Slide dall'Università Telematica degli Studi su Modulo 1 Storia dei Processi Formativi. Il Pdf esplora le innovazioni didattiche e il ruolo della società civile, il rifiuto dei libri di testo tradizionali e l'uso del ciclostile, per il corso di Storia a livello universitario.
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Modulo 1 STORIA DEI PROCESSI FORMATIVI
LE 150 ORE
LIUL
UNIVERSITÀ TELEMATICA DEGLI STUDI
Prof.ssa Monica Dati
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UNIVERSITÀ TELEMATICA DEGLISTUDI
Gli anni Settanta sono stati un decennio caratterizzato da un intenso dibattito sulla forma e sul
ruolo della scuola pubblica. In quegli anni sono state varate leggi innovative e si sono
manifestate proficue rivoluzioni didattiche. Gran parte delle innovazioni sono state prodotte
dal basso, in centinaia di "officine" scolastiche dove insegnanti, bambine e bambini, studenti,
comitati di genitori e di quartiere prendevano nelle loro mani le tradizioni della vita scolastica
e le riplasmavano secondo le nuove sensibilità emerse dalla società civile.
Tutto il periodo ha visto un continuo e intenso scambio di stimoli e di condizionamenti positivi
e reciproci tra la società e la scuola, entrambe in trasformazione. Si rafforzava l'idea di una
ragione sociale della scuola pubblica.
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1962 RIFORMA SCUOLA MEDIA
«ECCO S'AVANZA UNO STRANO STUDENTE» (SAVERIO SANTAMAITA)
(LA SCUOLA CESSA DI ESSERE UN PRIVILEGIO PER POCHI, SCOLARIZZAZIONE DI
MASSA, ENTRANO I "GIANNI").
LEGGE 31 DICEMBRE 1962 PORTA ALLA SOSTITUZIONE DI OGNI TIPOLOGIA DI SCUOLA
SECONDARIA INFERIORE CON UN PERCORSO UNICO, GRATUITO ED OBBLIGATORIO
PER TUTTI I RAGAZZI E RAGAZZE TRA GLI 11 E I 14 ANNI
(IN CONSIDERAZIONE DELL'ART. 34 DELLA COSTITUZIONE )
MA LA SCUOLA E' ANCORA CARATTERIZZATA DA UNA FORTE CULTURA DELLA SELEZIONE E
DA METODI DIDATTICI CHE NON VANNO OLTRE LA LEZIONE FRONTALE DEL DOCENTE CON
LIBRI DI TESTO SPESSO OBSOLETI E ARCAICI (GLI STUPIDARI)
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Alcuni stralci di intervista da LE VESTALI DELLA CLASSE MEDIA
1969:
Questi ragazzi sono irrecuperabili, perché non seguono
le lezioni, non fanno niente a casa, si comportano male in
Classe. Sono pochi ... se si possono togliere dalla classe è un
beneficio per tutti gli altri. I disadattati disturbano. E poi i
disadattati trovandosi tutti insieme, possono trarne un
Beneficio maggiore
Marzio
Barbagli
Marcello
Del
Le vestali
della classe
media
Sono contro l'unicità della scuola media. Sono per due scuole: Una
per formare i medici, i professionisti, gli avvocati di Domani. Per
questi ci vuole una scuola media. Per gli altri Mestieri, per i
contadini, gli operai ci vuole l'avviamento.
Costringere i ragazzi a venire a scuola è controproducente, bestie arrivano e bestie se ne
vanno
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Nel mio intimo ho sempre desiderato avere una cultura superiore alle elementari.
Trovandomi in società alle volte mi sentivo inferiore agli altri più preparati di me che
avevano avuto la fortuna e i mezzi di proseguire la scuola; questo mi rattristava e sentivo
un senso di inferiorità nei loro confronti; pur avendo alle volte idee giuste sul piano
sociale ed economico da portare avanti non mi uscivano dalla gola data la mia insicurezza
e paura di fare brutta figura. (CORSISTA 150 ORE)
Quando facevo le elementari abitavo in un paesino di montagna.I miei genitori erano
contadini e guardavano al problema della mia scuola con gli occhi di povera gente priva di
istruzione e isolata da tutto. La scuola era molto lontana e per me significava soprattutto
camminare. Quando andavo a scuola la maestra si preoccupava soltanto perché le mie
gambe erano sporche, non perché erano stanche. Le mie gambe erano sporche perché
avevano lavorato, erano stanche perché avevano camminato. A queste cose la maestra non ci
pensava, ma io le vivevo tutti i giorni e lei tutti i giorni mi sgridava. Il ricordo che ho della
scuola elementare è quello della stanchezza. Ero un bambino, dentro di me avevo tante cose,
come tutti i bambini: la maestra queste cose non le ha mai lette. I miei pensieri sono rimasti
tutti dentro. E per questo si spianava la strada che dalla scuola mi portava alla fabbrica
(CORSISTA 150 ORE)
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DJUL
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CHI SONO I PROTAGONISTI DI QUESTO CAMBIAMENTO «DAL BASSO»?
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CCNL METALMECCANICI 1973= diritto a permessi retribuiti per
seguire corsi di formazione al fine di migliorare la propria cultura.
Conquista ottenuta dalla Federazione Lavoratori Metalmeccanici
(FLM) nome con cui agli inizi degli anni settanta si unirono la
FIOM, la FIM e la UILM, le federazioni sindacali dei lavoratori
metalmeccanici aderenti, rispettivamente, alle confederazioni
CGIL, CISL e UIL.
G
DIFENDIA
MO
IL
150
DIR IT To OR E
ALLO.
STUDIO
PER ILAVORATORI
L'istituto prevedeva infatti tre livelli di utilizzo oltre la
formazione per il lavoro: corsi monografici universitari
(attivati press
o facoltà come Medicina, Economia, Lettere,
Architettura), corsi sperimentali abbreviati presso le
scuole medie superiori, infine il recupero dell'obbligo
scolastico che rappresentò la modalità privilegiata per
affrontare il problema dell'elevato tasso di analfabetismo
e la mancanza di titoli di studio tra gli operai.
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4JUL
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Lo Statuto dei lavoratori nel
1970 art. 10 ..... prevedeva
che ...
I lavoratori studenti, iscritti e frequentanti corsi regolari di studio in scuole di istruzione primaria,
secondaria e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute o comunque
abilitate al rilascio di titoli di studio legali, hanno diritto a turni di lavoro che agevolino la frequenza ai
corsi e la preparazione agli esami e non sono obbligati a prestazioni di lavoro straordinario o durante i
riposi settimanali. I lavoratori studenti, compresi quelli universitari, che devono sostenere prove di
esame, hanno diritto a fruire di permessi giornalieri retribuiti. Il datore di lavoro potrà richiedere la
produzione delle certificazioni necessarie all'esercizio dei diritti di cui al primo e secondo comma
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Le 150 ore
.
L'istituto si estende poi ad altri contratti collettivi e successivamente anche ad
altre categorie come le casalinghe, immigrati, detenuti
Esperienza legata agli anni '70 e alla grande mobilitazioni operaie, gli anni '80 ne
segnano il declino. Ebbero comunque un impatto enorme sulla vita dei corsisti,
del sindacato e della scuola, sull'educazione degli adulti
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Un simbolo
Il clavicembalo
FABBRICA E STATO
INCHIESTA
le 150 ore
suonata per's padroni
Un samer speciale The DOMESIA TABERNA E STATO
le 150 ore conglistato cal metalmeccaniciput it cities
lo studio
Eduard Lindeman (1926) L'educazione degli adulti finisce là dove inizia la
formazione professionale
(educazione degli adulti non deve essere asservita alle necessità di lavoro)
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000IUL
UNIVERSITÀ TELEMATICA DEGLISTUDI
150 ore
LE 150 ORE, LA SCUOLA DEGLI OPERAI NON POTEVA ESSERE UGUALE A QUELLA DEL MATTINO
Le 150 ore rappresentarono un vero e proprio laboratorio collettivo di sperimentazione per le
innovazioni didattiche e organizzative nell'educazione degli adulti
Chi erano i docenti:
Si trattava in molti casi di personale docente appena laureato che, nonostante la forte motivazione
e l'impegno, era senza esperienza didattica, la cui formazione non era specificatamente orientata
all'educazione degli adulti, tanto meno verso soggetti inseriti in un contesto lavorativo. [Chi sa
deve imparare, chi non sa deve insegnare. Filippo Maria De Sanctis] . Saranno questi insegnanti ad
innovare «la scuola del mattino».
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ALCUNE TESTIMONIANZE
Nella scuola tradizionale da cui ero stato escluso circa 20 anni fa c'era
un metodo autoritario di insegnamento. L'insegnante in cattedra si
considera l'unico depositario della cultura e considera gli alunni recipienti dove ogni tanto
travasare un po'del suo sapere. C'è la selezione fatta anche tramite delle valutazioni molto
opinabili in quanto non si tiene in considerazione che ogni alunno ha problemi, necessità,
difficoltà diverse. Se poi andiamo a vedere i contenuti dei libri di testo vediamo che tante
volte ci troviamo fuori dalla realtà, infatti vediamo i problemi che riguardano il mondo del
lavoro vengono addirittura travisati ( ... )
Quando mi sono iscritto al corso delle I50 ore avevo la convinzione di frequentare un corso
tradizionale. Già dai primi giorni mi resi conto del contrario, infatti si parlava di stendere un
programma nostro dove si collegavano tutte quelle materie che interessavano nella realtà
della vita. Questo mi lasciò un po' perplesso avendo sempre pensato come mi avevano
insegnato che l'unico metodo di apprendere era ascoltare e ascoltare ancora
Quest'anno, dopo un periodo lontano dalla scuola, mi viene proposto di riprendere da dove
avevo lasciato partecipando al corso delle 150 ore per studenti lavoratori. Di buon grado
accettai ma ebbi una grande sorpresa quando in principio al corso seppi che non c'era un
preciso programma e che avrei dovuto con gli altri corsisti costruirlo noi, partendo da
problemi reali, da interessi comuni per arrivare alle cause.
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DIDATTICA:
PARTIRE
DALL'ESPERIENZA DIRETTA
(Es: la busta paga per la matematica, MEMORIE
AUTOBIOGRAFICHE per Italiano)
L'operaio e il contadino imparano dal padre e dalla gente intorno, prima; dal lavoro poi. La loro
scuola è la struttura in cui vivono: la famiglia , la cascina, il paese il vicinato, i campi, la fabbrica, la
sezione del partito, il sindacato, la Chiesa, i compagni e i capi. La didattica di questa
scuola è operativa, procede per imitazione, e solo di rado trova momenti di
concettualizzazione e di sistemazione astratta. La concretezza e la immediata disponibilità
d'uso sono la sua forza: forza sconosciuta alla scuola di Stato che procede invece per il
cammino inverso, dei concetti mai verificati sulla realtà (Tullio Savi, Scuola e fabbrica,
Guaraldi, 1975, p. 162)
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