Documento sulla psicopedagogia del 900, esplorando l'attivismo pedagogico in Europa e negli Stati Uniti. Il Pdf offre una panoramica dettagliata sui contributi di figure chiave come John Dewey e le esperienze di scuole innovative, utile per lo studio universitario di Psicologia.
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Il movimento delle scuole nuove, emerso tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, rappresenta una risposta pedagogica alle profonde trasformazioni sociali, politiche ed economiche che stavano interessando l'Europa e gli Stati Uniti. In un contesto di rapidi cambiamenti, la scuola tradizionale appariva inadeguata nel soddisfare le nuove esigenze formative della società. Questo periodo segnò l'avvio di significative innovazioni nel campo della pedagogia, con l'intento di rivedere l'organizzazione, i contenuti e i metodi scolastici per renderli più rispondenti alle necessità emergenti.
Il movimento delle scuole nuove nacque in Gran Bretagna, un paese all'avanguardia sul piano sociale, economico e culturale, caratterizzato da un approccio empiristico che spingeva anche in pedagogia verso una scienza basata sull'esperienza concreta. In questo periodo, si affermò in tutta Europa una crescente attenzione all'infanzia, riconoscendo l'importanza di valorizzare e formare i bambini in base alle loro specifiche caratteristiche e necessità. Nacque così l'idea di una scuola "a misura" del bambino, costituita da ambienti inclusivi e differenziati, ma essenzialmente individualizzati il più possibile. In queste scuole, le proposte didattiche dovevano essere calibrate sulle reali necessità e capacità dei fanciulli, al fine di rimuovere tutti quegli ostacoli che potevano influire negativamente sulla crescita personale dei soggetti.
Già agli inizi del XX secolo, gli educatori non facevano più esclusivamente appello a una pedagogia teoretica e astratta. L'educazione cessò di essere concepita come un processo di mera trasmissione di contenuti, per divenire, fino ai tempi nostri, forza promotrice di esperienze e di iniziative. Inoltre, alla fine dell'Ottocento e all'inizio del Novecento, il positivismo era in crisi, e si rafforzava il rinnovamento della pedagogia e della didattica. Su tali concetti si fonda il movimento delle scuole nuove, da cui avrà vita l'Attivismo Pedagogico. Per attivismo si intende un insieme eterogeneo di esperienze e di teorie che hanno in comune una proposta alternativa rispetto al metodo tradizionale di fare scuola.
Tra gli elementi caratterizzanti di questo movimento vi sono:
In Italia, il movimento delle scuole nuove trovò espressione in figure come le sorelle Agazzi, che fondarono la "Rinnovata" a Milano nel 1911, una scuola che ancora oggi mantiene i suoi principi innovativi. Il loro approccio costituiva una sintesi originale tra le scuole nuove e l'attivismo pedagogico, concentrandosi principalmente sulla scuola dell'infanzia e primaria.
Il metodo Pizzigoni si basava su attività pratiche e sensoriali, utilizzando il "museo delle cianfrusaglie" - una collezione di oggetti quotidiani catalogati per sviluppare la sensorialità dei bambini. Questo approccio innovativo favoriva l'identificazione, l'associazione oggetto-immagine e il posizionamento spaziale.3
Il sistema educativo tradizionale e il movimento delle Scuole Nuove rappresentano due approcci pedagogici distinti, ciascuno con caratteristiche proprie.
Rapporto maestro-scolaro: Il maestro adotta un approccio puerocentrico, arretrando per dare ampio spazio allo scolaro. La scuola è concepita per l'alunno, con il maestro al servizio dell'educando, promuovendo lo sviluppo della personalità e assistendolo come guida e sostegno nella piena esplicazione di sé stesso.
Ruolo del maestro: Il maestro stimola il fanciullo, evitando di imporre il proprio modo di essere, pensare o agire, e rispettando la personalità dell'alunno.
Programma scolastico: Il programma perde di importanza, poiché non devono essere impartite nozioni predeterminate. L'aspetto centrale consiste nel suscitare l'interesse dell'alunno ad imparare e ad operare spontaneamente, svolgendo attività che favoriscono lo sviluppo armonico del soggetto e il pieno sviluppo delle capacità intrinseche.
Libertà: Premessa per la promozione dell'iniziativa individuale, in vista della partecipazione attiva alla vita sociale.
Puerocentrismo: La scuola deve essere incentrata sul fanciullo, sui suoi bisogni e interessi, enfatizzando l'azione spontanea e attiva del soggetto.
Individualizzazione: Tener conto delle caratteristiche dei singoli alunni.
Conoscenza dell'educando: Conoscere a fondo l'alunno in tutti i suoi aspetti diventa essenziale per intervenire in modo adeguato, al fine di sviluppare pienamente le sue potenzialità.
Pedagogia degli interessi: L'interesse deve essere al centro delle iniziative del maestro, fungendo da impulso interiore e incentivo a farsi autore del proprio sapere.
Socialità: Stimolare nella scuola l'abitudine al confronto, all'interazione con gli altri, coltivando attività di gruppo.
Un primo centro di coordinamento per queste Scuole Nuove fu fondato da Adolphe Ferrière a Ginevra agli inizi del Novecento. Ferrière, considerato il maggior esponente delle scuole nuove, ha esposto la sua dottrina in numerose opere. Nel 1899, insieme ad altri studiosi, creò l'Ufficio Internazionale delle Scuole Nuove, con l'obiettivo di stabilire rapporti di reciproco aiuto fra le varie "scuole nuove" e di raccogliere i documenti della loro vita, mettendo in valore le esperienze fatte da questi laboratori della pedagogia dell'avvenire.
In occasione del Primo Congresso Internazionale dell'Educazione Nuova, tenutosi a Calais nel 1921, Ferrière raccolse i principi che stanno alla base della scuola attiva, riassumendoli nei seguenti punti:
Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, in Europa si diffonde l'attivismo, noto anche come movimento delle "scuole nuove" o "scuole attive", termine coniato da Pierre Bovet (1878-1944), direttore dell'Istituto Rousseau a Ginevra. In quegli anni, anche negli Stati Uniti, le scuole sono sottoposte a un processo di riorganizzazione.
Queste nuove istituzioni nascono dalla necessità di rinnovare il sistema scolastico, sia negli obiettivi che nei metodi e negli strumenti, poiché la scuola tradizionale non rispondeva più alle esigenze del progresso sociale.
Al di là delle specifiche peculiarità, le diverse esperienze pedagogiche dell'attivismo si ispirano a principi comuni, sottolineati da uno dei protagonisti di questo movimento, il pedagogista svizzero Adolphe Ferrière (1879-1960). Egli fondò il Bureau International des Écoles Nouvelles (Ufficio internazionale delle scuole nuove), con l'obiettivo di stabilire forme di aiuto e scambio di informazioni tra le nuove esperienze educative. Nel 1921, in occasione del Primo Congresso internazionale dell'educazione nuova a Calais, Ferrière delineò i principi delle scuole nuove, che da quel momento divennero i cardini fissi e insostituibili della pedagogia:
Uno dei Paesi in cui le "scuole nuove" mossero i primi passi è la Gran Bretagna, dove da decenni era in corso una profonda trasformazione sociale a causa dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione. Questa evoluzione imponeva nuovi bisogni educativi, ai quali alcuni pedagogisti cercarono di rispondere.
Nel 1889, il pedagogista inglese Cecil Reddie (1858-1932) fondò ad Abbotsholme, nel Derbyshire, la New School, un istituto destinato ai giovani dell'alta borghesia, con l'obiettivo di un'educazione integrale dell'allievo. Accanto a un'istruzione linguistico-letteraria e scientifica, non nozionistica, Reddie dava spazio ad attività manuali e artistiche, alla vita all'aria aperta, ai viaggi e alle relazioni sociali, considerati indispensabili per uno sviluppo armonico delle facoltà umane e per preparare i giovani ad affrontare la vita come individui completi.
A qualche anno di distanza, un allievo di Reddie, Haden Badley (1865-1967), fondò a Bedales, nel Sussex, una scuola per entrambi i sessi e introdusse nell'organizzazione scolastica una forma di governo democratico, con l'elezione dei rappresentanti degli studenti che partecipano alla gestione dell'istituto.
L'importanza attribuita da queste scuole nuove alle esperienze extrascolastiche, allo sport, al contatto con la natura e ai rapporti sociali per la formazione del carattere dell'alunno, preparò il terreno per l'accoglienza di un'associazione per ragazzi, il gruppo dei Boy Scout, ideato da Robert Baden-Powell, un ufficiale dell'esercito britannico. Poco dopo, Juliette Gordon Low, basandosi sulla precedente associazione maschile, fondò l'associazione femminile delle Girl Scout.