Psicopedagogia del 900: attivismo pedagogico in Europa e Stati Uniti

Documento sulla psicopedagogia del 900, esplorando l'attivismo pedagogico in Europa e negli Stati Uniti. Il Pdf offre una panoramica dettagliata sui contributi di figure chiave come John Dewey e le esperienze di scuole innovative, utile per lo studio universitario di Psicologia.

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19 pagine

1
PSICOPEDAGOGIA del 900 2
Attivismo scuole nuove 4
Pedagogia Libertaria 5
Contesto Storico e Fondazione della Summerhill School! 5
L'Attivismo Americano 6
John Dewey 6
Libro di dewey! 8
ARTCOLO I - cosè l’educazione! 8
ARTICOLO II - Cos’è la scuola! 10
Articolo III - La materia dell’educazione! 11
ARTICOLO IV - La natura del metodo! 12
ARTICOLO V - La scuola e il progresso sociale! 13
William H. Kilpatrick 14
Attivismo europeo 16
Ovide Decroly 16
Édouard Claparède 17
Adolphe Ferrière 18
Célestin Freinet 19
2
PSICOPEDAGOGIA del 900
Il movimento delle scuole nuove, emerso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, rappresenta
una risposta pedagogica alle profonde trasformazioni sociali, politiche ed economiche che
stavano interessando l’Europa e gli Stati Uniti. In un contesto di rapidi cambiamenti, la scuola
tradizionale appariva inadeguata nel soddisfare le nuove esigenze formative della società. Questo
periodo segnò l’avvio di significative innovazioni nel campo della pedagogia, con l’intento di
rivedere l’organizzazione, i contenuti e i metodi scolastici per renderli più rispondenti alle
necessità emergenti.!
Il movimento delle scuole nuove nacque in Gran Bretagna, un paese all’avanguardia sul piano
sociale, economico e culturale, caratterizzato da un approccio empiristico che spingeva anche in
pedagogia verso una scienza basata sull’esperienza concreta. In questo periodo, si aermò in
tutta Europa una crescente attenzione all’infanzia, riconoscendo l’importanza di valorizzare e
formare i bambini in base alle loro specifiche caratteristiche e necessità. Nacque così l’idea di una
scuola “a misura” del bambino, costituita da ambienti inclusivi e dierenziati, ma essenzialmente
individualizzati il più possibile. In queste scuole, le proposte didattiche dovevano essere calibrate
sulle reali necessità e capacità dei fanciulli, al fine di rimuovere tutti quegli ostacoli che potevano
influire negativamente sulla crescita personale dei soggetti.!
Già agli inizi del XX secolo, gli educatori non facevano più esclusivamente appello a una
pedagogia teoretica e astratta. L’educazione cessò di essere concepita come un processo di
mera trasmissione di contenuti, per divenire, fino ai tempi nostri, forza promotrice di esperienze e
di iniziative. Inoltre, alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, il positivismo era in crisi, e si
raorzava il rinnovamento della pedagogia e della didattica. Su tali concetti si fonda il movimento
delle scuole nuove, da cui avrà vita l’Attivismo Pedagogico. Per attivismo si intende un insieme
eterogeneo di esperienze e di teorie che hanno in comune una proposta alternativa rispetto al
metodo tradizionale di fare scuola.!
Tra gli elementi caratterizzanti di questo movimento vi sono:!
Libertà di espressione: un incoraggiamento al pensiero indipendente e alla libera espressione
del bambino, promuovendo un ambiente in cui gli studenti possano sviluppare la propria
personalità e creatività.!
Rivalutazione delle attività manuali: un’attenzione particolare alle attività pratiche e manuali,
riconoscendo il valore dell’apprendimento attraverso il fare e l’esperienza diretta.!
Superamento della concezione nozionistica: un allontanamento da un approccio puramente
nozionistico dell’istruzione, favorendo metodi che stimolano la curiosità, l’indagine e
l’apprendimento attivo.!
In Italia, il movimento delle scuole nuove trovò espressione in figure come le sorelle Agazzi, che
fondarono la “Rinnovata” a Milano nel 1911, una scuola che ancora oggi mantiene i suoi principi
innovativi. Il loro approccio costituiva una sintesi originale tra le scuole nuove e l’attivismo
pedagogico, concentrandosi principalmente sulla scuola dell’infanzia e primaria. !
Il metodo Pizzigoni si basava su attività pratiche e sensoriali, utilizzando il “museo delle
cianfrusaglie” - una collezione di oggetti quotidiani catalogati per sviluppare la sensorialità dei
bambini. Questo approccio innovativo favoriva l’identificazione, l’associazione oggetto-immagine
e il posizionamento spaziale. !

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Anteprima

PSICOPEDAGOGIA del 900

Il movimento delle scuole nuove, emerso tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, rappresenta una risposta pedagogica alle profonde trasformazioni sociali, politiche ed economiche che stavano interessando l'Europa e gli Stati Uniti. In un contesto di rapidi cambiamenti, la scuola tradizionale appariva inadeguata nel soddisfare le nuove esigenze formative della società. Questo periodo segnò l'avvio di significative innovazioni nel campo della pedagogia, con l'intento di rivedere l'organizzazione, i contenuti e i metodi scolastici per renderli più rispondenti alle necessità emergenti.

Il movimento delle scuole nuove nacque in Gran Bretagna, un paese all'avanguardia sul piano sociale, economico e culturale, caratterizzato da un approccio empiristico che spingeva anche in pedagogia verso una scienza basata sull'esperienza concreta. In questo periodo, si affermò in tutta Europa una crescente attenzione all'infanzia, riconoscendo l'importanza di valorizzare e formare i bambini in base alle loro specifiche caratteristiche e necessità. Nacque così l'idea di una scuola "a misura" del bambino, costituita da ambienti inclusivi e differenziati, ma essenzialmente individualizzati il più possibile. In queste scuole, le proposte didattiche dovevano essere calibrate sulle reali necessità e capacità dei fanciulli, al fine di rimuovere tutti quegli ostacoli che potevano influire negativamente sulla crescita personale dei soggetti.

Già agli inizi del XX secolo, gli educatori non facevano più esclusivamente appello a una pedagogia teoretica e astratta. L'educazione cessò di essere concepita come un processo di mera trasmissione di contenuti, per divenire, fino ai tempi nostri, forza promotrice di esperienze e di iniziative. Inoltre, alla fine dell'Ottocento e all'inizio del Novecento, il positivismo era in crisi, e si rafforzava il rinnovamento della pedagogia e della didattica. Su tali concetti si fonda il movimento delle scuole nuove, da cui avrà vita l'Attivismo Pedagogico. Per attivismo si intende un insieme eterogeneo di esperienze e di teorie che hanno in comune una proposta alternativa rispetto al metodo tradizionale di fare scuola.

Tra gli elementi caratterizzanti di questo movimento vi sono:

  • Libertà di espressione: un incoraggiamento al pensiero indipendente e alla libera espressione del bambino, promuovendo un ambiente in cui gli studenti possano sviluppare la propria personalità e creatività.
  • Rivalutazione delle attività manuali: un'attenzione particolare alle attività pratiche e manuali, riconoscendo il valore dell'apprendimento attraverso il fare e l'esperienza diretta.
  • Superamento della concezione nozionistica: un allontanamento da un approccio puramente nozionistico dell'istruzione, favorendo metodi che stimolano la curiosità, l'indagine e l'apprendimento attivo.

In Italia, il movimento delle scuole nuove trovò espressione in figure come le sorelle Agazzi, che fondarono la "Rinnovata" a Milano nel 1911, una scuola che ancora oggi mantiene i suoi principi innovativi. Il loro approccio costituiva una sintesi originale tra le scuole nuove e l'attivismo pedagogico, concentrandosi principalmente sulla scuola dell'infanzia e primaria.

Il metodo Pizzigoni si basava su attività pratiche e sensoriali, utilizzando il "museo delle cianfrusaglie" - una collezione di oggetti quotidiani catalogati per sviluppare la sensorialità dei bambini. Questo approccio innovativo favoriva l'identificazione, l'associazione oggetto-immagine e il posizionamento spaziale.3

CONFRONTO SISTEMA EDUCATIVO TRADIZIONALE VS SCUOLE NUOVE

Il sistema educativo tradizionale e il movimento delle Scuole Nuove rappresentano due approcci pedagogici distinti, ciascuno con caratteristiche proprie.

Sistema Educativo Tradizionale (S.T.):

  1. Determinismo: L'educazione è influenzata da leggi naturali che determinano profondamente l'individuo, riducendolo a un oggetto passivo. Il soggetto è sottoposto a leggi esterne e non può sottrarsi ad esse.
  2. Nozionismo: Si ritiene che l'individuo debba acquisire determinati contenuti e comportamenti, imposti autoritariamente dall'esterno.
  3. Educazione come addestramento alla vita: L'educazione è vista come un processo di addestramento volto a preparare l'individuo alla vita, spesso enfatizzando l'acquisizione di conoscenze teoriche.

Educazione delle Scuole Nuove (E.S.N.):

  1. Libertà, spontaneità e autonomia umana: L'individuo è considerato un soggetto con un proprio pensiero, orientato verso una piena realizzazione di sé. Si promuove la libertà e l'autonomia nell'apprendimento.
  2. Partecipazione attiva: L'educando partecipa direttamente al suo processo educativo attraverso attività concrete come il gioco e il lavoro, favorendo l'autoeducazione.
  3. Educazione come vita sociale: L'educazione è vista come un processo che si attua insieme agli altri, enfatizzando l'interazione sociale e la cooperazione.

FIGURA DEL MAESTRO:

Rapporto maestro-scolaro: Il maestro adotta un approccio puerocentrico, arretrando per dare ampio spazio allo scolaro. La scuola è concepita per l'alunno, con il maestro al servizio dell'educando, promuovendo lo sviluppo della personalità e assistendolo come guida e sostegno nella piena esplicazione di sé stesso.

Ruolo del maestro: Il maestro stimola il fanciullo, evitando di imporre il proprio modo di essere, pensare o agire, e rispettando la personalità dell'alunno.

Programma scolastico: Il programma perde di importanza, poiché non devono essere impartite nozioni predeterminate. L'aspetto centrale consiste nel suscitare l'interesse dell'alunno ad imparare e ad operare spontaneamente, svolgendo attività che favoriscono lo sviluppo armonico del soggetto e il pieno sviluppo delle capacità intrinseche.

PRINCIPI PEDAGOGICI:

Libertà: Premessa per la promozione dell'iniziativa individuale, in vista della partecipazione attiva alla vita sociale.

Puerocentrismo: La scuola deve essere incentrata sul fanciullo, sui suoi bisogni e interessi, enfatizzando l'azione spontanea e attiva del soggetto.

Individualizzazione: Tener conto delle caratteristiche dei singoli alunni.

Conoscenza dell'educando: Conoscere a fondo l'alunno in tutti i suoi aspetti diventa essenziale per intervenire in modo adeguato, al fine di sviluppare pienamente le sue potenzialità.

Pedagogia degli interessi: L'interesse deve essere al centro delle iniziative del maestro, fungendo da impulso interiore e incentivo a farsi autore del proprio sapere.

Socialità: Stimolare nella scuola l'abitudine al confronto, all'interazione con gli altri, coltivando attività di gruppo.

Un primo centro di coordinamento per queste Scuole Nuove fu fondato da Adolphe Ferrière a Ginevra agli inizi del Novecento. Ferrière, considerato il maggior esponente delle scuole nuove, ha esposto la sua dottrina in numerose opere. Nel 1899, insieme ad altri studiosi, creò l'Ufficio Internazionale delle Scuole Nuove, con l'obiettivo di stabilire rapporti di reciproco aiuto fra le varie "scuole nuove" e di raccogliere i documenti della loro vita, mettendo in valore le esperienze fatte da questi laboratori della pedagogia dell'avvenire.

In occasione del Primo Congresso Internazionale dell'Educazione Nuova, tenutosi a Calais nel 1921, Ferrière raccolse i principi che stanno alla base della scuola attiva, riassumendoli nei seguenti punti:

  • Espressione dell'energia vitale del fanciullo.
  • Rispetto dell'individualità singolare.
  • Spontanea espressione degli interessi e dell'esperienza diretta.
  • Attenzione alle fasi di sviluppo.
  • Atteggiamento cooperativo.
  • Coeducazione.
  • Educazione dell'uomo e del cittadino4

Attivismo scuole nuove

Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, in Europa si diffonde l'attivismo, noto anche come movimento delle "scuole nuove" o "scuole attive", termine coniato da Pierre Bovet (1878-1944), direttore dell'Istituto Rousseau a Ginevra. In quegli anni, anche negli Stati Uniti, le scuole sono sottoposte a un processo di riorganizzazione.

Queste nuove istituzioni nascono dalla necessità di rinnovare il sistema scolastico, sia negli obiettivi che nei metodi e negli strumenti, poiché la scuola tradizionale non rispondeva più alle esigenze del progresso sociale.

I principi delle scuole nuove secondo Adolphe Ferrière

Al di là delle specifiche peculiarità, le diverse esperienze pedagogiche dell'attivismo si ispirano a principi comuni, sottolineati da uno dei protagonisti di questo movimento, il pedagogista svizzero Adolphe Ferrière (1879-1960). Egli fondò il Bureau International des Écoles Nouvelles (Ufficio internazionale delle scuole nuove), con l'obiettivo di stabilire forme di aiuto e scambio di informazioni tra le nuove esperienze educative. Nel 1921, in occasione del Primo Congresso internazionale dell'educazione nuova a Calais, Ferrière delineò i principi delle scuole nuove, che da quel momento divennero i cardini fissi e insostituibili della pedagogia:

  • Educazione dell'uomo e del cittadino: formazione integrale dell'individuo, che comprende sia gli aspetti personali che quelli sociali.
  • Rispetto dell'individualità e degli interessi del bambino: riconoscimento delle peculiarità di ogni alunno e valorizzazione dei suoi interessi.
  • Attenzione alle fasi di sviluppo: considerazione delle diverse tappe evolutive del bambino, adattando l'educazione alle sue esigenze specifiche.
  • Ricorso all'esperienza diretta per l'apprendimento: apprendimento attraverso attività pratiche e concrete, che stimolano la curiosità e l'autonomia.
  • Cooperazione nei gruppi: promozione del lavoro di squadra e delle dinamiche collaborative tra gli studenti.
  • Coeducazione dei sessi: educazione mista, che favorisce l'interazione e la comprensione reciproca tra ragazzi e ragazze.

I primi passi in Gran Bretagna

Uno dei Paesi in cui le "scuole nuove" mossero i primi passi è la Gran Bretagna, dove da decenni era in corso una profonda trasformazione sociale a causa dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione. Questa evoluzione imponeva nuovi bisogni educativi, ai quali alcuni pedagogisti cercarono di rispondere.

Nel 1889, il pedagogista inglese Cecil Reddie (1858-1932) fondò ad Abbotsholme, nel Derbyshire, la New School, un istituto destinato ai giovani dell'alta borghesia, con l'obiettivo di un'educazione integrale dell'allievo. Accanto a un'istruzione linguistico-letteraria e scientifica, non nozionistica, Reddie dava spazio ad attività manuali e artistiche, alla vita all'aria aperta, ai viaggi e alle relazioni sociali, considerati indispensabili per uno sviluppo armonico delle facoltà umane e per preparare i giovani ad affrontare la vita come individui completi.

A qualche anno di distanza, un allievo di Reddie, Haden Badley (1865-1967), fondò a Bedales, nel Sussex, una scuola per entrambi i sessi e introdusse nell'organizzazione scolastica una forma di governo democratico, con l'elezione dei rappresentanti degli studenti che partecipano alla gestione dell'istituto.

L'importanza attribuita da queste scuole nuove alle esperienze extrascolastiche, allo sport, al contatto con la natura e ai rapporti sociali per la formazione del carattere dell'alunno, preparò il terreno per l'accoglienza di un'associazione per ragazzi, il gruppo dei Boy Scout, ideato da Robert Baden-Powell, un ufficiale dell'esercito britannico. Poco dopo, Juliette Gordon Low, basandosi sulla precedente associazione maschile, fondò l'associazione femminile delle Girl Scout.

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