La Malattia di Parkinson: sintomi, cause e terapie

Slide sulla Malattia di Parkinson. Il Pdf, utile per studenti universitari di Biologia, descrive la patologia neurodegenerativa, le cause, i fattori di rischio, le terapie farmacologiche e chirurgiche, e l'importanza della fisioterapia.

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15 pagine

LA MALATTIA DI PARKINSON
La malattia di Parkinson (MdP) è una patologia neurodegenerativa progressiva che
comporta la degenerazione dei neuroni a carico del sistema motorio extrapiramidale a
carattere progressivo, ad eziologia tuttora ignota,idiopatica.
Rientra nei disturbi del movimento con danno a livello della sostanza nera del l'encefalo e i
neuroni smettono di produrre dopamina, un neurotrasmettitore importantissimo che regola
la trasmissione degli impulsi nervosi tra i neuroni associativi)
I disturbi del movimento sono malattie neurologiche che si caratterizzano per un eccesso di
movimenti (ipercinesie, discinesie) o per una povertà dei movimenti automatici o volontari
(bradicinesia).
La maggior parte di questi disordini sono legati ad ALTERAZIONE gruppo di nuclei di
sostanza grigia posti a livello:
cerebrale
diencefalico
mesencefalico(substantia nigra).
A livello delle vie extra piramidali si ha la regolazione del movimento e regola la postura.
Regolano il tono muscolare, la postura, i movimenti e se manca dopamina non si avranno
più il controllo di queste cose, più la mobilità dei muscoli e con il tempo si perderanno tutte le
capacità motorie.
È il disturbo del movimento più comune, l'incidenza aumenta tra 50-59 e 70-79 anni.
L’età media di esordio è 60 anni anche se esistono rare forme giovanili che compaiono dai
20 ai 40 anni. Sono note forme genetiche, ma è prevalentemente una malattia sporadica.
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO
La maggior parte delle persone con malattia di Parkinson presenta una condizione
idiopatica (che non ha una causa specifica nota).
Una piccola percentuale di casi, tuttavia, può essere attribuita a fattori genetici
conosciuti. Altri fattori sono stati associati con il rischio di sviluppare la malattia, ma non
sono state dimostrate relazioni causali.
Età
L'esposizione ai metalli pesanti, inquinamento
Tossine ambientali (insetticidi, erbicidi)
Traumi cranici (pugili)
Depressione (farmaci) non si sa se prima Depressione e Parkinson o viceversa
•Arteriosclerotico
Indotto da farmaci
Post-encefalitico, in conseguenza ad un encefalite
Luetico, dovuto all'esposizione luci intermittenti
Degenerazione del sistema extrapiramidale
Ipertensione
Fumo di sigaretta
Esercizio fisico moderato
Piccole motivazioni che messe insieme possono causare la patologia .
A livello delle vie extra piramidali nella sostanza nerasi ha la regolazione del movimento e
regola la postura, tono muscolare e i movimenti
I neuroni della sostanza nera possono subire una degenerazione cronica e progressiva e
non producono più la dopamina in quantità corretta
Se manca dopamina non si avranno più il controllo di queste cose, più la mobilità dei
muscoli e con il tempo si perderanno tutte le capacità motorie.
DOPAMINA:
Neurotrasmettitore in grado di regolare i movimenti volontari del corpo agendo su apposite
cellule recettrici presenti nel nucleo striato.
Livelli elevati di dopamina promuovono l'attività motoria, mentre bassi livelli richiedono
maggiori sforzi per compiere un dato movimento.
Inoltre quando la trasmissione dell’impulso nervoso non viene più modulata, prevale l’azione
della componente eccitatoria (acetilcolina) che causa i tipici sintomi parkinsoniani
Quando ci muoviamo, il movimento è il risultato della produzione di dopamina e acetilcolina.
Se manca la produzione di dopamina significa che l'acetilcolina prevale e ha effetto sul
muscolo che sarà di conseguenza eccessivamente eccitato e non ci sarà un equilibrio nei
movimenti
L'acetilcolina fa contrarre il muscolo mentre la dopamina controlla i movimenti in modo che
questi siano controllati e possiamo muoverci lentamente e in modo preciso.
Le caratteristiche del Parkinson sono:
BRADICINESIA
È la caratteristica cardine della malattia ed è SEMPRE presente.
Consiste in una lentezza e riduzione dell’ampiezza di movimenti.
Negli stadi avanzati della malattia si aggiunge una condizione di acinesia (mancanza di
movimento assoluta), o di ipocinesia (povertà dei movimenti).
Rallentamento nell’iniziare, nell’eseguire e nel terminare movimenti volontari ed automatici
Aumento del tempo di azione e di reazione
Lentezza nella deambulazione: il paziente ha una riduzione dei movimenti automatici e
volontari agli arti superiori
FREEZING (la persona rimane ferma, ad esempio quando una persona deve girarsi non lo
fluidamente ma si ferma e si gira a scatti)
Ipomimia facciale: il viso è sempre contratto
Riduzione ed una povertà di movimenti quali il gesticolare associato alla conversazione, la
con il tempo la persona non riuscirà più a parlare
Ipofonia: voce più bassa poiché le corde vocali sono fatte in parte da muscolo e non
riuscirà ad emettere suoni
Difficoltà di deglutizione: compare in fase tardiva;
Micrografia, quando la persona scrive in piccolo trema

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Anteprima

La malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson (MdP) è una patologia neurodegenerativa progressiva che comporta la degenerazione dei neuroni a carico del sistema motorio extrapiramidale a carattere progressivo, ad eziologia tuttora ignota,idiopatica. Rientra nei disturbi del movimento con danno a livello della sostanza nera del l'encefalo e i neuroni smettono di produrre dopamina, un neurotrasmettitore importantissimo che regola la trasmissione degli impulsi nervosi tra i neuroni associativi) I disturbi del movimento sono malattie neurologiche che si caratterizzano per un eccesso di movimenti (ipercinesie, discinesie) o per una povertà dei movimenti automatici o volontari (bradicinesia). La maggior parte di questi disordini sono legati ad ALTERAZIONE gruppo di nuclei di sostanza grigia posti a livello:

  • cerebrale
  • diencefalico
  • mesencefalico(substantia nigra).

A livello delle vie extra piramidali si ha la regolazione del movimento e regola la postura. Regolano il tono muscolare, la postura, i movimenti e se manca dopamina non si avranno più il controllo di queste cose, più la mobilità dei muscoli e con il tempo si perderanno tutte le capacità motorie. È il disturbo del movimento più comune, l'incidenza aumenta tra 50-59 e 70-79 anni. L'età media di esordio è 60 anni anche se esistono rare forme giovanili che compaiono dai 20 ai 40 anni. Sono note forme genetiche, ma è prevalentemente una malattia sporadica.

Cause e fattori di rischio

La maggior parte delle persone con malattia di Parkinson presenta una condizione idiopatica (che non ha una causa specifica nota). Una piccola percentuale di casi, tuttavia, può essere attribuita a fattori genetici conosciuti. Altri fattori sono stati associati con il rischio di sviluppare la malattia, ma non sono state dimostrate relazioni causali.

  • Età
  • L'esposizione ai metalli pesanti, inquinamento
  • Tossine ambientali (insetticidi, erbicidi)
  • Traumi cranici (pugili)
  • Depressione (farmaci) non si sa se prima Depressione e Parkinson o viceversa
  • Arteriosclerotico
  • Indotto da farmaci
  • Post-encefalitico, in conseguenza ad un encefalite
  • Luetico, dovuto all'esposizione luci intermittenti
  • Degenerazione del sistema extrapiramidale
  • Ipertensione
  • Fumo di sigaretta
  • Esercizio fisico moderato

Piccole motivazioni che messe insieme possono causare la patologia .A livello delle vie extra piramidali nella sostanza nerasi ha la regolazione del movimento e regola la postura, tono muscolare e i movimenti I neuroni della sostanza nera possono subire una degenerazione cronica e progressiva e non producono più la dopamina in quantità corretta Se manca dopamina non si avranno più il controllo di queste cose, più la mobilità dei muscoli e con il tempo si perderanno tutte le capacità motorie.

Dopamina

Neurotrasmettitore in grado di regolare i movimenti volontari del corpo agendo su apposite cellule recettrici presenti nel nucleo striato. Livelli elevati di dopamina promuovono l'attività motoria, mentre bassi livelli richiedono maggiori sforzi per compiere un dato movimento. Inoltre quando la trasmissione dell'impulso nervoso non viene più modulata, prevale l'azione della componente eccitatoria (acetilcolina) che causa i tipici sintomi parkinsoniani Quando ci muoviamo, il movimento è il risultato della produzione di dopamina e acetilcolina. Se manca la produzione di dopamina significa che l'acetilcolina prevale e ha effetto sul muscolo che sarà di conseguenza eccessivamente eccitato e non ci sarà un equilibrio nei movimenti L'acetilcolina fa contrarre il muscolo mentre la dopamina controlla i movimenti in modo che questi siano controllati e possiamo muoverci lentamente e in modo preciso.

Caratteristiche del Parkinson

Bradicinesia

È la caratteristica cardine della malattia ed è SEMPRE presente. Consiste in una lentezza e riduzione dell'ampiezza di movimenti. Negli stadi avanzati della malattia si aggiunge una condizione di acinesia (mancanza di movimento assoluta), o di ipocinesia (povertà dei movimenti).

  • Rallentamento nell'iniziare, nell'eseguire e nel terminare movimenti volontari ed automatici
  • Aumento del tempo di azione e di reazione
  • Lentezza nella deambulazione: il paziente ha una riduzione dei movimenti automatici e volontari agli arti superiori

FREEZING (la persona rimane ferma, ad esempio quando una persona deve girarsi non lo fluidamente ma si ferma e si gira a scatti)

  • Ipomimia facciale: il viso è sempre contratto
  • Riduzione ed una povertà di movimenti quali il gesticolare associato alla conversazione, la con il tempo la persona non riuscirà più a parlare
  • Ipofonia: voce più bassa poiché le corde vocali sono fatte in parte da muscolo e non riuscirà ad emettere suoni
  • Difficoltà di deglutizione: compare in fase tardiva;
  • Micrografia, quando la persona scrive in piccolo trema

Rigidità

(conseguenza della contrazione muscolare) Prevede:

  • Aumento del tono muscolare diffuso a tutti i muscoli e all'inizio presente negli arti, tronco e collo, tutti i muscoli sono sempre contratti e sarà difficile la fisioterapia sia attiva che passiva
  • Aumento della resistenza alla mobilizzazione passiva costante ed uniforme in tutte le direzioni e per tutto l'arco del movimento, dovuto a contrazione di muscoli agonisti ed antagonisti (flessori ed estensori).
  • Dopo un movimento la parte può mantenere la sua nuova posizione(IPERTONO PLASTICO o TUBO di PIOMBO)
  • FENOMENO della RUOTA DENTATA: rilasciamento intermittente dei muscoli allo stiramento. È presente a livello di polso (dove si sente meglio) e gomito con regolari e ritmici cedimenti dell'ipertonia.
  • Il paziente riferisce di avere un arto impacciato, di trascinare un arto inferiore o di avere difficoltà a girarsi nel letto/alzarsi dalla sedia.

Tremore a riposo

È il primo sintomo, avviene a riposo e nel momento in cui la persona compie un azione volontaria scompare

  • ritmico , regolare ed oscillante;
  • più frequente all'arto superiore coinvolge generalmente il pollice
  • esordisce in maniera asimmetrica un solo lato del corpo;
  • nel 70% dei casi è il sintomo d'esordio.

Il 20% dei pazienti con Parkinson NON presenta mai tremore nel corso della malattia, ha solo una forma bradicinetica;

  • presente a riposo;
  • cessa con l'azione e peggiora con lo stress, come tutti i tremori;
  • aggravato dalle emozioni, dallo sforzo fisico e dalla concentrazione mentale;
  • scompare durante il sonno.

Alterazioni della postura

Atteggiamento camptocormico -> il malato si pone come "ripiegato" su se stesso per cui il tronco è flesso in avanti, le braccia mantenute vicino al tronco e piegate, le ginocchia pure mantenute piegate. Questo atteggiamento, dovuto al sommarsi di bradicinesia e rigidità, è ben correggibile con farmaci. Con l'avanzare della malattia si instaura una curvatura del collo e della schiena, che può diventare definitiva, per cui il mento viene mantenuto per lo più sul petto. Ciò aumenta la probabilità di caduta In quanto la persona non ha più un baricentro

Deambulazione e postura

  • Anteroflessione del tronco (atteggiamento camptocormico)
  • Ridotte sincinesie pendolari (arti superiori).
  • Marcia a passi piccoli, strascicati: difficoltà nel retro-front ed esitazione ad avviare la marcia
  • Difficoltà a mantenere la posizione, l'equilibrio.

Pull test: si mette il paziente in posizione eretta e si esercita una spinta per valutare il mantenimento della posizione e l'equilibrio.

  • Festinazione della marcia: una volta cominciata la marcia, il paziente può presentare la cosiddetta festinatio, una graduale accelerazione del passo come se stesse rincorrendo il proprio baricentro.
  • Cadute a terra nelle fasi avanzate in cui è più compromessa la deambulazione.

PRIMA LIEVE SINTOMATOLOGIA CON IL TEMPO PEGGIORANO CON IL TEMPO, LA VELOCITÀ VARIA IN BASE ALLA PERSONA. NON SEMPRE HANNO TUTTO MA SOLO ALCUNI SINTOMI

Quadro clinico - Sintomi non motori

Anche la muscolatura liscia viene colpita nel tempo

  • Disturbi urologici, trattenere o svuotare la vescica
  • Stipsi
  • Ipotensione ortostatica, pressione più bassa del sangue
  • Depressione
  • Disturbi del sonno, trema di notte
  • Ipersalivazione ( Į deglutizione) la persona ha difficoltà a deglutire o la mosculatura delle ghiandole produce troppa saliva
  • Disturbi sessuali, disagio tra partner
  • Respirazione, contrazione del diaframma

Sintomi neuropsichiatrici

Depressione e ansia

Presenti in circa metà dei pazienti. Qualche volta può presentarsi come sintomo di esordio l'attacco di panico. Un umore depresso può condurre alla perdita di interessi e il paziente sta tutto il giorno senza far nulla. Questo disturbo dell'umore può essere legato a una reazione negativa conseguente alla diagnosi di malattia, ma più spesso è il risultato della riduzione di alcune sostanze neurochimiche correlate alla dopamina (noradrenalina e serotonina) che sono coinvolte nella regolazione dell'umore. Nei casi più comuni ansia e depressione sono lievi, possono migliorare con la terapia ma spesso richiedono un intervento terapeutico più mirato.

Demenze, perdita di memoria e confusione

Problemi di memoria e altri aspetti della funzione cognitiva (attenzione e concentrazione) soprattutto nello stadio avanzato della malattia e in quelli anziani.

Allucinazioni e psicosi

Un eccesso di terapia antiparkinson può indurre disturbi della percezione, con allucinazioni (visive, raramente uditive), possono anche comparire deliri (idee erronee). Questi sintomi costituiscono la psicosi da farmaci,

Disturbi del sonno

  • Insonnia - Spesso i pazienti si addormentano facilmente,
  • Sonnolenza diurna (più problematico)
  • Disturbi del ritmo sonno-veglia
  • Alcuni pazienti sperimentano sogni particolarmente realistici (di solito indotti da un eccesso di terapia antiparkinson) e durante il sonno parlano e gesticolano.

Stipsi ed altri problemi gastrointestinali

La funzionalità intestinale può essere rallentata e i farmaci utilizzati per il trattamento della malattia possono aggravare questo problema. Si possono manifestare gonfiore e distensione addominale che qualche volta sono anche fastidiosi. Nausea e vomito sono generalmente effetti collaterali del trattamento farmacologico specialmente nelle fasi iniziali.

Disturbi urinari

C'è spesso un aumento della frequenza minzionale sia perché la vescica non si svuota completamente ogni volta, sia perché viene avvertito lo stimolo ad urinare anche quando la vescica non è ancora piena. Possono anche verificarsi difficoltà quali ritardo nell'iniziare la minzione, lentezza nello svuotare la vescica o anche esagerato riempimento della vescica che può portare a una emissione involontaria di urine.

Disfagia

I problemi legati alla deglutizione possono manifestarsi tardivamente nel decorso della malattia. La deglutizione é un movimento automatico piuttosto complesso, i muscoli della gola e della lingua devono muoversi in modo coordinato per spingere il cibo dalla bocca all' esofago e quando questa coordinazione é compromessa il paziente può avere la sensazione che il cibo si fermi in gola. Questa difficoltà può manifestarsi sia coi liquidi che con i solidi.

Scialorrea

È correlata al problema precedente perché anche la saliva può fermarsi in bocca essendo ridotto il movimento automatico di deglutizione. In questo modo la saliva si accumula; di conseguenza la scialorrea é legata a una ridotta deglutizione e a un aumento della produzione di saliva.

Perdita di peso

Una perdita di peso considerevole, può essere presente nel Parkinson. In assenza di altre cause può facilmente essere spiegata se si considerano nell'ordine la difficoltà alla deglutizione, una maggiore lentezza a consumare il pasto, una tendenza alla stipsi.

Disturbi sessuali

Il desiderio sessuale può ridursi nel Parkinson;in alcuni casi ciò è dovuto a complessi meccanismi psicologici, in altri a un meccanismo neurochimico diretto della malattia. Il trattamento farmacologico di fondo della malattia di solito migliora la libido.

Ipotensione ortostatica

Ipotensione ortostatica è una brusca riduzione della pressione arteriosa che avviene durante i cambi di posizione (da sdraiata a seduta o in piedi). Quest'ultima può essere una complicanza del trattamento farmacologico (in particolare i dopaminoagonisti), oppure può essere dovuta ad una disidratazione del paziente.

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