Storia Medievale Provero Vallerani, Appunti dell'Università degli Studi di Milano

Documento dall'Università degli Studi di Milano sulla storia medievale Provero - Vallerani. Il Pdf, utile per lo studio universitario di Storia, esplora la trasformazione del mondo romano, il sistema imperiale tardoantico e le società politiche del Basso Medioevo, con un focus su immagini e ideologie del re, amministrazione e assemblee.

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56 pagine

storia medievale Provero - Vallerani
Storia Medievale
Università degli Studi di Milano (UNIMI)
55 pag.
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- Apparato potere imperiale
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Anteprima

PARTE: LA TRASFORMAZIONE DEL MONDO ROMANO

Introduzione al Medioevo

L'idea di medioevo nasce quando il medioevo finisce. Furono gli umanisti a coniare questo termine e ad individuare un periodo di mezzo che si frapponeva tra loro e l'età classica. Nasce in un momento storico preciso e serviva ad affermare la diretta discendenza dalla cultura classica e connotare il millennio precedente come un intermezzo di barbarismi e declino linguistico. Gli uomini del Rinascimento avevano lo Stato come modello politico più alto e guardavano con diffidenza il medioevo.

CAPITOLO 1: L'IMPERO CRITIANO

1.1 il sistema imperiale tardoromano: potere e prelievi

Un momento di transizione molto importante si ebbe intorno al II secolo quando terminò l'espansionismo militare romano. Il limes (confine) era quello del Reno e del Danubio. Da questo momento inizia l'impero tardoantico.

Apparato potere imperiale

L'impero al suo interno non era omogeno ma aveva diverse popolazioni con culture, tradizioni e religioni diverse tra loro; anche il loro livello di romanizzazione era diverso da una civiltà all'altra ma tutte le popolazioni erano coordinate da un perfetto apparato statale, fiscale e militare.

Oriente e occidente

Lungo il III secolo questo sistema conobbe una crisi con una serie di lotte per il trono che si stabilizzarono solamente con la presa del potere da parte di Diocleziano. L'imperatore divise nel 285 il suo potere con Massimiano, non era una divisione territoriale di Roma ma l'avvio di un lento processo che portò alla separazione in due imperi. Nessuno dei due imperatori risiedette a Roma che iniziò a perdere potere politico sempre restando la città simbolo dell'Impero. Questa polarizzazione si accentuò quando i due Augusti nominarono due Cesari (Galerio e Costanzo Cloro) come principali collaboratori. Lungo il IV secolo non ci furono due imperi ma spesso due imperatori.

Per la divisione dell'Impero furono due i passaggi fondamentali: la fondazione di Costantinopoli ed il regno di Teodosio.

  1. Nel 324 l'imperatore Costantino sulla città di Bisanzio fonda Costantinopoli. La città mostrava delle differenze rispetto alle altre città romane fondate nel tempo, fu nominata sede imperiale (non capitale) e aveva un Senato. Inizialmente il Senato era composta da senatori che curavano i loro interessi prevalentemente in oriente, poi nel V secolo divenne una vera e propria capitale.
  2. Teodosio nel 395 sale al potere e capisce che dividere l'impero in occidente e oriente (mantenendo comunque un unico nome) era più efficace per controllare meglio il territorio e le sue diversità all'interno. Suo figlio Arcadio ottenne l'impero d'oriente mentre suo figlio Onorio l'impero d'occidente.

I costi dello stato

L'impero romano doveva supportare economicamente 3 macro categoria: l'esercito (che era stipendiato regolarmente), l'apparato burocratico e la capitale. Le tasse servivano anche a garantire il cibo gratis per i cittadini di Roma ed erano a pagarle quasi esclusivamente i contadini (in base all'ampiezza del terreno e al numero di contadini) e i proprietari di fondi. La tassa era chiamata Annona e a riscuoterla erano i curiales. Questo sistema fiscale era la struttura portante di un sistema di circolazione economico. Il commercio si sviluppo sulle tratte percorse dalle imposte fiscali. Le tasse e le merci percorrevano la tratta del Mediterraneo e venivano sparse in tutto l'Impero.

Reti di scambio e le difficoltà del tardoimpero

Nonostante la lontananza le aree dell'Impero romano erano interdipendenti tra loro e legate. Questo sistema andò in crisi con la fine delle conquiste militari perché l'Impero non disponeva più di bottini e di schiavi. Le villae romane divennero il simbolo della convivenza tra aristocrazia e colonnato cittadino. Le spese militari però non erano comprimibili perche i limes (soprattutto Reno - Danubio e Persiano) andavano difesi e l'esercito necessitava di continue risorse. Gli imperatori adottarono una politica inflazionistica: le monete che incassavano venivano fuse e riconiate con una quantità minore di metallo e dunque con meno valore, questo tipo di politica colpì i poveri. I costi dell'interdipendenza superarono i vantaggi. Le province ormai servivano solo a rifornire l'Italia. Cartagine in questi anni assume un ruolo fondamentale perché fornisce grandi ricchezze ai romani.

1.2 L'esercito, il limes , i barbari

La coscrizione obbligatoria nell'esercito era stata sostituita perché i proprietari terrieri pagavano una tassa per mantenere i propri lavoratori nei campi e non mandarli nell'esercito. Grazie a questa tassa l'impero era in grado di mantenere, equipaggiare, nutrire e stipendiare l'esercito. L'esercito era molto ampio sia per la continua difesa dei limes che per le numerose guerre civili tra imperatori. Nel IV secolo si definirono due settori fondamentali :

  1. comitatenses: forza mobile incaricata di accompagnare l'imperatore
  2. limitanei : guarnigioni poste a difesa del limes.

Il limes

Uno dei limes più importanti era quello europeo del Reno e del Danubio perché fu qui che nel V secolo i barbari sfondarono e saccheggiarono Roma. Il limes non era una distinzione netta tra romani (all'interno) e barbari (all'esterno), ma un punto di incontro, scontro e scambio tra le due civiltà. Le popolazioni barbare non erano estranee al mondo romano, non ne erano sottomesse ma ne erano fortemente influenzate in diversi campi.

Barbari o germani?

Barbaro era un termine che deriva dal greco per indicare lo straniero. (bar-bar). Era un elemento carico di termini di giudizio. Non erano pienamente assimilati con la cultura romana e soprattutto non erano romani. Tacito li chiamò germani senza considerare le diversità tra i vari gruppi di barbari.

Studi recenti condotti da austriaci parlano di etnogenesi: ovvero partendo dalla domanda "come si vedevano i barbari?" sono arrivati alla conclusione che non vi è risposta definitiva, non avevano un'identità permanente ma era l'esito di una continua rielaborazione. I barbari avevano una struttura politica modesta, quasi tribale. Varie tribù si univano soprattutto in periodo di guerra e molte di loro hanno continuato la coalizione fino a diventare veri e propri popoli, ma conta sempre la visione soggettiva che un membro ha, non si trattava di gruppi perfettamente omogenei e stabili.

I barbari e le ricchezze dell'impero

I popoli barbari dunque seguivano i leader che gli potevano portare più ricchezze. Fra III e IV secolo furono attratti dall'Impero. Roma era sempre alla ricerca di validi soldati e le differenze di etnia e lingua non erano rilevanti. I barbari iniziarono a mettere a disposizione le loro abilità di guerrieri all'interno dell'esercito e venivano ricompensati con stipendio.

Interi gruppi di barbari entrarono dunque nell'esercito romano accelerando il processo di etnogenesi. I popoli barbari mantenevano le loro legioni integrandosi poco con i romani e al seguito di un valido re e comandante (che nel frattempo assumeva anche ruoli di rilievo nell'esercito) si identificarono ancora di più. Il processo subì un cambiamento alla fine del IV secolo quando gli Unni sparsero il caos e costrinsero diverse popolazioni barbare a migrare verso occidente. La quantità di persone che chiedeva di entrare a Roma era mai vista prima e il limes non ha retto. Una volta all'interno i barbari iniziarono opere di saccheggio. L'imperatore Valente già impegnato in Persia tornò per attaccare i Visigoti, ma perse clamorosamente ad Adrianopoli e morì (378). Dopo la battaglia si avvia il processo di separazione tra oriente (popoli barbari più inseriti nell'esercito e con ruoli minori) e occidente fino a quando Teodosio non divide l'impero tra i suoi due figli Arcadio e Onorio. Ad occidente il limes renano perse efficacia e tra 406 e 407 entrarono molti gruppi armati, l'azione più clamorosa fu il sacco di Roma del 410.

Esempi di militari barbari / romani furono:

  • Arbogaste: era un franco che ricopriva l'incarico di comandante supremo dell'esercito romano. Si ribellò all'imperatore Valentiniano II e lo uccise facendo nominare Flavio Eugenio. Teodosio nel 394 uccise sia Arbogaste che Eugenio.
  • Stilicone: era un vandalo che fu comandante supremo dell'esercito sono Onorio, vinse contro i Visigoti di Alarico e contro Radagaiso a Fiesole ma questa vittoria lasciò campo aperto ai popoli che nel 407 valicarono il Reno. Fu accusato di tradimento e ucciso.
  • Alarico: era il re dei Visigoti ma anche comandante degli eserciti romani nell'Illirico. Guidò la ribellione del suo popolo ma fu sconfitto da Stilicone e rientro nei ranghi dell'esercito romano. Nel 410 guidò il sacco di Roma e la sua avanzata si fermò in Calabria dove morì. La sua impresa da la forza per la formazione di un regno visigoto.

1.3 La cristianizzazione dell'impero

Pluralità di fedi

Nell' impero c'erano diverse fedi, culti pagani (evoluti rispetto a Giove, Minerva, ecc.) ma avevano assunto tratti di altre religioni sottomesse, diversi culti salvifici diversi dal Cristianesimo, diversi tipi di Cristianesimo in base alla lettura delle Sacre Scritture e una pluralità dell'organizzazione ecclesiastica (vescovo di Roma superiore per importanza).

I romani di solito erano tolleranti verso le altre fedi ma sotto Decio iniziarono a perseguitare i cristiani perché non riconoscevano nell'Imperatore una figura divina e per motivi economici. Dopo le grandi persecuzioni del 303-4 si arrivò alla libertà di culto tra il 311 e 313 e si avviò il processo che portò il cristianesimo ad essere la religione dell'impero nel 380.

Tre furono le tappe fondamentali del rapporto tra impero e cristianesimo:

  1. Editto di Milano: nel 313 Costantino sancì la libertà di culto. Chi non era cristiano non era perseguitato ma si iniziò a vedere nel cristianesimo una religione di coesione per l'impero. Era una religione salvifica a forte connotazione morale improntata ad una crescita morale.
  2. Concilio di Nicea: convocato nel 325 da Costantino, si stabilirono i canoni del cristianesimo che reggono ancora oggi. L'impero aveva bisogno di una religione forte e dall'indubbia interpretazione, che fosse salvifica ma unisse gli abitanti sotto l'impero. Si presero le distanze dall'Arianesimo perché vedeva il Figlio incarnato dal Padre come suo subordinato e non come trinità. Le differenze tra Cristiani ed Ariani si marcarono negli anni.
  3. Editto di Tessalonica: nel 380 l'imperatore Teodosio ordinò di adottare il Cristianesimo come religione dell'impero. I ceti più ricchi si convertirono e gli eretici perseguitati.

1.4 Vescovi e monaci

Alla fine del IV secolo la religione dominante era il Cristianesimo e la sua struttura portante era la singola diocesi, ossia la comunità cristiana di una città e del suo territorio riunita attorno ad un vescovo (-> ripresa del modello organizzativo dell'Impero). Il vescovo aveva una funzione religiosa in quanto fungeva da mediatore verso il sacro e la salvezza ultraterrena e, progressivamente, i membri dell'aristocrazia senatoria ricoprirono sempre più questa carica. Il vescovo era una figura di rilievo nel mondo romano, che fungerà da mediatore dei modelli istituzionali romani nei confronti dei Germanici, trasmettendo tutte le tradizioni romane ai regni romano-barbarici.

Al di sopra dei singoli vescovi, non esisteva una struttura unitaria, ma vi erano delle sedi patriarcali, ossia delle città maggiori che godeva di una superiorità di prestigio e fungevano da poli di riferimento per posizioni teologiche differenti: Roma (l'unica in Occidente e forse la più prestigiosa), Antiochia, Alessandria d'Egitto, Gerusalemme e Costantinopoli.

I vescovi furono anche i protagonisti del processo di evangelizzazione, che si muove in due direzioni:

  • Le campagne > creazione di chiese dipendenti dal vescovo, a cui erano affidato il compito di curare le anime. Si tratta di un processo di acculturazione, che prevede uno scambio: innestandosi nelle campagne il culto cristiano assume de connotati nuovi
  • Nelle isole britanniche > se in Inghilterra il primo radicamento cristiano fu di poco precedente alla caduta del dominio romano, in Irlanda c'era stato un orientamento precoce verso il cristianesimo, sancito dall'invio papale di un vescovo per i cristiani irlandesi. Anche qui però la cristianizzazione assunse una fisionomia particolare: importanza dei centri monastici e una grande spinta missionaria.

> Il monachesimo è una diversa forma di religiosità comune a diverse religioni che consiste in una fuga dal mondo finalizzata a seguire un metodo tendente alla purificazione e all'avvicinamento all'Essere supremo > rinuncia. Si tratta dunque di una forma di ascesi, ossia perfezionamento, avvicinamento alla divinità, obiettivo per cui il cristianesimo ritiene necessaria la penitenza, intesa come purificazione dal peccato.

Nel IV secolo il monachesimo si concepisce come una forma di tacita protesta contro il tipo di cristianesimo che si era instaurato: non più una posizione estrema, ma l'adesione ad una linea

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