Storia del Teatro e dello Spettacolo: dalle origini greche al teatro romano

Documento di Università su Storia del Teatro e dello Spettacolo. Il Pdf esplora la storia del teatro e dello spettacolo, partendo dalle origini greche fino al teatro romano, analizzando generi drammatici come tragedia e commedia, festività e figure chiave.

Mostra di più

62 pagine

STORIA DEL TEATRO E DELLO SPETTACOLO
Lezione 1
·Definizione di teatro:
-Il teatro è il luogo in cui le cose accadono dal vivo, in un incontro-confronto tra persone,
in un intreccio compresenza fisica e di scambio di emozioni.
-qualcosa che possiamo chiamare "teatro" può darsi ovunque, in ogni luogo e in ogni
condizione, perché a definire l'evento è l'azione che si compie. Luigi Allegri, Prima lezione
sul teatro, Roma-Bari, Laterza.
Teatro = pubblico + attori (sono fondamentali per fare lo spettacolo) + edificio (non è
indispensabile bastano delle sedie e un palchetto). Il teatro è un azione/evento che avviene
dal vivo. Incontro/confronto tra persone, con presenza fisica e scenica tra attori e pubblico =
forma di comunicazione dal vivo. Cortili lunghi usati molto tempo fa (spazio aperto racchiuso
da edifici preesistenti) pubblico sta sui balconi. Cortili che vengono apparati a sale teatrali.
Teatro: dal greco theatron, in particolare deriva dal sostantivo théa l’atto di guardare
associato al suffisso locativo tron: luogo per guardare.
Spettacolo: un sostantivo che deriva dal verbo latino `spectare’, guardare, fa riferimento in
modo circoscritto all’evento.
Sophilos, I giochi in onore di Patroclo,
580-70 a.C. -> vaso con raffigurati giochi
sulle scalinate, in onore di Patroclo: è
l’immagine più antica in cui si vede il
pubblico partecipe (il pubblico diventa
importante nell’iconografia più tardi). Ci
mostra il théatron, spazio a gradoni con
su seduta una folla a gesti vivaci (pubblico
che assiste a giochi olimpici in onore della
morte di Patroclo). La scalinata che abbracciano spazio circolare chiamato coro (che
diventerà la platea). Struttura permanente era il theatron (prima in legno poi in pietra) la
parte del “palco” con materiali peggiori e più “temporanei”. Essenziale la parte del
pubblico, molto importante anche l’acustica.
Il V secolo a.C. viene riconosciuto dagli storici come il secolo d’oro della Grecia, in
particolare della città- stato di Atene.
Il dramma (dal greco δρ μαᾶ, "drama" = azione, storia) è una forma letteraria che include
parti scritte per essere interpretate da attori. In senso lato è un intreccio narrativo compiuto
e destinato alla rappresentazione teatrale. Può essere in forma verbale scritta […] oppure
improvvisata da un attore, o ancora in forma di narrazione non verbale, tramite la gestualità
o la danza.
Dramma non è sinonimo di tragedia, drammatico non è gravità, situazione triste (forma
drammatica, testo drammatico o dramma.
Generi drammatici (Grecia V sec. a.C.): tragedia, commedia e dramma satiresco
1
Drammi in Grecia in manifestazioni religioso/festivo/politico in parte finanziato dallo stato e in
parte dai cittadini ricchi. Non si pagava il biglietto.
Grandi Dionisie (Dionisie Cittadine) feste che si svolgevano ad Atene, a marzo, periodo
che coincideva con l’apertura della stagione della navigazione dopo il periodo di fermo
invernale. Dioniso Dio dell’ebrezza e dell’estasi, queste dionisie duravano 5/6 giorni. Le
celebrazioni erano aperte anche agli stranieri, viaggiatori.
Lenee feste che si svolgevano in pieno inverno, verso la fine gennaio. In quel periodo vi
erano pochi stranieri, infatti erano meno importanti.
Piccole Dionisie (Dionisie rurali)→ si svolgevano in provincia nei Demi (Dèmos = distretto,
provincia, Popolo) dell’Attica, anche loro in inverno di solito nel mese di dicembre, avevano
caratteristiche e regole in base alla zona.
534 a.C→ Primo Agone Tragico (gara agonistica)
Nel 486 a.C. furono incluse anche le commedie, le quali però avevano meno spazio rispetto
alle tragedie. La commedia era il genere principe invece delle Lenee.
I temi trattati nelle tragedie attingono fondamentalmente ai miti e alla storia, anche
all’attualità. Attraverso la rievocazione e alla lettura di eventi storici, la collettività si
confrontava con il proprio passato, anche recente, rafforzando la propria realtà e condizione.
Lo stato promuoveva e finanziava queste feste, non erano di carattere commerciale, non si
pagava nessun biglietto. Se ne riconosceva una funziona civile di notevole rilievo. Le feste
avevano una funzione sociale stabilizzante. La comunità che partecipa ad attività comuni
rinforza i vincoli che la tiene legata. Il divertimento permette un allentamento della tensione
che concorre anche essa alla stabilità sociale.
Guido (storico) Paduano, Il teatro antico: per gli Ateniesi il fine e il metro di valutazione della
poesia è la capacità di «rendere migliori i cittadini nelle loro comunità» (Aristofane, Rane,
1009-10) e assicurare con ciò il bene dello Stato.
Noi conosciamo tutti i partecipanti, tutti gli spettacoli, commedie e tragedie rappresentate nel
V sec. a.C., i vincitori ecc. perché hanno trascritto tutto su pietra, poi su papiro da Licurgo
(contemporaneo di Aristotele). Aristotele è uno delle poche fonti che ci parla di teatro,
drammaturgia del V sec. Definizione di tragedia di Aristotele: Tragedia, dunque, è mimesi di
un’azione seria e compiuta in stessa, con una certa estensione; […] in forma drammatica
e non narrativa; la quale, mediante una serie di casi che suscitano pietà e terrore, ha per
effetto di sollevare e purificare l’anima da siffatte passioni.
Sentimenti che la tragedia provoca sono: terrore e pietà. La tragedia ha funzione catartica, di
purificazione dell’anima.
CATARSI s. f. [dal gr. κά αρσιςϑ «purificazione», der. di κα αίρωϑ «purificare»]. Nella
religione greca, nella filosofia pitagorica e in quella platonica, indicava sia il rito magico della
purificazione, inteso a mondare il corpo contaminato, sia la liberazione dell’anima
dall’irrazionale. In particolare, secondo Aristotele, la purificazione dalle passioni, indotta negli
spettatori dalla tragedia. L’organizzazione generali delle Grandi Dionisi era affidata
all’Arconte eponimo (primo magistrato di Atene che dava il nome all’anno in cui era in carica,
una specie di sindaco, si doveva impegnare al massimo per l’evento culturale di grandissimo
rilievo.Aristotele nel suo testo Costituzione degli Ateniesi, ci dice che l’arconte prima di tutto
sceglieva tre coreghi (non sappiamo con quale procedimento. I coreghi erano ricchi cittadini
ateniesi che si sarebbero fatti carico di buona parte delle spese dell’allestimento degli
spettacoli. Ad Atene il corago era quindi colui che oggi sarebbe chiamato produttore. Non
era solo colui che finanziava, ma aveva anche l’interesse di controllare che
i soldi venissero spesi bene, per assicurargli un buon ritorno di immagine.
2

Visualizza gratis il Pdf completo

Registrati per accedere all’intero documento e trasformarlo con l’AI.

Anteprima

Lezione 1

Definizione di teatro

  • Definizione di teatro:

-Il teatro è il luogo in cui le cose accadono dal vivo, in un incontro-confronto tra persone, in un intreccio compresenza fisica e di scambio di emozioni. -qualcosa che possiamo chiamare "teatro" può darsi ovunque, in ogni luogo e in ogni condizione, perché a definire l'evento è l'azione che si compie. Luigi Allegri, Prima lezione sul teatro, Roma-Bari, Laterza. Teatro = pubblico + attori (sono fondamentali per fare lo spettacolo) + edificio (non è indispensabile bastano delle sedie e un palchetto). Il teatro è un azione/evento che avviene dal vivo. Incontro/confronto tra persone, con presenza fisica e scenica tra attori e pubblico = forma di comunicazione dal vivo. Cortili lunghi usati molto tempo fa (spazio aperto racchiuso da edifici preesistenti) pubblico sta sui balconi. Cortili che vengono apparati a sale teatrali. Teatro: dal greco theatron, in particolare deriva dal sostantivo théa l'atto di guardare associato al suffisso locativo tron: luogo per guardare. Spettacolo: un sostantivo che deriva dal verbo latino 'spectare', guardare, fa riferimento in modo circoscritto all'evento.

Origini e rappresentazioni antiche

ANTA:SV 189 97 AT ( DONCCHWY EVEN Sophilos, I giochi in onore di Patroclo, 580-70 a.C. - > vaso con raffigurati giochi sulle scalinate, in onore di Patroclo: è l'immagine più antica in cui si vede il pubblico partecipe (il pubblico diventa importante nell'iconografia più tardi). Ci Sophilos, I giochi in onore di Patroclo, mostra il théatron, spazio a gradoni con 580-570 a.C. su seduta una folla a gesti vivaci (pubblico che assiste a giochi olimpici in onore della morte di Patroclo). La scalinata che abbracciano spazio circolare chiamato coro (che diventerà la platea). Struttura permanente era il theatron (prima in legno poi in pietra) la parte del "palco" con materiali peggiori e più "temporanei". Essenziale la parte del pubblico, molto importante anche l'acustica.

Il V secolo a.C. e il dramma greco

Il V secolo a.C. viene riconosciuto dagli storici come il secolo d'oro della Grecia, in particolare della città- stato di Atene. Il dramma (dal greco op paã, "drama" = azione, storia) è una forma letteraria che include parti scritte per essere interpretate da attori. In senso lato è un intreccio narrativo compiuto e destinato alla rappresentazione teatrale. Può essere in forma verbale scritta [ ... ] oppure improvvisata da un attore, o ancora in forma di narrazione non verbale, tramite la gestualità o la danza. Dramma non è sinonimo di tragedia, drammatico non è gravità, situazione triste (forma drammatica, testo drammatico o dramma.

Generi drammatici e manifestazioni

Generi drammatici (Grecia V sec. a.C.): tragedia, commedia e dramma satiresco 1Drammi in Grecia in manifestazioni religioso/festivo/politico in parte finanziato dallo stato e in parte dai cittadini ricchi. Non si pagava il biglietto.

Le Dionisie e le Lenee

Grandi Dionisie (Dionisie Cittadine)-> feste che si svolgevano ad Atene, a marzo, periodo che coincideva con l'apertura della stagione della navigazione dopo il periodo di fermo invernale. Dioniso Dio dell'ebrezza e dell'estasi, queste dionisie duravano 5/6 giorni. Le celebrazioni erano aperte anche agli stranieri, viaggiatori. Lenee ->feste che si svolgevano in pieno inverno, verso la fine gennaio. In quel periodo vi erano pochi stranieri, infatti erano meno importanti. Piccole Dionisie (Dionisie rurali)-> si svolgevano in provincia nei Demi (Dèmos = distretto, provincia, Popolo) dell'Attica, anche loro in inverno di solito nel mese di dicembre, avevano caratteristiche e regole in base alla zona.

Evoluzione delle rappresentazioni

534 a.C-> Primo Agone Tragico (gara agonistica) Nel 486 a.C. furono incluse anche le commedie, le quali però avevano meno spazio rispetto alle tragedie. La commedia era il genere principe invece delle Lenee. I temi trattati nelle tragedie attingono fondamentalmente ai miti e alla storia, anche all'attualità. Attraverso la rievocazione e alla lettura di eventi storici, la collettività si confrontava con il proprio passato, anche recente, rafforzando la propria realtà e condizione. Lo stato promuoveva e finanziava queste feste, non erano di carattere commerciale, non si pagava nessun biglietto. Se ne riconosceva una funziona civile di notevole rilievo. Le feste avevano una funzione sociale stabilizzante. La comunità che partecipa ad attività comuni rinforza i vincoli che la tiene legata. Il divertimento permette un allentamento della tensione che concorre anche essa alla stabilità sociale.

Funzione sociale del teatro

Guido (storico) Paduano, Il teatro antico: per gli Ateniesi il fine e il metro di valutazione della poesia è la capacità di «rendere migliori i cittadini nelle loro comunità» (Aristofane, Rane, 1009-10) e assicurare con ciò il bene dello Stato. Noi conosciamo tutti i partecipanti, tutti gli spettacoli, commedie e tragedie rappresentate nel V sec. a.C., i vincitori ecc. perché hanno trascritto tutto su pietra, poi su papiro da Licurgo (contemporaneo di Aristotele). Aristotele è uno delle poche fonti che ci parla di teatro, drammaturgia del V sec. Definizione di tragedia di Aristotele: Tragedia, dunque, è mimesi di un'azione seria e compiuta in se stessa, con una certa estensione; [ ... ] in forma drammatica e non narrativa; la quale, mediante una serie di casi che suscitano pietà e terrore, ha per effetto di sollevare e purificare l'anima da siffatte passioni. Sentimenti che la tragedia provoca sono: terrore e pietà. La tragedia ha funzione catartica, di purificazione dell'anima.

La catarsi nella tragedia

CATARSI s. f. [dal gr. κά αρσιςθ «purificazione», der. di κα αίρωθ «purificare»]. - Nella religione greca, nella filosofia pitagorica e in quella platonica, indicava sia il rito magico della purificazione, inteso a mondare il corpo contaminato, sia la liberazione dell'anima dall'irrazionale. In particolare, secondo Aristotele, la purificazione dalle passioni, indotta negli spettatori dalla tragedia. L'organizzazione generali delle Grandi Dionisi era affidata all'Arconte eponimo (primo magistrato di Atene che dava il nome all'anno in cui era in carica, una specie di sindaco, si doveva impegnare al massimo per l'evento culturale di grandissimo rilievo.Aristotele nel suo testo Costituzione degli Ateniesi, ci dice che l'arconte prima di tutto sceglieva tre coreghi (non sappiamo con quale procedimento. I coreghi erano ricchi cittadini ateniesi che si sarebbero fatti carico di buona parte delle spese dell'allestimento degli spettacoli. Ad Atene il corago era quindi colui che oggi sarebbe chiamato produttore. Non era solo colui che finanziava, ma aveva anche l'interesse di controllare che i soldi venissero spesi bene, per assicurargli un buon ritorno di immagine.

Organizzazione degli agoni drammatici

2All'Agone drammatico potevano partecipare tre poeti tragici. Con il dovuto anticipo, coloro che volevano partecipare si rivolgevano direttamente all'arconte con una domanda rituale: gli chiedevano di poter avere un coro. E questa richiesta di rito ci indica quanto rilievo il coro avesse per la realizzazione dello spettacolo. Si chiede ciò che è essenziale per lo spettacolo. L'arconte sceglieva tre poeti e ad ognuno di essi segnava un corego, un finanziatore, un produttore. Durante queste feste, ognuna delle dieci tribù che componevano la popolazione ateniese presentava due cori ditirambici per ogni tribù, uno di adulti e uno di ragazzi. Ogni coro era formato da cinquanta coreuti il cui compito era di danzare e cantare. Questi cori ditirambici non servivano soltanto per essere impiegati negli spettacoli tragici, ma principalmente erano destinati a partecipare ad altri momenti festivi, ai ditirambi appunto. Gli attori invece venivano pagati dallo stato. Questi erano gli unici professionisti. Lo stato paga gli attori professionisti. Gli spettacoli essendo organizzati una volta l'anno, avevano un carattere eccezionale, e quindi era necessario un notevole investimento finanziario. Ogni poeta tragico nell'arco di una giornata presentava al pubblico una tetralogia: insieme di drammi formato da tre tragedie e un dramma satiresco. Le tre tragedie erano generalmente collegate l'una all'altra. Di tetralogie complete ce ne sono giunte pochissime. Nella premiazione, la giuria premiava sia il corego (il finanziatore) sia il poeta autore della tetralogia vincitrice. È soltanto a partire della metà del secolo, 450 a.C. che cominciò ad essere premiato anche il miglior attore. Perché fino a non molto tempo prima il protagonista coincideva con l'autore. Il poeta tragico era non soltanto quanto del testo ma anche primo attore dello spettacolo. In ogni tragedia vi è un numero massimo di attori: tre. Le cose cambieranno quando Sofocle deciderà di non partecipare come attore, poiché non aveva la voce per recitare un'intera giornata, in più non sapeva danzare. Il tragediografo viene chiamato didàskalos, dal greco insenare, istruire, maestro. Era didàskalos perché doveva insegnare al coro (è in pratica diventato il regista, anche se questa figura nasce nel 1800 d.C.).

Lezione 2

Il ruolo del coro nel dramma

Quanto al coro, bisogna considerarlo come uno dei personaggi del dramma, e deve essere parte integrante del tutto e deve partecipare all'azione; non come in Euripide, ma come Sofocle. (Aristotele, Poetica) Aristotele dice che il coro è importante, ma non come lo usa Euripide ma come lo usa Sofocle. Sia nelle tragedie che nelle commedie, il coro è sempre ben definito e caratterizzato dal punto di vista sociologico, anagrafico e psicologico. Per esempio: i vecchi argiri (gruppo di anziani della città di Argo), il coro delle schiave di Troia, coro delle supplici. Gli attori utilizzavano le maschere per interpretare più personaggi.I cori si possono vedere in molti documenti iconografici

Iconografia del coro tragico

Coro tragico. Grecia (Attica 500-480 a.C. Cratere a colonne a figure rosse. Basilea, Antikenmuseum Basel und Coro tragico di donne. Italia (Taranto), 425-375 a.C. Frammento a figure rosse. Würzburg, Martin Wagner Museum. Vaso dell'inizio del V sec. che presenta un coro non coinvolto in un'azione drammatica. Si muovono in sintonia perfetta. L'individuo ha senso solo se inserito in un gruppo. Testimonianze iconografiche molto numerose. La donna centrale indossa una maschera, le due a 3

Non hai trovato quello che cercavi?

Esplora altri argomenti nella Algor library o crea direttamente i tuoi materiali con l’AI.