Tossicologia occupazionale e ambientale: normative e valutazione del rischio

Documento di Università su Tossicologia Occupazionale e Ambientale. Il Pdf, utile per lo studio universitario in Educazione ambientale, esplora le normative italiane ed europee, la valutazione del rischio chimico e i limiti di esposizione professionale, includendo il Protocollo di Kyoto.

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TOSSICOLOGIA OCCUPAZIONALE E AMBIENTALE
Con la tossicologia occupazionale e ambientale, verranno trattate le tematiche sia in ambito dei luoghi di
lavoro che in ambito ambientale. La tossicologia, intesa come studio degli effetti nocivi delle sostanze
chimiche sugli organismi viventi, è trattata in diverse normative italiane ed europee, tra cui il Decreto
Legislativo 81/2008, il Decreto Legislativo 152/2006 (“Testo Unico Ambientale”) e il Regolamento REACH.
Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro):
Questo decreto si focalizza sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. La
tossicologia è affrontata principalmente nel Titolo IX, dedicato alle "Sostanze Pericolose". In particolare,
vengono stabilite misure per la valutazione e gestione del rischio chimico, obbligando i datori di lavoro a:
Valutare i rischi derivanti dall'esposizione ad agenti chimici pericolosi, tenendo conto delle
proprietà tossicologiche delle sostanze utilizzate.
Adottare misure preventive e protettive per ridurre al minimo l'esposizione dei lavoratori a tali
sostanze, basandosi su dati tossicologici per definire limiti di esposizione e procedure di sicurezza.
Fornire formazione e informazione ai lavoratori sui rischi associati alle sostanze chimiche e sulle
corrette modalità di manipolazione, stoccaggio e smaltimento.
Decreto Legislativo 152/2006 (Testo Unico Ambientale):
Questo decreto disciplina la tutela dell'ambiente e la gestione delle risorse naturali. La tossicologia è
rilevante in diverse parti del decreto, in particolare:
Parte Terza: Norme in materia di difesa del suolo, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche.
Vengono stabiliti limiti per le concentrazioni di sostanze chimiche nelle acque, basati su dati
tossicologici per proteggere la salute umana e gli ecosistemi.
Parte Quarta: Gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati. Si affronta la caratterizzazione dei
rifiuti pericolosi, considerando le loro proprietà tossicologiche, e si definiscono criteri per la
bonifica dei siti contaminati, valutando i rischi tossicologici per la popolazione e l'ambiente.
Regolamento REACH (Regolamento CE n. 1907/2006):
Il REACH è un regolamento dell'Unione Europea che riguarda la Registrazione, Valutazione, Autorizzazione
e Restrizione delle sostanze chimiche. La tossicologia è centrale in questo contesto, poiché il regolamento
richiede:
Registrazione delle sostanze chimiche: I produttori e gli importatori devono fornire dati sulle
proprietà tossicologiche delle sostanze, inclusi studi sugli effetti sulla salute umana e sull'ambiente.
Valutazione del rischio: Sulla base dei dati tossicologici, si devono valutare i potenziali rischi
associati all'uso delle sostanze e adottare misure di gestione del rischio appropriate.
Autorizzazione e restrizione: Le sostanze identificate come estremamente preoccupanti (ad
esempio, cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione) possono essere soggette a
procedure di autorizzazione o restrizione, basate su valutazioni tossicologiche.
In sintesi, la tossicologia svolge un ruolo fondamentale nell'ambito delle normative sulla sicurezza sul
lavoro, sulla tutela ambientale e sulla regolamentazione delle sostanze chimiche, fornendo le basi
scientifiche per la valutazione dei rischi e l'adozione di misure preventive e protettive.
Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, noto come "Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro",
all'articolo 222, lettera a), definisce l'agente chimico come:
"tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati
o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti
intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato".
Questa definizione è inclusiva e copre una vasta gamma di sostanze chimiche che possono essere presenti
in ambito lavorativo. In particolare, comprende:
Elementi o composti chimici: sia singoli elementi chimici che composti formati da due o più
elementi.
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Stato fisico: indipendentemente dallo stato fisico (solido, liquido o gassoso) in cui si trovano.
Origine: sia allo stato naturale che ottenuti attraverso processi produttivi.
Utilizzo: sostanze utilizzate in qualsiasi fase dell'attività lavorativa, inclusi produzione,
manipolazione, immagazzinamento e trasporto.
Smaltimento: sostanze destinate allo smaltimento, comprese quelle considerate rifiuti.
Intenzionalità: sia sostanze prodotte intenzionalmente che quelle generate accidentalmente o
come sottoprodotti.
Commercializzazione: indipendentemente dal fatto che siano immesse sul mercato o meno.
Questa ampia definizione sottolinea l'importanza di considerare tutte le possibili fonti di esposizione a
sostanze chimiche nel contesto lavorativo, al fine di garantire una protezione adeguata della salute e
sicurezza dei lavoratori.
L'articolo 15 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, intitolato "Misure generali di tutela", elenca le
principali misure che devono essere adottate per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi
di lavoro. Tra queste, la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza è indicata come la misura
fondamentale.
La valutazione del rischio è un processo sistematico attraverso il quale il datore di lavoro identifica i pericoli
presenti nell'ambiente lavorativo, analizza e valuta i rischi associati, al fine di adottare le misure preventive
e protettive necessarie per eliminare o ridurre al minimo tali rischi.
Questo processo è essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e per prevenire infortuni e
malattie professionali. La valutazione deve essere documentata nel Documento di Valutazione dei Rischi
(DVR), che deve essere aggiornato periodicamente, soprattutto in caso di modifiche significative nelle
condizioni di lavoro o nell'organizzazione aziendale.
Quando si tratta di rischio chimico, la valutazione deve considerare una serie di fattori specifici riguardanti
le sostanze chimiche utilizzate o presenti nell'ambiente di lavoro.
La valutazione del rischio chimico si effettua seguendo una serie di passaggi fondamentali:
1. Identificazione dei pericoli chimici: Il primo passo consiste nell'individuare le sostanze chimiche
presenti nell'ambiente di lavoro. Questo include sostanze che vengono utilizzate direttamente nel
processo lavorativo, come i solventi, i reagenti chimici, i materiali di consumo, ma anche quelli che
possono essere presenti sotto forma di polveri, fumi, vapori o gas (quindi non correlati al processo
lavorativo ma ciò che c’è attorno, come per esempio il fumo di sigaretta).
2. Valutazione della pericolosità delle sostanze: Dopo aver identificato le sostanze chimiche, è
necessario valutare la loro pericolosità. Le sostanze chimiche sono classificate in base ai loro effetti
sulla salute (tossicità, cancerogenicità, irritabilità, sensibilizzazione, ecc.) e ai rischi fisici (ad
esempio, infiammabilità, esplosività). Questa classificazione è basata sulle informazioni contenute
nelle schede di sicurezza (SDS) fornite dai produttori.
3. Valutazione dell'esposizione: È fondamentale determinare il livello di esposizione dei lavoratori
alle sostanze chimiche. Questo si fa valutando la quantità e la modalità di utilizzo (per esempio, se
vengono manipolate direttamente o se sono presenti nell'aria sotto forma di vapori o polveri). Si
considerano anche la durata e la frequenza dell'esposizione e le condizioni ambientali che
potrebbero influenzare il rischio (come la ventilazione).
4. Determinazione dei rischi per la salute: Dopo aver valutato l'esposizione, il passo successivo
consiste nel determinare i rischi associati all’esposizione a ciascuna sostanza chimica. Questo
include l'analisi dei potenziali danni per la salute a breve e lungo termine (ad esempio, danni ai
polmoni, al sistema nervoso, al fegato, o l'insorgenza di malattie professionali come il cancro).
5. Adottare misure di prevenzione e protezione: Se la valutazione del rischio chimico rileva una
pericolosità per la salute dei lavoratori, il datore di lavoro è obbligato ad adottare misure
preventive e protettive. Queste possono includere l'uso di dispositivi di protezione individuale (DPI)
come guanti, occhiali e maschere, la progettazione di un ambiente di lavoro sicuro (ad esempio,

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Tossicologia Occupazionale e Ambientale

Con la tossicologia occupazionale e ambientale, verranno trattate le tematiche sia in ambito dei luoghi di
lavoro che in ambito ambientale. La tossicologia, intesa come studio degli effetti nocivi delle sostanze
chimiche sugli organismi viventi, è trattata in diverse normative italiane ed europee, tra cui il Decreto
Legislativo 81/2008, il Decreto Legislativo 152/2006 ("Testo Unico Ambientale") e il Regolamento REACH.

Decreto Legislativo 81/2008 (Salute e Sicurezza sul Lavoro)

Questo decreto si focalizza sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. La
tossicologia è affrontata principalmente nel Titolo IX, dedicato alle "Sostanze Pericolose". In particolare,
vengono stabilite misure per la valutazione e gestione del rischio chimico, obbligando i datori di lavoro a:

  • Valutare i rischi derivanti dall'esposizione ad agenti chimici pericolosi, tenendo conto delle
    proprietà tossicologiche delle sostanze utilizzate.
  • Adottare misure preventive e protettive per ridurre al minimo l'esposizione dei lavoratori a tali
    sostanze, basandosi su dati tossicologici per definire limiti di esposizione e procedure di sicurezza.
  • Fornire formazione e informazione ai lavoratori sui rischi associati alle sostanze chimiche e sulle
    corrette modalità di manipolazione, stoccaggio e smaltimento.

Decreto Legislativo 152/2006 (Testo Unico Ambientale)

Questo decreto disciplina la tutela dell'ambiente e la gestione delle risorse naturali. La tossicologia è
rilevante in diverse parti del decreto, in particolare:

  • Parte Terza: Norme in materia di difesa del suolo, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche.
    Vengono stabiliti limiti per le concentrazioni di sostanze chimiche nelle acque, basati su dati
    tossicologici per proteggere la salute umana e gli ecosistemi.
  • Parte Quarta: Gestione dei rifiuti e bonifica dei siti contaminati. Si affronta la caratterizzazione dei
    rifiuti pericolosi, considerando le loro proprietà tossicologiche, e si definiscono criteri per la
    bonifica dei siti contaminati, valutando i rischi tossicologici per la popolazione e l'ambiente.

Regolamento REACH (Regolamento CE n. 1907/2006)

Il REACH è un regolamento dell'Unione Europea che riguarda la Registrazione, Valutazione, Autorizzazione
e Restrizione delle sostanze chimiche. La tossicologia è centrale in questo contesto, poiché il regolamento
richiede:

  • Registrazione delle sostanze chimiche: I produttori e gli importatori devono fornire dati sulle
    proprietà tossicologiche delle sostanze, inclusi studi sugli effetti sulla salute umana e sull'ambiente.
  • Valutazione del rischio: Sulla base dei dati tossicologici, si devono valutare i potenziali rischi
    associati all'uso delle sostanze e adottare misure di gestione del rischio appropriate.
  • Autorizzazione e restrizione: Le sostanze identificate come estremamente preoccupanti (ad
    esempio, cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione) possono essere soggette a
    procedure di autorizzazione o restrizione, basate su valutazioni tossicologiche.

In sintesi, la tossicologia svolge un ruolo fondamentale nell'ambito delle normative sulla sicurezza sul
lavoro, sulla tutela ambientale e sulla regolamentazione delle sostanze chimiche, fornendo le basi
scientifiche per la valutazione dei rischi e l'adozione di misure preventive e protettive.

Definizione di Agente Chimico (D.Lgs. 81/2008, Art. 222)

Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, noto come "Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro",
all'articolo 222, lettera a), definisce l'agente chimico come:

"tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati
o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti
intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato".

Questa definizione è inclusiva e copre una vasta gamma di sostanze chimiche che possono essere presenti
in ambito lavorativo. In particolare, comprende:

  • Elementi o composti chimici: sia singoli elementi chimici che composti formati da due o più
    elementi.
  • 1· Stato fisico: indipendentemente dallo stato fisico (solido, liquido o gassoso) in cui si trovano.
  • Origine: sia allo stato naturale che ottenuti attraverso processi produttivi.
  • Utilizzo: sostanze utilizzate in qualsiasi fase dell'attività lavorativa, inclusi produzione,
    manipolazione, immagazzinamento e trasporto.
  • Smaltimento: sostanze destinate allo smaltimento, comprese quelle considerate rifiuti.
  • Intenzionalità: sia sostanze prodotte intenzionalmente che quelle generate accidentalmente o
    come sottoprodotti.
  • Commercializzazione: indipendentemente dal fatto che siano immesse sul mercato o meno.

Questa ampia definizione sottolinea l'importanza di considerare tutte le possibili fonti di esposizione a
sostanze chimiche nel contesto lavorativo, al fine di garantire una protezione adeguata della salute e
sicurezza dei lavoratori.

Misure Generali di Tutela (D.Lgs. 81/2008, Art. 15)

L'articolo 15 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, intitolato "Misure generali di tutela", elenca le
principali misure che devono essere adottate per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi
di lavoro. Tra queste, la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza è indicata come la misura
fondamentale.

La valutazione del rischio è un processo sistematico attraverso il quale il datore di lavoro identifica i pericoli
presenti nell'ambiente lavorativo, analizza e valuta i rischi associati, al fine di adottare le misure preventive
e protettive necessarie per eliminare o ridurre al minimo tali rischi.

Questo processo è essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e per prevenire infortuni e
malattie professionali. La valutazione deve essere documentata nel Documento di Valutazione dei Rischi
(DVR), che deve essere aggiornato periodicamente, soprattutto in caso di modifiche significative nelle
condizioni di lavoro o nell'organizzazione aziendale.

Quando si tratta di rischio chimico, la valutazione deve considerare una serie di fattori specifici riguardanti
le sostanze chimiche utilizzate o presenti nell'ambiente di lavoro.

Passaggi della Valutazione del Rischio Chimico

La valutazione del rischio chimico si effettua seguendo una serie di passaggi fondamentali:

  1. Identificazione dei pericoli chimici: Il primo passo consiste nell'individuare le sostanze chimiche
    presenti nell'ambiente di lavoro. Questo include sostanze che vengono utilizzate direttamente nel
    processo lavorativo, come i solventi, i reagenti chimici, i materiali di consumo, ma anche quelli che
    possono essere presenti sotto forma di polveri, fumi, vapori o gas (quindi non correlati al processo
    lavorativo ma ciò che c'è attorno, come per esempio il fumo di sigaretta).
  2. Valutazione della pericolosità delle sostanze: Dopo aver identificato le sostanze chimiche, è
    necessario valutare la loro pericolosità. Le sostanze chimiche sono classificate in base ai loro effetti
    sulla salute (tossicità, cancerogenicità, irritabilità, sensibilizzazione, ecc.) e ai rischi fisici (ad
    esempio, infiammabilità, esplosività). Questa classificazione è basata sulle informazioni contenute
    nelle schede di sicurezza (SDS) fornite dai produttori.
  3. Valutazione dell'esposizione: È fondamentale determinare il livello di esposizione dei lavoratori
    alle sostanze chimiche. Questo si fa valutando la quantità e la modalità di utilizzo (per esempio, se
    vengono manipolate direttamente o se sono presenti nell'aria sotto forma di vapori o polveri). Si
    considerano anche la durata e la frequenza dell'esposizione e le condizioni ambientali che
    potrebbero influenzare il rischio (come la ventilazione).
  4. Determinazione dei rischi per la salute: Dopo aver valutato l'esposizione, il passo successivo
    consiste nel determinare i rischi associati all'esposizione a ciascuna sostanza chimica. Questo
    include l'analisi dei potenziali danni per la salute a breve e lungo termine (ad esempio, danni ai
    polmoni, al sistema nervoso, al fegato, o l'insorgenza di malattie professionali come il cancro).
  5. Adottare misure di prevenzione e protezione: Se la valutazione del rischio chimico rileva una
    pericolosità per la salute dei lavoratori, il datore di lavoro è obbligato ad adottare misure
    preventive e protettive. Queste possono includere l'uso di dispositivi di protezione individuale (DPI)
    come guanti, occhiali e maschere, la progettazione di un ambiente di lavoro sicuro (ad esempio,
    2con ventilazione adeguata), l'adozione di procedure sicure di manipolazione e stoccaggio delle
    sostanze chimiche, e l'informazione e la formazione dei lavoratori.
  6. Monitoraggio e aggiornamento: La valutazione dei rischi deve essere periodicamente rivista e
    aggiornata, soprattutto se cambiano le condizioni di lavoro o se vengono introdotte nuove sostanze
    chimiche. In alcuni casi, può essere necessario anche un monitoraggio medico per verificare gli
    effetti sull'esposizione a lungo termine.

In sintesi, l'articolo 15 del Decreto Legislativo 81/08 richiede che la valutazione del rischio chimico venga
effettuata in maniera completa, tenendo conto di tutte le sostanze chimiche presenti, dei pericoli a esse
associati, e dei livelli di esposizione dei lavoratori, al fine di adottare misure adeguate a proteggere la loro
salute e sicurezza.

Tossicologia: Definizione

La tossicologia è la branca della scienza che si occupa dello studio degli effetti dannosi delle sostanze
chimiche e fisiche sugli organismi viventi, in particolare sull'uomo. Essa analizza la natura, il meccanismo
d'azione, le modalità di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione di queste sostanze,
nonché i loro effetti acuti, subacuti e cronici sulla salute. La tossicologia cerca anche di determinare le dosi
sicure di esposizione a sostanze per prevenire danni e malattie.

Il termine "tossicologia" deriva dal greco "toxon" (veleno) e "logos" (studio), ed è una disciplina che si
interseca con altre aree scientifiche come la farmacologia, la biologia, la chimica, la medicina e la chimica
analitica. Gli obiettivi principali della tossicologia sono:

  1. Identificare i pericoli derivanti dall'esposizione a sostanze tossiche.
  2. Valutare il rischio di esposizione in base alla dose e alla durata.
  3. Prevenire o minimizzare i danni attraverso interventi medici o misure di sicurezza.
  4. Stabilire linee guida per la protezione della salute pubblica.

Tossicologia Ambientale

La tossicologia ambientale è una sotto-disciplina della tossicologia che si concentra sullo studio degli effetti
dannosi delle sostanze chimiche, fisiche e biologiche sull'ambiente e sugli organismi che lo abitano, inclusi
gli esseri umani. Si occupa di valutare come gli inquinanti ambientali (come metalli pesanti, pesticidi,
sostanze chimiche industriali, farmaci, ecc.) influenzano la salute degli ecosistemi naturali e la salute umana
attraverso l'esposizione a lungo termine.

Argomenti della Tossicologia Ambientale

Gli argomenti principali della tossicologia ambientale comprendono:

  • Effetti degli inquinanti su flora, fauna e suolo.
  • Tracciamento e dispersione delle sostanze tossiche nell'ambiente.
  • Sostanze persistenti: come alcuni inquinanti che non si degradano facilmente nell'ambiente e
    accumulano nei tessuti degli organismi (ad esempio, PCB, DDT).
  • Bioaccumulo e biomagnificazione: fenomeni attraverso i quali sostanze tossiche si accumulano
    negli organismi attraverso la catena alimentare.
  • Interazioni con le politiche ambientali e la gestione dei rischi ambientali.

Gli scienziati in questa disciplina valutano anche l'esposizione umana e animale a tali sostanze e cercano di
sviluppare soluzioni per ridurre o eliminare questi impatti.

Ecotossicologia

L'ecotossicologia è una disciplina intersettoriale che studia gli effetti delle sostanze chimiche e biologiche
sull'ecosistema, prendendo in considerazione non solo l'effetto su singoli organismi, ma anche su intere
comunità ecologiche. Si concentra sull'analisi degli impatti delle sostanze tossiche sulla biodiversità, sugli
habitat e sull'equilibrio ecologico.

Aspetti dell'Ecotossicologia

Gli aspetti principali dell'ecotossicologia includono:

  • Effetti subletali: effetti che non causano morte immediata, ma che possono alterare la crescita, la
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