Documento dall'Università su Microbiologia Clinica – Lezione 7. Il Pdf è un approfondimento di Biologia, adatto al grado universitario, che esplora le infezioni dell'apparato respiratorio, trattando patogeni come Streptococcus Pyogenes, Coronavirus (SARS-CoV-2) e virus influenzali, con dettagli su complicanze, trasmissione e diagnosi di laboratorio.
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L'apparato respiratorio si distingue in due parti:
Esistono infezioni che possono colpire la porzione
superiore o inferiore e solitamente sono determinate
da diversi organismi.
Cavità nasale
Naso
-Faringe
Vie aeree
superiori
Laringe
Trachea
Vie aeree
inferiori
Bronchi
Polmoni
Le infezioni batteriche dell'apparato respiratorio superiore di maggior rilevanza sono le faringo-
tonsilliti, ma possono esserci anche otiti e sinusiti, che hanno la stessa frequenza.
Acute Tonsillitis
Swollen uvis
Whe folldies on Istii
Lo Streptococcus Pyogenes (chiamato così perché porta ad un
accumulo di materiale necrotico) è il batterio più frequentemente
responsabile di faringiti e faringo-tonsilliti, definite anche angine
streptococciche acute.
In particolare, nelle tonsilliti, si forma una raccolta di materiale
purulento a livello delle cripte tonsillari, definite comunemente
"placche tonsillari".
Quest'infezione può coinvolgere anche il palato, l'ugola, il retrofaringe, portare alla comparsa di
febbre e ad un aumento di dimensioni dei linfonodi locoregionali; altri batteri che possono portare a
queste manifestazioni sono lo S. aureus, altri Streptococchi, Mycoplasmi, pneumococchi.
Da un focolaio faringo-tonsillare, possiamo avere un'espansione dell'infezione per continuità, con
l'insorgenza di un'otite media a causa della risalita del batterio attraverso la tuba di Eustachio; oppure
possiamo avere delle polmoniti, mastoiditi e più raramente meningiti.
È una forma che coinvolge tipicamente i bambini, tra i cinque e i quindici anni di età, dura circa due
settimane e la trasmissione è interumana, aerogena. Possiamo, infatti, avere delle epidemie
stagionali o periodiche.
Dopo il periodo del covid con l'isolamento sociale, la frequenza delle faringiti streptococciche acute
è aumentata.
Oltre alla forma acuta, abbiamo anche delle sequele non suppurative, quindi non dovute
direttamente alla colonizzazione batterica, ma all'attivazione di una risposta autoimmune: il periodo
di incubazione per l'insorgenza di queste forme è di quindici giorni dalla sintomatologia acuta della
faringite. Le due forme più frequenti sono:
Tutto ciò è determinato dal fatto che lo Streptococco Pyogenes ha, nella sua struttura, degli antigeni
simili a quelli self: acido ialuronico della capsula, proteina M della parete, mucopeptide
(peptidoglicano). In particolar modo, alcuni ceppi hanno delle somiglianze maggiori rispetto ad altri
e sono, per questo, più facilmente coinvolti in questa manifestazione.
La difterite è un'altra infiammazione batterica, difficile da riscontrare in Italia grazie all'introduzione
della
vaccinazione
obbligatoria
(si
completa
al
primo
anno
di
età).
È determinata dal Corynebacterium Diphteriae e porta a faringite con necrosi della mucosa: si
formano delle pseudomembrane, costituite da cellule necrotiche e fibrina, maleodoranti. Queste si
formano a causa della tossina difterica che localmente ha un'azione citocida.
Lo S. Pneumoniae (pneumococco) è frequentemente causa di otiti e sinusiti; ha bisogno di un
ambiente microaerobio per proliferare, riscontrato maggiormente nei seni paranasali e nell'orecchio
medio. Altri patogeni responsabili sono H. influenzae e Moraxella catarrhalis.
Le otiti sono più frequenti nei bambini perché la tuba di Eustachio è più breve e facilmente si occlude,
portando ad accumulo di secrezioni, proliferazione batterica e sintomatologia dolente retroauricolare.
Le sinusiti sono più frequenti negli adulti perché è già avvenuto lo sviluppo dei seni paranasali.
Le infezioni ad eziologia virale sono le più frequenti.
La sintomatologia compare dopo un breve periodo di incubazione (1-2 giorni), in seguito allo
sviluppo
del
virus
localmente
che
determina
un
danno.
I sintomi sono: starnuti, rinorrea, congestione nasale, mal di gola e tosse.
La trasmissione è aerogena, tramite goccioline emesse con tosse o starnuti, ma anche parlando.
Le goccioline più grandi contengono più virus, ma la trasmissione avviene per contatto diretto con il
soggetto infetto, perché, a causa del loro peso, non riescono a rimanere sospese a lungo.
Le goccioline più piccole (aerosol) rimangono in sospensione più a lungo (minuti o addirittura ore,
soprattutto se non ci sono correnti d'aria nella stanza), ma contengono meno virus.
La manifestazione più frequente è il raffreddore comune che può essere associato a vari virus, ma
la famiglia più rappresentata è quella dei Picornaviridae, del genere Rhinovirus, che contiene più
sierotipi
diversi.
di
10
I bambini piccoli sono particolarmente suscettibili e non è esclusa la reinfezione dopo un determinato
periodo di tempo con lo stesso sierotipo, a causa dell'affievolirsi delle difese immunitarie.
Il genere Enterovirus è rappresentato da Coxsackievirus ed Echovirus, o altri che sono indicati con
dei numeri; nonostante il nome si trasmettono per via aerea.
3Genere
Nº
sierotipi
Specie
Rhinovirus
102
Rhinovirus
Enterovirus
3
Poliovirus
23
Coxsackievirus A
6
Coxsackievirus B
32
Echovirus
4
Enterovirus
Hepatovirus
1
Human Hepatitis virus A
Tra gli altri agenti virali abbiamo anche il Coronavirus, il virus respiratorio sinciziale e i virus
parainfluenzali (anche di questi ci sono sierotipi diversi).
Esiste una stagionalità: soprattutto nei mesi freddi, la popolazione tende a stare di più negli ambienti
chiusi; quindi, vi è un aumento delle secrezioni, oppure vi può essere un'aumentata sopravvivenza
dei virus sulle superfici, favorita dall'ambiente freddo e umido tipico dell'inverno.
La pandemia è stata causata da un nuovo coronavirus, SARS-COV2 (SARS: Sindrome Respiratoria
Acuta Severa).
I coronavirus umani sono diversi, tra i più importanti abbiamo:
Questi rappresentano circa il 15% di tutti i casi di raffreddore.
In un soggetto fragile possono, per contiguità, raggiungere il polmone e dare delle polmoniti
interstiziali severe, fino addirittura alla morte.
Sono tutti virus che hanno fatto un salto di specie, che rende le mucose suscettibili a questi patogeni.
L'ospite naturale nella maggior parte dei casi è il pipistrello,
ma la trasmissione all'uomo avviene a causa di un ospite
intermedio, che può essere un mammifero o un roditore, come
formichieri e simili, tra cui furetti (America), pangolini e zibetti
(Asia)- quest'ultimi sono stati l'anello di congiunzione del
primo covid (SARS-COV1), che però ha avuto un numero di
infetti esiguo, circa 8.000 casi confermati. È stata anche questa
una pandemia ma localizzata in zone specifiche, principalmente
asiatica (es. in Brasile solo 1 caso), con un'elevata mortalità
(9,5%).
Tutto ciò è avvenuto perché il virus si è adattato a riconoscere
un recettore che si trova nella mucosa respiratoria umana, cioè
l'ACE-II.
NL63(1100s)
SARS (2003)
229E (1800s)
MERS (2012)
OC43 (1800s)
?
SARS-COV-2(2020)
HKU1 (unknown)
4Per ogni coronavirus è indicato l'anno in cui si presume sia avvenuto questo salto di specie, come il
SARS-COV1 (estinto), che è avvenuta nel 2003; mentre per la MERS (Medium Est Respiratory
Syndrome) è avvenuto nel 2012. Quest'ultima è una pandemia che ancora oggi continua, ma è
confinata nella penisola arabica: l'anello di congiunzione sono i camelidi (cammelli e dromedari).
La trasmissione interumana è estremamente limitata, mentre è più frequente quella zoonotica. Vi
sono casi severi e in totale sono stati registrati 2613 casi, con una mortalità del 36%.
Segue digressione del professore:
Per il virus NL63, si stima che il salto di specie sia avvenuto nel 1100: è solo una stima basata sullo
studio
del
genoma.
Studiando il genoma di ora e calcolando il numero di mutazioni e il tempo di mutazione medio, si
può
calcolare
quando
i
due
genomi
si
sono
separati.
Non ci sono fonti storiche che indichino che vi sia stata una pandemia nel 1100, ma questo si spiega
con:
Dobbiamo anche considerare quanti fossero i soggetti fragili, cioè anziani con comorbidità, che però
morivano sicuramente a causa della patologia di base, perché non c'era assistenza sanitaria. Quindi
la popolazione suscettibile era molto limitata.
I coronavirus possono infettare molti mammiferi: animali da allevamento e animali da compagnia,
come gatti o cani; infatti, esistono dei vaccini per i gatti contro il coronavirus felino, il quale può
portare a peritonite infettiva felina, associata ad alta mortalità.
Il SARS-COV2 deriva dai pipistrelli e il responsabile del salto di specie è probabilmente il pangolino,
una sorta di formichiere asiatico. Nei wet market, gli animali, vivi e infetti, vengono venduti al
mercato, e tramite le loro secrezioni possono facilmente infettare le persone che vi circolano.
Il virus ha acquisito una mutazione, in particolare un'inserzione, che ha raddoppiato i siti di
clivaggio della proteina di superficie dell'envelope (SPIKE), la quale è sia un antirecettore virale sia
un fattore di fusione. Sporge dalla superficie dell'envelope quindi è il peplomero principale del virus.
Nds. Il peplomero, o spinula (in inglese spike), è una struttura glicoproteica presente come
protuberanza all'esterno del pericapside, il doppio strato lipidico che costituisce l'involucro di
alcuni virus.
La proteina spike ha due domini:
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