Educazione finanziaria e sostenibilità ambientale: costi e politiche

Slide da Banca D'Italia su educazione finanziaria alla sostenibilità ambientale. Il Pdf esplora le conseguenze economiche del cambiamento climatico, le iniziative globali e dell'UE per la decarbonizzazione e la transizione energetica, con un focus sulla distribuzione dei costi e le politiche per una transizione equa, utile per studenti universitari di Economia.

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16 pagine

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Educazione finanziaria alla sostenibilità ambientale
Educazione
finanziaria
alla sostenibilità
ambientale
1
Si sente tanto parlare di cambiamento climatico,
ma che cos’è e quali sono le sue cause? 1
Quali sono le possibili conseguenze economiche
del cambiamento climatico? 2
Secondo il Panel di esperti delle Nazioni Unite,
come si possono limitare i cambiamenti climatici? 3
• Possiamo fare un esempio pratico di tasso di sconto sociale? 4
Perché è difficile attuare delle politiche per il clima? 6
• Ma che cos’è esattamente un bene pubblico? 6
• Si può imporre un prezzo alle emissioni di gas serra? 8
Chi se ne deve occupare? 9
Quali sono le iniziative economiche contro
il cambiamento climatico? 10
Come si distribuiscono i costi della transizione energetica
sulla collettività? C’è un problema di equità? 11
Serviranno molti investimenti,
come verranno finanziati? 12
• Chi emette e chi acquista obbligazioni verdi? 12
Che cos’è la tassonomia
della Commissione Europea?
13
Sommario

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Anteprima

Educazione finanziaria alla sostenibilità ambientale

TUTTI PER UNO
ECONOMIA
PER TUTTI!
BANCA D'ITALIA
EUROSISTEMA

Sommario

Cambiamento climatico: cause e conseguenze

Si sente tanto parlare di cambiamento climatico,
ma che cos'è e quali sono le sue cause?
1

Quali sono le possibili conseguenze economiche
del cambiamento climatico?
2

Limitare i cambiamenti climatici: il ruolo del Panel di esperti delle Nazioni Unite

Secondo il Panel di esperti delle Nazioni Unite,
come si possono limitare i cambiamenti climatici?
3

Tasso di sconto sociale: esempio pratico

  • Possiamo fare un esempio pratico di tasso di sconto sociale?
    4

Politiche per il clima e beni pubblici

Perché è difficile attuare delle politiche per il clima?
6

  • Ma che cos'è esattamente un bene pubblico?
    6

Prezzo delle emissioni di gas serra e responsabilità

  • Si può imporre un prezzo alle emissioni di gas serra?
    8

Chi se ne deve occupare?
9

Iniziative economiche e costi della transizione energetica

Quali sono le iniziative economiche contro
il cambiamento climatico?
10

Come si distribuiscono i costi della transizione energetica
sulla collettività? C'è un problema di equità?
11

Finanziamento degli investimenti e tassonomia europea

Serviranno molti investimenti,
come verranno finanziati?
12

  • Chi emette e chi acquista obbligazioni verdi?
    12
  • Che cos'è la tassonomia
    della Commissione Europea?
    13

Cambiamento climatico: cause e impatto

Cause del cambiamento climatico

Si sente tanto parlare
di cambiamento climatico, ma che
cos'è e quali sono le sue cause?
Il cambiamento climatico è causato da un aumento delle temperature
terrestri. L'aumento delle temperature terrestri può essere generato da
fenomeni naturali (es. lo spostamento dell'asse terrestre o l'attività vulcanica)
oppure da attività umane (es. le produzioni industriali, i trasporti,
il riscaldamento e il raffreddamento degli ambienti) che rilasciano gas a effetto
serra nell'atmosfera. I gas serra sono i gas che una volta immessi nell'atmosfera
si accumulano creando un fenomeno simile a quello che avviene in una serra:
mantengono il calore ambientale nell'atmosfera impedendo che si disperda nello
spazio. L'anidride carbonica (CO2) rappresenta la maggior parte dei gas a effetto
serra rilasciati nell'atmosfera (circa l'80% nell'Unione Europea), ed è generalmente
il risultato della combustione degli idrocarburi prodotta da attività umane.
Si stima che la CO2 possa rimanere in atmosfera per un periodo compreso tra
300 e 1000 anni.

Riscaldamento globale e attività umane

Il sesto rapporto pubblicato dal Panel di esperti di cambiamenti climatici delle
Nazioni Unite (IPCC) mostra che le temperature globali medie sono aumentate
considerevolmente rispetto all'epoca che precede la rivoluzione industriale, in
modo particolare nell'ultimo ventennio. A oggi l'aumento delle temperature
medie è di circa 1,1 ℃ rispetto ai livelli pre-industriali. La comunità scientifica
internazionale è concorde nel ritenere che gran parte del riscaldamento
osservato negli ultimi 50 anni sia attribuibile alle attività umane (FIGURA 1).
FIGURA 1
Cambiamento
delle temperature
terrestri rispetto al
1850-1900 e fattori
sottostanti
2.0
2.0
Il riscaldamento è senza
precedenti in più di 2000 anni
1.5
1.5
periodo plurisecolare più
caldo in più di 100 000 anni
osservato
1.0
1.0
1.0
simulato
umano e
naturale
0.5
0.5
0.2
simulato
0.0
0.0 A
ricostruito
-0.5
-0.5
-1
1
500
1000
1500 1850 2020
1850
1900
1950
2000 2020
Figure SPM.1 in IPCC, 2021: Summary for Policymakers. In: Climate Change 2021: The Physical Science Basis.
Contribution of Working Group I to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on
Climate Change [Masson-Delmotte, V., P. Zhai, A. Pirani, S.L. Connors, C. Péan, S. Berger, N. Caud, Y. Chen, L.
Goldfarb, M.I. Gomis, M. Huang, K. Leitzell, E. Lonnoy, J.B.R. Matthews, T.K. Maycock, T. Waterfield, O. Yelekçi,
R. Yu, and B. Zhou (eds.)]. Cambridge University Press, Cambridge, UK and New York, NY,USA, pp. 3-32, doi:
10.1017/9781009157896.001.
1
solo naturale
(solare e
vulcanico)
osservatoEducazione finanziaria alla sostenibilità ambientale

Conseguenze economiche del cambiamento climatico

Impatto ambientale e rischio fisico

Quali sono le possibili conseguenze
economiche del cambiamento
climatico?
I cambiamenti climatici hanno diverse conseguenze sull'ambiente che ci
circonda. Alcune di queste possono essere persistenti e aumentare
gradualmente, ad esempio il progressivo innalzamento delle temperature o del
livello degli oceani; altre possono manifestarsi in modo acuto, come eventi
climatici estremi, alluvioni, ondate di calore, incendi, siccità etc. Questi fenomeni
si stanno verificando con maggiore frequenza ed intensità e possono provocare
danni alle abitazioni private, alle imprese e all'intero sistema economico.
Il rischio che si verifichino danni a seguito di eventi climatici estremi si
chiama rischio fisico.
CALORE ESTREMO
più frequente
più intenso
FORTE PIOGGIA
più frequente
più intensa
SICCITÀ
aumentata in
alcune zone
INCENDI
più frequenti
OCEANI
riscaldamento
acidificazione
Shutterstock
2Educazione finanziaria alla sostenibilità ambientale

Limitare i cambiamenti climatici: strategie e investimenti

Obiettivi e azioni per la neutralità climatica

Shutterstock
Secondo il Panel di esperti delle
Nazioni Unite, come si possono
limitare i cambiamenti climatici?
Secondo la comunità scientifica, per evitare danni consistenti in termini
economici e di vite umane l'incremento della temperatura media rispetto
ai livelli preindustriali dovrebbe essere contenuto attorno a 1,5 ℃ entro la
fine di questo secolo. Per raggiungere questo obiettivo si devono abbattere
drasticamente le emissioni annuali di gas serra da subito per arrivare entro il
2050 a una situazione in cui l'attività umana non provoca modifiche al clima,
grazie anche all'azione della natura che riesce a catturare parte delle emissioni
nel suolo, nelle piante, nel mare e nei ghiacci (carbon sink). Così si giungerebbe
all'azzeramento delle nostre emissioni nette di gas serra nell'atmosfera, anche
se questo non è affatto semplice. In termini economici, è molto impegnativo e
costoso modificare i processi produttivi. Per arrivare alla neutralità climatica si
devono trasformare profondamente i nostri modi di produrre e consumare e ciò
richiede enormi investimenti in tecnologia e infrastrutture.

Coinvolgimento dei settori economici e scelte di consumo

Tutti i settori economici sono coinvolti in questa trasformazione, in particolare
quelli che utilizzano di più l'energia e i derivati delle fonti fossili e che
producono più emissioni: agricoltura, produzione di energia, trasporti e settori
industriali come i produttori di cemento e acciaio. Anche le nostre abitazioni
devono trasformarsi, per diventare sempre più efficienti dal punto di vista dei
consumi energetici.
Le scelte di consumo sono fondamentali per stimolare il cambiamento di
tutto il sistema produttivo. Se per esempio il consumatore decidesse di non
consumare più prodotti confezionati con materiali non riciclabili, il sistema
produttivo sarebbe costretto ad adeguarsi e a innovare utilizzando materiali
ecosostenibili per poter vendere i propri prodotti.
3Educazione finanziaria alla sostenibilità ambientale

Cambiamenti nelle abitudini di consumo e vantaggi per le imprese

I cambiamenti nelle abitudini di consumo possono accelerare la transizione
verso un'economia a zero emissioni nette di gas serra.
Per esempio, alcuni studi mostrano che, a livello globale, cambiamenti di stili
di vita che implichino un minore spreco di generi alimentari, una dieta più sana,
un modo più ecosostenibile di viaggiare o di muoversi nelle città e la riduzione
dei consumi di energia nelle abitazioni possono contribuire alla riduzione delle
emissioni di gas serra dal 40% al 70% entro il 2050. I comportamenti individuali
di ciascuno di noi possono pertanto dare un contributo assai rilevante al
contrasto al cambiamento climatico e alla transizione verso un'economia
sostenibile.
A fronte del costo che ciascuna impresa sopporta per la transizione, si possono
conseguire vantaggi economici e sociali. Riguardo ai primi, le imprese che
investono nella transizione sono più orientate all'innovazione dei propri
prodotti e dei processi di lavoro, all'uso efficiente delle materie prime e degli
scarti e al rispetto delle regole ambientali e sociali.
Da questi comportamenti le imprese ricavano vantaggi in termini di maggiore
capacità competitiva dei prodotti e profittabilità delle attività; inoltre gli
investitori le percepiscono come meno esposte ai rischi climatici di transizione
e chiedono loro un minor rendimento per finanziarle rispetto alle aziende
meno attente ai temi ambientali, sociali e di governance (conosciuti con
l'acronimo ESG). Il beneficio sociale principale è quello di contribuire a
preservare le condizioni di vita delle generazioni future da eventi catastrofici,
quindi lo sforzo che mettiamo in campo per modificare i nostri comportamenti
nocivi per l'ambiente dipende da quanto è importante per noi la cura delle
generazioni future.

Tasso di sconto sociale e benefici futuri

L'importanza che una società attribuisce a politiche pubbliche che comportano
un costo oggi a fronte di benefici futuri si misura con il tasso di sconto sociale,
cioè quel numero che permette di confrontare valori monetari futuri con quelli
attuali: più il tasso di sconto sociale è basso più il valore monetario dei benefici
o dei costi futuri sarà elevato per noi oggi.

Esempio pratico di tasso di sconto sociale

Confronto tra costi presenti e benefici futuri

Possiamo fare un esempio pratico
di tasso di sconto sociale?
Una politica pubblica può avere costi di realizzazione ingenti, ma
produrre benefici per molti anni a seguire. Il tasso di sconto sociale è
il tasso a cui una società è disposta a scambiare i costi presenti con i
benefici futuri.
4Educazione finanziaria alla sostenibilità ambientale

Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN)

Per esempio se un Paese decidesse di ridurre i suoi consumi di 100
per ridurre le emissioni di gas serra o di investire in energie rinnovabili
spendendo oggi 100, avremmo oggi un costo pari a 100. Il beneficio di
questa riduzione di emissioni si concretizzerà in un ambiente migliore
di quello che si avrebbe in assenza di interventi, che supponiamo
valga un beneficio in termini di minori danni futuri pari a 150 tra 30
anni. Come confrontiamo il beneficio di 150 tra 30 anni con il costo di
100 oggi? Ci serve un tasso di sconto che ci permetta di confrontare
questi due valori. Il tasso di sconto che applichiamo è il tasso di sconto
sociale. Tanto più questo tasso è basso tanto maggiore sarà il valore
riportato ad oggi del beneficio futuro.
Consideriamo la formula del Valore Attuale Netto (VAN), in cui il costo
C è sostenuto al tempo zero e il beneficio B si ottiene al tempo T, e
calcoliamo la differenza tra il costo e il beneficio valutate al tempo
zero con la formula:
VAN =
(1 + tasso) -C(O).
B
Sostituiamo i valori dell'esempio:
150
VAN =
(1 + tasso) 30 -100.
Facendo i calcoli troviamo che per un tasso dell'1,36% i due valori si
eguagliano. Per tutti i valori del tasso inferiori all'1,36% il beneficio
è maggiore del costo. Tanto minore è il tasso tanto maggiore sarà il
beneficio percepito.

Approfondimento sul calcolo del tasso annuo di sconto sociale

Approfondimento sul calcolo del tasso annuo di sconto sociale
In generale, il Valore Attuale Netto (VAN) è dato dalla somma dei costi
Ci e dei benefici B¡ relativi all'anno i, ciascuno moltiplicato per il fattore
correttivo
1
dove r è il tasso annuo di sconto sociale, per tutta
( 1 + r )
la durata della politica di n anni (a partire dall'anno zero):
VAN =
/
n
(1 + r)
B
/
-
Ci
(1 + r)i
i=0
i=0
Se il costo C0 è sostenuto al tempo zero e il beneficio B si ottiene al
tempo T, si ha:
VAN =
B
(1 + r)
Co
Il VAN è maggiore o uguale a zero quando:
rs (8) -1.
Se sostituiamo i valori dell'esempio, abbiamo Co = 100, B = 150 e T = 30.
Pertanto il VAN è zero quando r = 0,0136.
Per valori inferiori, il VAN è positivo, cioè il beneficio supera il costo.
5

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