Globalizzazione, ricchezza e povertà: un'analisi di eCampus Università

Documento da eCampus Università su Globalizzazione, ricchezza e povertà. Il Pdf esplora il concetto di globalizzazione, le sue cause e gli effetti sulla distribuzione della ricchezza, con un focus sull'economia e il concetto di villaggio globale.

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Lezione 25
Globalizzazione,
ricchezza e povertà
Sessione 0: effetti
della globalizzazione
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Titolo:
Che cos’è la globalizzazione?
La globalizzazione è un processo d’incremento dell’interdipendenza e degli
scambi a livello planetario, che ha creato una maggiore integrazione fra le diverse
parti del globo. Si è verificato in modo intenso dagli ultimi decenni del XX secolo e
ha portato alla diffusione di comuni costumi di vita e degli stessi modelli di produzione
e di consumo dei beni. Ciò è avvenuto grazie alla crescita dei flussi di persone,
merci, capitali, servizi e informazioni, dovuta al miglioramento dei trasporti e
delle telecomunicazioni.
Il termine globalizzazione viene utilizzato dagli anni Sessanta del XX secolo, quando
lo studioso canadese Marshall McLuhan inventò l’espressione “villaggio globale”
(global village) per spiegare l’impatto delle nuove tecnologie della comunicazione e
dei trasporti sulla vita sociale e culturale degli uomini. McLuhan sostenne che si stava
verificando una riduzione temporale delle distanze: dati, uomini e prodotti
impiegavano, cioè, un tempo sempre minore per percorrere gli stessi spazi. La vita
dell’uomo non andava più relazionata a quanto avveniva nel territorio in cui viveva,
ma a quello che succedeva sull’intero pianeta.
I vantaggi di pochi e la povertà di molti
La globalizzazione ha fatto crescere gli scambi commerciali a grande distanza,
aumentando la concorrenza fra i produttori. Così si sono ridotti i prezzi di mercato.
Ne hanno giovato i consumatori finali ma le imprese sono state costrette a tagliare i
costi, sfruttando soprattutto i Paesi più deboli, che offrono materie prime e
manodopera a prezzi bassi.
Negli Stati meno sviluppati sono aumentati i posti di lavoro e sono state importate
strutture, tecnologie e competenze. La maggior parte dei guadagni, però, arricchisce
i Paesi sviluppati, accentuando i divari tra il 20% della popolazione mondiale (che
detiene il 95% della ricchezza totale) e il resto dell’umanità. Per esempio, in Svizzera
un individuo guadagna in media 87 mila dollari statunitensi all’anno, cioltre 800
volte quello che si percepisce in Somalia (circa 105 dollari).
Grandi differenze esistono anche all’interno di ciascun Paese: il reddito del 10%
più abbiente degli italiani è 6 volte quello del 10% più misero; negli USA questo
rapporto sale a 17, in Brasile a 68 e in Paraguay addirittura a 87. Forte è il divario tra

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e CAMPUS UNIVERSITÀ

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere Lezione 25 Globalizzazione, ricchezza e povertà Sessione 0: effetti della globalizzazione

1 C 2007 - 2016 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 9002752130 - Tel: 031.79421 - Fax: 031.7942501 - Mail: info@uniecampus.ite CAMPUS UNIVERSITÀ

Che cos'è la globalizzazione?

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere Che cos'è la globalizzazione? La globalizzazione è un processo d'incremento dell'interdipendenza e degli scambi a livello planetario, che ha creato una maggiore integrazione fra le diverse parti del globo. Si è verificato in modo intenso dagli ultimi decenni del XX secolo e ha portato alla diffusione di comuni costumi di vita e degli stessi modelli di produzione e di consumo dei beni. Ciò è avvenuto grazie alla crescita dei flussi di persone, merci, capitali, servizi e informazioni, dovuta al miglioramento dei trasporti e delle telecomunicazioni.

Il termine globalizzazione viene utilizzato dagli anni Sessanta del XX secolo, quando lo studioso canadese Marshall Mcluhan inventò l'espressione "villaggio globale" (global village) per spiegare l'impatto delle nuove tecnologie della comunicazione e dei trasporti sulla vita sociale e culturale degli uomini. McLuhan sostenne che si stava verificando una riduzione temporale delle distanze: dati, uomini e prodotti impiegavano, cioè, un tempo sempre minore per percorrere gli stessi spazi. La vita dell'uomo non andava più relazionata a quanto avveniva nel territorio in cui viveva, ma a quello che succedeva sull'intero pianeta.

Vantaggi e povertà

Impatto sugli scambi commerciali

La globalizzazione ha fatto crescere gli scambi commerciali a grande distanza, aumentando la concorrenza fra i produttori. Così si sono ridotti i prezzi di mercato. Ne hanno giovato i consumatori finali ma le imprese sono state costrette a tagliare i costi, sfruttando soprattutto i Paesi più deboli, che offrono materie prime e manodopera a prezzi bassi.

Disparità tra Paesi sviluppati e meno sviluppati

Negli Stati meno sviluppati sono aumentati i posti di lavoro e sono state importate strutture, tecnologie e competenze. La maggior parte dei guadagni, però, arricchisce i Paesi sviluppati, accentuando i divari tra il 20% della popolazione mondiale (che detiene il 95% della ricchezza totale) e il resto dell'umanità. Per esempio, in Svizzera un individuo guadagna in media 87 mila dollari statunitensi all'anno, cioè oltre 800 volte quello che si percepisce in Somalia (circa 105 dollari).

Disuguaglianze interne ai Paesi

Grandi differenze esistono anche all'interno di ciascun Paese: il reddito del 10% più abbiente degli italiani è 6 volte quello del 10% più misero; negli USA questo rapporto sale a 17, in Brasile a 68 e in Paraguay addirittura a 87. Forte è il divario tra 2 C 2007 - 2016 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co)- C.F. 9002752130 - Tel: 031.79421 - Fax: 031.7942501 - Mail: info@uniecampus.ite CAMPUS UNIVERSITÀ Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere città e campagna: in Asia, Africa e America latina il 75% delle persone povere è concentrato nelle zone rurali. Negli ultimi decenni questi dislivelli sono aumentati anziché diminuire. Ne deriva una situazione globale nella quale quasi 900 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà1, mentre ci sono famiglie che hanno capitali pari al PIL di interi Paesi.

1 La soglia di povertà è un parametro in base al quale si considera povero chi vive con meno di 1,9 dollari al giorno (circa 1,7 euro); al di sotto di questa soglia si parla di "povertà assoluta" o di "povertà estrema".

3 C 2007 - 2016 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co)- C.F. 9002752130 - Tel: 031.79421 - Fax: 031.7942501 - Mail: info@uniecampus.ite CAMPUS UNIVERSITÀ

Globalizzazione, ricchezza e povertà

Sessione 0: Podcast sugli effetti

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere Lezione 25 Globalizzazione, ricchezza e povertà Sessione 0: Podcast sugli effetti della globalizzazione

1 C 2007 - 2016 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 9002752130 - Tel: 031.79421 - Fax: 031.7942501 - Mail: info@uniecampus.ite CAMPUS UNIVERSITÀ

Paesi poveri e impegno dell'ONU

Sessione 1: i Paesi poveri e l'impegno dell'ONU

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere Lezione 25 Globalizzazione, ricchezza e povertà Sessione 1: i Paesi poveri e l'impegno dell'ONU

1 C 2007 - 2016 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 9002752130 - Tel: 031.79421 - Fax: 031.7942501 - Mail: info@uniecampus.ite CAMPUS UNIVERSITÀ

Il debito dei Paesi poveri

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere Il debito dei Paesi poveri Per avviare un processo di crescita economica, uno Stato è spesso costretto a ricorrere a prestiti dall'estero. Gli Stati più poveri, però, non sono in grado di restituire i finanziamenti. Faticano a pagare i soli interessi e per questo riducono le spese sociali (sanità, istruzione, strutture viarie ecc.), peggiorando la qualità della vita della popolazione.

Il motivo del forte indebitamento di questi Paesi è da attribuire alle fluttuazioni dei mercati internazionali delle materie prime (alimenti, minerali e combustibili fossili). Negli anni Settanta del XX secolo i prezzi di questi prodotti erano saliti alle stelle e molti Paesi che li esportavano si erano indebitati, sperando in un rapido sviluppo delle proprie economie.

I prestiti, ottenuti molto facilmente, sono stati malamente investiti, per esempio privilegiando la modernizzazione delle proprie città, anziché realizzare infrastrutture utili alla società e all'economia.

Dopo un decennio, però, il calo dei prezzi delle materie prime e l'aumento del costo delle importazioni dei prodotti finiti ha messo in crisi le economie di molti Stati, che non sono stati capaci di restituire le somme ottenute in prestito.

Un approccio sistemico alla povertà

L'ONU ha scelto come primo Obiettivo dell'Agenda 2030 il totale sradicamento della povertà estrema. Le persone povere sono parte di un sistema nel quale si trovano svantaggiate in molti ambiti. Sono le più colpite dalle crisi economiche e politiche, dalle catastrofi naturali, dalle guerre e dalla violenza. Hanno bassi livelli di istruzione e scarse cure sanitarie. Non hanno un'alimentazione sana e sufficiente, né posti di lavoro dignitosi e ben retribuiti. Per aiutare queste persone a uscire dalla miseria, non bastano gli aiuti economici: sono necessari programmi per migliorare sanità, alimentazione, istruzione ecc. Le Nazioni Unite hanno pensato i 17 obiettivi dell'Agenda 2030 come un grande sistema per supportare gli individui più indigenti e ridurre le differenze tra la parte benestante della popolazione e quella povera.

2 C 2007 - 2016 Università degli Studi eCampus - Via Isimbardi 10 - 22060 Novedrate (Co) - C.F. 9002752130 - Tel: 031.79421 - Fax: 031.7942501 - Mail: info@uniecampus.ite CAMPUS UNIVERSITÀ

L'approccio sperimentale di Banerjee, Duflo e Kremer

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere Gli economisti Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer (vincitori del premio Nobel1 per l'economia 2019 per il loro "approccio sperimentale nella lotta contro la povertà globale"), hanno proposto un approccio sistemico, cioè che coinvolga un ambito più ampio. La loro idea è di suddividere il problema in questioni più piccole e, quindi, più gestibili: per esempio cominciando con interventi per migliorare la salute e l'istruzione dei bambini. La povertà, in questo modo, è interpretata come la conseguenza di tanti problemi concatenati in un unico sistema.

1 Il Premio Nobel è una onorificenza attribuita ogni anno a persone che si sono distinte in diversi ambiti, apportando benefici all'umanità con le loro scoperte, invenzioni, ricerche o attività creative.

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Podcast sui Paesi poveri e l'impegno dell'ONU

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere Lezione 25 Globalizzazione, ricchezza e povertà Sessione 1: Podcast sui Paesi poveri e sull'impegno dell'ONU

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Misure adottate dall'UE e dall'Italia

Sessione 2: le misure adottate dall'UE e dall'Italia

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere Lezione 25 Globalizzazione, ricchezza e povertà Sessione 2: le misure adottate dall'UE e dall'Italia

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L'UE e la crescita del rischio di povertà

Corso di Laurea: Insegnamento: Numero lezione: Titolo: Lettere L'UE e la crescita del rischio di povertà La piena occupazione e la lotta contro la povertà sono obiettivi generali della UE (art. 3 del Trattato sull'Unione Europea, 1992) e una missione specifica nell'ambito della politica sociale (artt. 19 e dal 145 al 161 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, 2007). Questo impegno politico si traduce in una sollecitazione ai Paesi membri, ma senza un vincolo preciso. Il successo, quindi, è stato parziale: è diminuito il numero di chi vive sotto la soglia di povertà, ma è aumentato quello di chi è "a rischio povertà". Con quest'ultima espressione non ci si riferisce alla povertà estrema, ma a quella relativa, cioè alla condizione di chi guadagna meno del 60% rispetto alla media nazionale.

Dai dati più recenti (precedenti al Covid-19) risulta che i cittadini europei considerati a rischio povertà erano 117 milioni, il 23,4% della popolazione totale dell'Unione. Queste persone generalmente vivono in famiglie in cui alcuni membri sono disoccupati, hanno lavori mal retribuiti o sono colpiti da malattie e infortuni che limitano le loro capacità. Nell'UE, inoltre, si sta riducendo la classe media e stanno aumentando i dislivelli tra il 20% più facoltoso (che riceve il 38,5% del reddito disponibile) e il 20% più povero (cui va solo il 7%).

La povertà in Italia

Secondo i dati elaborati dall'ISTAT, in Italia nel 2023 l'8,5% delle famiglie viveva in povertà assoluta, per un totale di 5,7 milioni di individui. Questi dati sono notevolmente superiori nel Mezzogiorno (10,7%) rispetto alle altre ripartizioni (8% circa). Preoccupante è la situazione dei bambini e degli adolescenti, dei quali il 12% vive in condizioni di povertà assoluta; rispetto al 2005 (quando il dato era pari al 3,3%), c'è stato un notevole peggioramento.

Per questi motivi, già con il decreto legislativo n. 147 del 2017, l'Italia ha emanato una legge per contrastare la povertà. Con questo provvedimento è stato introdotto il reddito di inclusione, un sostegno economico accompagnato da servizi personalizzati. Al nucleo familiare che riceve questo aiuto, infatti, è richiesto l'impegno di seguire un progetto personalizzato e finalizzato al raggiungimento dell'autonomia economica. L'ammontare del sussidio viene stabilito sulla base del cosiddetto "reddito disponibile", ovvero delle risorse a disposizione delle famiglie per soddisfare i bisogni di base e acquistare beni e servizi primari. Molto simile era il reddito di cittadinanza,

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