Documento da Università su Didattica Generale di Mario Castoldi. Il Pdf esplora la didattica come disciplina, analizzando le dimensioni dell'insegnamento, i mediatori didattici e le metodologie efficaci per l'apprendimento universitario.
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DIDATTICA = La didattica è una disciplina antica che nasce dall'esigenza di trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio culturale accumulato dell'intera storia dell'uomo e si sviluppa per trovare le modalità più efficaci per svolgere tale compito formativo. La formalizzazione della didattica come sapere autonomo risale al 1600 e si manifesta nell'aspirazione ideale di Comenio. A cavallo tra il XIX e il XX secolo si è passati da una forte attenzione alla didattica, che ha contraddistinto il periodo positivista nella seconda metà dell'Ottocento, e che descrive l'attività di insegnamento nei termini di un sapere tecnico, ad una negazione della didattica durante il periodo idealista nella prima metà del Novecento, dove il sapere didattico si stamperà in quello pedagogico. Due versioni dei programmi ministeriali del Regno D'Italia simboleggiano le stagioni indicate: da un lato i programmi curati da Aristotele Gabelli nel 1888 = la formazione dell'insegnante è centrata prevalentemente sul sapere didattico, condizione per abilitarlo al suo ruolo professionale; dall'altro i programmi redatti da Giovanni Gentile nel 1923, espressione di un approccio idealista = la formazione del docente si identifica con la sua preparazione culturale ed umana, non occorrono tecnicismi e formalizzazioni didattiche.
Negli ultimi Cinquant'anni il sapere didattico ha subito profonde trasformazioni. Se fino ad alcuni decenni fa era sufficiente il sostantivo didattica per designare un determinato ambito di sapere connesso alla pratica formativa della scuola, oggi risulta sempre più necessario accompagnarlo da un complemento di specificazione che ne delimiti il campo di applicazione (es: didattica dell'ambiente, della pratica sportiva, dei beni culturali). Si è verificato un ripensamento del compito del sapere didattico non più orientato a fornire un modello, quanto a proporre un repertorio di strategie, di metodologie, di strumenti tra cui scegliere le soluzioni più opportune e pertinenti => c'è stato un ripensamento dello Statuto disciplinare della didattica, tradizionalmente inteso come una derivazione di dottrine filosofiche, approcci pedagogici, teorie psicologiche. Per didattica si intende:
Un primo passaggio utile alla definizione dello Statuto della didattica riguarda la sua collocazione nell'ambito delle Scienze dell'Educazione. Si raggruppano tali discipline in tre categorie:
L'oggetto della didattica, che identifichiamo con l'azione di insegnamento, è contraddistinto da caratteri di intenzionalità, ovvero l'esistenza dei traguardi formativi consapevolmente perseguiti, e la sistematicità, ovvero l'organizzazione strutturata e progressiva dell'azione educativa.
L'educazione informale che si svolge nell'ambiente scolastico possiede entrambi i requisiti, sia l'intenzionelità, riferita ai traguardi e scopi formativi precisati da programmi/programmazione, sia la sistematicità tradotta nell'organizzazione curriculare che contraddistingue la scuola e l'educazione informale (famiglia, attività sportive, parrocchie).
L'educazione non formale, intesa come l'insieme di eventi della realtà sociale aventi una valenza educativa (mass media, modelli culturali, miti e riti sociali), non possiede i caratteri di intenzionalità educativa esplicita e tantomeno quelli di sistematicità.
Nell'ambito dell'educazione formale, possiamo definire l'azione di insegnamento come una relazione educativa finalizzata all'apprendimento di un determinato patrimonio culturale agita in un dato contesto istituzionale, in quanto la società ha affidato all'educazione scolastica un compito specifico e il ruolo cruciale che i contenuti culturali assumono nell'azione di insegnamento in quanto oggetto primario della relazione educativa + si precisa il setting in cui si svolge la relazione educativa, nell'ambito dell'istituzione scolastica governata da un insieme di norme, regole e vincoli organizzativi. Parliamo di relazione educativa per porre l'attenzione sulla dinamica relazionale insegnante-alunno, in cui si inscrive l'azione didattica => Il triangolo didattico comprende l'insegnante, l'allievo e i contenuti culturali e si trova all'interno di un cerchio, ossia il contesto istituzionale.
Le dimensioni dell'insegnamento sono alcuni punti di vista da cui osservare l'evento didattico:
L'importante non è acquisire un insieme di saperi bensì affrontare le situazioni di realtà che il proprio contesto di vita propone, fronteggiare le situazioni di vita comporta l'acquisizione di un insieme di saperi, che devono diventare strumenti culturali per affrontare i compiti di sviluppo richiesti dal nostro contesto sociale. L'insegnante è chiamato a sollecitare tra gli allievi i contenuti culturali (saperi della vita) e le situazioni di vita nelle quali tradurli in azione.
La didattica come ricerca sull'insegnamento focalizza l'attenzione sul progetto della didattica, l'insegnamento, e sulla metodologia di indagine, la ricerca => una disciplina orientata alla comprensione del fenomeno dell'insegnamento, più che alla sua regolamentazione. In passato la didattica è stata vista soprattutto in termini prescrittivi, ovvero una disciplina attraverso cui fornire indicazioni, istruzioni, direttive dell'insegnante per svolgere efficacemente la sua azione professionale; attualmente si tende a pensarla come un'opportunità per analizzare l'azione di insegnamento, per esplorarne i suoi significati e le sue valenze formative. Nell'approccio tradizionale l'insegnante era pensato soprattutto come destinatario della didattica, infatti l'elaborazione teorica ed operativa sulla didattica era affidata agli esperti, agli studiosi di scienze dell'educazione, ai ricercatori, mentre il compito dell'insegnante era quello di applicare tali proposte nella attività d'aula # Negli ultimi decenni, l'insegnante è diventato fonte del sapere didattico, attraverso un'alleanza tra chi opera, l'insegnante, e chi fa ricerca, il ricercatore. L'insegnante non è più destinatario di un sapere 'altro', estraneo alla sua pratica, bensì diviene fonte del sapere, produttore di un sapere autonomo a partire dalla sua stessa esperienza.
RICERCA = La ricerca sull'insegnamento è il passaggio della disciplina da sapere per gli insegnanti a sapere con gli insegnanti. Il termine ricerca si fonda su un patto di alleanza tra insegnante e ricercatore. I due paradigmi conoscitivi della ricerca sono: la razionalità tecnica, emerge dalla epistemologia positivista della conoscenza per la quale la conoscenza può essere considerata significativa solo se validata da osservazioni, e agli operatori è richiesto di applicare le generalizzazioni elaborate dalla ricerca in modo sistematico, considerando i fini e i mezzi, e la riflessività.
Schon propone il concetto di riflessione in azione. Il processo è basato sulla conoscenza che è implicita nell'azione del soggetto ed è caratterizzato da un comportamento spontaneo ed intuitivo: mentre riflettono in azione, gli individui cercano di attribuire significato a ciò che stanno facendo e conseguentemente modificano i mezzi e i fini in rapporto alla situazione. La riflessione in azione richiede di combinare e ricombinare, di conferire senso a situazioni mutevoli e cambiare strategie di azione in accordo a tali mutamenti. L'assunzione di un paradigma riflessivo comporta il superamento del paradigma di razionalità tecnica, riconoscibile attraverso alcune linee di sviluppo:
L'espressione professionista riflessivo richiama la professionalità dell'insegnante nel passaggio e nell' acquisire consapevolezza del proprio sapere, in una relazione continua tra esperienza e riflessione, tra sapere pratico e sapere teorico.
Il ruolo del ricercatore è un ruolo che tende a modificarsi ed è di tipo consulenziale = il ruolo del ricercatore in una prospettiva di professionalità riflessiva si qualifica in quanto consulente di processo, ovvero colui che aiuta l'insegnante a strutturare un percorso di riflessione e rielaborazione migliorativa del proprio agire didattico, in una prospettiva di sviluppo professionale. Il suo ruolo è quindi di accompagnamento, consiste nel prendere per mano l'insegnante e aiutarlo a gestire in modo rigoroso e funzionale un percorso della propria esperienza formativa; non si centra sulla trasmissione del sapere da colui che sa a colui che fa, bensì si basa sul confronto tra due punti di vista diversi in merito all'azione (l'attore e l'osservatore).
La formazione dei docenti può essere: