La comunicazione implicita è il mezzo espressivo maggiormente utilizzato dai bambini nelle fasi precoci dello sviluppo e orienta il processo diagnostico allo scopo di rilevare segni di disagio.
Insieme al bambino reale, nel setting clinico si struttura l'ingresso dell'adulto, del genitore, non inteso nella sua individualità specifica ma prettamente in relazione con il figlio, dato che, se il disturbo nasce nella relazione, allora è la relazione che deve necessariamente essere curata.
NUOVO PAZIENTE PROTOTIPICO [relazione genitore-bambino) Bambino CLINICO
Dal bambino clinico, quindi si perviene all'emergere del nuovo paziente prototipico rappresentato dalla relazione genitore-bambino. Caratteristiche del nuovo paziente prototipico:
Con l'ingresso nel setting clinico del nuovo paziente prototipico, la development psychopathology si struttura, a partire dagli anni 70, come la disciplina d'eccellenza per definire dettagliatamente lo sviluppo evolutivo, per rilevarne deviazioni e per programmare interventi. L'agire terapeutico si aziona in un'ottica orientata alla prevenzione primaria del malessere psichico e dell'intervento clinico (interventi per modificare al meglio la vita dei bambini e delle loro famiglie).
Nel fare ciò la developmental psychopathology si è avvalsa del dialogo con discipline diverse: teoria dell'attaccamento, infant Research (focus sulle espressioni facciali del bambino e del genitore), neuroscienze affettive (mostrano come i sentimenti, gli affetti primitivi, sorgono dai circuiti cerebrali).
I risultati di ricerca hanno avuto un impatto sulla comprensione dello sviluppo normale del bambino ma anche sull'individuazione delle prime deviazioni da tale sviluppo. Si sono individuati indicatori di rischio relativi soprattutto 1alle prime relazioni intrattenute dal bambino con i suoi caregivers. Si è visto come l'attaccamento sicuro sia un fattore di resilienza significativo rispetto all'emergere di eventi traumatici e negativi nel corso dello sviluppo infantile. È proprio l'incrinatura della base sicura a costituire il fulcro degli interventi clinici sulla relazione genitore- bambino. Tali interventi puntano il loro focus su una riparazione- ridefinizione-rieducazione di una relazione che, da disfunzionale, deve divenire maggiormente adattiva e funzionale.
La psicopatologia dello sviluppo ha dovuto orientarsi vero una sistematizzazione di modelli che potessero sostenere la diagnosi clinica in età evolutiva.
La lettura transazionale dello sviluppo proposta da Sameroff ci permette di avere un valido strumento da tenere in considerazione per il processo diagnostico in età evolutiva, che non può essere riferito soltanto alla ristrettezza nosologica proposta da manuali diagnostici.
Nella psicopatologia dello sviluppo il processo ontogenetico viene concepito come costituito da una serie di compiti evolutivi. Le difficoltà che il bambino incontra nel superamento di questi compiti possono divenire fattori rilevanti di vulnerabilità e incrementare il rischio di esiti psicopatologici.
La comprensione psicodinamica dello sviluppo può essere orientata rispetto a 3 livelli di organizzazione della personalità, che vanno considerati come assi portanti nella realizzazione del profilo diagnostico del bambino e della relazione genitore- bambino.
Si evidenzia l'importanza nel livello 2 della genitorialità a rischio. La genitorialità si affina, si modella, si specializza all'interno delle interazioni diadiche e porta alla costituzione della personalità del bambino. Laddove non si riesce a costruire una sana genitorialità o una genitorialità sufficientemente buona ci saranno esiti evolutivi più o meno sfavorevoli che colpiranno la diade madre-bambino. Ad esempio, laddove il periodo della gravidanza e quello post natale vengono a rappresentare un momento di particolare vulnerabilità, caratterizzato da una tristezza improvvisa e da un forte stato di agitazione, diventa difficile per la madre capire cosa succede nella mente del bambino, cosa prova, quando è sazio ecc
Nel momento in cui si è posta in primo piano la relazione diadica come punto di osservazione per comprendere la traiettoria evolutiva del bambino, l'interesse dei clinici si è diretto al polo genitoriale, con l'obiettivo di tratteggiare l'essenza psicodinamica del cambiamento intrapsichico e interazionale del divenire genitori. Con la nascita del bambino la madre entra in una nuova organizzazione psichica che Stern definisce costellazione materna, intesa come un organizzatore psichico che determinerà una nuova serie di azioni, tendenze, sensibilità, fantasie, paure e desideri.
La costellazione materna evidenzia una nuova triade psichica
Che diventa l'asse dominante delle interazioni di diadiche, nonché del progredire della ricerca nella transizione alla genitorialità
L'essere genitori è un processo trasformativo che si completa gradualmente, lasciando una traccia indelebile nella mente del bambino. La traiettoria di sviluppo del bambino trova una diretta corrispondenza/ non corrispondenza nella traiettoria di sviluppo genitoriale (transizione alla genitorialità), che a sua volta risente del contesto ambientale/ relazionale/ intrapsichico nel quale si è strutturata.
Gli innumerevoli cambiamenti che avvengono durante lo sviluppo sono regolati dai processi interni al bambino e da processi esterni dell'ambiente sociale di riferimento secondo tre forze primarie:
Lo sviluppo non è un processo piatto ma procede per adattamenti e ristrutturazioni sulla traiettoria evolutiva della genitorialità, che assolve svariate funzioni.