Documento dall'Università Cattolica del Sacro Cuore su "Manuale psicopatologia dell'infanzia Tambelli". Il Pdf esamina i principali manuali diagnostici come DSM-5, DC:0-3/DC:0-5 e PDM/PDM-2, utili per lo studio universitario della Psicologia.
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Manuale psicopatologia dell'infanzia Tambelli
Psicologia dell'infanzia (Università Cattolica del Sacro Cuore)
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Scaricato da Jacqueline (jackie.giudice99@gmail.com)MANUALE DI PSICOPATOLOGIA DELL'INFANZIA
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Scaricato da Jacqueline (jackie.giudice99@gmail.com)
Tra le figure significative che hanno permesso di sviluppare un nuovo orientamento disciplinare in ambito
evolutivo vi sono Bowlby, Anna Freud, Selma Freiberg, Spitz, che sono partiti dall'osservazione del disagio,
del malessere espresso dal bambino in modo tale da poter cogliere preventivamente le derivazioni e i nodi
patologici nello sviluppo. Prima di arrivare alla moderna concezione della psicopatologia dello sviluppo, il
bambino è entrato timidamente nel setting clinico, abbandonando l'isolamento passivo con cui era stato
considerato fino agli inizi del '900, per assumere un ruolo di rilievo e di primo piano, grazie anche alla
focalizzazione sul primo caso infantile della storia (Freud, Caso del piccolo Hans, 1908).
In questo percorso, il primo passaggio chiave è rappresentato dall'abbandono del bambino
ricostruito di Freud, che si delinea
gradualmente dai resoconti del padre e dalle
Bambino
RICOSTRUITO
ricostruzioni anamnestiche dell'infanzia da
parte dell'adulto.
Quindi, si ha l'ingresso del bambino nel
setting clinico grazie ad autori come Anna
Freud, Melanie Klein, Winnicott, Mahler, che
si focalizzano sul paziente/bambino, il
bambino reale, e sul suo mondo relazionale,
rappresentato in primis dai genitori e il
bambino osservato.
Bambino
CLINICO
Bambino
OSSERVATO
Bambino
REALE
Questo passaggio si compie nel bambino clinico (paziente che può essere osservato e analizzato
all'interno di un setting clinico, prima precluso ai bambini). Questo percorso permette di rilevare,
con maggiore accuratezza rispetto al passato, i punti di rottura e disgiunzione di un percorso
strutturale verso la salute mentale nell'infanzia. Centrale è l'ascolto delle parole del bambino, dei
gesti, delle posture dei pianti e delle reazioni che hanno sensibilizzato la ricerca di una nuova
modalità di sintonizzazione affettiva che potesse permettere di entrare empaticamente nel suo
disagio per poter comprenderne la specificità comunicativa ed espressiva.
In questa prospettiva assume un ruolo di rilievo il contributo dell'Infant Research, che con il focus sulle
espressioni facciali del bambino e del suo interlocutore, ha rilevato gli affetti su base corporea, la sede della
memoria implicita. La comunicazione implicita è, infatti, il mezzo espressivo maggiormente utilizzato dai
bambini nelle fasi precoci dello sviluppo e, per questo, è il mezzo più utilizzato per rilevare segni di disagio
nel bambino
Oltre al bambino reale, nel setting clinico entra in gioco l'adulto/genitore anch'egli nelle vesti di paziente,
non in senso individuale ma in relazione con il figlio, nella considerazione che se il disturbo nasce nella
relazione, allora è la relazione che deve necessariamente essere curata.
Dal bambino clinico, quindi, si perviene ad una nuova nascita, rappresentata dall'emergere del nuovo
paziente prototipico dato dalla relazione genitore-bambino (Stern, 1995), avente le seguenti caratteristiche:
Con l'ingresso nel setting clinico del nuovo paziente, la Developmental Psychopathology diventa la disciplina
principale per definire dettagliatamente lo sviluppo evolutivo, per rilevarne deviazioni e programmare
interventi. L'agire terapeutico è inteso come un'azione orientata alla prevenzione del malessere psichico, o,
qualora questo non fosse possibile, come un intervento atto al miglioramento e alla cura della situazione
per migliorare la vita del bambino e della famiglia.
Per fare ciò la disciplina si avvale dell'aiuto di altre discipline: teoria dell'attaccamento, Infant research e
neuroscienze affettive. Ciò ha permesso di comprendere maggiormente lo sviluppo normale del bambino,
ma di comprendere meglio anche le deviazioni e distorsioni dello sviluppo.
Inoltre, ha permesso di creare specifici assessment diagnostici riguardanti lo sviluppo (DC:0-5) e di
individuare precocemente indicatori di rischio relativi soprattutto alle prime relazioni che il bambino
intrattiene con i genitori. In questo passaggio sono stati fondamentali i risultati forniti dagli studi
longitudinali a ricco termine, che hanno messo in luce come l'attaccamento sicuro si sia rivelato un fattore
di resilienza rispetto ad eventi traumatici. Assistiamo, quindi, ad un ricco scambio tra campo della ricerca
evolutiva e campo dell'intervento clinico (che comprende due livelli: intervento terapeutico e prevenzione).
In questa prospettiva la psicologia clinica, storicamente indipendente, sembra utilizzare sempre di più
strumenti e costrutti tratti dalla recente ricerca evolutiva: i risultati dell'ambito evolutivo hanno permesso ai
clinici di avvalersi di una mole di dati empirici che hanno permesso, oltre che di ampliare il bagaglio di
conoscenze scientifiche, di riconoscere sempre più precocemente e in modo immediato i meccanismi che
interferiscono con la costruzione di una base sicura per lo sviluppo del bambino. E' su queste interferenze
che si strutturano gli interventi di prevenzione che si focalizzano su una riparazione-ridefinizione-
rieducazione della relazione disfunzionale genitore-bambino che deve diventare adattiva e funzionale.
Grazie all'osservazione delle linee di sviluppo del bambino e dell'adolescente lungo le traiettorie evolutive
normali, è stato possibile individuare e segnalare possibili deviazioni dello sviluppo specifiche della fase
evolutiva.
Nel momento in cui la relazione genitore-bambino è state presa in considerazione come realtà empirica,
teorica e clinica, la psicopatologia dello sviluppo ha dovuto orientarsi verso una sistematizzazione di modelli
che potessero sostenere la diagnosi clinica in età evolutiva. La valutazione e il trattamento dei problemi
relazionali precoci è di importanza fondamentale perchè:
Ci sono però alcune questioni, come chi soffre tra i caregivers e il bambino nella situazione attuale oppure
di chi è la responsabilità. Occorre considerare che, a differenza del contesto di cura dell'adulto, che chiede di
essere aiutato nel momento di disagio, l'invio al terapeuta, nel caso dei bambini, viene effettuato da parte
di altre persone adulte (solitamente i genitori, altrimenti insegnanti, pediatri, giudici). Risulta quindi
necessario sviluppare un linguaggio comune comprensibile alle diverse realtà che ruotano attorno
all'ambiente di crescita del bambino, e sensibilizzarle alla comprensione dei campanelli di allarme che
possono agire da segnali di disagio di cui il bambino si fa portavoce, ma che rappresentano un problema
all'interno delle relazioni. Pianificare interventi sul sistema relazionale in cui il bambino vive presuppone che
il clinico possieda un modello di comprensione che tenga conto della dinamicità del sistema relazionale
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Scaricato da Jacqueline (jackie.giudice99@gmail.com)nella quale è inserito il bambino, e dell'importanza che tale sistema ha per il sviluppo delle competenze,
per il suo benessere e la sua salute fisica e mentale.
Mentre da tempo la psichiatria infantile ha attribuito un ruolo di rilievo all'ambiente esterno, agli eventi che
ruotano intorno al contesto familiare e al processo educativo, solo di recente ci si è focalizzati sulla dinamica
intrapsichica della genitorialità. Questo termine, infatti, viene introdotto solo negli anni Sessanta in
relazione alla maternità e a fenomeni psichici gravi (es. depressione post-partum), e da questo momento in
poi, come già visto, acquista sempre più peso l'osservazione diretta delle relazioni precoci genitore-neonato.
A partire dagli anni '80 l'azione preventiva viene considerata alla luce
dell'integrazione di tre modelli:
MODELLO
DEL TRATTO
MODELLO
AMBIENTALE
*
MODELLO DEL TRATTO: parte della considerazione dello specifico
modo che il bambino presenta di percepire, organizzare i pensieri
e rapportarsi con gli altri; permette di prevedere lo sviluppo
successivo ad un tempo dato. La specificità dei tratti di ciascuno
MODELLO
INTERAZIONALE
può essere legata a fattori innati (es. temperamento), oppure può
essere acquisita attraverso
l'apprendimento o attraverso le interazioni con altri significativi. II
tratto non ha un carattere interattivo e non è influenzato
dall'ambiente in maniera significativa.
Madre (M)
T1 Bambino (B)
T2 (B1)
Es. la madre che interagisce con il figlio al tempo T1 stimola la
costruzione di un legame di attaccamento che tende a permanere
nel tempo (T2) in modo peculiare rispetto alle specificità individuali
di ciascun soggetto -> è il tratto che è alla base dell'insorgenza della
psicopatologia.
*
MODELLO AMBIENTALE: si focalizza sull'ambiente in cui il bambino cresce e si sviluppa,
oltrepassando la specificità genetica del tratto. E' l'ambiente a influenzare lo sviluppo infantile e a
produrre la psicopatologia; bisogna quindi attuare una precisa valutazione delle capacità genitoriali,
che sono poste alla base dello sviluppo infantile
Ambiente
At1
At2
At3
che si adegua e si adatta alle pressioni
ambientali. Es. le specificità dell'ambiente al
tempo At1 si riflettono direttamente sul
bambino al tempo Bt1 e così via nei diversi
momenti della crescita.
Bambino
Bt1
Bt2
Bt3
*
MODELLO TRANSAZIONALE: alla base del modello di comprensione della psicopatologia evolutiva;
prende in considerazione sia le caratteristiche del bambino sia quelle dell'ambiente in cui vive, che
concorrono insieme a determinare il corso dello sviluppo del bambino, il suo adattamento e anche il
suo disadattamento.
E' stato ideato da Sameroff, che suggerisce la necessità di costruire una teoria unificata dello sviluppo che
consenta una comprensione globale delle caratteristiche, dei bisogni e delle necessità dei bambini nei
diversi momenti della crescita -> per far ciò è necessario attuare un'operazione di decostruzione della
psicologia dello sviluppo, operazione epistemologica che consente di riconoscere come questa disciplina,
nel corso degli anni, abbia oscillato dal paradigma della natura (tratti) a quello ambientale per cercare di
comprendere e riconoscere le forze che determinano lo sviluppo infantile e lo influenzano.
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