La valutazione psicologica: testing, assessment e psicometria

Documento sulla valutazione psicologica. Il Pdf esplora la psicometria, la validità, l'attendibilità, la standardizzazione, la sensibilità e la specificità dei test. Il documento, utile per studenti universitari di Psicologia, è strutturato in modo chiaro e discorsivo, con tabelle riassuntive per facilitare la comprensione dei concetti chiave.

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43 pagine

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1. LA VALUTAZIONE PSICOLOGICA!
La valutazione psicologica è un ibrido tra arte e scienza: i fondamenti empirici dei test sono imprescindibili
per ottenere dati affidabili, ma l'integrazione dei dati apre la strada all'arte, cioè la capacità di interpretare i
dati tramite intuizione e creatività che sono ancora considerati componenti periferiche.!
I test di intelligenza (Scale Wechsler 1939) risalgono al all'inizio del ventesimo secolo e avevano lo scopo di
aiutare a prendere decisioni riguardo lo stile educativo, mentre le valutazioni della personalità erano utilizzate
a scopo lavorativo (Rorschach 1921, MMPI 1940, TAT 1943).!
Ancora oggi psicologi e psichiatri utilizzano "diagnosi" e "assessment" in modo interscambiabile, poiché la
diagnosi presuppone l'identificazione della costellazione dei sintomi tramite l'utilizzo di categorie prestabilite.
L'assessment inteso come valutazione implica la gestione di una serie di test psicologici per determinare le
esperienze soggettive, le credenze e i pattern emotivi di una persona. !
La diagnosi (categoriale) è l'elemento chiave per comprendere la patologia del paziente, mentre l'assessment
(dimensionale) permette di comprendere la persona con quella patologia. L'uso dei test serve per facilitare la
valutazione comprensiva della personalità del singolo e offrire informazioni utili per la pianificazione del
trattamento. Negli ultimi 50 anni è nata la distinzione tra somministrare test (testing) e fare una valutazione
(assessment); l'assessment è dinamico e concettuale, orientato ai problemi, mentre il testing è descrittivo e
tecnico, orientato alla misurazione. !
L'assessment implica la presenza di un consulente che faccia riferimento sia al modello psicometrico che al
clinico. Nel modello psicometrico il punto centrale è la valutazione tramite test, mentre nel modello clinico
l'elemento fondamentale. !
È stata costituita una task force per ridefinire il rapporto tra testing e assessment, le cui conclusioni sono
state:!
1. La validità dei test è forte e convincente!
2. La validità dei test psicologici è paragonabile ad alcuni test medici!
3. I diversi metodi di valutazione forniscono fonti uniche di valutazione!
4. I clinici che si basano esclusivamente sul colloquio hanno una visione incompleta!
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La valutazione psicologica comprende l'utilizzo di metodi scientifici che gli psicologi utilizzano per
comprendere la personalità umana, che si combinano con l'osservazione, le informazioni ricavate dai colloqui
per aiutare i clienti a esplorare nuovi metodi per risolvere i problemi umani. Dopo che le procedure di
valutazione sono completate, si procede a offrire un feedback. Lo scopo è quello di promuovere una
maggiore comprensione di sé e una maggiore capacità di pianificare un trattamento appropriato. In questo
modo, la valutazione psicologica può ridurre i tempi di un trattamento basato unicamente sulle informazioni
ottenute tramite colloquio. La valutazione psicologica può anche fornire informazioni precise e obiettive che
aiutino a rispondere ai quesiti posti da altri professionisti della salute o da strutture come la scuola, il
tribunale, i servizi sociali.!
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Il processo di Assessment inizia con la definizione del quesito posto al clinico che svolge il ruolo di
consulente, Quando il quesito viene formulato in modo adeguato, il clinico passa a svolgere il ruolo di
esperto di misurazioni e di tecnico e vengono messi in relazione le esigenze del compito con le procedure di
misurazione disponibili, Durante la somministrazione dei test e la valutazione delle risposte, lo psicologo deve
adattare il suo comportamento a regole standardizzate e in questa fase ricopre il ruolo di esperto di
misurazioni. Le risposte che i clienti danno devono essere integrate con le osservazioni effettuate. Durante
l'elaborazione dei dati è importante che il clinico conosca le qualità psicometriche delle procedure di
misurazione osservate e che aderisca a un modello teorico definito. Poi il clinico torna al ruolo di consulente
per comunicare l'esito della valutazione. La valutazione è quindi un processo variabile di problem solving, di
presa di decisione e di procedure valutative che dipendono dal quesito, dalla persona e dal tempo a
disposizione.!
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Il QUESITO DI INVIO!
Il punto di partenza è sempre un quesito. Beutler e al. (2011) ne elencano alcuni di maggior rilevanza:!
1. Descrizione o formulazione del pattern di comportamento attuale!
2. Cause dei comportamenti osservati!
3. Cambiamenti che si possono prevedere per i comportamenti nel tempo!
4. Modalità con cui i modelli possono essere modificati!
5. Pattern e aree di deficit!
6. Risorse e punti di forza della persona!
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È fondamentale che la richiesta sia estremamente chiara per permettere al clinico di restituire informazioni
utili. Spesso i quesiti sono vaghi e grossolani: "potresti spiegarmi perché il ragazzo va male a scuola?".!
La maggior parte delle volte il motivo dell'invio è complesso e a più livelli, o diverso da quello che si
aspettava il clinico; comprendere il livello implicito permette al clinico di soddisfare le richieste meno
consapevoli del soggetto. Prima di iniziare la valutazione il clinico deve soffermarsi a considerare il problema
e il disagio del soggetto prima di scegliere gli strumenti per indagare. È fondamentale, per la riuscita della
valutazione, la consapevolezza da parte del clinico della diversità dei contesti per potervisi adattare (uno
studio privato è diverso da un reparto psichiatrico). !
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Anteprima

La valutazione psicologica

La valutazione psicologica è un ibrido tra arte e scienza: i fondamenti empirici dei test sono imprescindibili per ottenere dati affidabili, ma l'integrazione dei dati apre la strada all'arte, cioè la capacità di interpretare i dati tramite intuizione e creatività che sono ancora considerati componenti periferiche. I test di intelligenza (Scale Wechsler 1939) risalgono al all'inizio del ventesimo secolo e avevano lo scopo di aiutare a prendere decisioni riguardo lo stile educativo, mentre le valutazioni della personalità erano utilizzate a scopo lavorativo (Rorschach 1921, MMPI 1940, TAT 1943). Ancora oggi psicologi e psichiatri utilizzano "diagnosi" e "assessment" in modo interscambiabile, poiché la diagnosi presuppone l'identificazione della costellazione dei sintomi tramite l'utilizzo di categorie prestabilite. L'assessment inteso come valutazione implica la gestione di una serie di test psicologici per determinare le esperienze soggettive, le credenze e i pattern emotivi di una persona. La diagnosi (categoriale) è l'elemento chiave per comprendere la patologia del paziente, mentre l'assessment (dimensionale) permette di comprendere la persona con quella patologia. L'uso dei test serve per facilitare la valutazione comprensiva della personalità del singolo e offrire informazioni utili per la pianificazione del trattamento. Negli ultimi 50 anni è nata la distinzione tra somministrare test (testing) e fare una valutazione (assessment); l'assessment è dinamico e concettuale, orientato ai problemi, mentre il testing è descrittivo e tecnico, orientato alla misurazione. L'assessment implica la presenza di un consulente che faccia riferimento sia al modello psicometrico che al clinico. Nel modello psicometrico il punto centrale è la valutazione tramite test, mentre nel modello clinico l'elemento fondamentale. È stata costituita una task force per ridefinire il rapporto tra testing e assessment, le cui conclusioni sono state:

  1. La validità dei test è forte e convincente
  2. La validità dei test psicologici è paragonabile ad alcuni test medici
  3. I diversi metodi di valutazione forniscono fonti uniche di valutazione
  4. I clinici che si basano esclusivamente sul colloquio hanno una visione incompleta

La valutazione psicologica comprende l'utilizzo di metodi scientifici che gli psicologi utilizzano per comprendere la personalità umana, che si combinano con l'osservazione, le informazioni ricavate dai colloqui per aiutare i clienti a esplorare nuovi metodi per risolvere i problemi umani. Dopo che le procedure di valutazione sono completate, si procede a offrire un feedback. Lo scopo è quello di promuovere una maggiore comprensione di sé e una maggiore capacità di pianificare un trattamento appropriato. In questo modo, la valutazione psicologica può ridurre i tempi di un trattamento basato unicamente sulle informazioni ottenute tramite colloquio. La valutazione psicologica può anche fornire informazioni precise e obiettive che aiutino a rispondere ai quesiti posti da altri professionisti della salute o da strutture come la scuola, il tribunale, i servizi sociali. Il processo di Assessment inizia con la definizione del quesito posto al clinico che svolge il ruolo di consulente, Quando il quesito viene formulato in modo adeguato, il clinico passa a svolgere il ruolo di esperto di misurazioni e di tecnico e vengono messi in relazione le esigenze del compito con le procedure di misurazione disponibili, Durante la somministrazione dei test e la valutazione delle risposte, lo psicologo deve adattare il suo comportamento a regole standardizzate e in questa fase ricopre il ruolo di esperto di misurazioni. Le risposte che i clienti danno devono essere integrate con le osservazioni effettuate. Durante l'elaborazione dei dati è importante che il clinico conosca le qualità psicometriche delle procedure di misurazione osservate e che aderisca a un modello teorico definito. Poi il clinico torna al ruolo di consulente per comunicare l'esito della valutazione. La valutazione è quindi un processo variabile di problem solving, di presa di decisione e di procedure valutative che dipendono dal quesito, dalla persona e dal tempo a disposizione.Testing

Assessment

Obiettivo Ottenere una misura relativa ad abilità o qualità. Rispondere ad un quesito di invio, risolvere un problema ... Procedura Somministrazione standardizzata e scoring dei risultati "impersonale". Generalmente personalizzata. Si focalizza su come una persona elabora i risultati piuttosto che sui risultati stessi. Ruolo di chi valuta Chi somministra il test non è determinante per il processo. Diversi tecnici sono interscambiabili (se posseggono le competenze tecniche necessarie, ovviamente). Il valutatore che assume il ruolo di clinico è fondamentale nel processo di selezione dei test e di tracciamento delle conclusioni. Competenze di chi valuta Competenze strettamente di tipo tecnico. Richiesta di competenze relative alla selezione accurata dei test, all'organizzazione e all'integrazione ragionata dei dati. Risultati Generalmente, i test generano punteggi numerici. Rilevazione di dati salienti per il chiarimento del quesito posto, ottenuti mediante un approccio logico di problem solving.

Il quesito di invio

Il punto di partenza è sempre un quesito. Beutler e al. (2011) ne elencano alcuni di maggior rilevanza:

  1. Descrizione o formulazione del pattern di comportamento attuale
  2. Cause dei comportamenti osservati
  3. Cambiamenti che si possono prevedere per i comportamenti nel tempo
  4. Modalità con cui i modelli possono essere modificati
  5. Pattern e aree di deficit
  6. Risorse e punti di forza della persona

È fondamentale che la richiesta sia estremamente chiara per permettere al clinico di restituire informazioni utili. Spesso i quesiti sono vaghi e grossolani: "potresti spiegarmi perché il ragazzo va male a scuola?". La maggior parte delle volte il motivo dell'invio è complesso e a più livelli, o diverso da quello che si aspettava il clinico; comprendere il livello implicito permette al clinico di soddisfare le richieste meno consapevoli del soggetto. Prima di iniziare la valutazione il clinico deve soffermarsi a considerare il problema e il disagio del soggetto prima di scegliere gli strumenti per indagare. È fondamentale, per la riuscita della valutazione, la consapevolezza da parte del clinico della diversità dei contesti per potervisi adattare (uno studio privato è diverso da un reparto psichiatrico).Il contesto di un caso lo rende unico e occorre una valutazione mirata, poiché influenza la scelta delle procedure, la relazione clinico-soggetto, l'interpretazione dei risultati e le conclusioni, A partire dalla brochure dello SPA (2008), gli ambiti all'interno dei quali è richiesta più spesso una valutazione sono lo psichiatrico, forense, scolastico e clinico. Per uno psicologo è fondamentale conoscere il contesto psichiatrico, in quanto gli psichiatri consultano gli psicologi quando devono prendere decisioni sul rischio suicidario, sull'impulsività, sulla necessità del trattamento farmacologico ... La valutazione psicologica infatti permette di valutare le caratteristiche del paziente in relazione alla terapia e al tipo di trattamento. L'intervento dello psicologo in ambito forense è ampio e richiede una conoscenza delle leggi e della terminologia, e la capacità di spiegare il significato delle conclusioni cliniche sulla base della validità degli strumenti usati.

Contesti di valutazione: Forense e Clinico

Forense Clinico Scopo della valutazione Analisi di fatti definiti in modo specifico o interazioni di natura non clinica, il più delle volte indipendenti dal trattamento. Questioni generali, come la diagnosi, il funzionamento della personalità e il trattamento sono primarie per ottenere dei cambiamento. Prospettiva del soggetto Secondaria. Il referente diretto è di solito un altro (giudice, compagnia di assicurazioni ... ) Primaria; in quest'ottica una valutazione più “oggettiva” è secondaria. Volontarietà Le persone sottoposte a valutazione forense lo fanno sempre su richiesta o indicazione di una terza parte. La persona, spinta da un disagio, chiede volontariamente aiuto. Problemi di validità Distorsioni consapevoli e intenzionali sono la norma. In genere la persona soggetta a valutazione non ha motivi apparenti per alterare i risultati. Dinamiche relazionali Maggiore distanza emotiva tra clinico forense e cliente per via di diversi fattori (lealtà discordanti, limitata confidenzialità ... ). Le relazioni orientate alla cura enfatizzano attenzione, fiducia ... come basi per l'alleanza terapeutica. La qualità e i livelli di alleanza sono influenzati dal livello di psicopatologia. Tempi e setting Tempi ridotti, difficoltà di accesso al soggetto, luogo fisico non sempre accogliente. Ritmo più lento. Le considerazioni diagnostiche possono essere riviste nel corso del trattamento, ben oltre i colloqui iniziali.

Gli strumenti della valutazione psicologica

Una volta definito il quesito, lo psicologo assume il ruolo di psicometrista e esperto di misurazioni. Durante la somministrazione dei test e la successiva valutazione, il clinico deve adattare il suo comportamento a regole prestabilite così come sono standardizzati i test utilizzati. La sequenza dei diversi ruoli durante la valutazione mette in evidenza la capacità di saper utilizzare sia gli aspetti oggettivo-psicometrici, sia le proprie qualità clinico-professionali. Nell'ultima fase del processo il clinico assume nuovamente il ruolo di consulente per comunicare l'esito della valutazione. Il clinico competente deve essere un comportamentista fedele per comprendere quali circostanze definiscono la situazione di testing e di utilizzare la conoscenza per massimizzare la validità dei dati del test. Dopo aver raccolto i risultati, il clinico può trasformarsi in un assessor psicodiagnosticamente preparato, in grado di mettere insieme aspetti dinamici con i dati dei test, con le informazioni della storia di vita e con le osservazioni comportamentali. I test sono numerosi e quelli usati sono scelti in base all'esperienza, al training e alle preferenze personali, oltre alla capacità di rispondere ai quesiti posti.

Dal singolo test al modello multimetodo

La necessità di utilizzare diversi strumenti collegati tra loro al fine di creare un "singolo strumento diagnostico" è fatta risalire a Rapaport ed è accettata dalla maggioranza degli psicologi che si occupano di valutazione. Secondo l'autore nessun reattivo (test, misurazione) può singolarmente permettere una diagnosi soddisfacente; il disadattamento psicologico può compromettere un numero variabile di funzioni corrispondenti ai diversi reattivi, lasciandone altre inalterate. La pratica di integrazione di più strumenti psicologici di misurazione è stata affidata durante la seconda guerra mondiale (OSS, poi divenuta la CIA) a Henry Murray, con l'intento di creare una procedura di valutazione affidabile; ne emerse un percorso valutativo fatto di colloqui sotto pressione, osservazione, self- report, test situazionali e cognitivi, un insieme di 70 misure. I dati venivano poi analizzati dal piccolo gruppo di psicologi per comprendere se il candidato fosse o meno in grado di infiltrarsi nelle linee nemiche e di resistere se fatto prigioniero. La sintesi del loro lavoro è:

  • Eseguire il programma di valutazione in una matrice sociale in cui sia possibile avere contatti informali e opportunità di osservare le risposte dei candidati
  • Utilizzare diversi tipi di tecniche valutazione
  • Impiegare compiti complessi di tipo life-like in ambiente reale
  • È necessario raccogliere dati sufficienti e avere tempo sufficiente per identificare le componenti della personalità
  • Occorre registrare i dati sistematicamente perché si prestino a confronti statistici
  • Occorre prestare attenzione al perfezionamento delle tecniche di valutazione per aumentare validità e attendibilità

Il test si pone come un "analogo della realtà": tutte le valutazioni psicologiche presumono che sia l'ambiente del test che i comportamenti associati costituiscano campioni rappresentativi di ambienti esterni e di risposte concomitanti in detti ambienti. Ossia, idealmente, le risposte del test non sono specifiche al setting nel quale viene somministrato, ma ricalcano tendenze osservabili nel quotidiano. Il clinico parte dell'assunto che gli elementi importanti dell'ambiente test corrispondono a elementi simili nel mondo reale e che il significato rappresentativo dei punteggi di un test sia associato a una serie di comportamenti prevedibili in ambienti analoghi nel mondo reale. Alcuni test sono più adatti a valutare il dominio cognitivo, mentre altri sono più adatti a valutare il dominio dei comportamenti manifesti e altri il dominio delle emozioni. Il clinico deve conoscere quali test sono più adatti a valutare determinati domini comportamentali e la natura dell'ambiente nel quale tali comportamenti si manifestano in maniera più genuina. Nel 1959, Campbell e Fiskell hanno pubblicato un articolo in cui viene descritto l'approccio Multitrait- Multimethod; secondo tale approccio, per ridurre l'errore in un disegno di valutazione è necessario utilizzare più di un metodo di testing e misurare più di un tratto psicologico. Per molti anni, l'impostazione prevalentemente psicodinamica della psicologia clinica ha determinato un accantonamento dell'approccio nomotetico (contrario all'idiografico) sul quale si fondano i test.

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