Documento di Università su Sistemi Socio-economici. Il Pdf, utile per lo studio universitario in Economia, esplora concetti come il capitalismo, il mercato e la trasformazione delle città, con riferimenti a sociologi e implicazioni demografiche e sociali.
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Appunti delle lezioni
I sistemi socio economici sono intorno a noi e ne facciamo parte nella quotidianità. Parliamo infatti di un modo in cui gli individui organizzano le loro relazioni su base di una dimensione economica, che è caratterizzata dalla presenza di scambi e relazioni (intese come relazioni tra due o più individui che non hanno punto di caduta economico). ** Un esempio di sistema socio-economico è il Capitalismo. Anche tendendo fuori l'aspetto economico, dentro i sistemi sociali si mantiene la dimensione relazionale, questo perché siamo animali sociali, come diceva Aristotele "zoon politikon", in quanto nell'antica Grecia la politica e la società erano la medesima cosa. Come detto in precedenza, i sistemi socio-economici sono improntati sul reperimento del salario e perciò alla forma economica, anche in maniera implicita (es. baratto). Si vedrà quindi, oltre all'analisi del mondo del lavoro, il modo in cui i sistemi socio-economici si presentano ai nostri occhi anche in forme camuffate e non necessariamente autoevidenti e come la dimensione economica sarà sempre presente, ma non con la stessa intensità. Inizieremo con il mercato, luogo dello scambio economico. Esso ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo della società: ad esempio, le prime città medioevali sono nate attorno al mercato ed esso scandiva anche l'orario delle persone; infatti, era il giorno più importante della settimana o del mese, animando la cittadina. Grandi letterati hanno costruito capolavori su un giorno carico di aspettative come questo. In questa società lo scambio economico veniva concentrato in quel giorno, differentemente dalla solita economia di susstienza.
Altri sistemi socio economici che verranno analizzati sono:
Lavoro, industria e fabbrica sono i tre momenti che andremo ad analizzare. Si possono costruire sistemi economici anche senza l'utilizzo di denaro (es. un regalo, gratuità di un servizio o gesto ricevuto. Non è detto che anche questo gesto non rientri negli schemi dell'economicismo, perché esso presuppone una reciprocità, altrimenti si crea una disparità). Ma nella società contemporanea il denaro è presente e ciò implica che sia necessario vedere da dove proviene, ovvero dal lavoro. "Nessuno cerca un lavoro, ciascuno cerca un salario". In assenza di rendite, ovvero in assenza di situazioni dove otteniamo denaro senza erogare prestazioni lavorative, dobbiamo cercare lavoro e sentiamo anche una pressione sociale e familiare che ci spinge a farlo.In passato il lavoro aveva una forte valenza identitaria: il lavoratore era identificato nella società attraverso il lavoro che svolgeva e si era in grado, in questo modo, di sapere tutto sulla persona che si stava conoscendo. Ad oggi, è più probabile che una persona abbia più lavori contemporaneamente e che cambi lavoro durante il corso della sua vita. (a differenza dei i nostri nonni o genitori).
Una parola legata al mondo del lavoro è "industria". Nel corso della storia, si passa dalla concezione positiva dell'industria con l'industrialismo, che ne esalta la produzione; alla concezione negativa data dall'estrattivismo, che consiste nell'estrarre risorse dal sistema della terra; quindi, in un'attività predatoria. Per definire l'industria, efficace è la definizione di Luciano Gallino (importane sociologo): "per industria ci si riferisce ad un settore dell'economia che produce beni materiali con l'impiego di macchine, questa produzione avviene all'interno di unità produttive che si chiamano fabbriche. I macchinari che contribuiscono alla produzione sono regolati da lavoratori e tecnici che integrano il lavoro della macchina con le loro capacità e con la loro competenza".
I punti fondamentali di questa definizione sono:
Questa definizione di Gallino, che vedeva gli operai e tecnici integrarsi con le macchine, è stata da alcuni criticata perché escludevala dimensione conflittuale. Questo perché non è vero che ci sia sempre armonia, che si lavori sempre all'unisono verso un obiettivo; ogni posto di lavoro ha una sua gerarchia ed organizzazione, che nasconde dentro di sé una propria "stratificazione sociale" (c'è verticalità, qualcuno comanda sugli altri). Questa verticalità da un lato è necessaria ai fini della produzione, dall'altro crea tensioni e conflitti. Nella definizione di Gallino questo aspetto manca. Ex. Nella fabbrica Fiat di Torino per 10anni, dopo la Seconda guerra mondiale, negli anni 50 non c'è stato neanche un minuto di sciopero; i lavoratori ritenevano un privilegio ed un onore lavorare, nonostante in fabbrica non si lavorasse "bene". Arriva il 62, c'è una protesta improvvisa a Piazza dello Statuto e da lì si scatena l'inferno: nei successivi 20anni alla Fiat di Torino successe di tutto tra scioperi ecc .. Quindi prima vi era una fortissima cooperazione e successivamente un estremo conflitto.
Però sbaglieremo a pensare che la critica all'industria sia propria solo, nello specifico dell'estrattivismo, dei tempi nostri; cioè proveniente da una sensibilità ecologica, ambientale che si sta con moltissimo ritardo strutturando solo ora. È sbagliato pensare così perché anche altre generazioni, come quella dell'800, avevano certe sensibilità. Infatti, voci minoritarie, già nell'800 incominciavano ad avvertire un certo fastidio per questi cambiamenti industriali; e come spesso capita è il mondo dell'arte che intercetta, a livello di avanguardia, le prime critiche:
Già nella seconda metà del 700, nel pieno illuminismo, si sviluppa questa particolare attenzione per le manifatture che poi produrranno le industrie vere e proprie. L'illuminismo, con il suo pensiero verso la razionalità, ben si prestava ad esaltare la futura industria questo perché, come già anticipato con Taylor, "l'industria è razionalizzazione/produzione razionalizzata volta ad orientare la quantità dei prodotti e/o a diminuire i costi di produzione". L'obiettivo di un imprenditore è quello di, a parità di costi, aumentare la produzione o diminuire i costi di produzione. In un sistema capitalistico all'imprenditore non basta guardagnare, quello è il commerciante; l'imprenditore non può permettersi di guadagnare un po', ma vuole e deve guadagnare in modo esponenziale.